Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: Black_fire    23/06/2014    5 recensioni
L'Ispettore capo Kruger si rivolge a Ben e Semir per affidargli una missione speciale: accompagnare sua nipote Anna a Parigi per due settimane.
La ragazza, infatti, ha ottenuto una borsa di studio per partecipare ad un Master presso la Sorbona, la famosa Università parigina, solo che qualcuno sembra non essere contento della sua partenza, tanto da arrivare a minacciarla di morte.
Peccato, però, che Anna non sia più la ragazzina paffutella che si ricordava Ben e la cosa lo metterà alquanto in difficoltà nel ritrovarsi a convivere a stretto contatto con lei.
Così, la minaccia di un probabile assassino non sarà l'unico problema che Semir dovrà affrontare a Parigi insieme al suo socio!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!
Ecco il primo capitolo, spero che vi piaccia. Se vorrete lasciarmi un vostro parere ne sarò molto felice.
A presto.
BF







Anna si innamora di Parigi a prima vista.

Le sue strade, i suoi palazzi antichi, i monumenti, i caratteristici bistrot, la gente che invade i marciapiedi, persino il traffico le sembra affascinante. E' così emozionata che dimentica di essere stata arrabbiata sino a due minuti prima con i suoi compagni di viaggio e si ritrova a sporgersi tra i due sedili, rivolgendogli la parola per condividere il suo entusiasmo.
- Ragazzi, non trovate che questa città sia semplicemente... meravigliosa!
Ben e Semir, intenti a battibeccare continuamente sulle strade da prendere per raggiungere il residence, si ammutoliscono di colpo per la sorpresa di sentire Anna rivolgere loro la parola dopo averli condannati ad ore di silenzio immusonito. Persino durante le soste nelle aree di servizio non sono riusciti nell'intento di farle spiccicare mezza parola.
Perciò si ritrovano a parlare quasi contemporaneamente per non perdere l'occasione di provare a distendere il clima tra di loro.
- Oh, sì, meravigliosa...
- Certo, una città affascinante...
Lei si ritrova ad arrossire leggermente, perchè la loro reazione le fa capire quanto forse sia stata davvero esagerata nei loro confronti.
Ora che è lì a Parigi, le sembra meno terribile che ci siano anche loro, dopotutto sono due ragazzi, o meglio uomini, che sapranno gestire la situazione senza diventare una presenza "ingombrante" o "restrittiva" più del dovuto.
Anzi, a dirla tutta, ora Anna si sente proprio in colpa per avergli riservato quell'accoglienza, quando loro non ci hanno pensato nemmeno un attimo a mollare tutto, famiglia di Semir compresa, per intraprendere la "missione speciale" affidatagli da sua zia: cioè proteggere lei!
E' ancora convinta che sua zia e sua mamma abbiano ingigantito una situazione che invece si può ricondurre solo alla gelosia della sua compagna di corso universitario, però davvero ora le sembra tutto meno terribile, l'importante è che sia finalmente a Parigi!
- Ben, Semir... credo proprio di dovermi scusare con voi. Davvero, mi dispiace di essermi comportata così male nei vostri confronti e spero che potrete perdonarmi.
Si accorge che stanno per parlare ancora tutte e due, ma li precede.
- Aspettate, non ho finito. Sono ancora arrabbiata con mia madre e mia zia, perchè trovo che la loro mancanza di fiducia in me sia stata davvero un colpo basso... ma non credo di doverla fare scontare a voi. In fondo, avete solo accettato di fare una favore a mia zia.... che è niente di meno che il vostro capo! Insomma... capisco che non abbiate avuto molta scelta nel scegliere cosa fare... e quindi penso che anche voi siate in fondo vittime come me della zia e dei suoi modi autoritari. Perciò la proposta che vi faccio è questa: facciamo finta che voi vi siate aggregati a me per godervi una bella, meritata vacanza. Io seguo il mio corso all'università, voi fate i turisti. E se avrò dei momenti liberi, magari potremo anche farci qualche giretto assieme. Che ne dite?
