Bandidas
Una giovane dai capelli bruni che ricadeva dolci sulle spalle, stava ferma, in piedi accanto ad un albero. Indossava un abito semplice, di foggia contadina, di colore scuro con un o scialle avvolte intorno alle spalle; teneva le braccia incrociate sotto il seno e osservava le sue allieve esercitarsi nel cavalcare in piedi sulle staffe, mentre lanciavano il lazo.
Samy e Miga, una mora l’altra rossa, erano due ragazze di sedici anni, abbastanza alte dal fisico tonificato dai costanti allenamenti e le forme proporzionate nei punti giusti; non avrebbero penato a trovare marito, ma loro ne avevano mai voluto sapere.
Si erano incontrate tutte e tre, sei anni prima: lei era stata ferita nella rapina appena fatta, mentre loro erano appena fuggite dall’orfanotrofio dove erano state rinchiuse sin da piccole; incontratala si erano prese subito cura della sua salute ed erano diventate una specie di famiglia: ognuna poteva contare sempre e comunque sull’altra; qualche anno dopo, si erano unite alla ribellione dei contadini messicani, organizzando missione per il sostentamento della popolazione e ora le due ragazzine l’avevano convinta ad addestrarle alla rapina, così avrebbero potuto dare i soldi ai contadini e metterne da parte alcuni per curare la sua gamba: la frattura riportata sei anni fa in quella maledetta rapina la costringeva a camminare col bastone…
- Miga, dritte le gambe! Sam, su le spalle!-
…ma ora erano pronte per la loro prima rapina, il battesimo da fuoco, anche se temeva che si facessero distrarre o che non riuscissero a fuggire…
- guardala! Quando fa quella faccia vuol dire che si sta preoccupando che qualcosa vada storto…-
- tranquila mujer! Siamo le migliori e abbiamo la
migliore insegnate! –
Allison sospirò – avanti, continuate a esercitarvi o domani
niente armi e candeline!-
***
Verso mezzogiorno, due cowgirls
entrarono in città, un piccolo agglomerato di case intorno alla via principale e
a poche sue diramazioni, sulle quali si affaciavano la chiesa, il saloon, lo
studio medico e la banca.
Con la scusa della fresca ombra che
offrerta dai vicoli Samantha si portò sul retro di quest’ultimo edificio, mentre
Miguela finse di depositare del denaro dirigendosi così
all’ingersso.
Entrata da una finestra sul retro, la
mora comparve silenziosa alle spalle dei cassieri portando con sè le borse dei
cavalli, lasciati fuori e pronti per la fuga; l’amica diede il segnale e le due
spararono un colpo in aria: i cilenti si buttarono e i cassieri terrorizzati,
riempirono le borse che vennero lor date, prima ancora che venisse detto loro di
farlo.
Le due rapinatrici si guardarono
soddisfatte, ma all’improvviso, quelli che dovevano essere i figli del
propietario della banca, sbarrarono loro la strada ponendosi di fronte alla
porta.
- guarda mujer- affermò la rossa sul cui
viso, come su quello dell’amica, si dipingeva una ghigno ironnico – due damerini che vogliono fare una brutta
fine!-
Quello dei due che era biondo, diede
un colpetto all’altro, moro, ridendo spavaldo
- ehi Bill, hai visto?- chiese retorico
facendosi avanti – due mocciose che
pensano di rapinarci!-
Mossa
sbgliata...
Le due puntarono la gamba esterna
davanti al ragazzo, appogandovi il penso e sostenendosi l’una aggrappata al
braccio dell’altra per la mossa segnuente: una doppia ginocchiata nelle parti
basse del biondo che si piegò a metà per il dolore.
- Tom!- esclamò preoccupato il moro che
fece subito segno ai brutti ceffi negli uffici di fermare le due ragazze; in
pochi secondi una dozzina di armadi umani, circondarono le bandite che avevano
già i soldi in spalla tutti i soldi.
- Miga, tira fuori le
candeline-
Sotto gli occhi increduli di tutti
dei presenti la rossa cominciò a frugare nella scollatura del
corpetto
- tesoro, le hai trovate o no?- chiese sam
scocciate dopo un quarto d’ora che teneva sotto tiro i
nemici.
- BINGO!- gioì la rossa facendo riemerge dal corpetto una mano guantata che teneva salda un candelotto di dinamite, senza miccia, facendo così sogghignare i due fratelli, ma la giovane mise mano agli stivali, da cui estrasse miccia e ago.
- FERMATELE IDIOTI!- gridarono i gemelli ai loro tira piedi che iniziarono ad avanzare verso le due rapinatrici, ma una scarica a bruciapelo da parte della mora li convinse ad arretrare e aprire loro una via di fuga; inutile il tentativo di Bill e Tom di rincorrerle fuori dalla banca: purtroppo per loro la rossa e la mora, erano già in sella ai cavalli pronte a partire.
- hasta el luego queridos!- salutarono divertite le due, prima che Miga lanciasse il dinamite che passò tra i due fischiando e al fianco dell’amica cavalcasse fuori città.
Galopparono per un paio d’ore, fino alle montagne rocciose e infilandosi negli avvallamenti, raggiunsero l’accampamento della resistenza, dove in una tenda un po’ isolata abitava Allyson.
