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Autore: MyRauhl    24/06/2014    1 recensioni
"Non so se hai capito, dolcezza, ma tu non puoi decicere. Sei obbligata a fare ciò che voglio, altrimenti non farai una bella fine." deglutii rumorosamente e annuii.
"Perchè proprio io?"
"Perchè sei la figlioletta di Peter Parker."
maya Parker, figlia del capo della polizia di Londra.
Noah Harries, uno dei criminali più giovani di tutta Inghilterra.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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STOP IT, PLEASE!
 
It hurts to know you’re happy, yeah, it hurts that you’ve moved on
It’s hard to hear your name when I haven’t seen you in so long
Amnesia – 5 seconds of summer


MAYA POV

“Non so quale idea tu ti sia fatta di me, ma sappi che prima o poi dovremo collaborare.” Claire faceva finta di non avermi sentito, il che mi faceva venire i nervi. Eravamo chiuse nella nostra stanza da due ore, Jason ci aveva dato il permesso di andare a dormire ma purtroppo non ci era consentito di uscire da quella camera. Quindi ero costretta a stare lì dentro con Claire, la quale non faceva altro che ignorarmi e lanciarmi ogni tanto occhiate di sufficienza. Capivo che l’idea che tra me e Noah ci fosse qualcosa non la entusiasmava, ma, dannazione, c’erano cose più importanti a cui pensare. Ad esempio, a come uscire da quella villa.
“Certo che Noah non mi aveva detto che avevi un carattere di merda.” Sputai fuori quelle parole apposta per inzigarla e per provocarla e il mio piano ebbe successo. Lei subito alzò lo sguardo verso di me, guardandomi con odio, e si avvicinò a me con fare minaccioso.
“Senti piccoletta, ti conviene stare zitta, perché non sai con chi hai a che fare.” Le sue minacce non mi intimorivano più di tanto, ma mi conveniva non andarle ulteriormente contro se volevo che collaborasse con me.
“Okay Claire, magari non ti conosco, ma non c’è tempo per tenermi il muso solo perché c’è di mezzo Noah. Dobbiamo pensare prima a salvarci il culo, non credi?” di tutta risposta sbuffò e mi diede ragione, anche se non sembrava voler ammettere che avevo detto una cosa giusta.
“Va bene piccoletta.”
“Maya. Il mio nome è Maya Parker.”
“Okay Maya Parker, cos’hai intenzione di fare? Sfondare la finestra? Giù in giardino Jason non aspetta altro. Sarebbe una cosa troppo prevedibile.”
Non aveva tutti i torti in realtà, quindi mi misi a riflettere su quale fosse la cosa migliore da fare. La finestra era esclusa, proprio per quello che aveva detto Claire. Restava la porta, ma quella purtroppo era chiusa a chiave e non potevamo uscire. Mi guardai intorno e purtroppo non notai nulla che potesse aiutarci nella nostra fuga. Sospirai affranta e mi sedetti sul letto, con lo sguardo divertito di Claire addosso. Quest’ultima stava per aprir bocca e parlare, ma qualcuno bussò alla porta.
“Una di voi due, signorine, deve uscire per far compagnia a Jason.” La voce di Ben mi fece rabbrividire e purtroppo capii a cosa si riferiva Jason quando aveva detto che avremmo dovuto fare tutto quello che voleva lui. Deglutii rumorosamente e guardai Claire in preda al panico, in cerca di un suggerimento, ma lei mi riservò un’occhiata neutra. Possibile che non gliene fregasse proprio nulla di quello che accadeva intorno a lei?
“Ehm.. un momento.” Dissi tentando di pensare velocemente a qualcosa che potesse salvarmi da quella situazione.
“Cosa facciamo?” chiese lei con poco interesse. Probabilmente non era agitata come me perché era abituata al comportamento meschino e viscido di Jason, ma non riuscivo a capacitarmi del fatto che riuscisse a rimanere rilassata in un momento del genere. Iniziai a pensare ad un piano che potesse salvare entrambe, ma non avevo nessuna idea. All’improvviso, però, mi venne un colpo di genio.
“Claire, stammi a sentire.” Sussurrai in modo che dal fuori Ben non ci potesse sentire. “Io ora vado da Jason e provo a tenerlo occupato. Tu trova un modo per uscire, stendere Ben e chiamare Noah. Pensi di esserne in grado?” a quell’ora di notte doveva esserci solo Ben nei paraggi e di sicuro non era affidabile come guardia, quindi pensai che lei potesse riuscire a fare tutto quello. Infatti, di tutta risposta, lei annuì donandomi un grande sorriso che non mi aspettavo. Le sorrisi di rimando ed andai verso la porta.
“Non ti preoccupare, farò il più in fretta possibile.” Mi sussurrò e subito dopo uscii dalla stanza.
 