Anna, in cuor suo, non avrebbe voluto parlare così di zia Kim... però, davvero, ci è rimasta male per come non abbia avuto fiducia in lei e nella sua capacità di valutare la situazione. E sua madre, ha solo peggiorato le cose schierandosi d'accordo con lei, anzichè cercare di essere dalla sua parte.
- Anna, guarda, noi siamo contenti che tu finalmente sia disposta a parlarne... però, credo che ci sia un punto fondamentale da chiarire per primo: siamo qui perchè lo abbiamo deciso noi, non perchè siamo stati obbligati. Tua zia ci ha illustrato la situazione, ne ho parlato anche con tua madre, e sinceramente... ci siamo trovati d'accordo con loro sul fatto che tu forse abbia un pò troppo sottovalutato la situazione.
E' stato Semir a risponderle, ma dall'espressione di Ben, capisce che entrambi la pensano così.
Non sa se arrabbiarsi di nuovo o cercare di convincerli a darle retta, che nessun pericolo mortale è davvero in agguato.
Sonia, così si chiama la ragazza a cui ha soffiato la borsa di studio per pochi punti, ha solo cercato di farla rinunciare per poter ritornare ad essere la prima in graduatoria.
- Quindi anche voi pensate che io non sia in grado di prendere delle decisioni importanti che mi riguardano da sola?
Cerca di mantenere un tono di voce tranquillo, ritiene che il dialogo con loro sia ancora la strada migliore da percorrere.
- Non metterla, così, Anna. Non è questo che pensano tua mamma e tua zia. Non lo pensiamo nemmeno noi... solamente... stiamo dicendo che forse potresti avere ragione, ma nell'eventualità che le tue convinzioni fossero errate, non vogliamo che ti accada nulla.
Semir ha lo sguardo di chi è sincero, e questo un pò la mette in difficoltà, perchè se è più difficile il rapporto con sua madre e sua zia, con loro lo è sicuramente meno.
- Mi stai dicendo, quindi, che non avete intenzione di fare i turisti e basta? Siete dell'idea di starmi alle costole come vi ha chiesto la zia?
Ben, tra i due, è quello che non riesce a trattenere una risatina, rimediando subito un'occhiataccia da Semir. Questo le fa pensare che forse, proprio lui potrebbe rivelarsi un alleato prezioso. In fondo è più giovane rispetto a Semir, che tra l'altro è anche padre, magari può capire di più il suo bisogno di affermare la propria indipendenza.
Magari potrà provare a parlargli da solo, cercando di tirarlo dalla sua parte. E' un''idea da non escludere e penserà a come fare.
- Non siamo cani da guardia... ti terremo compagnia, mettiamola così!
La risposta di Semir strappa un altro sorriso a Ben, anche se cerca di nasconderlo, e la convince ancora di più che deve tentare di corromperlo per portarlo dalla sua parte!
Anche perchè ancora non lo sanno... ma lei, lì a Parigi, sta per conoscere Marcel, un ragazzo fantastico! E' un laureando della Sorbona che le farà da tutor in quelle due settimane e con il quale ha già preso contatto via skype, potendo così constatare tra l'altro che si tratta assolutamente del suo tipo!
Moro, occhi scuri, un sorriso fantastico e un accento francese che l'ha fatta già impazzire!
Come può pensare di conoscerlo meglio, con quei due alle calcagne?
- Compagnia... e quando sarò all'Università? Anche lì mi terrete compagnia? Per caso avete vinto anche voi una borsa di studio per il master che seguirò?
E' ironica, ma nello stesso tempo si rende conto che presa com'era dal suo mutismo, non si è nemmeno preoccupata di capire quanto davvero le staranno appiccicati!
- No, è stato più semplice... tua zia ha ottenuto un permesso speciale rivolgendosi direttamente al rettore della Sorbona. Ma stai tranquilla, ha chiesto la massima discrezione sulla faccenda! Nessuno saprà che siamo i tuoi angeli custodi!
