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Autore: SmartieMiz    23/06/2014    2 recensioni
Enjolras non è asociale: semplicemente ha altre priorità, non è così difficile da comprendere. Ma ovviamente il caro Courfeyrac e les Amis de l'ABC ci tengono così tanto a movimentare la sua vita.
E poi c'è Grantaire, che è sempre così irritante e non si risparmia nemmeno a Natale. Eppure situazioni ed eventi inattesi faranno comprendere a tutti gli amici qualcosa di importante.
6 capitoli di assoluta follia e idiozia con i nostri rivoluzionari preferiti!
Buon Natale e felice anno nuovo.
[AU! E/R; Courfeyrac/Jehan; Joly/Bossuet/Musichetta; Combeferre/Eponine; Marius/Cosette]
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Enjolras, Grantaire
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Come prepararsi al nuovo anno - Les Amis Version
Rating: verde
Genere: commedia/fluff

Note: Scusatemi per il ritardo colossale! Ecco l'epilogo, siamo quindi giunti alla fine di questa follia/disastro. Spero possa piacervi quest'ultimo capitolo ♥

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Victor Hugo; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



 

Come prepararsi al nuovo anno - Les Amis Version


Epilogue
 

A Ems,
al Grantaire del mio Enjolras.
Ed è in estate che si conclude
il tuo regalo di Natale. Sì, sono pessima.
Questo è il minimo che potevo fare per
una persona speciale come te. ♥


E a Rossyj,
la mia splendida Courfeyrac,
perché è follemente dolcissima e,
quando ho scritto il discorso di Courf,
ho inevitabilmente pensato a cosa avresti detto tu. ♥

 

~


Quando Enjolras si svegliò, immediatamente pensò alla giornata che lo attendeva e a tutte le cose da fare. Soltanto quando provò ad alzarsi dal letto fece caso alle braccia che gli cingevano la vita e alla testa riccia che si era accoccolata sulla sua spalla.
Enjolras si ritrovò ad arrossire nel pensare a quel contatto così intimo; tuttavia, non riusciva a scrollarsi Grantaire di dosso. O forse semplicemente non voleva svegliarlo. Era così quieto nel sonno e appariva sereno.
Enjolras guardò l’ora dall’orologio attaccato alla parete: le 11.00. Gli venne una crisi isterica.
«È tardissimo!», saltò letteralmente dal letto, incurante di Grantaire al suo fianco: «Bisogna preparare tutte le cose per l’incontro!».
Grantaire si era svegliato di scatto. «Cos’è successo? Tutto bene?», chiese, premuroso.
«Affatto! È tardi! Non può andare bene!», rispose Enjolras.
Grantaire alzò gli occhi al cielo. «Mi hai fatto prendere uno spavento, sai?», gli disse con tono di rimprovero: «La prossima volta cerca di moderarti e di avere una reazione meno eccessiva».
Era buffo che in quel momento fosse Grantaire ad ammonire Enjolras per il suo atteggiamento. «Comunque l’incontro è alle cinque, c’è tempo per organizzarsi», provò a rassicurarlo Grantaire: «Verranno tutti?».
«Lo spero e ci conto».
Grantaire annuì lentamente, poi si alzò dal letto e si avvicinò al suo ragazzo. «Hey», richiamò la sua attenzione, poi posò una mano sulla sua guancia, accarezzandolo dolcemente.
Enjolras stava per dire qualcosa come ho da fare o non ho tempo da perdere, ma le parole gli morirono in gola. Vedere Grantaire così felice era una cosa meravigliosa che rendeva sereno anche lui.
Il rivoluzionario sorrise e baciò il suo scettico.
 
 
La cosa più assurda per Bossuet fu trovarsi Joly – completamente vestito – incollato a lui, con la testa appisolata sulla sua pancia come fosse un cuscino.
Non era la prima volta che dormivano insieme, affatto; ma era la prima volta che Joly fosse attaccato a lui come una medusa, manco fosse il suo fidanzato.
Alla parola fidanzato, Bossuet divenne porpora. Cos’era successo?
Joly si ridestò, sbattendo lentamente le palpebre come una soave principessa di un regno incantato. «Mi scoppia la testa», mormorò: «Sento di poter morire da un momento all’altro».
«Colpa dell’alcool, genio», rispose Bossuet secco. Stava ricordando lentamente: avevano bevuto. Avevano bevuto tanto.
«È vero. Abbiamo svuotato tantissime bottiglie. Dovevo essere impazzito», ricordò Joly: «E poi? Musichetta?».
«Se n’è andata».
«Sì, ma cos’altro è successo prima?».
Bossuet deglutì. «Mi hai baciato».
«Ah».
Un silenzio tombale si instaurò tra i due amici. Erano entrambi imbarazzati, il che era strano dato che Joly e Bossuet non lo erano mai; si dicevano sempre tutto, avevano un rapporto d’amicizia splendido. «Sono… confuso», farfugliò Joly.
«Anch’io», rispose Bossuet: «Insomma… mi è piaciuto».
«Anche a me. Forse è stato il mio inconscio a suggerirmi di baciarti…», Joly gli sorrise, impacciato.
Bossuet sorrise a sua volta, quasi teneramente, poi ci risero su. Ma da quel momento in poi non ne parlarono più: andarono tranquillamente in cucina a fare colazione e a chiacchierare come sempre.
Ma forse con una nuova consapevolezza.
 
