Film > L'attimo fuggente
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Autore: Scarlett_Y    24/06/2014    1 recensioni
Grazie ad una prestigiosa borsa di studio, Ellen sarà una delle prime ragazze a frequentare la rinomata Welton Academy. L'arrivo delle ragazze creerà grande fermento all'interno della scuola e tra avventure, emozioni e piccoli amori , Ellen capirà che quello che all'inizio sembrava un grande sbaglio , si rivelerà una delle occasioni più belle della sua vita
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ellen guardò la sua nuova divisa scolastica. Una camicia bianca , una giacchetta nera e una gonna nera. Sollevò l’intero completo  dal letto e si avvicinò allo specchio per vedere il suo aspetto una volta indossato. Fece due giravolte sforzandosi di sorridere.
“Dai” ripeteva a se stessa “Andrai in una nuova scuola. In una bellissima scuola. Chiunque sarebbe felice al tuo posto! Chi non vorrebbe vivere lontano dalla famiglia, in un posto pieno di professori , di compiti e di gente completamente sconosciuta?”
Il sorriso si trasformò gradualmente in una smorfia. Sbuffò e si allontanò dallo specchio facendo ricadere la divisa sul copriletto. Si lasciò cadere in una comoda poltroncina e cominciò a guardare fuori dalla finestra. Era davvero una giornata splendida. Il sole risplendeva alto nel cielo lasciando quella piacevole sensazione di calore sulla pelle , rinfrescata allo stesso tempo da un leggero venticello autunnale. Dalla finestra della sua camera era ben visibile la fermata dell’autobus che una volta l’avrebbe condotta alla sua vecchia scuola. Riconobbe qualche viso conosciuto. Anche quell’antipatica di Clarice  , ma in quel momento non desiderava altro che essere lì , in mezzo a loro a chiacchierare, mentre aspettavano insieme quello che definivano “un rottame a quattro ruote”. Le sembrava quasi impossibile pensarlo.
“Ellen, Tesoro?”
La voce di sua madre dal piano inferiore la fece quasi cadere sul pavimento.
“Si , mamma?”
“Tesoro vestiti e scendi a fare colazione. L’autista sarà qui fra poco.”
“Si , scendo subito”
Ellen si alzò lentamente dalla poltroncina , con lo sguardo ancora rivolto verso la finestra. Prese a malincuore la divisa e la indossò , continuando a pensare a questa situazione assurda. Prese la cartella con i nuovi libri e scese le scale. Una volta scesa in cucina fu accolta da adulazioni.
“Oh, tesoro, sei bellissima. Lasciati guardare. Oh, la divisa ti sta un incanto , non è vero?”
“Troppo seria per i miei gusti” rispose Ellen mentre imburrava un toast.
“Sono sicuro che ti divertirai” intervenne suo padre , alzando un  attimo lo sguardo dal giornale mattutino.
Ellen lo guardò con aria di sfida e posò rumorosamente le posate sul tavolo , lasciando cadere il toast nel piatto.
“Spiegami ancora il perché” disse lei con aria dura ma leggermente affranta.
Suo padre posò il giornale e la guardò con aria interrogativa.
“Beh , ti divertirai perché...”
“No” intervenne Ellen “Non quello. Il motivo per cui sto abbandonando la mia scuola.”
“Tesoro, ancora?”
“Papà, ti rendi conto che dal momento in cui oltrepasserò la soglia di casa per molto tempo non vedrò più i miei amici, non vedrò più voi , lascerò le mie cose...”
“Questo lo so... e me ne dispiace tanto , ma non posso permettermi di farti perdere un’occasione del genere. La Welton Academy è una delle scuole più prestigiose di tutto il Vermont , se non dell’intero stato”
“Ma è una scuola maschile! Credi davvero che non mi sentirei fuoriposto?”
“Tesoro, pensa soltanto a tutto ciò che potrai apprendere... non è importante con chi condividi il viaggio , l’importante è arrivare alla meta”
Ellen sospirò lentamente e abbassò lo sguardo.
“E poi” continuò suo padre portando la tazza alla bocca “Perché hai accettato quando la scuola ti ha proposto questa grande occasione?”
Ellen alzò lo sguardo e rimase a bocca aperta.