Anna sobbalza e li guarda allibita.
- Vuol dire che potrete accompagnarmi in aula e rimanere lì con me?
- Bè... in teoria sì... però credo, vero Semir, che magari potremo limitarci a stare fuori... insomma, controlleremo prima della lezione l'aula e poi daremo un occhio a chi entrerà insieme a te.
Ben guarda Semir, il quale sembra, per una volta, essere d'accordo con il suo "socio".
- Sì, bè, in effetti... direi che non ci sarà bisogno di starti così "appiccicati".
Non sa se ridere o piangere, Anna, per la faccia che ha fatto Semir nell'usare quella parola così "intima". Ma a proposito di intimità, ora diventa anche pienamente cosciente del fatto che dovrà anche condividere l'appartamento con loro!
E se le cose con Marcel dovessero andare più che bene? No, no, no... perchè deve essere così sfortunata! Tutto quello che si era augurata per quest'esperienza sta sfumando in un vero e proprio disastro!
- Siamo arrivati.
E' Ben a dare l'annuncio, mentre ferma la macchina su di un passo carraio in corrispondenza di una palazzina liberty, davanti alla quale Anna accantona momentaneamente ogni altro pensiero, se non quello di ammirarne la bellezza.
Quello sarebbe il residence dove alloggeranno? Le foto che ha visto su internet non gli rendevano giustizia.
- Sei sicuro che sia l'indirizzo giusto, Ben?
- Semir, è l'indirizzo giusto. Rue De La Convention, 64 - Paris. Guarda là? Che dice la targa? Rue De La Convention. E questo è il civico 64  che abbiamo davanti. E' sufficiente?
Semir sbuffa e lo guarda in cagnesco.
- Non c'è bisogno di ricordarmi che tu sai il francese e io no, per cui vedi di tenere a bada quell'erre moscia, socio!
- Parli davvero francesce, Ben?
Lui si volta, le sorride e la stupisce ancora di più.
- Oui, mademoiselle, je parle couramment anglais, français et espagnol. Contrairement à ce rustre que je traîne ...
- Ehi, ehi... non capirò il francese, ma so riconoscere uno che mi sta prendendo in giro... vedi di piantarla, subito, okay?
Semir lo interrompe guardandolo in cagnesco, ma Anna ha già capito che è il loro modo scherzoso di interagire, hanno praticamente battibeccato così per tutto il viaggio!
- Bè, Ben, comunque mi fa piacere. Almeno saprete cavarvela da soli. Ero un pò preoccupata che vi sentiste in difficoltà qui in terra straniera.
Mentre lei ribatte così, tutti e tre stanno scendendo dalla macchina per sgranchirsi innanzitutto e poi per accingersi ad entrare e prendere possesso dell'appartamento che è stato loro riservato.
- Ho la sensazione che ci stesse sfottendo, tu che ne dici, socio?
E' Ben a dirlo, e per la prima volta, le strappa una risata sincera. Sì, li stava un pò sfottendo, le è venuto spontaneo fargli il verso.
- Sì, direi di sì. Però credo che ce l'avesse più con te. A vederti dai l'idea di quei ragazzoni tutti muscoli e niente cervello!
Ben fa una faccia scandalizzata e sfottendosi tra di loro, senza mancare però di badare che lei si ritrovi tra loro due a farle da scudo, si dirigono verso l'entrata.
La hall si rivela essere semplice, ma elegante e ben pulita. Le trasmette subito una bella sensazione, non può fare a meno di pensare che sarà un soggiorno piacevole dal punto di vista dell'alloggio.
Non appena si avvicinano al bancone, sbuca fuori da una porta una signora che rivolge loro subito un saluto gentile. Anna, giusto per riaffermare il concetto di indipendenza espresso poco prima, si fa subito avanti e si presenta per prima, passando poi a fare lo stesso con i suoi accompagnatori.
