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Autore: Marauder_    25/06/2014    1 recensioni
Dal capitolo 6: [...] per la seconda volta in pochi giorni, delle labbra si appoggiarono alle sue.
Quel bacio, però, non aveva niente a che vedere con quello che aveva ricevuto sull'Espresso per Hogwarts.
Le labbra di James erano state decise, sicure, come uno Schiantesimo; quelle di Cody, invece, erano esitanti e impacciate, come un giovane mago che prende in mano una bacchetta per la prima volta.
Il bacio di James l'aveva emozionata, l'aveva travolta; il bacio di Cody l'aveva solo sfiorata, come se a darglielo fosse stata una di quelle lontanissime stelle, che, pur essendo bellissima, era solo un misero puntino, in mezzo all'oceano di luce che era il cielo quella sera.
“Cody io.. io devo andare, mi dispiace” bisbigliò Lily, senza riuscire a guardarlo negli occhi.
Si voltò e scappò verso la Torre di Grifondoro, pensando che, alla fine, era stata tutta colpa di James, se si era appena lasciata sfuggire un ragazzo meraviglioso come Cody.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Il ladro

 

“A questo credo di poter rispondere. Riflettete: cosa succede, esattamente, durante la Cerimonia dello Smistamento?” chiese Remus.
“Beh, i ragazzini del primo anno si infilano il Cappello e quello urla la loro Casa” disse James, incapace di capire dove Remus volesse andare a parare.
“Sì, ma il punto è: come fa a sapere qual è la Casa adatta a te?”
“Ti legge nella mente” rispose Sirius, che iniziava a seguire il ragionamento dell'amico.
“Esatto! Pensateci bene: Se Voi-Sapete-Chi riuscisse a controllare il Cappello Parlante, significherebbe ottenere non solo un Legilimens molto potente che è venuto a conoscenza di tutti i punti deboli di chiunque l'abbia indossato, ma anche una spia che risiede proprio nell'ufficio di Silente! Per non parlare di tutti i problemi che potrebbe causare interferendo con lo Smistamento: giovani maghi potrebbero sentirsi negare di essere tali, ed essere rispediti a casa, impedendo a dei potenziali combattenti di schierarsi al fianco del Preside” spiegò concitato Remus.
“Quindi, secondo te, dietro a tutto ciò c'è proprio Tu-Sai-Chi?” sussurrò Sirius.
“A parte i suoi seguaci, non mi viene in mente nessun altro che si aggirerebbe attorno al Platano Picchiatore la sera dello Smistamento per poi irrompere nell'ufficio del Preside. Se fosse stato qualcuno di interno alla scuola, sarebbe semplicemente entrato dalla porta del suo studio, e non avrebbe certo trovato la borsa di James”.
“Ma se un Mangiamorte è riuscito a penetrare nel castello e a raggiungere addirittura l'ufficio di Silente, perché dovrebbe disturbarsi ad agire attraverso uno stupido Cappello Parlante, quando potrebbe semplicemente entrare adesso nella Sala Grande ed ucciderci tutti?” chiese James.
“Non dobbiamo dimenticarci che Voi-Sapete-Chi ha paura di Silente, e dubito che, per il momento, prenderà in considerazione l'idea di tentare di radere al suolo Hogwarts proprio sotto al suo naso. Sarebbe molto più sicuro per lui cercare di annientarci piano piano, dall'interno, studiandoci prima con cura”.
“Hai ragione, ma, a dire il vero, il Cappello Parlante è stato rubato proprio sotto al naso di Silente” ribatté Sirius.
“Sì, ma se non avesse avuto a disposizione una mappa incantata e un Mantello dell'Invisibilità, probabilmente il ladro non sarebbe riuscito a rubare proprio niente” rispose Remus, con una vaga aria di rimprovero, che colpì nel segno.
Per la prima volta, James si rese conto che in fondo era stata colpa della sua sbadataggine se il Cappello era sparito, ed era stata colpa sua se la sicurezza della scuola era stata violata.
