“Ciao Ashley”.
Guardo lo schermo senza parole. È così strano guardare se stessi fare o dire qualcosa e non ricordare di averlo fatto, sembra quasi di vedere uno sconosciuto al proprio posto.
“Se stai guardando questo video ci sono solo tre possibilità: la più improbabile, che l’incantesimo non sia riuscito, ma ne dubito fortemente, la miglior strega di Hogwarts non sbaglia mai!”
A queste parole si lascia andare ad una piccola e nervosa risata.
“La seconda
possibilità” torna seria “è
che la voglia di
ricordare, il legame con il passato, sia più forte
dell’incantesimo. Ma anche
in questo caso sono scettica, ho scelto una magia davvero potente.
Arriviamo quindi al terzo caso, il più probabile, ovvero
che tu sia stata trovata, o abbia trovato qualcuno appartenente al
passato.”
Certo che
ero una
persona pragmatica.
“Immagino, per essere entrata in possesso del cd, che tu abbia parlato con Ginny. Non so cosa ti ha detto, quale verità o quale versione di me ti abbia raccontato, ma se ho lasciato questo video è perché nessun ’altro conosce il motivo di quello che sto per fare. In realtà spero che rimanga nel bauletto per sempre e che tu non lo debba mai vedere. Vorrei che restasse un ricordo di me, e basta. Ma mi conosco, e se hai già scoperto qualcosa non ti fermerai prima di aver portato a galla tutta la verità ed allora preferisco che tu sappia le cose come stanno veramente.
Quindi partiamo dall’inizio.
Il mio nome è Hermione Jane Granger, ho venti anni e vivo a
Londra. Oggi sono qui per…Dio, non immaginavo che sarebbe
stato così difficile
soltanto… dirlo. Scusa. Un minuto, okay? Ce la posso fare,
mi serve solo un
minuto.”
Passa
un’eternità.
Tra l’altro, non ne sono sicura, ma ho come la sensazione
che ci sia qualcun altro nella stanza con lei.
“Okay. Sono Hermione Granger e oggi…oggi voglio cancellare Pansy Parkinson dalla…mia vita”
Ormai ha perso tutta la sicurezza iniziale e ogni singola parola di questa frase esce in maniera forzata e sofferente dalle labbra.
“Per farlo devo cancellare
me stessa, tutto quello che sono
e che ero. Tuttavia penso ti starai chiedendo chi sia la persona che mi
ha portato a
questo”
Una lunga pausa per trovare le parole poi la mia voce attraversa di nuovo la stanza.
“Lei era…bè, lei era la mia ragazza”
Mi vedo prendere un lungo respiro.
“In realtà, era molto più di questo. Lei era tutto. L’amore della mia vita. La mia migliore amica. Non riesco neanche a dirti cos’era per me. Non puoi mettere a parole un legame del genere. È che…”
Si ferma per un momento e io
riconosco in quegli occhi la
vulnerabilità e lo smarrimento, le stesse che scorgo quelle
mattine allo
specchio dopo aver sognato.
Ma non guarda l’obbiettivo della telecamera, è
come se
andasse oltre, come se stesse cercando conferma in qualcuno. Si, ne
sono sicura
ora, non è sola in quella stanza.
“Suppongo che tutto sia iniziato durante il settimo ad Hogwarts. La guerra si poteva ormai dire conclusa, Harry aveva ucciso Voldemort, iniziavano i processi ai mangiamorte e tutti cercavano di ricominciare a vivere.”
Harry? Voldemort? Mangiamorte? Non ho la minima idea di cosa stia parlando.
“Il clima teso e cupo nella
quale era caduto il regno magico
dopo la guerra era inevitabilmente giunto fino ad Hogwarts e, quando il
1
settembre iniziò la scuola, non mi stupii di scorgere in
ognuno quel sorriso
forzato di chi cercava in tutti i modi di risalire dal fondo della
disperazione.
La guerra ci aveva portato via tanto, troppo.
