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Autore: Nikkio    20/08/2008    3 recensioni
"La mia è una storia strana, che inizia una mattina di 4 anni fa, quando mi svegliai senza più un ricordo e con un mal di testa spaventoso."
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ciao Ashley”.

Guardo lo schermo senza parole. È così strano guardare se stessi fare o dire qualcosa e non ricordare di averlo fatto, sembra quasi di vedere uno sconosciuto al proprio posto.

“Se stai guardando questo video ci sono solo tre possibilità: la più improbabile, che l’incantesimo non sia riuscito, ma ne dubito fortemente, la miglior strega di Hogwarts non sbaglia mai!”

A queste parole si lascia andare ad una piccola e nervosa risata.

“La seconda possibilità” torna seria “è che la voglia di ricordare, il legame con il passato, sia più forte dell’incantesimo. Ma anche in questo caso sono scettica, ho scelto una magia davvero potente.
Arriviamo quindi al terzo caso, il più probabile, ovvero che tu sia stata trovata, o abbia trovato qualcuno appartenente al passato.”

Certo che ero una persona pragmatica.

“Immagino, per essere entrata in possesso del cd, che tu abbia parlato con Ginny. Non so cosa ti ha detto, quale verità o quale versione di me ti abbia raccontato, ma se ho lasciato questo video è perché nessun ’altro conosce il motivo di quello che sto per fare. In realtà spero che rimanga nel bauletto per sempre e che tu non lo debba mai vedere. Vorrei che restasse un ricordo di me, e basta. Ma mi conosco, e se hai già scoperto qualcosa non ti fermerai prima di aver portato a galla tutta la verità ed allora preferisco che tu sappia le cose come stanno veramente.

Quindi partiamo dall’inizio.
Il mio nome è Hermione Jane Granger, ho venti anni e vivo a Londra. Oggi sono qui per…Dio, non immaginavo che sarebbe stato così difficile soltanto… dirlo. Scusa. Un minuto, okay? Ce la posso fare, mi serve solo un minuto.”

Passa un’eternità.
Tra l’altro, non ne sono sicura, ma ho come la sensazione che ci sia qualcun altro nella stanza con lei.

“Okay. Sono Hermione Granger e oggi…oggi voglio cancellare Pansy Parkinson dalla…mia vita”

Ormai ha perso tutta la sicurezza iniziale e ogni singola parola di questa frase esce in maniera forzata e sofferente dalle labbra.

“Per farlo devo cancellare me stessa, tutto quello che sono e che ero. Tuttavia penso ti starai chiedendo chi sia la persona che mi ha portato a questo”

Una lunga pausa per trovare le parole poi la mia voce attraversa di nuovo la stanza.

“Lei era…bè, lei era la mia ragazza”

Mi vedo prendere un lungo respiro.

“In realtà, era molto più di questo. Lei era tutto. L’amore della mia vita. La mia migliore amica. Non riesco neanche a dirti cos’era per me. Non puoi mettere a parole un legame del genere. È che…”

Si ferma per un momento e io riconosco in quegli occhi la vulnerabilità e lo smarrimento, le stesse che scorgo quelle mattine allo specchio dopo aver sognato.
Ma non guarda l’obbiettivo della telecamera, è come se andasse oltre, come se stesse cercando conferma in qualcuno. Si, ne sono sicura ora, non è sola in quella stanza.

“Suppongo che tutto sia iniziato durante il settimo ad Hogwarts. La guerra si poteva ormai dire conclusa, Harry aveva ucciso Voldemort, iniziavano i processi ai mangiamorte e tutti cercavano di ricominciare a vivere.”

Harry? Voldemort? Mangiamorte? Non ho la minima idea di cosa stia parlando.