Le sembra di vedere un'ombra di divertimento nell'espressione della signora davanti al suo modo deciso, e a quello più rassegnato di Ben e Semir, che sembrano dire "lasciamola fare, almeno è contenta!".
Sbrigano così le formalità di registrazione, con la proprietaria che non manca di congratularsi con lei per la sua borsa di studio, e con i due uomini che hanno deciso di prendersi questa vacanza per fare compagnia alla loro cugina più giovane.
Anna intuisce che sia così che li ha presentati sua zia, dando loro un ruolo ufficiale e non sospetto, giustamente, agli occhi della donna.
Dopo qualche altra informazione generale sul soggiorno, sono in possesso finalmente delle chiavi del loro appartamento. Anna sta pensando di accompagnarli a prendere i bagagli, quando Semir la precede.
- Ben, pensi tu ai bagagli? Io vado con Anna a controllare l'appartamento.
Ben protesta subito.
- Scusa, perchè non il contrario?
- Ehi, socio, qui sono io il più anziano in carico. Tu i bagagli, io l'appartamento.
Gli rifila un sorrisetto beffardo che fa incavolare ancora di più Ben, che però rinuncia ad insistere mugugnando un "tanto te la faccio pagare con gli interessi, socio", e ognuno prende direzioni diverse.
Non essendoci l'ascensore, si ritrovano a fare tre piani a piedi, e Anna pensa che Ben avrà un motivo in più per farla pagare a Semir.
Quei due sono davvero fantastici, oltre che colleghi, si capisce benissimo che sono anche molto amici. Un pò li invidia, perchè lei non ha mai avuto una vera amica su cui contare in ogni occasione.
Arrivati davanti alla porta d'ingresso, si sente stringere per una spalla e trattenere leggermente.
- Anna, non avertene a male, ma preferirei entrare prima io.
Semir è vagamente imbarazzato nel dirglielo, ma nello stesso tempo determinato a farlo. Anna capisce di avere due opzioni solamente: o si ostina a voler aprire lei, discutendo con lui, oppure cede il passo.
Con un sospiro passa la chiave nelle mani dell'uomo che accenna un sorriso di ringraziamento, forse per non averlo obbligato ad agire in maniera più autoritaria, facendole magari pesare il suo ruolo di "accompagnatore forzato".
- Aspetta che ti dia l'okay per entrare, va bene?
Lei pensa che sia un'esagerazione quest'idea di perquisire l'appartamento, ma sa che sarà solo il primo di una lunga serie di cose da dover digerire, sempre che non riesca nel frattempo a fargli cambiare idea e ad allentare la loro sorveglianza.
- Okay. Me ne starò qua buona ad aspettare.
Si rassegna e si appoggia alla parete opposta, senza nascondere un pò di disappunto, che Semir sembra deciso ad ignorare per non accendere ulteriori discussioni.
Si sta giusto chiedendo quanto ci metterà a scoprire che ovviamente non c'è nessuna minaccia all'interno, quando il suo cellulare inizia a squillare.
Da qualche giorno appena ha un nuovo numero di telefono e al momento lo conoscono solo sua madre, sua zia, Ben, Semir e... Marcel. Ebbene sì, violando le raccomandazioni di sua zia, Anna gli ha mandato un sms durante il viaggio, avvisandolo che quello era il nuovo numero a cui contattarla.
- Hello, Marcel!
Le è venuto istintivo di allontanarsi verso il fondo del corridoio, abbassando la voce. Il ragazzo dall'altra parte, invece, ha iniziato a parlarle con quel tono di voce un pò arrochito che ha il potere di farle dimenticare ogni cosa.
Così, non si accorge subito di avere sia Ben che Semir alle spalle, tutti e due palesemente corrucciati e infastiditi da quella telefonata.
Specie perchè lei ha chiaramente fatto il nome di Marcel più volte e se non bastasse, Ben avrà sicuramente capito il senso generale della telefonata.
