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Autore: _Camelia    25/06/2014    3 recensioni
-Non dire stupidaggini Ash-
Lo ammonii. Sapevo che aveva una ragazza, ma davvero mi risultava impossibile non flirtare un po’ con lui. Impossibilissimo.
Mi mise una mano sul fianco, attirandomi a se sorridendo quasi imbarazzato
-Sai è tutta sera che mi chiedo una cosa.-
Chinai il capo, curiosa di sapere cosa si stesse chiedendo dall’inizio della serata. Probabilmente che taglia di reggiseno portassi, o cose simili, che mi avrebbero fatto vedere quanto coglione fosse quel ragazzo.
Sorrise, passando a fatica una mano fra i capelli bagnati
-Chissà com’è baciarla? Davvero, hai baciato Calum, Michael, persino Luke che è sempre schivo. Me no. Mi è dispiaciuto…-
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Questa è la mia prima FF sui 5sos. Spero possa piacere. Love you all
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ashton’s pov.

Avevo lasciato Iris a casa sua e, dopo essermi concesso un ultimo suo bacio, mi ero diretto verso la stazione. Non avrei guidato tutta notte per raggiungere la mia ormai ex ragazza.
Non sapevo esattamente che fosse cambiato, fra me e lei. Forse la distanza, forse erano cambiati i nostri interessi. Avevamo passato assieme due anni, uno da semplici amici, uno da coppia; all’inizio andava tutto alla grande, la amavo e mi amava, ma poi eran cambiate un sacco di cose. I suoi gusti, per esempio: da ragazza alla quale non importava del suo aspetto, di farsi bella per farsi notare, si era mutata in una di quelle che io reggevo davvero poco: era bella, l’avevo sempre detto, ma ora lo faceva per stare al centro dell’attenzione. Non usciva mai struccata o vestita in tuta, aveva sempre i capelli pettinati alla perfezione, portava solo vestiti più che belli e esageratamente elegante.
Aveva iniziato a cambiare quando, assieme ai ragazzi, tutta Sidney aveva preso a parlare di noi e della band; non voleva sfigurare con altre ragazze, questa era la sua scusa, ma io sapevo bene che a lei piacesse essere desiderata. Da tutti, ma non da me, perché sapeva che con me sarebbe bastato un paio di pantaloni della tuta, un sorriso stampato in faccia e una vaschetta di gelato con due cucchiai in mano.
Poi, un giorno, si era trasferita da Adelaide, ponendo chilometri fra di noi. Non che vi fosse un oceano a dividerci, però a me piaceva sentire che lei ci fosse, così come io c’ero per lei. Cosa che non era accaduta affatto.
Era diventata assillante, voleva farmi cambiare come più pareva a lei; persino mi aveva proposto di smetterla con la musica, come se per me fosse stato possibile. Cose da matti.
Pensando a come affrontare la cosa, presi il biglietto e salii sul treno pronto a partire. Quando si dice botta di culo, stava per partire senza di me quell’ammasso di ferraglia tutto colorato da qualche artista di strada.
Trovai una carrozza libera, a quell’ora non avrei comunque trovato molta gente con a quale parlare, erano pur sempre le sei di sera, quindi immagina di trovare solo gente che rincasava da lavoro.
Mi annoiava fare viaggi da solo: ero abituato ad avere sempre i ragazzi attorno, o comunque qualcuno con cui parlare. Non mi piaceva starmene zitto, con le mani in mano, pertanto decisi di ascoltare almeno un po’ di musica, sperando che così facendo il viaggio sarebbe sembrato più corto.
Una volta premuto sull’album dei Coldplay, lasciai che il mio sguardo si perdesse al di la del finestrino, vagando svogliatamente sul paesaggio circostante cercando di inquadrarlo nella sua composizione generale; niente da fare, il treno andava troppo veloce e io ero troppo svogliato e stanco. Forse avrei fatto bene ad addormentarmi e riposare un po’; in fondo avevo dormito si e no tre ore.
