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Autore: MiaBlack    24/06/2014    7 recensioni
Vi mancavo? U.U
Qualcono torna dal passato di Felicity (sono fissata col suo passato). chi sarà? e cosa vorrà?
tratto dal testo 1 capitolo "-Stai bene? – mi chiede sospettoso Oliver, adoro quando è così apprensivo nei miei confronti.
-Certo che sto bene.. Non si vede? Perfettamente! – l’ultima parola mi esce più acuta del resto della frase, sembro strafatta. " ormai lo sapete che con i riassunti faccio pena!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Nuovo personaggio, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

Entro in casa e punto dritta verso la mia camera, la scatola con tutta la roba di mia madre è infondo alla mia cabina armadio.
Trovo immediatamente la scatola e inizio a cercare freneticamente il diario giusto, i diari sono tutti identici, colore, forma. Ma per fortuna sulla prima pagina c’è scritto con la calligrafia elegante di mia madre l’anno e poi, sono tutti in ordine. Con rapidità arrivo all’anno in cui mio padre ci ha lasciato.
Sfoglio freneticamente le pagine del diario fino ad arrivare al giorno che mi serve:

Se ne andato. Thomas se ne andato, mi ha abbandonato. Non ho parole per quello che è successo. L'ho visto fare i bagagli, mi ha detto che si era stancato di me, che io ero un peso morto. La cosa che mi ha fatto più male è che finalmente lo ha ammesso. Mi ha sposato solo per i soldi della mia famiglia, ma visto che loro non sono intenzionati a riallacciare alcun rapporto con noi, nemmeno per Felicity. Io a lui non gli servo, mi ha abbandonato, anzi ci ha abbandonato, come farò a spiegare alla mia piccola Felicity che suo padre non le ha mai veramente voluto bene, ma che la vedeva come un mezzo per avere i soldi dei miei genitori. No, non glielo dirò mai. Mai, Felicity non dovrà mai venirlo a sapere.

Oggi è arrivata una lettera da mio padre, altro dolore. non credo che potrò andare avanti così, sento il mondo cadermi addosso, ma devo rimettermi in piedi, devo trovare la forza, se non per me, per Felicity, anche oggi mi sono dimenticata di andarla a prendere, la scuola mi ha chiamato, ha chiamato. Se continuo così chiameranno gli assistenti sociali e scopriranno che non sono in grado nemmeno di occuparmi di me stessa, sento la malattia arrivare e mischiarsi con la depressione in cui sono caduta da quando Thomas se ne andato.
Ah si dicevo di mio padre, mi ha mandato una lettera. Thomas li ha ricattati, è andato da loro e gli ha minacci di portarmi via la bambina se non gli avessero dato i soldi che voleva. Thomas non è mai stato una brava persona, ma ero così innamorata da non rendermi conto in cosa era immischiato:  gioco d’azzardo. Ha perso tutti i nostri soldi per quel maledetto poker.