“Il clima teso e cupo nella quale era caduto il regno magico dopo la guerra era inevitabilmente giunto fino ad Hogwarts e, quando il 1 settembre iniziò la scuola, non mi stupii di scorgere in ognuno quel sorriso forzato di chi cercava in tutti i modi di risalire dal fondo della disperazione.
La guerra ci aveva portato via tanto, troppo.
Si era presa la nostra spensieratezza, facendoci diventare adulti troppo in fretta.
Si era presa la nostra innocenza, sporcandoci le mani di sangue
Si era presa i nostri cari, costringendoci a guardare la morte dritta negli occhi.
Ma soprattutto la guerra ci aveva cambiati, tutti. E questo diventò ancora più chiaro nel momento un cui la rividi. Quando le nostre strade, la mia e di Pansy, decisero di intrecciarsi.”


Chiude per un attimo gli occhi, credo riportando alla mente quei ricordi.


“Era settembre e le lezioni erano iniziate da un paio di settimane. Sembrava quasi che l’intera scuola, dagli studenti del primo sino al settimo anno, perfino i professori, si fossero impegnati in un tacito accordo per dimenticare. Le parole mangiamorte e mezzosangue diventarono tabù, gli orrori della guerra sprofondarono in una sorta di oblio e ogni tipo di rivalità tra le case si spense.
Gli stessi serpeverde smisero di cercare lo scontro e iniziarono a socializzare con le altre case, gli insulti, le risse e le prese in giro cessarono per lasciare spazio alla solidarietà di chi condivideva lo stesso tipo di dolore.
E in tutto questo c’era lei, Pansy Parkinson, con il suo portamento elegante e una costante maschera di indifferenza sul viso, con i suoi occhi neri e profondissimi ma al tempo stesso freddi come il ghiaccio…Anche lei era cambiata.
Se ne stava sempre sola, non la vedevo mai parlare con nessuno ne aprirsi in un sorriso e poi, lo ammetto, mi affascinava, tantissimo, in una maniera tale che non riuscivo neanche a comprendere.”


Mi sento ridere genuinamente.


“Poi un giorno mentre me ne stavo in biblioteca a studiare ecco che me la trovo davanti con gli occhi bassi che mi chiede di aiutarla in trasfigurazioni.”


Oh mio Dio! Studiare in biblioteca?? Non posso credere di essere veramente io.


“Ti giuro, era decisamente l’ultima cosa che mi sarei aspettata! Decisi di approfittare dell’occasione per poterla conoscere e scoprire cosa mi affascinasse tanto di lei e… lo feci.”


Posso sentire nella sua voce una eccitazione e un entusiasmo che non mi sono mai appartenuti.


“Scoprii una persona incredibile, allegra, brillante ed a volte assurda. Merlino, quante volte ho pensato che fosse pazza! E lo era ma in un modo magnifico, come tutto lo era di lei d’altronde. Era così…non so… seducente!”


A questo punto fa una nuova pausa e mi chiedo quando finirà il racconto di questo passo.


“Le ripetizioni di trasfigurazioni erano ormai diventate solo una scusa e si strinse tra noi un legame fortissimo, intenso. Tutto per me a quel punto iniziò a cambiare.
Per prima cosa smisi di passare intere giornate sopra i libri per godermi finalmente un po’ la vita!”


Ora si che mi riconosco.


“Ma cambiò anche quello che c’era tra di noi, il modo in cui io la guardavo e in cui lei guardava me, quando pensava non la vedessi.
Stare assieme a lei mi faceva sentire così strana, era come se la sua presenza potesse al tempo stesso rilassarmi e farmi scorrere una scarica elettrica lungo tutto il corpo.
Potevo finalmente sentire le tanto citate ‘ farfalle nello stomaco ’.
E poi accadde. Una sera mentre passeggiavamo al limite della foresta proibita.
Ricordo che all’improvviso mi prese una mano per fermarmi, poi lentamente mi prese l’altra e mi tirò più vicina a sé.
Quella fu la sera del nostro primo bacio e tornate al dormitorio…bhe, si sai…noi...insomma”


È rossa come un peperone e non riesce più a guardare dritta alla schermo. Mi viene da sorridere guardandola, così imbarazza, è adorabile. Mi colpisce diretta al cuore. Non mi ricordo di te, eppure mi manchi.