Nella spiaggia, con Iris fra le braccia, avevo avuto tanto da che pensare, che non ero nemmeno riuscito ad addormentarmi decentemente. Ogni suo piccolo movimento mi faceva pensare, o sperare, si fosse svegliata: volevo parlare con lei, sentire la sua voce e vederla sorridere mentre si stropicciava gli occhi ancora assonnati. Le sue labbra, poi, così belle, carine, che ti facevano voglia di assaggiarle ancora. Erano una fissa, ci pensavo dalla sera della mia festa; avevo cercato di fare il bravo e smetterla di pensare a lei, non ci ero evidentemente riuscito. Mi piaceva, era una ragazza semplice e piuttosto alla mano, con la quale stavi bene non solo come amico. Insomma, non ti faceva pesare il fatto che ci stessi costantemente provando con lei, non credevo nemmeno ci avesse fatto caso, non fino alla sera prima almeno.
Passai il dito sullo schermo del telefono, attivandolo, per poi mandare un messaggio a Mel per dirle che sarei andato a trovarla. Non aggiunsi nulla di inutilmente smieloso: litigavamo ormai da qualche giorno con lei, sospettavo fosse gelosa e forse per buone ragioni. Insomma, lei avevo comunque qualche tresca, lo sapevo, le voci giravano purtroppo.
Una volta inviato il messaggio a Mel, scrissi anche a Iris, chiedendole cosa facesse di bello. Dovevo ammettere che mi mancava un po’, sembrava assurda come cosa, la conoscevo da così poco e sapevo poco di lei.
Mi rispose che stava studiando ma che, non avendone voglia, sarebbe uscita con mia cugina a fare un giro per Sidney. Scrissi, scherzando, di fare la brava che ero geloso; beh, forse un poco lo ero davvero, ma non lo facevo apposta. Con l’ultimo messaggio le augurai una buona serata e, deciso a riposare, mi addormentai mettendo la sveglia a dieci minuti dalla fine del viaggio.
Mi addormentai sul serio, tanto che sobbalzai una volta che la sveglia si mise a suonare; mi sollevai dal divanetto, scomodo, del mio posto a sedere e, stropicciandomi gli occhi, guardai fuori dal finestrino. Stavo a dieci minuti da Adelaide e a una manciata di minuti in più da casa di Mel. Non distava troppo dalla stazione, per fortuna, o comunque non ci mettevi troppo con un taxi a portata di mano.
Guardai il telefono, una risposta affermativa da parte di Mel e un messaggio da parte di Iris, che mi diceva di star tranquillo perché, attualmente, era interessata a un certo ragazzo. Sorrisi sapendo parlasse di me, non mi sembrava il tipo di ragazza che se la spassava con tizi a caso.
Arrivato in stazione, scesi dal treno e mi infilai nel primo taxi, pagando in anticipo conoscendo ormai il costo, per poi dirgli la tratta da seguire. Non ci mise molto, con il poco traffico del giorno, arrivammo giusto dopo una ventina di minuti davanti a casa di Mel. Ringraziai il tassista e scesi dalla macchina, per andare poi a suonare al citofono della ragazza.
Lei, splendida come sempre, aprì la porta sorridendo, per poi guardarmi con disappunto. Forse non le piacevano i jeans strappati, o la canotta sbracciata che lasciava intravedere parte del busto, o forse la indispettiva la bandana che tenevo in testa.
-Lo sai! Non voglio tu venga da me vestito così, amore.-
Sottolineò l’ultima parola come faceva sempre da incazzata. Alzai le spalle, mi allungai verso di lei e, senza pensarci troppo, le lasciai un bacio sulla guancia deludendola. Voleva fossi anche più carino, con lei, ma davvero mi faceva diventare acido. Portò le braccia al petto, pestò i piedi e mi guardo aspettandosi il bacio, secondo lei, meritato.
