Ci volle un po’ per far
riprendere Roxas dal piccolo shock
di quella giornata. Joshua, il ragazzo biondo, e Xion gli avevano
raccontato
cosa era successo dopo che Roxas era svenuto. Un amico di Joshua, Neku,
ragazzo
riservato ma nel profondo amichevole,
aveva
preso con sé Xion mentre Roxas e il tizio misterioso
combattevano, e l’aveva
portata al sicuro. Era arrivato proprio dal luogo in cui Roxas era
finito prima
di cadere a terra, che a quanto pareva portava in arie della
Città più nascoste
rispetto a quelle che avevano visitato: Fountain Plaza, il Quarto e il
Quinto
Distretto.
Spiegarono che Neku aveva sentito il botto dall’altra parte
della parete e
aveva svelato, toccando uno dei mattoni, la porta che conduceva al
Terzo
Distretto dove si trovavano i due ragazzi e il tipo incappucciato.
“Nessuno prima di noi aveva mai scoperto il resto della
città… Quando il nostro
mondo è scomparso noi ci siamo ritrovati qui, e qui siamo
rimasti, mentre tutte
le persone provenienti dagli altri mondi si sono ritrovati
nell’altra parte
della città, quella che conoscono tutti” disse
loro Joshua quando raggiunsero
finalmente Fountain Plaza. Era una zona molto grande, ricca di graffiti
sulle
pareti, con una monumentale fontana dorata a
un’estremità. Una viuzza portava
in un altro spazio sul quale si affacciava l’ufficio postale,
di un rosso
acceso, e scoprirono presto che l’interno si trovava quasi
completamente
sottoterra. Proprio l’ufficio postale si ricollegava di nuovo
al Primo
Distretto, tramite la particolare cassetta della posta che si poteva
spostare
per aprire un passaggio. Dietro la fontana c’era un grande
portone che portava
al quarto distretto, ricco di piccoli edifici dai tetti color blu scuro
e ricco
di luci decorative, dai mille colori. Era su più livelli e
per questo tra le
case c’erano due lunghe scalinate. Attaccato alla struttura
affacciata sullo
spazio più esteso del distretto c’era un enorme
pallone a forma di stella, sul
quale c’era scritto a grandi lettere scarlatte: Fourth Dicstrict.
“Di qua si raggiunge il Quinto
Distretto”, disse Joshua entusiasta,
indicando un altro grande portone. Entrando, si ritrovarono in un altro
posto
molto appariscente: evidentemente più piccolo del
precedente, lo stile era lo
stesso, ma come nel Quarto il colore dominante era il blu qui regnava
il
fucsia, e al centro del complesso edilizio c’era un giardino
chiuso e coperto
da un tetto trasparente, dalla forma rettangolare.
“E… di un po’, Joshua, come mai voi
siete qui se tutti i mondi sono ritornati
alla normalità e se questo non è il vostro mondo
di origine?” chiese Roxas.
“A questo non posso rispondere con sicurezza”,
rispose Joshua. “Vedete,
noi per molto tempo
abbiamo vissuto qui
senza neanche avvicinarci al Primo, al Secondo e al Terzo Distretto,
perché non
ne conoscevamo l’esistenza. Quando Neku ha scoperto il
passaggio per il Primo
Distretto, molto tempo fa, ormai, fece appena in tempo a vedere quelle
persone
che poco dopo furono proprio trasportate
via… E riportate ai
loro mondi,
suppongo. Lui è corso ad avvertirci, perché ha
pensato che saremmo potuti
andarcene anche noi, ma solo da quella
parte, come gli altri. Comunque, quando siamo arrivati erano
spariti tutti.
La cosa strana è che anche da noi ci sono sempre stati gli
Heartless, e infatti
erano loro che noi combattevamo, da quando siamo giunti qui, quindi non
capivo
perché noi non siamo
tornati al
nostro mondo di origine come tutti gli altri…”
“Ma adesso non ci sono Heartless”
scandì Xion. “Da nessuna parte”.
Joshua aprì bocca, ma fu Roxas a rispondere per primo:
“Gli Heartless non hanno
motivo di attaccare qui, mi hanno detto che prima la situazione era
davvero
peggiore, gli Heartless erano devastanti perché volevano
ottenere i cuori dei
mondi…”
“Precisamente” disse Joshua, entrando nel giardino
interno, seguita da Xion, Roxas
e Neku.