“Beh, cosa stiamo aspettando? Andiamo a cercare questo ladro, prima che sia troppo tardi!” esclamò James, ansioso di rimediare ai suoi errori il prima possibile e di impedire a Voldemort di mettere in pericolo Hogwarts.
Sirius e Remus scattarono in piedi quasi automaticamente, pronti come sempre ad appoggiare il loro migliore amico.
Remus si chiese per un attimo se fosse più saggio andare prima a raccontare tutto a Silente, ma subito capì che i suoi amici non l'avrebbero mai accompagnato fino alla torre del Preside, e che, quindi, si sarebbe reso molto più utile rimanendo con loro.
“Da dove cominciamo?” chiese Sirius una volta giunti nella Sala d'Ingresso.
“Credo che dovremmo percorrere il passaggio segreto che va alla presidenza, magari il Cappello Parlante è stato nascosto lì” propose James, precedendo gli altri due attraverso l'uscita del castello.
Proprio in quel momento, Lily, affiancata da Mary e Johanne, passò davanti al portone d'entrata, diretta alla Sala Grande.
“Dove pensate che stiano andando, quei tre?” chiese alle due amiche facendo un cenno con il capo.
“Non saprei, e non ho nemmeno voglia di scoprirlo. Sono davvero troppo affamata” rispose Jo, avviandosi verso il tavolo di Grifondoro assieme a Mary.
Lily restò immobile qualche secondo, indecisa sul da farsi; alla fine, la curiosità ebbe la meglio e scelse di seguire i tre Malandrini fuori dalla porta.
Rimase qualche passo dietro a loro, fino a quando li vide fermarsi ai piedi della torre che si affacciava proprio sulla zona in cui era piantato il Platano Picchiatore.
Alla sua base, molto ben nascosta da piante rampicanti e grovigli di erbacce, era nascosta una piccola porticina, talmente bassa che anche un Elfo Domestico avrebbe dovuto chinarsi per attraversarla.
Lily sentì Remus sussurrare “Lumos”, e vide la punta della sua bacchetta illuminarsi di una luce bianca ed intensa.
James e Sirius si scambiarono uno sguardo d'intesa e, subito dopo, James disse: “Alohomora!”, facendo si che la porta si aprisse.
Tutti e tre puntarono rapidamente le bacchette verso l'interno della torre, come se si aspettassero di veder saltar fuori un drago sputafuoco da un momento all'altro.
Dopo averli visti abbassare la guardia e attraversare, inginocchiandosi, la porticina, Lily decisa che era ora di fare luce su tutta quella storia.
“Dove state andando?!” urlò, dopo aver superato a sua volta la stretta entrata ed essere sbucata in una zona molto più ampia, dove si riusciva a stare comodamente in piedi.
I tre si voltarono, sorpresi.
“Lily! Cosa ci fai tu qui?” esclamò Remus allargando gli occhi, come per assicurarsi che si trattasse proprio di lei.
“Io.. io vi stavo seguendo” ammise, felice che fosse troppo buio per poter notare il rossore sulle sue guance.
“Torna subito al castello, Evans. Non sono affari adatti alle ragazzine, questi” disse James con il suo solito tono da sbruffone.
“No, facciamola venire con noi. Chiunque riesca a metterti al tappeto, James, è assolutamente all'altezza dei Malandrini. Voglio dire, sa il fatto suo, no? Potrebbe rendersi utile” controbatté Sirius, mentre Remus lo guardava un po' incerto.
“E va bene” sbuffò James, mentre Lily, avvicinandosi al gruppo, estraeva la bacchetta, e Remus iniziava a raccontarle rapidamente tutto ciò che era successo.
Nel momento in cui seppe che James aveva lasciato in giro un Mantello dell'Invisibilità e una mappa magica, si trattenne dal strangolarlo, limitandosi a gettargli un'occhiata di rimprovero.
Terminato il racconto, proseguirono nel buio del cunicolo.