-Dobbiamo parlare. E sinceramente, mi vesto come mi pare Melanie!-
Trattenne il fiato, come facevano i bambini piccoli viziati, pronta a scoppiare a piangere; ci rinunciò quando vide la mia espressione mortalmente seria, allora mi disse di accomodarmi in salotto, che eravamo soli e quindi avremmo potuto parlare li.
Annuii e a mi spostai in salotto, lasciandomi cadere sul divano con fare scomposto; non ci tenevo più di tanto a farle piacere, ora, non più. Anche lei si sedette, la schiena dritta, le mani sulle ginocchia e il mento bel alzato, come una gran signora pronta a ignorare qualcuno per “fargli pentire di aver detto tali cose”.
Passai una mano fra i capelli, la guardai sospirando, poi mi decisi a parlare
-Credo che la nostra storia debba finire qua. Io non…ti vedo più come un tempo. Anzi. Sei cambiata tantissimo, non te lo rimprovero certo, ma io non voglio cambiare per far piacere a te, stai diventando esagerata e questa cosa mi allontana. Mi ha allontanato già a dire il vero.-
Aprì la bocca, sbalordita, per poi scoppiare a ridere come se la stessi prendendo per il naso. Credeva fosse uno scherzo sul serio?!
-Oh, Ash. Stavolta si che mi hai fatta spaventare! Ascolta, non tirare in ballo certe cose per farti perdonare. Lo so che hai baciato quella puttanella, ma so che non ne hai colpa!-
Questa volta, la guardai io con la bocca aperta. Ero confuso, di chi stava parlando? Non avevo baciato nessuna “puttanella”, a meno che non si stesse riferendo ad Iris con quel termine, a dire il vero, non avevo baciato nessuno.
-Sai di che parlo! L’altra sera, alla festa di compleanno di quella sgualdrina, una mia amica vi ha beccati in atteggiamenti intimi. Poi mi ha detto che vi ha seguiti, quando vi ha trovati vi stavate baciando allegramente. Tanto che non l’avete nemmeno vista. Non preoccuparti, mi ha detto che è stata lei a costringerti!-
Ancora confuso, mi alzai passando una mano fra i capelli, mentre lei continuava a parlare divertita, spiegandomi come l’avrebbe fatta pagare a Iris per aver osato toccare il suo “piccolo Ash”.
Primo, non ero un cane. Seconod…cosa non le risultava chiaro?
- Melanie io ti sto lasciando sul serio. Non riesco a capire cosa ci sia di difficile in questa frase!-
Le bloccai le mani che continuavano a gesticolare, mimava di schiaffeggiar qualcuno; le presi il volto fra le mani e la costrinsi a guardarmi negli occhi, come sempre avevo fatto quando ero più che serio. Allora, forse, comprese che stessi dicendo il vero e la vidi incerta
-Sei serio?! E’ per lei, per quella stronza che mi stai lasciando! La conosci da un mese o meno, mi conosci da una vita e lasci me per stare con lei?!-
Sbottò arrabbiata, liberandosi dalla mia presa e alzandosi in piedi. Scossi la testa. Certo anche Iris centrava, ma non così tanto. Il problema principale, eravamo io e Melanie, o solo lei dal mio punto di vista.
La presi per mano, fermandola ancora e costringendola a guardarmi
-Non è per Iris. E smettila di chiamarla stronza o troia. Non è nulla di tutto ciò. Io e te non stiamo più bene assieme e non solo ad Adelaide girano le voci. So che quel tuo amico non è solo tuo amico.-
Luke mi aveva avvisato che se la stesse sbattendo allegramente, questo suo amico, ma non avevo voluto crederci finchè lei non se n’era andata un giorno prima, per poter andare da lui.