Stranamente tra i due quello ad essere più insicuro di quella nuova realtà – e forse anche un tantino impaurito – era proprio Courfeyrac: quella con Jehan era la sua prima relazione. Non che prima non avesse avuto storie, ma nessuna aveva avuto molto significato.
La sua relazione con Jehan era diversa da tutte quelle precedenti.
Courfeyrac amava Jehan.
Amare è una parola grossa, dal significato forte e quasi terribile, ma Courfeyrac non ne trovava una migliore che potesse descrivere quello che provava per quel magnifico poeta.
Dal canto suo, Jehan provava lo stesso per Courfeyrac da molto tempo, ormai. Non aveva mai avuto dubbi e quella nuova realtà scacciava la sua malinconia e lo rendeva estremamente felice. Aveva avuto persino l’ispirazione per un nuovo sonetto che avrebbe inevitabilmente dedicato al suo ragazzo.
Quando Courfeyrac si svegliò, si trovò solo. Dapprima un po’ confuso e spaesato, si chiese dove fosse Jehan. Quando iniziò a mettere a fuoco le cose, capì dove Jehan potesse essere: nello studio a scrivere.
Si alzò dal letto e si recò presso lo studio. Lo vide, con sguardo assorto, scrivere versi.
Courfeyrac gli si avvicinò e lo abbracciò da dietro, facendolo sussultare.
«Che cos’è?», chiese il ragazzo, baciandogli una guancia.
Jehan nascose subito il foglio sul quale stava scrivendo, mettendolo sottosopra. «Una lirica», farfugliò: «Cioè, un sonetto».
«Lo sai che se dici poesia, lirica, sonetto o canzone per me sono tutti la stessa cosa, vero?», rise Courfeyrac.
«Ti ho detto tantissime volte che il sonetto italiano è formato da quattordici versi endecasillabi e si compone di due quartine e due terzine, mentre la canzone è…».
«… Jehan, mi dispiace ma non lo ricorderò mai».
Jehan sbuffò, ma non nascose un sorriso.
«Allora? Un sonetto di tredici versi?», provò a sforzarsi Courfeyrac.
«Quattordici», lo corresse l’altro.
«E di cosa parla?».
«Di te. Di noi», rispose Jehan, arrossendo fino alla punta dei capelli come suo solito: «Niente, lascia stare, sono un inguaribile romantico senza speranze…».
«E chi ti ha detto che a me non sta bene?», fece Courfeyrac, stringendolo più forte a sé: «Tu sei il meraviglioso poeta di cui mi sono innamorato».
Quelle parole sciolsero il cuore di Jehan che, con un sorriso enorme, si voltò verso il suo ragazzo e lo baciò sulle labbra con tenerezza. «Ti amo», disse, avvertendo il cuore balzare dal petto, insistentemente.
«Ti amo anch’io».
 
Da quando aveva baciato Eponine, Combeferre vedeva il mondo in rosa. Lui, il serio e diligente Combeferre, la guida, si era innamorato follemente della frizzante Thénardier.
Provò una gioia immensa quando quella mattina Eponine lo telefonò parlandogli del più e del meno, per poi alla fine chiedergli di incontrarsi.
«Io alle cinque dovrei andare al M-musain, c’è l’incontro con gli altri. Mi farebbe molto p-piacere se… se… se insomma, se venissi anche tu!», farfugliò il ragazzo in preda al panico.
Eponine dovette sorridere dall’altra parte del telefono. «Certamente, è un piacere anche per me», rispose, dolcemente.
«E mi raccomando, porta anche Gavroche! Non vorrei che Courfeyrac si mettesse a piangere…».
Eponine rise, una risata forte e cristallina che semplicemente incantò il ragazzo.
«Sarà fatto. Non vedo l’ora di vederti, cioè, di vedervi», disse, per poi mordersi un labbro, anch’ella imbarazzata: «Ci vediamo al Musain, allora! Ciao!».
«A dopo!».
 
