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Autore: virgi_nihal    26/06/2014    2 recensioni
Virginia è nata con un dono.
Un dono che ha reso sopportabile la sua noiosa vita da sedicenne.
Un dono che è anche una maledizione perchè non può essere rivelato a nessuno.
Fino a quando non incontra Marco, un ragazzo misterioso che le insegnerà come controllarlo, usarlo e le svelerà che dietro a questo dono c'è un grande destino che aspetta solo di essere compiuto.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Il giorno in cui il disastro accadde era un lunedì, un lungo e noioso lunedì.
Era il giorno più tremendo di tutta la settimana.
Latino e matematica a fila potevano distruggere anche la concentrazione più ferrea e io, da brava studentessa, avevo perso la mia appena il professore era entrato in classe.
Era decisamente più interessante ascoltare altro.
E altro comprendeva i pensieri di Elisa su un certo Tommaso, cosa che mi disgustò altamente, e l’ascolto di una canzone che non conoscevo per mente di Serena.
Fui richiamata un paio di volte dall’insegnante con l’accusa di essere “con la testa fra le nuvole “, ma nel complesso la giornata trascorse tranquillamente.
Fin troppo.
Fu solo durante l’intervallo che accadde qualcosa di strano; perché quando fissai l’ennesimo ragazzo sconosciuto, ma decisamente carino, non sentii assolutamente niente.
La sua testa era vuota, sgombra, pulita.
E guardarci dentro era come ritrovarsi in una lunga distesa bianca.
Tentai di entrare più a fondo, di scavare dentro, ai lati, sotto , ovunque.
E lui si voltò verso di me e mi guardò.
Solo per un attimo, ovvio, ma mi mise i brividi.
Ebbi un attimo di smarrimento e mi girai verso Irene scuotendola per un braccio, e quando lei mi degnò della sua attenzione le indicai il ragazzo.
«Sai chi è?» chiesi cauta.
Naturalmente sapevo che se avesse sospettato che mi interessava non sarebbe riuscita a mantenere il segreto.
Tipico di Irene.
«Perché, ti interessa?» chiese mentre la sua mente si riempiva di pensieri frenetici.
Mi girai di nuovo verso lo sconosciuto dopo averla guardata male.
«Lo conosci o no?»
«No» rispose dopo averlo scrutato per un po’ «ma non sembra il tuo tipo».
Tentai di non irritarmi troppo quando pensò che poteva essere il suo. Di tipo.
«Ma per piacere..» borbottai mentre quello scompariva dietro un angolo del corridoio.
Forse mi ero sbagliata.
Probabilmente ero solo distratta e lui non mi aveva neanche visto.
Ma avevo la sensazione bruciante che mi avesse sentito entrare nella sua testa.
Strano e… raro, pensai mentre tornavo in classe dopo il suono della campanella.
Straordinario.
Beh… quello straordinario mi avrebbe portato solo guai.
 
I guai , appunto, si presentarono esattamente il giorno successivo quando durante la prima ora mi ero rifugiata in bagno per cercare un po’ di pace.
Avevo un’emicrania tremenda dovuta al fatto che durante storia nessuno prestava attenzione alla materia.
Bensì al professore.
Tutte le sfaccettature del suo viso “perfetto” , a detta di Irene assolutamente sexy, mi ritornavano alla mente.
Trattenni un conato.
Non che non fosse bello, no.
Anzi, quando ancora riuscivo a controllare il mio potere avevo passato giornate intere ad immaginare una nostra ipotetica storia d’amore (naturalmente nascosta e assolutamente proibita).
Assaporai il silenzio che mi circondava e finii a sedere sul pavimento del bagno con un sospiro sollevato.
«Ti senti male?» una voce sconosciuta mi fece sobbalzare.
Aprii gli occhi e mi tirai su di scatto sorpresa di non aver sentito i pensieri di nessuno avvicinarsi.
Guardai in faccia il mio “assalitore”
«Merda» l’esclamazione mi uscì spontanea.
Davanti a me c’era il ragazzo del giorno precedente e finalmente avevo l’opportunità di guardarlo perbene.
Con un sospiro mi resi conto che non mi ero affatto sbagliata: era proprio carino: alto, capelli neri e occhi chiari.
Che classe poteva frequentare? Quarta, quinta..?
«Quarta» mi disse sorridendo appena.
«Oh merda» dissi per la seconda volta.
«Com..» la mia frase finì a metà con l’entrata di un’altra ragazza in bagno e solo allora mi ricordai dove ero.
«Cosa ci fai nel bagno delle ragazze?» dissi sconvolta.
La bionda appena entrata sorrise maleficamente mentre pensava alla mia imboscata in bagno con un ragazzo e a come avrebbe potuto raccontarlo alle sue amiche.
Il ragazzo non sembrò farci caso.
«Ti cercavo» mi disse non appena la ragazza se ne fu andata.
L’ imprecazione mi sfuggì una terza volta.

***
Volevo solo dire che, visto che nessuno mostra molto interesse per questa storia, posterò solo questo e forse il prossimo capitolo e continuerò solo se ci sarà una richiesta da parte vostra.
Grazie.
 
 
 
  
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