Quando si furono addentrati abbastanza da non riuscire più a distinguere la luce che proveniva dal parco, Remus sussurrò all'orecchio di Lily: “Qualunque cosa succeda, resta sempre dietro di noi, pronta a scappare, se sarà necessario”.
Dopo quelle parole, l'unico suono che si poteva sentire erano i flebili passi dei ragazzi che avanzavano verso l'alto, lungo il passaggio.
Pochi istanti più tardi, uno scricchiolio proveniente da più avanti, li fece fermare di colpo per tendere le orecchie.
Dopo qualche secondo di assoluto silenzio, Sirius stava per ricominciare a camminare, ma Lily gli passò un braccio davanti al petto, per fermarlo: “Homenum Revelio” bisbigliò alla sua bacchetta.
Dalla punta, uscì una densa macchia nera, molto simile a del fumo, che proseguì nella stessa direzione da cui era provenuto quel rumore.
“C'è qualcuno!” scandì Lily con le labbra, rivolta agli altri tre.
James si voltò verso Sirius e Remus e alzò tre dita, mimando un conto alla rovescia, abbassandole una per una.
Nell'istante in cui l'ultimo dito si era piegato, trasformando la sua mano semiaperta in un pugno, i quattro ragazzi si scagliarono in avanti.
Quello che prese forma alla luce della bacchetta di Remus appariva davvero molto bizzarro: appoggiato contro la parete del passaggio, legato dalla testa ai piedi, e con il Cappello Parlante poggiato sul capo, giaceva Peter Minus, che, nel vedere i compagni, prese a boccheggiare, come incapace di emettere alcun suono.
Dopo essersi reso conto che il suo tentativo di parlare era assolutamente inutile, prese a spostare febbrilmente gli occhi, alternando sguardi che andavano dai suoi amici, all'altro lato del cunicolo.
“Chi c'è?” chiese una voce roca preceduta da dei passi pesanti, provenienti dal secondo punto verso cui Peter continuava a guardare.
Nox” disse Remus, spegnendo la punta della sua bacchetta.
I tre ragazzi si posizionarono davanti a Lily, pronti ad attaccare.
Un getto di luce si stava avvicinando rapidamente e, quando una lunga veste nera, seguita da un volto incappucciato molto simile a quello dei Mangiamorte, fece capolino da dietro una curva poco più avanti di loro, il passaggio si riempì all'improvviso di bagliori colorati.
Expelliarmus!!” urlò subito James, mentre quasi contemporaneamente lo sconosciuto gridava: ”Protego!”, facendo in modo che l'incantesimo tornasse dritto dritto al mittente, facendogli volare via la bacchetta.
Stupeficium!!” strillarono in coro Sirius e Remus, balzando davanti al compagno disarmato, mentre il loro nemico scompariva rapidamente dietro alla curva, schivando i lampi rossi degli Schiantesimi.
Avada Kedavra!” sbraitò ferocemente il Mangiamorte, che si mosse però troppo lentamente; nel momento in cui la sua bacchetta sbucò da dietro le rocce, tutti si erano già riparati dentro ad una piccola grotta laterale.
La maledizione rimbalzò un paio di volte sulla sommità delle pareti, che si illuminarono di verde lasciando cadere alcuni grossi massi proprio sopra ad un piede di James, che si incastrò, diventando un facile bersaglio per il Mangiamorte.
Il cedimento del soffitto della grotta fece balenare in mente un'idea a Lily: senza neanche rendersene conto, saltò fuori dal suo riparo, si posizionò davanti a James e gridò “Bombarda!”, puntando la bacchetta esattamente sopra alla testa del mago incappucciato, che crollò a terra, svenuto, sotto al peso delle pietre che franarono dall'alto.
Sirius, James, Lily e Remus si guardarono, sconvolti da ciò che era appena accaduto.
Mentre Sirius restituiva la bacchetta a James e lo aiutava a liberarsi dalle rocce, Remus corse a recuperare la bacchetta del Mangiamorte, che decise di schiantare, per ulteriore sicurezza.