A quel punto cerca di liquidare il più gentilmente possibile Marcel, mentre decide che avrà anche lei un atteggiamento sostenuto e semi-arrabbiato. Dopotutto, origliare una conversazione è una palese violazione della privacy, no?
Forse è un pò debole come scusa, dal momento che Ben e Semir pensavano di essere giunti ad un accordo con lei, che potesse prevedere un minimo di collaborazione da parte sua, però rimane il fatto che hanno origliato!
- Marcel?
E' Ben il primo a parlare, subito seguito da Semir.
- Forse c'è qualcosa che dovremmo sapere, Anna, che ne dici?
- Dico che questa è violazione della privacy!
Si mostra sicura della sua esternazione e a testa alta entra nell'appartamento, guardandosi velocemente intorno per individuare quale delle due stanze abbia un letto singolo, in cui si infila sbattendo la porta dietro di sè.
Sa che il suo comportamento è scorretto, perchè dopotutto lei per prima ha cercato un'apertura con loro, ma l'argomento Marcel ancora non sa come affrontarlo.
Primo perchè è personale... secondo perchè sarebbe estremamente imbarazzante parlarne con loro! Cosa dovrebbe dirgli? Che è un ragazzo che sogna di conoscere di persona da due settimane a questa parte? Che spera possa accendere il suo interesse come è stato per lei nei suoi confronti?
Anna si butta letteralmente sul letto, sprofondando il viso nel cuscino e sperando di potersi svegliare l'indomani mattina per scoprire che è stato solo un brutto sogno questo inizio di soggiorno parigino così incasinato.



§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§



Semir si è rassegnato dopo l'ennesimo tentativo di farsi aprire da Anna ed ha raggiunto Ben sul piccolo balconcino che si affaccia su quella via poco trafficata di Parigi. In lontananza la Tour Effeil illuminata a giorno, offre uno spettacolo fantastico.
Per un attimo rimpiange fortemente di non essere lì con Andrea, magari per una seconda luna di miele, poi torna al presente e al problema che hanno tra le mani: cioè una ragazza palesemente incavolata nera con loro.
- Potremmo sempre sfondare la porta, socio. Tanto, incavolata per incavolata...
Stavolta Semir non rimbecca il collega più giovane come fa di solito, ma ridacchia insieme a lui.
- Non credo che la Kruger ne sarebbe contenta, Ben. E' vero che ci ha dato un pò di carta bianca con la nipote, ma non credo così tanta!
Adesso ridono entrambi, forse anche per sfogare un pò di quella tensione che hanno accumulato sinora. Stare dietro ai cambiamenti d'umore di Anna li ha abbastanza sfiancati.
- Continuo a credere che affrontare una banda di criminali incalliti sarebbe stato più facile.
- Mi sa che hai ragione, Semir. Pensa che a me sta tornando la voglia di fumare... ma roba pesante, eh? Per non dover pensare al fatto che domattina dovremo in qualche modo affrontare l'argomento "Marcel" con lei.
Ancora se la ridono per un pò, prima di tornare a cercare una soluzione accettabile.
- Ma chi potrebbe essere? Forse la Kruger ne sa qualcosa...
- Semir, ti pare?
In effetti si rende conto di aver detto una cavolata stavolta, figurarsi se Anna può aver parlato di un ragazzo al capo nella situazione in cui era!
- Hai ragione... sarà la stanchezza, ma al momento sono a corto di idee.
Ben, invece, di idee ne ha diverse, e senza sapere bene il perchè, lo infastidiscono tutte. Forse deve dormirci su anche lui, perchè sta faccenda della nipote del capo lo ha un pò scombussolato.
Anna è diventata decisamente molto carina, ma non è soltanto quello. Qualcosa nel suo sguardo gli ha rimescolato dentro certe emozioni che non sentiva da tempo.
La scorse notte non ha chiusa occhio, perchè ha rivissuto all'infinito quella notte terribile al distretto, quando sono stati presi d'assalto da quella banda di spietati merceneri.