Si era presa la nostra spensieratezza, facendoci diventare
adulti troppo in fretta.
Si era presa la nostra innocenza, sporcandoci le mani di
sangue
Si era presa i nostri cari, costringendoci a guardare la
morte dritta negli occhi.
Ma soprattutto la guerra ci aveva cambiati, tutti. E questo
diventò ancora più chiaro nel momento un cui la
rividi. Quando le nostre
strade, la mia e di Pansy, decisero di intrecciarsi.”
Chiude per un attimo gli occhi, credo riportando alla mente
quei ricordi.
“Era settembre e le lezioni erano iniziate da un paio di
settimane. Sembrava quasi che l’intera scuola, dagli studenti
del primo sino al
settimo anno, perfino i professori, si fossero impegnati in un tacito
accordo per
dimenticare. Le parole mangiamorte e mezzosangue diventarono
tabù, gli orrori
della guerra sprofondarono in una sorta di oblio e ogni tipo di
rivalità tra le
case si spense.
Gli stessi serpeverde smisero di cercare lo scontro e
iniziarono a socializzare con le altre case, gli insulti, le risse e le
prese
in giro cessarono per lasciare spazio alla solidarietà di
chi condivideva lo stesso
tipo di dolore.
E in tutto questo c’era lei, Pansy Parkinson, con il suo
portamento elegante e una costante maschera di indifferenza sul viso,
con i
suoi occhi neri e profondissimi ma al tempo stesso freddi come il
ghiaccio…Anche
lei era cambiata.
Se ne stava sempre sola, non la vedevo mai parlare con nessuno
ne aprirsi in un sorriso e poi, lo ammetto, mi affascinava, tantissimo,
in una
maniera tale che non riuscivo neanche a comprendere.”
Mi sento ridere genuinamente.
“Poi un giorno mentre me ne stavo in biblioteca a studiare
ecco che me la trovo davanti con gli occhi bassi che mi chiede di
aiutarla in
trasfigurazioni.”
Oh mio Dio! Studiare in biblioteca?? Non posso credere di
essere veramente io.
“Ti giuro, era decisamente l’ultima cosa che mi
sarei
aspettata! Decisi di approfittare dell’occasione per poterla
conoscere e
scoprire cosa mi affascinasse tanto di lei e… lo
feci.”
Posso sentire nella sua voce una eccitazione e un entusiasmo
che non mi sono mai appartenuti.
“Scoprii una persona incredibile, allegra, brillante ed a
volte assurda. Merlino, quante volte ho pensato che fosse pazza! E lo
era ma in un
modo magnifico, come tutto lo era di lei d’altronde. Era
così…non so…
seducente!”
A questo punto fa una nuova pausa e mi chiedo quando finirà
il racconto di questo passo.
“Le ripetizioni di trasfigurazioni erano ormai diventate
solo una scusa e si strinse tra noi un legame fortissimo, intenso.
Tutto per me
a quel punto iniziò a cambiare.
Per prima cosa smisi di passare intere giornate sopra i
libri per godermi finalmente un po’ la vita!”
Ora si che mi riconosco.
“Ma cambiò anche quello che c’era tra di
noi, il modo in cui
io la guardavo e in cui lei guardava me, quando pensava non la vedessi.
Stare assieme a lei mi faceva sentire così strana, era come
se la sua presenza potesse al tempo stesso rilassarmi e farmi scorrere
una
scarica elettrica lungo tutto il corpo.
Potevo finalmente sentire le tanto citate ‘ farfalle nello
stomaco ’.
E poi accadde. Una
sera mentre passeggiavamo al limite della foresta proibita.
Ricordo che all’improvviso mi prese una mano per fermarmi,
poi lentamente mi prese l’altra e mi tirò
più vicina a sé.
Quella fu la sera del nostro primo bacio e tornate al
dormitorio…bhe, si sai…noi...insomma”
È rossa come un peperone e non riesce più a
guardare dritta
alla schermo. Mi viene da sorridere guardandola, così
imbarazza, è adorabile.