“Mi avete letteralmente costretta ad accettare”
“Tesoro, le borse di studio per scuole così prestigiose non si vincono tutti i giorni. Te lo ripeto: la Welton è la migliore , tu sei la migliore. Altrimenti, perché ti avrebbero dato questa opportunità? E poi , a quanto so ,non sarai l’unica ragazza a frequentare la scuola , giusto? Hanno dato una borsa di studio per ogni classe. Vedi?  Non è una tragedia”
“ Non le conosco nemmeno”
“Ah, sono sicuro che diventerete grandi amiche... e se non sarà amicizia , sarà solidarietà, giusto?”
Ellen non rispose , e continuò a fissarlo. Suo padre si alzò dalla sedia e si avvicinò con aria compassionevole alla figlia.
“Tesoro” disse dolcemente poggiandole le mani sulle spalle “ Lo so, sono dei grandissimi sacrifici, ma...pensa al tuo obiettivo, al nostro obiettivo: studiare ad Harvard per diventare... per diventare?
“... diventare medico” rispose Ellen con gli occhi lucidi ma sforzandosi di sorridere.
“Ma non un medico normale ma.. ma?”
“...ma il migliore di tutto lo stato”
“Brava la mia ragazza!” esclamò il padre dandole una pacca sulla spalla.
“Ricorda , tesoro... hai solo diciassette anni. Eri sprecata in quella scuola. Meriti di meglio. Tu hai grandi potenzialità. Cerca di sfruttarle al meglio. Noi siamo orgogliosi di te!”
“Grazie ,papà” disse Ellen cercando di ritornare in sé.
Ad un tratto il trillo del campanello inondò la casa. La mamma corse ad aprire. L’autista doveva essere arrivato. Dall’ ”Oh , salve! Arriva subito!” che proveniva dall’ingresso  Ellen si rese conto che doveva sbrigarsi. Diede un ultimo morso al toast e prese la cartella.
“Ellen, tesoro, sbrigati!”
“Si , mamma , arrivo subito!”
Il padre l’accompagnò fino all’ingresso dove trovò sua madre in compagnia di un ometto sorridente , dalla faccia molto simpatica, probabilmente sulla sessantina. Indossava la classica divisa nera da autista , con l’immancabile cappellino con visiera e le scarpe lucide. Sulla giacca una “W” ricamata con filo d’oro. Gli autisti così li aveva visti solo nei film. Aveva sempre pensato che fossero ridicoli e ogni volta che li guardava non riusciva a trattenersi dal ridere. Ma dal vivo era tutto un altro effetto. Doveva dire che era molto elegante.
“Buongiorno, signorina Christians!”
“Buongiorno!”
“ è pronta per andare? Posso prenderle la cartella?”
“ S-si... certo” rispose Ellen un po’timorosa. Non si era mai trovata in una situazione simile , ma doveva ammettere che cominciava a piacerle.
L’uomo prese velocemente la cartella , salutò i suoi genitori con un cenno di capo togliendosi il cappello e si girò verso l’auto. Ellen stava per seguirlo quando la madre la prese per un braccio e l’abbracciò dolcemente.
“Ricorda che ti vogliamo bene. Siamo fieri di te . Capirai un giorno il significato di questi sacrifici.
“Si, mamma”
Il padre le diede un abbraccio veloce a sua volta e le sussurrò all’orecchio.
“Ricorda l’obiettivo... sono sicuro che farai le scelte giuste”
Ellen fece un cenno con la testa e girò gli occhi.
“Ti vogliamo bene”
“Anch’io ve ne voglio”
Ellen diede un ultimo abbraccio e si girò verso la bellissima vettura che l’avrebbe scortata alla sua nuova scuola. Il simpatico ometto  le teneva aperta la portiera .
“Dopo di lei, signorina Christians”
“ Grazie mille... ehm..”
“... mi chiami Alfred” disse sorridendo
“...Alfred!”
Ellen diede un’ultima occhiata ai suoi genitori, alla sua casa, alla sua strada...
Fece un respiro profondo assaporando l’aria fresca mattutina e poi entrò nel mezzo che l’avrebbe portata verso una nuova vita.
   
 
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