Smetto di leggere, mi fa schifo, ho la nausea. Ha minacciato i miei nonni per i soldi. Non ci credo. Non ci posso credere.
Dei rumori provenienti dal corridoio mi riscuotono dal mio stato di shock, come minimo è Oliver che è venuto a controllare cosa mi sia successo. Sento le lacrime salirmi agli occhi, sono così delusa e arrabbiata.
Sulla soglia del salotto mi blocco, non è Oliver, in casa mia ci sono tre uomini che stanno parlando tra loro, uno sembra molto arrabbiato e sta minacciando un quarto uomo: mio padre.
-Che succede qui? Chi siete voi! – esclamo tutti si voltano verso di me, Thomas sbianca quando mi vede.
-Tu.. Tu non dovresti essere qui. – sembra sorpreso e spaventato dalla mia presenza.
-Oh, tu devi essere la figlia.- annuisco, stringendo la presa sul diario.
-Si, ma non per scelta. – sibilo con rancore. Lo odio.
-Vedo che nemmeno lei ti ama. –
-Che diavolo volete. – chiedo.
-Vedi, tuo padre mi deve dei soldi, sai non è bravo a poker. – mi spiega, non credevo che potesse succedere, l’odio che provo per lui aumenta, è tornato da me solo per prendermi altri soldi, che schifo di persona.
-Non è un problema mio. –
-Oh, invece è un problema tuo, vedi. Quando eri piccola, tuo padre ti ha ceduto a noi. Poi ha trovato i soldi e ti ha riscattato, ma il contratto rimane. Tu ci appartieni. – lo guardo con orrore. Mi ha venduto? Questo non fa solo schifo. Fa orrore.
-Quindi ora dovrei pagare te, devi darci i soldi che tuo padre ha perso. –
-Io…- indietreggio, spaventata, i due uomini che fino ad ora erano rimasti fermi mi si avvicinano minacciosi, più che due uomini mi sembrano due armadi. Devo inventarmi qualcosa e anche velocemente. Prendo il cellulare dalla tasca e premo il tasto di chiamata rapida, Oliver ti prego, rispondi. Rimetto il cellulare in tasca e mi muovo cercando di non farmi prendere. Tiro il diario colpendone uno in viso, mossa sbagliata, questo lo fa arrabbiare ancora di più. Ora sono immobilizzata con le braccia piegate dolorosamente dietro la schiena.
-Allora Felicity, o collabori e ci dai i soldi che ci deve, oppure beh, prenderemo quello che ci deve in un altro modo. La mano che inizialmente era sul mio viso scivola lungo la mia gola e arriva fino al mio seno lasciato scoperto dalla scollatura.
-Non ho tutti quei soldi!- poco ma sicuro, lavorerò anche per un multimilionario ma io ho uno stipendio normale.
-Beh il tuo capo sicuramente si… Thomas dice che sei abile con i computer e vista la tua posizione sono sicuro che hai tutti i codici per entrare nei conti del signor Queen, non è vero?- vogliono che io prenda i soldi dal conto di Oliver? Ma sono completamente pazzi?
-Se ne accorgerà e mi licenzierà!- urlo, non ho intenzione di fare una cosa del genere. Mi afferra per i capelli e mi tira, fa male, dannazione se fa male, poi mi tira uno schiaffo è così un gesto così improvviso che nemmeno lo vedo arrivare, sento solo la guancia bruciare per il colpo.
-Hai cambiato idea? –
-Va bene! – urlo, al diavolo, spero che Oliver stia ascoltando.
-Ma non posso farlo da qui, dobbiamo andare alla Queen consolidated. – sospiro rassegnata, potrei farlo anche da qui, ma se Oliver sta ascoltando almeno ha il tempo per arrivare e fermarmi prima che possa svuotargli il conto in banca.
-Perfetto, vedi con le buone maniere si ottiene tutto. Andiamo. – vengo spinta fuori in malo modo rischio anche di cadere rovinosamente a terra, ma uno dei due energumeni mi tiene saldamente impedendomi di scappare e di cascare a terra.