Entrate videro la loro maestra sdraiata sul letto mentre Gustav, suo medico e fidanzato, cercava di alleviarle il dolore della gamba malata.
- Ally!-la mora fece loro un cenno di saluto e così anche Gustav –ce l’abbiamo fatta!!!- esclamarono alzando le borse piene di banconote.
- stupendo!- esclamò il giovane medico dopo aver fatto due conti sulla cifra –ce ne sono a sufficienza per prendere anche le medicine-
- bha, piantatela, tutti e tre- sbottò Allyson –non sono moribonda; usateli per qualcosa di più utile!-
Gustav scosse la testa – andate a cambiarvi, poi andate a prendere cibo e medicine-.
Le due ragazze andarono a sciogliersi i capelli e a indossare un abito lungo, poi legarono i cavalli al carro e, presa parte dei soldi, andarono in città.
- fate attenzione a non farvi riconoscere!- fu la raccomandazione che sia Allyson che Gustav fecero alle due ragazze.
Samantha e Miguela, con una lettera e le indicazioni di Gustav, si recarono a comprare i medicinali sia per Allyson che per i contadini.
La dispensa dei medicinali, che fungeva anche da erboristeria e studio medico, era una costruzione squadrata e tinteggiata di rosso, di cui se ne occupava un giovane castano e abbastanza alto, dal fisico muscoloso.
- señor
Georg?- chiesero
arrivando al banco
- Sam, Miga!- sorrise Georg cordiale – in cosa posso aiutarvi sta volta?-
Miga gli tese la lettera di Gustav, Georg la scorse velocemente ed estrasse dallo scaffale dietro di sé una scatoletta di medie dimensioni.
- ecco qua signorine e fate i miei auguri a Allyson-
- MIguela!- esclamò una voce bassa e maschile.
La ragazza si girò ritrovandosi faccia a faccia con Tom.
Il ragazzo le si avvicinò e le prese un boccolo scarlatto tra le dita.
- ricci e mossi come sempre eh?- sorrise lui.
Lei sgranò gli occhi riconoscendo nel ragazzo l’amico di vecchia data e il dongiovanni della banca.
- Tom!- sotto lo sguardo contrariato di Sam la rossa uscì a chiacchierare col ragazzo.
- non riesce proprio a starti simpatico…- buttò lì georg mentre sistemava la nuova merce negli scaffali.
La moretta storse il nasino - è un po’ troppo…”sicuro” che ogni ragazza voglia la sua compagnia – decretò sistemando i guanti di bizzo banco nella borsa.
Il giovane rise – è la stessa cosa che dice suo fratello- tacque per un po’ finendo di sistemare la merce, e dopo aver chiuso il negozio, porse il braccio a Sam invitandola a prendere qualcosa di fresco con lui.
***
Miguela passeggiava al braccio di Tom, meravigliata dal mercato cittadino e dalla sua atmosfera, senza notare lo sguardo di Tom che, un po’ colpevole, scorreva su di lei senza ritegno.
Tom la scrutò in ogni centimetro del seno proporzionato, che si intravedeva appena grazie a un laccio allentato dello scollo; della vita sottile e della curva dolce dei fianchi e a questa figura di giovane donna la sua mente contrappose quella della bambina boccolosa e vivace.
Sorrise nel vederla correre da un banco all’altro guardando i vestiti.
- non mi dirai che non hai mai visto un mercato?-
- no, mai- ammise distrattamente lei intenta a guardare le stoffe tinte di rosso di una bancarella – di solito metto la roba vecchia per non rovinare i vestiti andando a cavallo e poi è solo Sam che ci va al mercato-
- vai a cavallo?-
Miga annuì
– e mi intrufolo nello studio del dottor
Schäfer per
legger alcuni libri- corse
da un'altra venditrice – e mi tocca
sempre fuggire dalla finestra-
- Gustav detesta quando qualcuno
sposta le sue cose- concluse il biondo.
La ragazza si voltò stupita – lo
conosci?!-
- diciamo che siamo amici di
vecchia data- stranamente il biondo cominciò a interessarsi alle stoffe
stese sul banco di legno – Miga, ce l’hai
un vestito per ballare?-
Miguela scoppiò a ridere di gusto – e che me ne facevo se sono brava a ballare come un manico di scopa?-
Il ragazzo comprò un rotolo di stoffa rossa –a questo si rimedia: vieni con me al ballo che si terrà domani sera nella tenuta della mia famiglia-
- non so se io e Sam…-
- no- la interrupe – la tua amica no, vieni solo tu-
- va…va bene…-
- domani ti porto il vestito da provare, dove abiti ora?-
- ehm…facciamo che vengo io ti spiace? Domani mattina-
- allora sarai mia ospite a colazione- decise il giovane con un luccichio negli occhi.
Ed eccoci qui con un nuovo capitolo scritto
dalla mia socia mewmina_91.
La colpa del ritardo ,osceno a dir poco, è mia
che non ho postato il pezzo nonostante l’avessi già pronto da mesi, quindi chiedo scusa
a tutti i lettori…
Grazie a tutti di aver letto il primo
capitolo e un grazie speciale a Hotz94, nostra prima e unica
commentatrice…
A presto _Sarettola_
& mewmina_91