Melanie sbiancò, messa allo scoperto, per poi sorridere e carezzarmi il viso delicatamente
-Sei geloso Ash! Amore…-
Si avvicinò e mi si incollò alle labbra; preso di sprovvista rimasi fermo qualche secondo, per poi allontanarmi da lei e spingerla sul divano. Forse fraintendendomi, si levò la maglia e la gettò a terra
-Facciamo l’amore per dimenticare il litigio?-
Propose ammiccando. Scossi la testa, le recuperai la maglia e glie la infilai in testa, lasciandole le braccia a penzoloni e aspettando che finisse di rivestirsi
-No. E’ finita qua Melanie. Mi dispiace; e forse si, hai ragione, a me Iris piace da morire perché è così come appare. Non fa la finta barbie, non si veste come una topmodel, non parla in modo sofisticato, non esce sempre truccata. Mi piace così, nella sua semplicità. Non voglio un rapporto nel quale mi sento costretto a comportarmi in certe maniere, voglio anche essere amico della mia ragazza, ma tu non sei disposta a scendere a patti su questo. Smettila di provarci, non ti interesso nemmeno più, sii sincera.-
La vidi guardarsi le unghie smaltate, per poi sistemarsi la maglia e alzarsi in piedi
-Fa come vuoi. Ma non tornare da me quando lei andrà da altri, perché è questo che è, una puttanella. Ah sappi che ho fatto il sesso migliore della mia vita con quel mio amico. Con te fingevo solo.-
Scossi al testa deluso e uscii da casa sua, senza salutarla ne nulla. Era tutto finito ed ero stato io a volerlo, ma sentirsi dire certe cose da una persona con la quale uscivo da due anni, faceva comunque male.
Salii nuovamente sul treno, questa volta osservando fuori dal finestrino il paesaggio ormai nero poi, una volta a Sidney, chiamai Iris.
Mi rispose quasi subito, con la voce impastata dal sonno contando che era ormai l’una di notte
-Ash? Che succede?-
Chese. L a sentii rigirarsi nel letto, e schiarirsi la voce. Non potei fare a meno di sorridere allora
-Nulla. Sono tornato ora, ero un po’ giu di morale e volevo sentire la tua voce.-
Scesi dal treno, passando fra quelle poche persone di dubbio gusto morale: probabilmente erano li a spacciare o comprare droga, non erano ben messi. Alcuni ragazzi, in un angolino, si passavano una bustina bianca e delle siringhe; nell’angolo della stazione, invece, un bel ragazzotto tutto muscoli, si lavorava una ragazza dalla gonna tanto corta da intravederle il perizzoma sottostante. Solo allora mi resi conto di essere andato li a piedi. Che genio.
-Sei in stazione? Se vuoi vengo a prenderti…-
La sentii esitare, forse era arrossita per l’imbarazzo. Annuii, per poi darmi dell’idiota e pensare che non mi avrebbe potuto vedere
-Va bene. Ti aspetto fuori.-
Era egoista da parte mia dirle di prendere la macchina e raggiungermi li, a quell’ora, ma avevo così tanta voglia di vederla che non avevo potuto dirle di no.
Uscii dalla stazione, sedendomi su uno di quei panettoni per il traffico, quelli messi per non far entrare macchine, osservandomi attorno e gettando, di tanto in tanto, occhiate sul telefono per controllare l’ora.
Cinque minuti dopo, all’incirca, vidi spuntare l’auto di mia cugina, con Iris alla guida. Scese, mi lasciò le chiavi e mi stampò un bacio sorridendo
-Ero a casa vostra a dormire, io e Skye abbiamo fatto un po’ tardi…-
Abbassò lo sguardo, fissandosi le punte dei piedi. Era così bella da appena sveglia, sembrava così indifesa  che mi veniva voglia di stringerla a me e dirle che sarebbe andato tutto bene.