Il viaggio da casa mia fino alla Queen consolidated è breve, mio padre cerca di parlarmi ma io lo zittisco, non voglio sapere niente, non mi interessa, una volta sistemata questa cosa voglio che sparisca dalla mia vita per sempre.
Tutto il palazzo è al buio solo la scritta in alto emana luce. Non c’è nessuno. Spero che Oliver sia già arrivato.
Vengo tirata fuori dall’auto e spinta verso l’ingresso, con le mani tremanti apro la porta e digito il codice per disattivare l’allarme. Saliamo con l’ascensore fino all’attico, non c’è assolutamente nessuno, tutto è silenzioso e lo ammetto la cosa è un po’ inquietante. Finalmente arriviamo in cima e io mi fermo prendendo un respiro profondo.
-Forza sbrigati! – mi spingono e questa volta cado a terra, le mie ginocchia producono un rumore sordo che rimbomba per gli uffici quando si scontrano contro il freddo marmo del pavimento.
-E alzati, sei proprio imbranata. – vengo tirata ancora una volta e mi rimetto in piedi, mi guardo attorno sperando di intravedere la presenza di Oliver, ma di lui non c’è traccia, l'idea che lui non sia ancora arrivato mi spaventa, ma poi scorgo un piccola freccia nascosta che mi indica l’ufficio di Oliver. Lui è qui!
-Dobbiamo usare l’ufficio di Mr Queen.- spiego entrando nell’ufficio e accomodandomi alla scrivania lasciando indietro il gruppo di rapitori.
I quattro sono ancora tutti sulla porta, aspetto con ansia una mossa di Oliver, so che è qui, anche se non ho idea di dove sia, improvvisamente una freccia scagliata da non so dove passa davanti ai quattro.
-Che succede? E lui chi è? – sorrido finalmente si è mostrato.
-Arrow!- è Thomas a riconoscerlo e lo guarda tra orrore e spavento, mentre io sorrido: è venuto a salvarmi.
-Muovetevi prendetelo! – i due bestioni si buttano contro Oliver il quale senza nessun problema schiva ogni singolo colpo, quei due non possono niente contro i lui. Infatti in poche mosse i due finiscono a terra. Sto per esultare, ma qualcuno mi prende da dietro, ero così concentrata a guardare il combattimento che non mi ero accorta che quel pazzo del capo era arrivato fino a me e ora mi punta la freccia, che deve aver raccattato da terra, alla gola.
-Fermo o l’ammazzo! – ecco, com’è che questa situazione ha un che di deja vu? Ah già, ricorda la situazione con il conte, anche se in quel caso puntata al mio collo avevo una siringa piena di vertigo. Arrow alza l’arco pronto a scoccare le sue frecce, non voglio, non voglio che uccida di nuovo per colpa mia.
-Aspetta! Non lo uccidere. Non ne vale la pena.-  lo vedo tentennare, ma vengo strattonata per stare zitta e la freccia si fa pericolosamente vicina.
-Abbassa l’arco o la tua giovane amica si ritroverà con un buco in gola. – questa scena mi fa venire i brividi, ma che mente perversa ha quest’uomo? Oliver abbassa l’arco, indeciso su cosa fare. Prendo un respiro profondo e faccio una cosa che non ho mai fatto, assesto una gomitata nelle costole con tutta la forza che ho. L’uomo mi lascia e io scivolo a terra, mentre Oliver scocca un paio di frecce.
-Ehy! – mi si avvicina per assicurarmi che io stia bene.
-Sto bene. – gli dico, lo guardo negli occhi da sotto il cappuccio ha un espressione così preoccupata.
-L’hai…- mi volto e vedo che l’uomo è ancora vivo, ha un freccia infilata nella spalla e una in una gamba, niente di mortale.
-Tesoro.- ah già c’è anche lui, mi ero dimenticata della sua presenza.
-Non ti avvicinare. Vattene. – si blocca sul posto freddato dal tono della mia voce.
-Tesoro.-
-NO! Vattene, sei tornato solo perché avevi bisogno. Non ti voglio vedere. So la verità. Tu mi hai usato per avere i soldi dei nonni. Mi fai schifo. Vattene e non disturbarti a tornare. – se ne va come un cane, mogio e depresso. Non mi interessa non mi fa pena, non provo niente. Anzi una cosa la provo, pace, finalmente mi sento tranquilla, quella brutta sensazione che ho avuto fino ad ora se ne andata.
-Feli…- Oliver continua a guardarmi preoccupato e indeciso su cosa fare.
-Sto bene, davvero. – mi aiuta ad alzarmi e mi abbraccia.
-Andiamo via di qua? – lui annuisce, ma dobbiamo aspettare l’agente Lance. Almeno io devo aspettarlo.
-Ci vediamo tra poco. – annuisco, mentre lui se ne va a cambiarsi, tra poco tornerà in veste di Oliver Queen. Intanto chiamo Lance e gli dico di venire.
Gli spiego la situazione e rilascio la mia deposizione, Oliver è arrivato qualche minuto dopo Lance insieme a Dig entrambi mi stanno accanto ascoltano la mia deposizione senza dire una sola parola.
-Se è tutto accompagnerei la signorina Smoak a casa. – dice Oliver, passandomi una mano intorno alla vita, sono così stanca che lo lascio fare. Lance annuisce e noi ce ne andiamo.
 