Jason mi stava aspettando nella sua camera da letto e potei immaginare cosa aveva intenzione di fare. Rimasi sulla soglia della porta a guardarlo con odio e a prendere tempo, in modo che la mia tortura arrivasse il più tardi possibile.
“Prego Maya, accomodati.” Disse lui appoggiando una mano sul posto di fianco a lui, intimandomi di raggiungerlo. Pregai mentalmente che Claire riuscisse a fare ciò che doveva fare e mi chiusi la porta alle spalle, avanzando verso di lui. Mi sedetti sul letto nel punto che mi aveva indicato e non mi staccò gli occhi di dosso.
“Certo che Harries sa scegliersi bene le ragazze, ha proprio buon gusto.” Sussurrò accarezzandomi delicatamente la guancia fino ad arrivare all’incavo del collo. Restavo immobile, evitando di scostarlo o di urlargli contro perché un comportamento simile mi avrebbe mandato nei guai. Iniziò a posarmi dei baci leggeri sulla guancia, scendendo piano fino al collo e poi fino alla spalla. Quando appoggiò una mano sulla spallina della mia canotta per tirarla giù, però, non resistetti e mi scostai rapidamente, terrorizzata da quello che poteva fare.
“No.” Dissi semplicemente allontanandomi da lui e dirigendomi verso la porta, ma lui fu più veloce di me e mi si piazzò davanti, impedendomi di varcare la soglia di quella stanza. Ero in trappola, completamente bloccata, e mi stavano salendo le lacrime. Avevo una paura folle e non sapevo cosa fare, farmi toccare da un uomo così disgustoso mi faceva schifo, ma purtroppo non avevo via di scampo. Lui aveva in ostaggio mio padre e il mio comportamento si sarebbe ripercosso in primo luogo su di lui e poi probabilmente a tutto il resto della mia famiglia.
“Dove credi di  fuggire, piccola Parker?” mi strinse la vita col braccio attirandomi a sé e mi immobilizzò.
“Non farmi del male.” Sussurrai piano, tentandogli almeno di fargli un po’ pena. Se prima in camera con Claire mi ero sentita coraggiosa, ora volevo soltanto risvegliarmi da quell’incubo. Di tutta risposta Jason mi rivolse un ghigno e mi spinse di forza sul letto, stendendosi poi sopra di me. Mi teneva le braccia bloccate con una mano e con l’altra tentava di togliermi la canotta, ero in trappola e l’unica cosa che riuscivo a fare era dimenarmi rendendogli il lavoro più difficile. Riuscii a liberare una gamba per tirargli un calcio nello stomaco, ma quel gesto mi fece arrivare uno schiaffo in pieno viso.
“Senti stronzetta, non devi azzardarti a tirarmi un calcio, okay? Il tuo compito è startene ferma e seguire i miei ordini. Se ci provi un’altra volta sei nei guai.” Detto ciò, si gettò sul mio collo ed iniziò a ricoprirlo di baci. Riuscì a sfilarmi la canotta e non riuscii a trattenere le lacrime. Jason non ci fece caso e continuò a spogliarmi ulteriormente e, ad ogni indumento che cadeva a terra, le mie lacrime aumentavano.
“Basta, ti prego!” urlai tra un singhiozzo e l’altro, ma lui mi blocco la bocca con una mano.
“Il gioco finisce quando lo dico io, Parker.” Mi privò dell’ultimo momento e pensai che, in quel momento, avrei soltanto voluto morire.
 