Alle cinque meno dieci, Bahorel e Feuilly erano già al Musain.
«È stato sorprendente quello che è successo stanotte», parlò Bahorel, sorseggiando lentamente la bevanda che aveva ordinato: «Ti rendi conto che praticamente si sono dichiarati quasi tutti?».
Feuilly inarcò un sopracciglio. «Cosa vorresti dire?», chiese, spaesato.
«Amico, dov’eri stanotte?».
«Ho stappato lo champagne, prestavo attenzione soltanto al conto alla rovescia», si giustificò il giovane: «Non so e non ho visto niente, a parte Joly e Bossuet che per poco non copulavano sui sedili della mia auto. Che visione raccapricciante».
Bahorel rise. «Courfeyrac ha finalmente aperto gli occhi e smesso di fare l’idiota e ora sta con Jehan che gli sbava dietro da sempre, mentre Combeferre ha preso in mano la situazione e ha baciato la sua amata Thénardier a mezzanotte. E io e te scapoli come sempre».
Feuilly ridacchiò. «Ed Enjolras? Grantaire? Ti ricordo che anche loro sono scapoli».
«Davvero?», sogghignò Bahorel: «Non so te, ma io avrei qualche dubbio…».
In quel momento entrarono Courfeyrac e Jehan. Neanche il tempo di salutare che Bahorel disse allegramente: «Ed ecco i due testoni! Era ora, eh?».
Jehan diventò bordeaux, ma non riuscì a non trattenere un sorriso.
«Già», rispose Courfeyrac sorridente, poi disse: «ma non è di noi che dobbiamo parlare ora, bensì di Enjolras e Grantaire».
«Stanno insieme?», incalzò Feuilly, incuriosito.
«Sì! Il bel marmo ha ceduto! Devo prendere in giro Enj a vita!», fece Courfeyrac, sorridendo in modo inquietante: «Da stanotte sto pensando a quale scherzo posso fargli, ma non ho idee».
Jehan scosse il capo, divertito. «Non fare il bambino», gli disse invece Feuilly, ridacchiando.
Qualche minuto dopo arrivarono anche Combeferre, Eponine, Gavroche e gli altri; Enjolras e Grantaire arrivarono alle cinque e un quarto: avevano persino battuto i record di Pontmercy che, felice di poter portare Cosette con sé, era arrivato al Musain con soltanto cinque minuti di ritardo.
«Non te la prendere per così poco!».
«Così poco? Te l’avevo detto di farti trovare pronto per le quattro e mezza!».
«Ma ti ho aiutato tutta la giornata a preparare le cose! Avevo fame, dovevo pur cucinarmi qualcosa, no?».
«Puoi fare a meno del pranzo per un giorno, ma il progresso non può attendere!».
«Apollo, ma sei serio?».
«E non chiamarmi Apollo!».
Quella scenetta divertì tutti les Amis che dovettero trattenere a forza le risate (eccetto Courfeyrac e Bahorel che si lasciarono andare ad una risata sguaiata).
«Sembrate due sposini!», disse Courfeyrac: «Continuate pure, mi sto gasando tantissimo».
Enjolras gli scambiò un’occhiata atroce; Grantaire, al contrario, stava per ridere anche lui.
«Allora, se permettete voglio aprire io quest’incontro», parlò ancora Courfeyrac: «Siete tutti d’accordo?».
«Sì», rispose Bahorel, curioso di sentire l’amico parlare. I ragazzi annuirono tutti, eccezion fatta per Enjolras che si limitava a fissare – o meglio, a incenerire – Courfeyrac con le braccia conserte.
«So che Enjolras freme dalla voglia di parlare delle prossime manifestazioni, ma io voglio parlare di noi, per una volta, e non noi inteso come studenti che lottano per i propri ideali, non noi inteso come popolo, ma noi inteso come gruppo di amici», iniziò Courfeyrac.
A quelle parole, Jean Prouvaire già si era commosso. Chinò il capo per non farsi vedere da nessuno.
«Premetto che avevo in mente grandi cose per questo Capodanno, ma abbiamo avuto la sfortuna di testare che il nonnino di Marius è un amabile guastafeste», fece il ragazzo, facendo ridacchiare gli amici: «ma, nonostante tutto, è stato il Capodanno più bello della mia vita perché è stato il nostro primo Capodanno insieme, e senza alcun dubbio il primo di tanti altri. Ma la cosa più bella di quest’anno è che siamo stati uniti come più che mai. La cosa più bella e più idiota allo stesso tempo è stato il Babbo Natale Segreto con cui ci siamo cimentati a Natale…».
«Bastardo! Grazie per avermi avvertito», Gavroche interruppe bruscamente Courfeyrac, mettendo su un broncio adorabile.
«Ti ho regalato apposta tre confezioni di caramelle gommose per farmi perdonare», rispose Courfeyrac con un sorrisetto, poi riprese il suo discorso: «Dunque, dicevo… è stata una cosa geniale non solo perché l’ho ideata io, ma perché ci ha fatto divertire e dannare allo stesso tempo. E senza di me, quel pallone gonfiato di Enjolras non avrebbe mai dichiarato il suo amore imperituro a Grantaire, quindi mi sento estremamente fiero degli esiti di queste settimane!».
Nessuno aveva mai visto Enjolras arrossire in quel modo: era diventato un peperone. Grantaire lo trovò adorabile e proprio non riuscì a trattenersi dal sorridere e dal baciarlo sulla guancia davanti a tutti.
«E poi vabbè, ci tengo a precisare che io e quel bellissimo ragazzo stiamo ufficialmente insieme», continuò Courfeyrac, indicando Jehan che, viola anziché rosso, sorrise timidamente, poi Courfeyrac ammiccò discretamente in direzione di Combeferre ed Eponine e poi di Joly e Bossuet: «E non solo: qualcos’altro sta nascendo nell’aria, ma daremo tempo al tempo. Che dire? Vi ringrazio di tutto, ragazzi, perché senza di voi niente di tutto questo sarebbe stato possibile. Vi voglio bene».
Courfeyrac ricevette una standing ovation. Erano tutti commossi, persino Enjolras che, da quando stava con Grantaire, stava incominciando ad ammorbidirsi anche per le piccole cose.
Inutile dire che Jehan era scoppiato in un mare di lacrime e che Joly si sentì morire per l’eccesso di emozioni a cui era stato sottoposto.
«Ma adesso lascio la parola ad Enjolras. E non voglio sentirlo parlare di rivoluzione!», scherzò Courfeyrac.
«Di-scor-so! DI-SCOR-SO!».
I ragazzi fecero dei cori da stadio che sconvolsero il bell’Enjolras che, quando si trattava di parlare di se stesso o dei suoi amici, era a corto di parole, se non addirittura privo.
«Beh… sì, condivido quello che ha detto Courfeyrac poco prima», iniziò Enjolras mordendosi un labbro, poi continuò: «Ringrazio singolarmente e sentitamente ciascuno di voi e nessuno escluso, e ringrazio Grantaire per essere piombato a casa mia il 31 e avermi costretto a presentarmi a Villa Pontmercy per volere di Courfeyrac. Siete tutti degli amici fantastici, non avrei mai potuto desiderarne di migliori, anche se spesso mi fate innervosire. Non ho nient’altro da dire eccetto che sì, vi voglio bene e che non pronuncerò mai più delle cose del genere, nemmeno sottotortura. E adesso possiamo iniziare».
Un coro di oh e aw inondò la saletta del Caffè Musain.
«Amico, sono ufficialmente commosso», scherzò Courfeyrac, mettendogli una mano sulla spalla.
Marius piangeva per l’emozione e Cosette lo consolava con qualche carezza: aveva sentito troppe belle parole pronunciate da Enjolras, ed era stato il nessuno escluso che l’aveva fatto emozionare completamente.
E poi c’era Grantaire che, infiammato d’amore, porse la propria mano al suo ragazzo e gli sussurrò all’orecchio: «Permetti?» ed Enjolras, con il sorriso più bello del mondo, non rifiutò quel gesto, bensì rispose accettando la stretta e intrecciando le proprie dita alle sue.
 