Anche allora Anna aveva dimostrato la sua determinazione e la sua forza, qualcosa che aveva dimenticato e che ora sembra caratterizzarla ancora di più.
- Tu, socio, qualche idea?
- Forse...
- E allora? Condividerle con il tuo collega, no?
Ben ridacchia e Semir, che lo conosce bene, si fa più attento.
- Forza, Ben, sputa il rospo.
- Ci deve essere per forza un rospo?
Ora è Semir a ridacchiare.
- Ti conosco da sei, lunghi, anni. Ti conviene parlare, quindi.
- Uff... inizia ad essere ingombrante questa amicizia con te, socio.
Sono contenti di esserci l'uno per l'altro, e questo è il loro modo burbero di esternarlo. Andrea dice sempre "voi due siete come il diavolo e l'acqua santa, l'uno senza l'altro non avrebbe senso di esistere", e lui deve riconoscere che un pò a ragione.
Dopo la perdita Tom credeva che non avrebbe più condiviso un rapporto così profondo con nessun'altro... ma poi è arrivato Ben a smentire quel pensiero.
- Allora?
- Credo che sia il motivo principale per cui non ci voleva qui a Parigi con lei. Se non ho capito male... questo Marcel sarà per lei una specie di tutor in queste due settimane... avevano già un appuntamento per domani all'Università.
- E quando pensavi di dirmelo, scusa?
Semir si finge esasperato, ma sa che Ben sarebbe arrivato lo stesso a dirglielo, forse dopo averci rimuginato su ancora un pò.
- Ma non è finita qui, vero?
Ben scuote la testa e sorride.
- Non ti si può nascondere proprio nulla, ispettore Gerkhan!
- Già, ispettore Jager. Potresti dirmi tutto senza che te lo estragga con le pinze? Sarei abbastanza stanco e non vorrei passare tutta la notte su questo balconcino, per quanto possa essere piacevole il panorama!
Fa di nuovo ridere entrambi, così un altro pò di tensione se ne va.
- Anna gli stava dicendo che era davvero molto contenta di essere finalmente qui, un pò perchè non vedeva l'ora di frequentare il master... un pò perchè era anche contenta di poterlo finalmente conoscere di persona.
- Ah, però! Dopotutto allora non aveva in mente solo lo studio come pensava sua zia!
Alla battuta di Semir, Ben sente quel fastidio accentuarsi e si dice da solo che deve darsi una calmata.
- Sì, infatti. E' quello che ho pensato anch'io!
Semir cerca lo sguardo di Ben e ci mette poco ad andare dritto al sodo.
- Solo che a te, per qualche motivo che grida "pericolo" da tutte le parti, ti ha particolarmente infastidito, giusto?
L'ispettore Jager sbuffa, senza aggiungere nè togliere qualcosa a quello che ha detto il suo collega più anziano, facendogli capire così di averci visto giusto.
- Okay... allora, sarà il caso di dormirci davvero sopra, socio, così da essere più lucidi domani mattina.
Semir batte una pacca affettuosa sulla spalla di Ben e lancia un'altra delle sue massime preferite.
- Sai come si dice "la notte porta consiglia".
Ben alza gli occhi al cielo e si copre la faccia con una mano.
- Ti prego, Semir, il vecchio saggio risparmiamelo stasera.
- Eh, dici così, ma in realtà sai che saresti un uomo perso senza di me.
- E dopo questa, credo che starò altri cinque minuti qui, a meditare sul perchè abbia fatto domanda per diventare il tuo nuovo collega sei anni fa.
- Bravo. E io mediterò nell'altra stanza per capire perchè anch'io ho accettato che tu lo diventassi!
E sul loro rispettivo ridacchiare, qualcuno non molto lontano pensa che presto non avranno più alcun motivo per farlo: il momento della vendetta è vicino e presto l'Ispettore Kruger proverà lo stesso dolore che ha provato lui, quando sua nipote Anna avrà cessato di vivere.  
  
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