Le presi la mano, la avvicinai a me e l’abbracciai; da seduto, la mia testa le arrivava appena sotto al seno. La strinsi appena, sentendo poi le sue dita scivolare fra i miei capelli, accarezzandoli piacevolmente; alzai lo sguardo e la vidi sorridere allegra, allora mi alzai e le stampai un bacio in fronte
-Allora torniamo a casa. Vuoi che guidi io?-
Senza nemmeno darmi il tempo di finire la frase, annuì salendo al posto del passeggero e sistemandosi per bene, con la cintura allacciata e lo schienale appena inclinato per riposarsi. Una volta salito in macchina, come lei, sentii afferrarmi la mano; sorridente, Iris, stringeva le sue dita alle mie tutta soddisfatta.
Non potei fare a meno di abbassarmi in sua direzione e lasciarle un bacio a fior di labbra, facendola sorridere ancora di più.
-Che era quello?-
Mi rimproverò aprendo un occhio. Alzai un sopracciglio e le pizzicai la guancia, mettendo in moto l’auto
-Non mi piace dare spettacolo, qua ci stan guardando tutti!-
E in effetti era vero, il gruppo di ragazzi che si stava drogando poco prima, era uscito dalla stazione e fischiava incitandomi a scoparmi la ragazza. Che rozzi!
Partii dirigendomi a casa mia, stando in silenzio concentrato sia a guidare che a coccolare Iris passandole il pollice sul dorso della mano. Si addormentò, tra le altre cose e, arrivati a casa, dovetti svegliarla.
Mugugnò qualcosa e poi alzò le braccia verso di me, aprendo gli occhi stanca
-Mi porti in braccio?-
Mi chiese sorridendo. Scherzava, con molta probabilità, contando che si stava gia arrangiando da sola; in ogni caso, essendo più veloce di lei, la sollevai prendendola in braccio sorridendo.
-Ti porto io!-
Ero frustrato, arrabbiato per come si erano risolte le cose a casa di Mel, averla fra le braccia mi risollevava il morale . Le lasciai un bacio sulla fronte e poi entrai in casa; la porta era aperta, l’aveva lasciata così Iris pensando saremmo tornati subito.
Una volta entrato, chiusi a chiave e la osservai sgranchirsi le braccia. Si stropicciò gli occhi e poi mi guardò sorridente, come una bambina innocente
-Com’è andata?-
Mi chiese in fine. Probabilmente non era riuscita a trattenersi più di tanto dal chiedermelo, come darle torto in fondo. L’avrei fatto anche io.
Scrollai le spalle avviandomi verso le scale. Salii qualche scalino, per poi girarmi verso di lei e allungare la mano, aspettando che la prendesse
-Vieni con me? Ti racconto su in camera-
Annuì prendendo la mano, per poi salire assieme a me, giocherellando con le dita con fare pensieroso. Forse non era davvero convinta di volerlo sapere, insomma perché avrebbe dovuto?!
Mi passai la mano libera fra i capelli, agitato, e sospirai attirando la sua attenzione
-E’ davvero tanto grave?-
Mi chiese alzando un sopracciglio. Sorrisi e scossi la testa, aprendo la porta di camera mia e invitandola a entrare. Restò ferma sulla soglia per qualche minuto, per poi entrare e osservarsi attorno, stretta nelle proprie spalle, quasi intimidita. Mi intenerì tanto da volerla stringere fra le braccia e volerla coccolare, cosa che feci, asciandole un bacio sui capelli.
-Sono stato da Melanie. Le ho parlato e ha dato tutta la colpa a te, dice che mi hai addescato, in parole povere.-
Ridacchiai divertito per poi continuare con il racconto, senza tralasciare nulla come se stessi parlando ad un mio amico. La vidi allontanarsi con il broncio e la osservai confuso
-Che c’è?-
Arrossì violentemente e si schiarì la voce distogliendo lo sguardo, per poi sedersi sul mio letto e lisciare le coperte chiare; la seguii, chiedendole ancora che avesse e, senza guardarmi, si decise a rispondermi
-So che è stupido, ma sono un po’ gelosa…-
Scrollò le spalle, fissando insistentemente una piega fra le coperte del letto. Risi intenerito dalla cosa, mi piaceva terribilmente come cosa, a dire il vero.