NOAH POV

Dopo un momento di panico iniziale, eravamo partiti per Londra, decisi ad andare alla villa di Jason. Era ovvio che lui fosse lì e con molte probabilità Ben aveva portato lì Maya. La macchina sfrecciava a grande velocità durante la notte e più ci avvicinavamo alla meta più speravo con tutto il cuore che Maya stesse bene. Se le fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato.
“Noah, il tuo cellulare sta suonando.” Disse Andrew tendendomi il telefono. Gli dissi di rispondere al mio posto, perché stavo guidando e lui fece come gli avevo detto, mettendo però in vivavoce in modo che potessimo sentire tutti la telefonata.
“Pronto?”
“Andrew? Sei tu?” quella voce mi fece perdere un battito al cuore e per un momento rischiai di fermarmi in mezzo all’autostrada per la sorpresa, ma per fortuna riuscii a controllarmi.
“Claire?! Ma che cazzo.. dove sei?!” Andrew e Phil sembravano stupiti tanto quanto me, riuscivo a sentire l’agitazione nelle loro voci.
“Sono da Jason, dovete correre. Maya è in pericolo.” A quelle parole impallidii e schiacciai l’acceleratore più forte, in modo di arrivare il prima possibile.
“Tra cinque minuti siamo lì, Claire. Cos’è successo?!”
“Jason se l’è portata in camera. Ho steso Ben, ma tra poco si riprenderà! Fate presto, vi prego!”
“Stai tranquilla, Claire. Ora arriviamo.” Disse Andrew per calmarla e poi riattaccò. Per i restanti cinque minuti, nessuno proferì parola. Nel mio cervello, però, stavo macchinando mille modi per uccidere quel figlio di puttana. Non doveva nemmeno provare a sfiorare Maya con un dito, l’avrei ucciso con le mie stesse mani. Tenevo le mani strette così tanto al volante che le nocche mi stavano diventando bianche, ma non ci diedi troppo peso perché dovevo evitare di uscire di senno in quel momento. La cosa importante era salvare Maya, al resto ci avrei pensato dopo.
Arrivammo subito alla villa di Jason. Lasciai la macchina fuori e lanciai le chiavi ad Andrew, il quale le prese prontamente al volo. Senza perdere tempo, scavalcai il cancello ed iniziai a correre verso la villa e lì fuori c’era Claire ad aspettarmi. Era cambiata dall’ultima volta che l’avevo vista, i suoi capelli erano più lunghi e probabilmente era diventata anche più alta, ma non avevo tempo per soffermarmi a guardarla. Le diedi un veloce bacio sulla guancia e corsi subito dentro alla villa, in cerca della stanza di Jason.
“Basta, ti prego!” le urla di Maya provenienti dal piano di sopra mi fecero rabbrividire e subito iniziai a correre su per le scale, sperando di arrivare in tempo. A terra, a  pochi metri dalla porta da cui provenivano le urla, c’era Ben che si stava riprendendo. Gli tirai un calcio nello stomaco, in modo che non potesse alzarsi subito, e mi avventai sulla porta della stanza. Appena la spalancai, mi trovai di fronte uno spettacolo orrendo: Maya era in lacrime e sopra di lei c’era Jason, intento a toccarla ovunque. Non ci pensai nemmeno due secondi e mi scagliai subito su di lui, togliendolo da Maya e lo scaraventai a terra. Iniziai a prenderlo a pugni e lui reagì immediatamente, tirandomi un pugno sullo zigomo destro. Non mi fermai, continuai a sommergerlo di pugni, ma purtroppo sapevo con chi avevo a che fare. Jason non era uno che se la faceva dare, era un bravo combattente ed era un osso duro. Mentre lo ricoprivo di calci e pugni, Maya si rivestì e corse fuori dalla stanza, urlando per cercare aiuto. Mi fermai un secondo a guardarla, giusto il tempo per prendere l’ennesimo pugno da Jason, che riuscì a bloccarmi.
“Harries, non pensavo fossi così stupido da aggredirmi.”
“È quello che ti meriti per aver toccato la mia ragazza!” urlai, assestandogli un pugno sul naso, dal quale iniziò subito a scendere molto sangue. La lotta continuò e intanto fuori dalla stanza, Phil ed Andrew erano impegnati a tenere a bada Ben che si era rialzato.
 Continuavamo a prenderci a pugni, quando uno sparo ci fece bloccare entrambi. Alzammo lo sguardo e guardammo fuori, dove Peter Parker teneva in mano una pistola puntata sul corpo di Ben, ormai a terra senza vita. Jason si alzò in piedi per tentare di fuggire dalla finestra, ma il capo della polizia gli sparò ad un piede, in modo che non potesse scappare. La pistola di Peter Parker, poi, si posò su di me, pronta a spararmi un colpo dritto al petto.
 
 

 
 
 
Okay…PANICO.
Insomma, Maya ora è salva, ma Noah no! Noah è nei guai, cazzus!
Jason è un brutto stronzo e si è meritato lo sparo al piede. Ora non può più correre per i campi fioriti e saltellare con un bimbo gaio e allegro (?)
Come ben avete capito dai miei commenti, NON HO ANCORA FINITO LA MATURITA’ E HO ANGOSCIA. L’orale è lunedì 30, però oggi non avevo voglia di studiare. Mi sono presa un attimo di paura per scrivere il capitolo!
Che poi, tra l’altro, dopo aver scritto questo capitolo ho realizzato che non manca molto alla fine della storia. PANICOOO
Però ora devo fuggire. Il libro di fisica mi sta guardando come per dirmi “non ignorarmi!” ahaha che cosa triste…
Addio, ci vediamo settimana prossima.
Cieeo
Aliss_
  
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