Rimorsi

Ricorda.

Ricorda ogni minimo particolare.

Ogni minima sfumatura di un lontano passato.

Continua ad osservare quel astro celeste che lento si adagia all’orizzonte.

eee

Ero furioso nei Vostri confronti.

Nel Vostro comportamento.

Perché?

Queste domande mi hanno sempre assillato ogni giorno della mia lunga vita.

Gli esseri che incrociavano il mio cammino venivano eliminati senza pietà.

Padre voi avete avuto pietà per i miei sentimenti?

Rammento quel terribile giorno, come se fosse oggi.

Avrei potuto seguirvi come il mio solito, ma quella volta il mio orgoglio ferito mi impose di rimanere nelle mie stanze.

Ricordo con precisione che risposi ad un servo, che venne ad avvertirmi della Vostra partenza, che sarei rimasto a Palazzo.

Ero davvero furioso nei Vostri confronti, ma una voce insistente nel mio animo mi urlava di venire…di cercarvi, ma scossi il capo violentemente affinché quegli assurdi pensieri svanissero.

Erano segni premonitori?

Sì, lo erano.

Mi diressi lentamente verso lo shoji che apriva sul piccolo giardino, leggermente ricoperto dalla prima nevicata.

D’un tratto un vento freddo mi sfiorò il viso, chiusi gli occhi e respirai a pieno quell’aria gelida come il mio spirito ferito.

Mi poggiai sul legno e mi feci scivolare al suolo, intanto dal cielo bianco scendeva calma e placida la neve.

La osservavo rapito, mentre pensavo.

Socchiusi gli occhi e mi trovai a ridere…a ridere di commiserazione.

Poggiai il capo e mi assopii, non seppi per quanto tempo dormii, ma mi destai con il suono dei corni delle nostre truppe che rientravano dalla battaglia.

Mi alzai e mi diressi calmo verso l’ingresso, come facevo, quando ero fanciullo e vi correvo incontro…ora non l’avrei fatto sarei rimasto lì, in piedi sulla scalinata ad osservarvi.

Ecco ciò avreste trovato in me, una fredda indifferenza.

Arrivai sul limitare della grande scalinata, dove vi era anche mia Madre in compagnia delle sue ancelle.

La salutai chinando il capo, ma notai nel suo sguardo ambrato, così simile al mio, un velo di tristezza, ma anche di preoccupazione…perché?

Voltai il capo verso le nostre truppe e notai con disappunto che Voi non c’eravate.

Assottigliai lo sguardo, mentre capivo dove poteva trovarsi.

Lo vidi sospirare e dirmi.

Lo vidi abbassare lo sguardo, ancora ricordo il colore di quegli occhi azzurri come il cielo, ma tristi, mentre mi riferiva la terribile notizia.

Veloce come un fulmine mi diressi verso la meta, mentre sentivo la voce di Kisoku.

Mentiva, dentro di me sentivo che questa era l’ultima volta che vi avrei rivisto.

Corsi nella notte scura, velata dalla neve che cadeva…l’ultima nevicata.

Ancora mi incolpo per ciò che dissi e per ciò che non feci.

Perché?

Già perché?

Volevo forse punirvi?

Forse sì, o forse no…solo domande, stupide domande.

Stupidi errori che non potranno mai più essere rimediati.

Finalmente arrivai, Voi eravate là, in piedi di fronte ad un mare nero come la notte.

La neve cadeva e si intrecciava nei Vostri lunghi capelli, uguali ai miei.

Essa era qua ad osservarci ridendo malefica, perché consapevole che presto avrebbe avuto un degno premio da portarsi negli inferi.

Osservavo le gocce di sangue cadere sul manto nevoso, una rosa scarlatta formatasi al Vostro fianco.

Vi fissavo pieno di ira, mentre il vento, freddo e tagliente, scompigliava i miei capelli.

Padre questo sarebbe stato il nostro ultimo momento insieme…il nostro ultimo dialogo.

eee

Rimpianto.

Ecco ciò che prova, mentre osserva la sua Eterna Amica, spettatrice del triste declino di essere Immortale.

Socchiude gli occhi, mentre ispira l’aria fresca della notte…sua degna Consorte…

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Rieccomi ad aggiornare questa fanfiction, che adoro come il personaggio XD.

Ringrazio:

Ringrazio anche chi solo legge, mi rendete tanto felice ^^…ci vediamo con il prossimo capitolo dove leggerete la scena più emozionante del Terzo Movie di InuYasha…