La presi, facendola stendere sul letto, per poi guardarla negli occhi e assumere un’espressione seria
-Lo ero anche io, quando mi hai detto saresti andata a fare festa. Ero molto geloso!-
Mi guardò sorridendo, per poi nascondere il viso sotto al cuscino; lo levai prontamente, abbassandomi per baciarla. Appoggiai le labbra alle sue, lasciandole due casti baci, prima di premere con più forza e schiudere le labbra.
Lei schiuse le sue labbra, permettendomi di far scivolare la lingua a contatto con la sua, intrecciandola a essa. Passai le mani fra i suoi capelli, approfondendo il bacio; alzò le gambe intrecciandomele in vita, mentre la spingevo contro il materasso, facendo aderire la sua schiena a questo; la sentii sospirare contro le mie labbra, passando le mani sul mio busto, fermandosi all’orlo della maglia col quale giocherellò. Infilò le mani sotto la maglia, sollevandola appena per poi farmela levare, alzando le braccia per aiutarla.
Sorrisi guardandola arrossire, per poi abbassarmi verso di lei, sollevarle la maglia e lasciarle una scia di baci dall’ombelico al collo; lasciai cadere la sua maglia a terra, continuando a baciarle il collo mentre con le mani le accarezzavo i fianchi.
Seriamente, non capivo più nulla, sentivo solo la mia pelle bruciare a contatto con la sua, il suo respiro più affannoso, i battiti del cuore accelerati.
Presi a succhiarle il collo, lasciandole piccoli marchi
-Ash…-
Sospirò, passandomi la mano sul petto e spingendo leggermente per farmi allontanare. Probabilmente era il momento sbagliato, per fare certe cose, ma stavo bruciando dentro
-Ash aspetta, non credo sia il momento…-
Mi allontanai leggermente, per guardarla negli occhi; il suo sguardo, come il mio probabilmente, era appannato e confuso
-Si?-
Mi schiarii la voce, più roca del solito
-Non fare quella faccia, o mi farai venir voglia di fare sesso con te. Non che non ne abbia, ma penso sia meglio aspettare sai…hai appena lasciato la tua ragazza…-
Sorrisi annuendo, comprendendo a pieno il perché non volesse farlo ora. La presi, stringendola a me e mi misi steso di fianco a lei, con la testa sul cuscino
-Allora che ne dici di dormire un po’? Prima o poi succederà-
Aggiunsi sovrappensiero. La sentii ridacchiare, intrecciando la mano alla mia per poi lasciarmi un bacio sul collo
-Ah, si. Tu mi fai incendiare!-
Sorrisi, doveva sentire lei che effetto mi faceva. Stavo andando a fuoco anche adesso e la stavo solo abbracciando. Le lasciai un bacio sulla fronte, per poi stringermi a lei e chiudere gli occhi.

Spazio autore

Heeello a tutti!
Da come mi sembra di aver capito Melanie non ha riscosso molto successo! Come mai poveretta?! LOL
Ringrazio tutte le recensioni e tutti coloro che han messo la storia fra le preferite o ricordate!
Purtroppo non ho vinto il concorso del M&G, ma sono comunque felice per chi ha vinto, insomma che culetto!
Mi ero ripromessa di aggiornare domenica, ma non ne ho avuto tempo davvero! Spero di riuscire questa volta nei miei piani, vorrei aggiornare due volte a settimana!
Comunqueee, non so che altro aggiungere! Grazie epr essere arrivati fino qua a leggere.
Ah, per chiunque se lo stia chiedendo...in questa FF tratterò basicamente solo di Ash e Iris, ma cercherò di fare altre "mini serie" sui ragazzi per trattarli singolarmente!
Seguitemi su twitter se vi va e volete farmi domande (???) o su tumblr.
Love, _Camelia <3
   
 
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