Mi colpisce diretta al cuore. Non
mi ricordo di te, eppure mi manchi.
“Dopo questo niente fu più lo stesso. Tuttavia
sebbene
decidemmo di tenere nascosta la nostra relazione le cose non potevano
andare
meglio. Certo, abbiamo avuto anche dei momenti difficili, soprattutto
all’inizio, quando finiti i processi ai mangiamorte i
genitori di Pansy vennero
condannati al bacio al dissennatore. Le
stavano per togliere per sempre la sua famiglia e lei non poteva farci
niente.
Per la prima volta la vidi completamente devastata, in lacrime, tanto
fragile
da potersi rompere improvvisamente.
Alla fine però superammo insieme anche questo e ne uscimmo
più forti di prima. Riuscii ad abbattere le mura che aveva
eretto attorno al
suo cuore e mi lasciò entrare, mi permise di aiutarla.
E questo ci portò ad un nuovo livello, un nuovo incredibile,
fantastico livello.
Ero innamorata. Molto innamorata. E un giorno mi fece sapere
che lo era anche lei.”
Sospira, un sospiro di felicità…
“Tutto andava per il meglio. Finita la scuola Pansy decise
iniziare a spendere un po’
dei soldi che
le avevano lasciato i suoi, mentre io potei realizzare il mio sogno ed
entrai
nel corso di addestramento per Auror. Le cose andavano veramente bene
finché…una sera mia
madre…lei…entrò in camera mia mentre
noi…stavamo…”
Mi copro il volto con una mano cercando di immaginare la
scena. OH MIO DIO!!
“Non fu bello. Ci furono grida, pianti e ancora grida. La
mamma proprio non riusciva ad accettarlo. Non solo stavo con una
ragazza, ma
questa era anche la figlia di coloro che aveva ridotto mio padre su una
sedia a
rotelle”
La voce comincia a farsi un po’ tremolante.
“Per fortuna mio padre non era dello stesso avviso e
cercò,
senza successo, di farla ragionare. Inoltre, come se il fatto che mia
madre mi
odiasse non fosse sufficiente, venni a sapere che, nel corso che
frequentavo,
erano fortemente intolleranti con chi avesse qualsiasi tipo relazione
con le ex
famiglie di mangiamorte. Se si fosse venuto a sapere della nostra
relazione
sarei stata sbattuta fuori in un attimo.
Ciò nonostante io e Pansy continuammo a stare insieme, ma le
cose…non erano più le stesse. Ormai solo mio
padre era dalla nostra e dall’altra
parte avevamo tutti contro. Tenni la cosa segreta persino ai miei amici
per non
rischiare di incasinare ancora di più la situazione.
Lavorammo davvero sodo per stare insieme. Fu dura…fu
dannatamente dura. Prima eravamo solo noi due, io e lei, e niente di
ciò che ci
circondava importava. E ora all’improvviso tutto il mondo
esterno contava.
Tutto era diventato una costante menzogna da dire a mia
madre, all’istruttore e ai miei amici…e faceva
male, faceva davvero male non
poter avere ciò che volevo,ciò di cui avevo
bisogno.
Improvvisamente la nostra relazione diventò… come
posso
dire…ancora più segreta. Potevamo vederci solo di
nascosto, tra i suoi impegni
e i miei studi, ma lo ammetto, all’inizio fu divertente, sai,
il brivido del
rischio! Ma sorpassammo in fretta questa fase e divenne solo frustante.
Fottutamente frustante. Eravamo ancora una coppia ma era come se non lo
fossimo
veramente, o per lo meno non del tutto. Le bugie, le
restrizioni…era come se
tutto questo stesse mettendo un muro tra di noi. Il meraviglioso
legame, la
nostra relazione…stavano cambiando, indebolendosi.”
Respira profondamente e io posso sentire l’aria farsi
più
pesante.
