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Autore: Jeenina    20/08/2008    0 recensioni
Bella è diventata vampiro, e dopo aver trascorso alcuni anni in Alaska con Edward, ed aver imparato a cibarsi di sangue di animali, torna a Forks dal padre alla ricerca della vita umana. Al suo ritorno Jacob Black ancora non è tornato dopo essere fuggito poco tempo prima il matrimonio celebrato fra i due vampiri... e Bella ed Edward hanno il compito di cercarlo e portarlo nuovamente a La Push pima che il padre Billy muoia per la perdita del figlio.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due
L'hotel



Il passo affrettato mentre le chiavi della macchina venivano strette nel mio palmo bianco e freddo, duro e potente, un palmo che un tempo aveva visto così tante steccature che forse quella nuova pelle che indossavo che e mi proteggeva tutta, era per me e per i medici un bene.
I capelli che svolazzavano leggeri, fluttuavano in aria mentre raggiungevo il parcheggio coperto e prendevo la Volvo grigia di mio marito per dirigermi verso il centro di quell'enorme città... alcune strade, meno abitate mentre passavo quasi dal centro di una semi campagna un poco fuori dalla città, mentre uscivo da quella natura sputata lì per caso nel centro di New York.
La macchina segnava i 100 kilometri orari in una stradina piccolissima, non camminavo mai veloce, ma ora era un record da quando ero, "nuova".
Alcuni uomini, barboni mentre vedevano la mia macchina sfrecciare volevano montare e facevano gli scemi, ma non avevo di certo voglia di andare nei casini, poi, la mia forza credo che non l'avrei mai usata per far del male. Ohhh Bella non cambi nemmeno adesso che sei morta e semi risorta con questo nuovo aspetto che Jacob sicuramente odierà a morte.
Infine, giunsi all'entrata di un Night Club... mostrai la mia carta d'identità ancora valida perché passati solo pochi anni dal mio compleanno e dal compimento della maggiore età, e poi perché il mio aspetto era mutato così poco, solo il colorito della pelle, una volta bronzeo lievemente ed ora del tutto bianco come petali di rosa candida.
"Posso passare?" dopo aver mostrato la carta, i buttafuori lì alla morta con un gesto la fecero entrare seguendo la figura della giovane per qualche metro mentre iniziava a disperdersi fra la folla.
"Forse qui non verrebbe, ma dato che era cos'ì allegro credo che il sabato sera potrebbe divertirsi a venir in queste zone, d'altronde non credo che vada al cinema, non lo vedo il tipo" sussurrò così veloce, tanto che sembrava un brontolio, una tosse leggera morta in gola. Mi feci largo dando di tanto in tanto spintoni leggeri ai presenti per poi ritrovarmi in uno spazio di sole poltrone e gente che si baciava o che beveva. Mi sedetti, e poco dopo un uomo si avvicino a me... "Ma salve bella signorina" lo guardai e lo fulminai con lo sguardo per quanto sapessi e per quanto mi fosse possibile per poi sorridere fredda e mostrare i denti allungati, non volevo fare la vittima volevo mostrare una volta tanto che ero oltre la bella signorina, ed alzai la mano con la fede " Signora... signora " ripetei per poi alzarmi da quel posto già battezzato come quello delle coppiette per raggiungere una parte più affollata dove la musica aumentava sempre più, senza darmi poi tanto fastidio. La folla volle per me ciò che il mio corpo da tempo desiderava, fare l'unica cosa per cui ora da vampira ero aggraziata a poter fare senza nessun ostacolo o qualcuno che mi tenesse testa se non Alice... danzare, muovere il corpo sinuoso veloce e danzare semplicemente ad un ritmo musicale un poco alto, ma non nuovo alle mie orecchie che tutto captavano anche con il volume al massimo.
Fu nella folla però che sentii un odore di umido, pulito, e non un odore schifoso tutt'altro... pur da vampira potevo essere diversa nei gusti in confronto a mille altri? Sarei stata diversa anche quando avevo molto più in comune con quella mia nuova razza? L'amavo tanto da non sentir il suo fetore? Forse sì forse no, nessuna risposta è data per scontata ma l'odore parlava da solo...
Mi fermai di colpo ed annusai l'aria... nessuno mi vide, ero al centro nascosta dagli occhi indiscreti di chi non sapeva o capiva o chi semplicemente avrebbe potuto vedendo questa mia scena. Socchiusi gli occhi neri dalla fame e mi guardai attorno seguendo la scia.
Lui, semplice Jacob Black mi condusse verso una strada, povera, misera, tutto ciò che i Cullen non erano...
tristezza che mi invase l'animo placido e tormentato, mentre vedevo una bambina fra le braccia della mamma a trovar riposo... io non l'avrei più fatto, semplicemente perché avrei rischiato di mangiarla... Bells, come mio padre mi chiamava, era morta quella notte d'estate sotto il sole freddo d'Alaska, e quella promessa fatta nel giorno d'eclissi era scomparsa per sempre prima che io potessi veramente rivelare i miei piani... non avevo detto la cosa più importante che potessi fare e la più pericolosa trasfomandomi in qualcosa che Jacob Odiava.
Non si mostrò ma sapevo che mi vedeva, e lasciai cadere una lacrima, ed un altra ancora a capo chino per poi voltarmi e tornare alla mia Volvo, Edward?
Come Jacob era il mio sole, lui era la mia luna e senza sole e luna non si vive, non c'è distinzione fra notte e giorno, e per me, morte e vita.
Ma non potevo andare da lui, avrebbe capito anche senza poter leggere nitidamente nella mia testa... avrebbe compreso e non volevo che soffrisse nel capire che soffrivo Jake abbastanza da poterlo ancora amare pur che mio marito m'avesse dato tanto.
Così camminai a lungo per le strade a piedi, non so quanto feci, ma la notte servi per dimenticare, placare, far sognare qualcosa di, mai più irraggiungibile.
La velocità servi solo per far freddare le mie lacrime sulla pelle diafana mentre avanzavo, ed alle prime ore dell'alba montai di nuovo sulla Volvo per tornare all'Hotel, calma, rilassata abbastanza perché non potesse comprendere, avevo già fatto abbastanza male, per me, per loro, era meglio dar tregua a quel vampiro dal cuore fermo che però mi amava ed amavo.