~

 


 
 Angolo della matta che scrive queste cose Autrice

Salve!
Sono passati quasi cinque mesi e sì, mi faccio schifo da sola. Mi scuso infinitamente! (e pensare che metà epilogo era già pronto mi fa imbestialire ancora di più xD).
Che dire? E' stata una piccola avventura, anche se è stata una follia, una commedia nata per strappare qualche sorriso e nata come regalo di Natale, è una piccola minilong che ho concluso in cui ci ho lasciato un pezzettino di me ♥
E ora basta con queste smancerie xD
Ah, un piccolo appunto: il finale. Okay, io odio sempre i finali delle mie storie, ma questo mi piace particolarmente perché richiama un po' ciò che accade nel libro, ma ovviamente qua nessuna fucilata (lol). A me piace stranamente, spero solo di non essere caduta nel banale o nel ridicolo xD
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito in questa folle impresa. Ringrazio _ems e _Rossyj_ per il loro continuo appoggio, le mie amiche di delirio ♥ Vi voglio bene!
E ringrazio tutti coloro che hanno letto e recensito, siete fantastici ♥
Ho un nuovo progetto in mente (nessuna commedia xD) e spero di poterlo portare a termine. Ci sto lavorando da un po' di mesi e ci tengo molto e non vedo l'ora ^_^
Alla prossima! :)
SmartieMiz
   
 
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