“Solo poco fa ho cominciato a temere seriamente che il fatto
che noi non siamo
tornati nel nostro mondo di origine non sia dipeso affatto dalla nostra
posizione nella Città di Mezzo, come pensava Neku”
continuò il ragazzo. “Come
vi ho detto prima, noi non siamo proprio – ecco – vivi. Siamo persone morte che hanno
un’altra possibilità, in parole
povere… Una possibilità per tornare indietro,
traguardo che solo uno può
conquistare. Naturalmente questo non vale più per me; io
sono il Compositore, tutti gli
altri sono
giocatori…
“Quindi immaginate: un
gruppo di persone già morte ma che
hanno un’altra possibilità, che vivono in un mondo
parallelo a quello reale… Se
il loro mondo viene distrutto dall’Oscurità, cosa
succede a queste persone? Non
possono diventare Heartless… L’oscurità
non ha lo stesso tipo di potere su di
loro. E quindi questi ragazzi, come tanti individui vivi
di altri mondi, finiscono qui”.
“Voi però non siete capitati nella stessa zona di
mondo… “, rifletté Xion.
“Siete finiti in Fountain Plaza, mentre tutti gli altri, presumo, si sono svegliati nel Primo
Distretto. Questo, forse,
perché voi non siete persone normali, e quindi qualche forza
superiore potrebbe
aver ritenuto opportuno separarvi dagli altri, che sono mortali. Era
così anche
nel vostro mondo d’origine, o sbaglio, vivevate
separati?”
“No, hai proprio ragione” rispose Joshua
sorridendo. “Sono felice di vedere che
state capendo…”
“Ma non è tutto”, intervenne finalmente
Neku. “L’incappucciato, quello con gli
occhi rossi, non è la prima volta che si fa
vedere”.
“Quello con cui ho combattuto prima? C’entra con
tutto questo?” chiese Roxas.
Neku annuì in risposta.
“Già…” cominciò
Joshua. “Quel tipo c’entra tutto. Non è
la prima volta che si
fa vedere, e ogni volta provoca una scossa di terremoto”.
“State parlando di quell’incappucciato?”
disse qualcuno alle loro spalle. A
parlare era stata una ragazza magra dai capelli rossi, come quelli di
Neku, in
parte coperti da un grande cappello marrone, con una corta gonna
gialla, alti
stivali, un top arancione e una camicetta dello stesso colore della
gonna.
Stringeva un pupazzo a forma di gatto nero.
“Oh, ciao Shiki”, salutò Joshua.
“Ragazzi, lei è Shiki, la partner di Neku, nel
gioco… Shiki, loro sono Roxas e Xion, dicono di essere in
ricognizione qui”.
“Voi siete con lui, con quel tizio spaventoso? Siete vestiti
allo stesso modo…”
chiese la ragazza.
“Oh no, ho anche combattuto contro quel tipo”
rispose Roxas subito. Ma Shiki
non sembrava convinta, e fece una faccia strana a Joshua, poi
guardò per un
attimo Neku, che era tranquillamente appoggiato al muro con la testa
fra le
mani.
“È davvero strano… Ogni volta che sento
quella scossa è come se mi venisse più
sonno di prima”, disse quest’ultimo.
“Anche tu!?” esclamò Shiki, portandosi
le mani alla bocca.
“Allora non sono l’unico” disse Joshua.
Roxas, però, era sicuro di non aver sentito niente, a parte
lo spavento e alla
sorpresa, quando si era verificato il fenomeno; guardò con
sguardo
interrogativo Xion e dalla sua espressione capì subito che
l’amica pensava la
stessa cosa.
“Davvero strano… è come se stessimo
gradualmente cadendo nel sonno”
disse Joshua, toccandosi il mento. Poi i suoi
occhi s’illuminarono. “Roxas, Xion, dovete
andarvene, subito!” esclamò preoccupato.
“Se non lo fate, rischiate di rimanere
bloccati…”
Roxas e Xion incrociarono i loro sguardi. Cosa aveva, d’un
tratto, spaventato
in quel modo Joshua? E perché l’Organizzazione li
aveva mandati lì? Prima che
potessero rispondere, Joshua parlò di nuovo:
“Credo che questo mondo stia cadendo nel sonno”.