L'auto scorreva veloce sull'autostrada, mantenendo un andatura sui 160 km/h. Non vedevo l'ora di riabbracciare Edward, farmi confortare tra le sue forti e fredde braccia. La vegetazione ai piedi dell'autostrada scorreva veloce, ma riuscivo comunque a coglierne la bellezza, l'intensità.
Un lampo, un pensiero fugace che mi prese in contro piede. Nuovamente Jake nella mia testa e tirai un sospiro disperata. Non potevo tornare all'hotel con in testa un uomo, che non era mio marito.
-Marito - ancora non ci avevo fatto l'abitudine di quanto fosse reale, ogni volta mi coglieva in imbarazzo. Mi faceva sentire ridicola, per quanto essere sua moglie fosse meraviglioso e sensazionale.
Il mio cuore non batteva più freneticamente al vederlo, ma comunque provavo emozioni come "le farfalle" nello stomaco. Ancora qualcosa la provavo.
E se con il tempo avessi dimenticato anche io quelle emozioni?
Quelle emozioni che mi tenevano umana.. le uniche cosa a cui attaccarmi nella mia nuova vita.
Salii lentamente le scale, nonostante avessi potuto prendere l'ascensore. Ma stranamente non avevo voglia di sentirmi sotto analisi, tra l'altro Edward sarà certamente stato furioso.
Varcai la porta e lo trovai tranquillo, sdraiato sul lettone matrimoniale con le gambe accavallate.
Trattenni a stento un sorriso per lo stupore, e lui lo notò. "Sono arrabbiato." annunciò per la mia felicità Lasciai che proseguisse, sapevo che non aveva terminato.
"Tuttavia.. non posso vietarti di cercarlo. So quanto conta per te."
Quel suo cambio di umore m'indusse a guardarlo e i suoi occhi dorati - leggermente più scuri del giorno prima - mi fissavano a loro volta.
"No non puoi.."
Poi mi fermai, rendendomi conto che con quelle parole gli stavo facendo più male di quanto credessi, mentre rialzavo gli occhi vidi Edward nuovamente tormentato da dolori passati. Dolori per lui ricorrenti..








------------------------------------------------------------ Grazie per le piccole recensioni *____* ed ecco il terzo capitolo seppur in ritardo spero sia una buona lettura ^^
  
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