“Dopo questo niente fu più lo stesso. Tuttavia sebbene decidemmo di tenere nascosta la nostra relazione le cose non potevano andare meglio. Certo, abbiamo avuto anche dei momenti difficili, soprattutto all’inizio, quando finiti i processi ai mangiamorte i genitori di Pansy vennero condannati al bacio al dissennatore. Le stavano per togliere per sempre la sua famiglia e lei non poteva farci niente. Per la prima volta la vidi completamente devastata, in lacrime, tanto fragile da potersi rompere improvvisamente.
Alla fine però superammo insieme anche questo e ne uscimmo più forti di prima. Riuscii ad abbattere le mura che aveva eretto attorno al suo cuore e mi lasciò entrare, mi permise di aiutarla.
E questo ci portò ad un nuovo livello, un nuovo incredibile, fantastico livello.
Ero innamorata. Molto innamorata. E un giorno mi fece sapere che lo era anche lei.”


Sospira, un sospiro di felicità…


“Tutto andava per il meglio. Finita la scuola Pansy decise iniziare a spendere un po’ dei soldi che le avevano lasciato i suoi, mentre io potei realizzare il mio sogno ed entrai nel corso di addestramento per Auror. Le cose andavano veramente bene finché…una sera mia madre…lei…entrò in camera mia mentre noi…stavamo…”


Mi copro il volto con una mano cercando di immaginare la scena. OH MIO DIO!!


“Non fu bello. Ci furono grida, pianti e ancora grida. La mamma proprio non riusciva ad accettarlo. Non solo stavo con una ragazza, ma questa era anche la figlia di coloro che aveva ridotto mio padre su una sedia a rotelle”


La voce comincia a farsi un po’ tremolante.


“Per fortuna mio padre non era dello stesso avviso e cercò, senza successo, di farla ragionare. Inoltre, come se il fatto che mia madre mi odiasse non fosse sufficiente, venni a sapere che, nel corso che frequentavo, erano fortemente intolleranti con chi avesse qualsiasi tipo relazione con le ex famiglie di mangiamorte. Se si fosse venuto a sapere della nostra relazione sarei stata sbattuta fuori in un attimo.
Ciò nonostante io e Pansy continuammo a stare insieme, ma le cose…non erano più le stesse. Ormai solo mio padre era dalla nostra e dall’altra parte avevamo tutti contro. Tenni la cosa segreta persino ai miei amici per non rischiare di incasinare ancora di più la situazione.
Lavorammo davvero sodo per stare insieme. Fu dura…fu dannatamente dura. Prima eravamo solo noi due, io e lei, e niente di ciò che ci circondava importava. E ora all’improvviso tutto il mondo esterno contava.
Tutto era diventato una costante menzogna da dire a mia madre, all’istruttore e ai miei amici…e faceva male, faceva davvero male non poter avere ciò che volevo,ciò di cui avevo bisogno.
Improvvisamente la nostra relazione diventò… come posso dire…ancora più segreta. Potevamo vederci solo di nascosto, tra i suoi impegni e i miei studi, ma lo ammetto, all’inizio fu divertente, sai, il brivido del rischio! Ma sorpassammo in fretta questa fase e divenne solo frustante. Fottutamente frustante. Eravamo ancora una coppia ma era come se non lo fossimo veramente, o per lo meno non del tutto. Le bugie, le restrizioni…era come se tutto questo stesse mettendo un muro tra di noi. Il meraviglioso legame, la nostra relazione…stavano cambiando, indebolendosi.”


Respira profondamente e io posso sentire l’aria farsi più pesante.