“Peter, stai bene?” chiese poi, voltandosi verso di lui.
“E' svenuto” spiegò Lily, che si era chinata per osservarlo: “deve essere stato colpito da uno dei vostri Schiantesimi”.
“State tutti bene, voi altri?” domandò di nuovo Remus.
“Credo di essermi rotto il piede” gemette James.
“Non lamentarti, fratello. Se non fosse stato per lei, a quest'ora saresti già morto” disse Sirius, scoccando uno sguardo ammirato a Lily.
“Vi dispiace pensarci dopo, ai convenevoli?” esclamò nervoso Remus “Dobbiamo andare da Silente, subito”.
“Ha ragione. Cerco di svegliare Peter” rispose Lily.
“No, meglio lasciarlo così, o inizierà a piagnucolare. Sirius, pensaci tu a lui, io prendo questo qui” decise Remus, che, subito dopo, proprio come Sirius, scandì “Mobilicorpus”, e una serie di fili sottili si avvolsero attorno ai corpi inerti del Mangiamorte e di Peter, che presero a levitare davanti a loro.
“Lily ti dispiacerebbe..” iniziò Remus, guardando James ancora seduto a terra.
“Veramente sì, mi dispiace” rispose, chinandosi a raccogliere il Cappello Parlante che era appena caduto dalla testa ciondolante di Peter “ma siccome voi siete occupati..” aggiunse, allungando una mano per aiutare James ad alzarsi, che le posò un braccio attorno al collo, in modo da riuscire a camminare.
“Bene, continuiamo da questa parte, ormai non dovrebbe mancare molto alla fine del passaggio” dichiarò Remus, passando sopra alle rocce che poco prima avevano atterrato lo sconosciuto.
Il corpo svenuto di Peter procedette dietro di lui, guidato da Sirius, che era seguito a sua volta da James e Lily.
“Come mai non fai tanto lo sbruffone adesso?” chiese lei, mentre una fitta di dolore pervadeva il volto di James.
“Azie” borbottò lui, guardando dall'altra parte, mentre tentava di farsi strada sul terreno sconnesso.
“Cosa? Non ho sentito bene” disse Lily, che anche se aveva capito perfettamente che cosa aveva detto, voleva sentirselo ripetere.
“Grazie!” scandì questa volta James, che, come se si fosse liberato da un peso, riacquistò una vaga aria di superiorità.
Qualche minuto più tardi, Remus annunciò di aver raggiunto un vicolo ceco, probabilmente la fine del passaggio.
Sirius alzò lo sguardo per osservare la parete, ma cadde a terra.
“Ma che cosa.. Hey James! Guarda un po'! Credo di essere appena inciampato sul tuo mantello” esclamò, stringendo in mano quello che sembrava un fagotto trasparente.
Lo aprì, confermando ciò che aveva appena detto: quello divenne improvvisamente visibile e prese a brillare, illuminando la fine della grotta, nonché una pergamena ancora avvolta nelle sue pieghe scintillanti.
“C'è anche la mappa qui dentro!” aggiunse, mentre James si passava una mano sulla fronte, sollevato dall'aver ritrovato i suoi fedeli compagni di avventure.
Nel frattempo, Remus aveva preso a tastare le rocce, che iniziarono a ritirarsi in una maniera che ricordava molto l'apertura del passaggio del Paiolo Magico che permetteva di raggiungere Diagon Alley.
All'improvviso, sotto agli occhi dei ragazzi, apparve la stanza che precedeva l'entrata dello studio del Preside e che si trovava subito al di sopra della scala a chiocciola di solito nascosta dal gargoyle.
Dopo che anche James e Lily ebbero raggiunto il pavimento levigato al di fuori del cunicolo, il passaggio si chiuse, esattamente come si era aperto, lasciando un muro che appariva assolutamente solido ed impenetrabile.
Remus scrutò gli amici, alzò un pugno e busso con forza alla porta dell'ufficio di Silente.

 

  
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