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Autore: Reagan_    25/06/2014    2 recensioni
Rumori.
Indistinti.
Il bollire di una pozione, il tintinnio di chiavistelli che sbattono fra loro, porte che si chiudono.
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Audrey, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Audrey, Percy e una challenge'
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Storia che partecipa alla Challenge "Otto fandom e una valanga di prompt" indetta da kuma_cla


Dov'era?



Immagina di stare in un posto che non sai dov'è.
La cosa che non sai, in realtà, è dove rimane quel posto rispetto a un altro, o quanto è lontano.
Ma questo non cambia nulla rispetto al posto in cui sei.
[Non è un paese per vecchi, Cormac McCarthy]




Rumori.
Indistinti.
Il bollire di una pozione, il tintinnio di chiavistelli che sbattono fra loro, porte che si chiudono.
Sensazioni.
Flebili.
Il calore soffocante delle coperte grezze, il freddo di tubi infilati in un braccio immobile, il bruciore della gola secca, il delicato tocco di una mano gentile.
Ma dov'era Audrey? Dov'era finita?
Perché non riusciva ad aprire gli occhi? Perché sentiva il suo corpo così pesante, infossato fra le pieghe di un duro materasso?
Ricordava il bosco, il vento che sferzava sul suo viso, gli occhi scuri di suo padre mentre le lanciava trionfo una maledizione senza perdono.
Dolore.
Sordo e perpetuo che percorreva tutto il suo corpo senza concedergli fiato.
Si domandò più volte se fosse morta, ma la morte non doveva portare alla pace dei sensi? O forse questa era la sua condanna? Un inferno impregnato dall'odore dei disinfettanti e di pozioni nauseanti?
Nessun pensiero che riusciva ad elaborare fra uno stato d'incoscienza e l'altro cancellava l'ultima immagine di sé e del mondo che aveva.
Sangue colava sulle sue mani, sangue scendeva dallo squarcio che aveva inflitto sul corpo di suo padre.
Antonin Dolohov era morto per mano sua, rendendola così un'assassina.
Poteva essere morta o rinchiusa in un ospedale, quella piccola certezza albergava nel suo cuore e la trascinava giù nei meandri della follia.



Quattro mesi dopo

Le imposte chiuse impedivano al sole cocente di fine agosto di soffocare la stanza.
Audrey si tirò su a sedere con qualche difficoltà e quasi gioì nel sentire un formicolio alle gambe, era la novità della settimana. Passava gran parte della sua giornata a pensare. Con gli occhi ancora bendati e zuppi di medicamenti, un braccio ancora immobile e le gambe fragili, le era stato imposto il riposo assoluto con la proibizione di qualsiasi attività e la confisca della bacchetta. Un'unica eccezione, l'ascolto della musica.
In breve la sua stanza divenne un teatro dove Schubert, Fauré, Debussy, Bach, Chopin e molti altri ancora, s'incontravano con le loro serenate, pavane, preludi, concerti per orchestra o per pianoforte.
Stava ascoltando attentamente Schubert quando sentì una mano appoggiarsi sul braccio malato.
Dita lunghe, mano calda, tocco gentile.
Se avesse potuto usare la vista era certa che vi avrebbe trovato delle macchie d'inchiostro.
Sorrise.
-Come stai oggi?- chiese Percy sedendosi sul letto e stringendole una mano.
-Bene. E tu?- domandò Audrey cercando di leggere fra le righe. Sapeva che mentre lei dormiva sonni agitati e cercava di sopravvivere, Percy aveva perso suo fratello.
Ne era rimasta sconvolta persino lei che non lo conosceva.
Di fronte a lei, il giovane funzionario del Ministero, appariva calmo ma la sua voce si colorava di note tristi e dolorose. Soffocava dentro di sé tutti i sentimenti e cercava di mostrarsi sereno, tuttavia non riuscì mai ad ingannare Audrey.
Con la mano guarita, aveva notato l'estrema magrezza delle sue guance, i capelli arruffati, la barba che poteva crescere anche per giorni prima che trovasse la forza di rasarsi, il nervosismo che lo percorreva e i sensi di colpa che lo irrigidivano.
Quando la veniva a trovare, Audrey non chiedeva mai niente, non lo forzava a fare nulla se non abbracciarla.
In quei lunghi momenti passati stretti, potevano entrambi lasciarsi andare. Percy piangeva la morte del fratello, Audrey smetteva di convincersi di aver fatto la cosa giusta.




   
 
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