“Ma più di ogni altra cosa, quello che maggiormente mi feriva era vedere Pansy che lentamente si allontanava da me. Non poteva fermala, non potevo fare niente. La persona che più importava nella mia vita, più importante di me stessa... Sai, quel tipo di amore incondizionato, puro e mai egoista…per cui faresti qualsiasi cosa? Lo stavo perdendo…stavo perdendo quell’amore.
Facevo quello che potevo eppure mi scivolava tra le dita.”


La mia voce è ormai strozzata e tutto quello che voglio fare è farla smettere. Io…io voglio aiutarla. Voglio aiutarmi.


“Ma Pansy non lo faceva. Lei non faceva il possibile come me. No, lei iniziò a cedere. Voglio dire, se tu vuoi veramente qualcosa allora ti impegni duramente per ottenerla! Non importa il resto, non cedi! Tu fai tutto quello che è in tuo poterlo per tenertelo!! Perchè... cos’altro potresti fare?”


Di nuovo silenzio. Un silenzio inquietante.


“Così…Così le cose iniziarono a crollare. Quello che chiamano l’inizio della fine.”


Una risata, amara, senza dubbio.


“Devo dire che giungemmo alla fine abbastanza in fretta. Le cose smisero definitivamente di crollare perché non c’era rimasto più niente in piedi. Perché, in un solo istante, tutto quello che c’era tra noi smise di esistere. Perché… l’ho trovata…ho trovato ‘ l’amore della mia vita ’ , la persona per la quale mi sarei presa un avada senza esitazioni, l’ho trovata con qualcun altro.
L’ho trovata con… lui. Con Blaise. Non voglio neanche entrare in discorso su chi fosse. Anzi non voglio neanche più pronunciare il suo nome. Ti dirò soltanto che li ho trovati sul nostro letto. Già, nostro, solo per noi due...almeno prima. Facendo ciò…ciò che avremmo dovuto fare noi. Noi.
Soltanto parlarne mi fa sentire male.”


Perché sento questa amarezza? Perché io, l’Hermione fuori dall’intera faccenda, che non ricorda neanche il suo colore preferito, perché sento questa amarezza?


“Sai cosa mi fa sentire ancora peggio, la parte più ironica? Mi manca. Mi manca con tutta me stessa. La sua risata, il suo sorriso, quello vero, così raro per gli altri ma sempre presente per me. Il modo in cui non solo la sua bocca, ma anche i suoi occhi sorridevano e allora io capivo che era autentico. E ora mi sento a pezzi, perché non posso più averlo. Non posso più avere lei. Ed è come una prigione da cui non posso scappare. Mi sento come soffocare e non riesco a capire… se è lei che ha sbagliato, che ha rovinato tutto…perché sono io quella che si sente punita?”


Neanche mi sono accorta di essere scesa dal divano e di essermi inginocchiata davanti la tv, come se avvicinarmi potesse spingere l’altra me a continuare il discorso.


“Voglio solo stare meglio. Solo questo. Voglio solo tornare a sorridere. Tornare a essere la ragazza che ero prima di incontrare lei. Voglio svegliarmi la mattina e non sentirmi immediatamente triste.
Lo so che dovrei essere forte, che le cose brutte capitano nella vita… insomma c’è stata la guerra! Ma questo…questo è peggio. Ho provato veramente ad andare avanti ma non ci riesco. Questo dolore…” si poggia una mano sul petto “…non vuole andarsene.
Non sapevo più cosa fare. Finché non ho scoperto questo incantesimo. Cancellazione totale e definitiva della memoria... ma in pratica significa uccidere se stessi. Ed è quello che sto per fare, Hermione Granger sta per cessare di esistere per lasciare spazio a te, Ashley.
Spero che tu comprenda questa mia decisione…”


La solitudine, la disperazione nella mia voce…


“… e che tu possa essere…felice”


...mi spezzano il cuore.


  
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