In macchina da soli mi appoggio a Oliver in cerca di conforto e protezione.
-Grazie. – dico sospirando.
-Non c’è bisogno che mi ringrazi, eri in pericolo. –
-Non è per quello. So che se sono nei guai tu verrai sempre ad aiutarmi. Sei un eroe e gli eroi salvano gli impiastri come me che si mettono nei casini.- sorrido, più che un eroe sto descrivendo il principe azzurro, lui sarebbe un principe verde e invece di viaggiare in groppa ad un cavallo viaggia in sella ad una motocicletta, ma resta pur sempre un principe-eroe.
-E per cosa mi ringrazi allora? –
-Per non averlo ucciso. Se l’avessi fatto, mi sarei sentita tremendamente in colpa. Se i miei stupidi problemi ti avessero costretto ad uccidere, io non me lo sarei mai perdonato. – non voglio che uccida, non per me, non voglio che io sia la fonte del suo comportamento sbagliato.
-Se l’avessi ucciso se lo sarebbe meritato. –
-No. Non mi interessa quanto può aver sbagliato, anche se mi avesse fatto male, tu non devi uccidere, non per me. Non lo accetto.- so che capisce quello che dico e lo deduco dal fatto che mi sta stringendo a lui, appoggio la testa al suo petto e chiudo gli occhi.
-Ci vuoi spiegare cosa è successo?- forse è il caso.
-Mio padre, l’uomo che se ne andato è mio padre. – ammetto, racconto tutta la storia con gli occhi chiusi, sono stanca voglio riposarmi un po’, ma soprattutto non voglio vedere i loro sguardi di pietà.
-E’ tornato perché doveva una grossa somma di denaro a quell’uomo e voleva che io saldassi il suo debito. L’aveva già fatto, quando ero piccola mi aveva  ceduto per azzerare i debiti. Per fortuna i miei nonni hanno pagato e io sono rimasta con mia madre, mentre lui se ne andato, i miei nonni avrebbero pagato solo se lui se ne fosse andato senza più tornare, senza avvallare pretese su di me e sull’eredità. E così ha fatto, ha preso i soldi e se ne andato senza più tornare. –
-E’ per questo che in questi giorni eri così strana? –
-Lui è comparso dal nulla, lo vedevo ovunque e… non lo so, mi rendeva inquieta… - ammetto, struscio il viso contro il sua camicia e respiro profondamente.
-Oliver…. –
-Dimmi… -
-Ho sonno… - lo sento sorridere tra i miei capelli, la sua mano scivola sulla mia schiena, in un movimento lento.
-Dormi, ti proteggo io.-
-Grazie… -
il mondo si fa meno definito fino a diventare completamente nero. Non ho più paura, non ora che sono tra le braccia del mio eroe.

FINE!

Okay, lo so non è il finale che tutti vi aspettavate, ma quando l’ho iniziata non era stato mai messo in conto che sarebbe finita con loro che si mettevano insieme o che finivano a letto o che si baciavano. No la storia è nata per rimanere fedele al telefilm, anche perché una qualunque cosa sopra citata sarebbe stata una forzatura inserirla.
Ma comunque è stata simpatica scriverla! Mi sono venute in mente altre idee!!! xD

Spero vi sia piaciuta!

GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE HANNO RECENSITO E CHE L'HANNO INSERITA TRA LE PREFERITE; RICORDATE; SEGUITE!!
GRAZIE A TUTTI!!!

un bacio a presto

MiaBLack
   
 
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