“Ma più di ogni altra cosa, quello che
maggiormente mi
feriva era vedere Pansy che lentamente si allontanava da me. Non poteva
fermala, non potevo fare niente. La persona che più
importava nella mia vita,
più importante di me stessa... Sai, quel tipo di amore
incondizionato, puro e
mai egoista…per cui faresti qualsiasi cosa? Lo stavo
perdendo…stavo perdendo
quell’amore.
Facevo quello che potevo eppure mi scivolava tra le dita.”
La mia voce è ormai strozzata e tutto quello che voglio fare
è farla smettere. Io…io voglio aiutarla. Voglio
aiutarmi.
“Ma Pansy non lo faceva. Lei non faceva il possibile come
me. No, lei iniziò a cedere. Voglio dire, se tu vuoi
veramente qualcosa allora
ti impegni duramente per ottenerla! Non importa il resto, non cedi! Tu fai tutto
quello che è in tuo poterlo
per tenertelo!! Perchè... cos’altro potresti
fare?”
Di nuovo silenzio. Un silenzio inquietante.
“Così…Così le cose
iniziarono a crollare. Quello che
chiamano l’inizio della fine.”
Una risata, amara, senza dubbio.
“Devo dire che giungemmo alla fine abbastanza in fretta. Le
cose smisero definitivamente di crollare perché non
c’era rimasto più niente in
piedi. Perché, in un solo istante, tutto quello che
c’era tra noi smise di
esistere. Perché… l’ho
trovata…ho trovato ‘
l’amore della mia vita ’ , la persona
per la quale mi sarei presa un avada
senza esitazioni, l’ho trovata con qualcun altro.
L’ho
trovata con… lui. Con
Blaise. Non
voglio neanche entrare in discorso su chi fosse. Anzi non voglio
neanche più
pronunciare il suo nome. Ti dirò soltanto che li ho trovati
sul nostro letto.
Già, nostro, solo per
noi
due...almeno prima. Facendo ciò…ciò
che avremmo dovuto fare noi. Noi.
Soltanto parlarne mi fa sentire male.”
Perché sento questa amarezza? Perché io,
l’Hermione fuori
dall’intera faccenda, che non ricorda neanche il suo colore
preferito, perché
sento questa amarezza?
“Sai cosa mi fa sentire
ancora
peggio, la parte più ironica? Mi
manca. Mi manca con tutta me stessa. La sua risata, il
suo sorriso,
quello vero, così raro per gli altri ma sempre presente per
me. Il modo in cui
non solo la sua bocca, ma anche i suoi occhi sorridevano e allora io
capivo che
era autentico. E ora mi sento a pezzi, perché non posso
più averlo. Non posso
più avere lei. Ed è come una prigione da cui non
posso scappare. Mi sento come
soffocare e non riesco a capire… se è lei che ha
sbagliato, che ha rovinato tutto…perché sono io
quella che si sente punita?”
Neanche mi sono accorta di essere scesa dal divano e di
essermi inginocchiata davanti la tv, come se avvicinarmi potesse
spingere
l’altra me a continuare il discorso.
“Voglio
solo stare meglio. Solo questo. Voglio solo tornare a
sorridere. Tornare
a essere la ragazza che ero prima di incontrare lei. Voglio svegliarmi
la
mattina e non sentirmi immediatamente triste.
Lo so che dovrei essere forte, che le cose brutte capitano
nella vita… insomma c’è stata la
guerra! Ma questo…questo è peggio. Ho provato
veramente ad andare avanti ma non ci riesco. Questo
dolore…” si poggia una mano
sul petto “…non vuole andarsene.
Non sapevo più cosa fare. Finché non ho scoperto
questo
incantesimo. Cancellazione totale e
definitiva della memoria... ma in pratica significa uccidere se stessi.
Ed è
quello che sto per fare, Hermione Granger sta per cessare di esistere
per
lasciare spazio a te, Ashley.
Spero che tu comprenda questa mia decisione…”
La solitudine, la disperazione nella mia voce…
“… e che tu possa
essere…felice”
...mi
spezzano il
cuore.