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Autore: xDelilah_Morgan    26/06/2014    1 recensioni
Io ero un ragazzo normale, vivevo una vita normale nel mio normale paesino d'origine. Ma poi è arrivata lei, ha preso il mio bel castello di carte e l'ha distrutto semplicemente rivelandomi chi ero davvero.
E cosa fai quando tutto quello che davi per scontato svanisce come sabbia tra le dita?
Cosa fai se ogni tua certezza viene messa in dubbio da una nottata abbastanza bizzarra?
Cosa fai se sei costretto a scappare via ed abbandonare tutto quello che hai costruito in quasi diciotto anni?
Cosa fai se ti dicono che la tua vita vale molto di più di quello che credi dato che sei l'ultimo sopravvissuto della tua specie e ti vogliono morto?
Cosa fai? Semplice: combatti.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo tre – Inconvenienti

PoV Bianca

Uscimmo fuori sul ponte per parlare in privato e vidi subito che il ragazzo si stava torturando le mani.

– Per cosa?– chiesi lievemente preoccupata. Sapevo cosa intendeva, le chiamate erano sempre più frequenti per lui. Avevamo un Guaritore nel nostro Cerchio ma erano così rari quelli con una preparazione militare da essere richiesti dagli altri in continuazione.
– Una missione di salvataggio nelle Montagne Blu. Ne hanno già due ma più siamo meglio è. Non è un posto ospitale... e la guerra di cui parlavate sta già iniziando. C'è stata una rivolta in un villaggio, un'intera valle è stata rasa al suolo questa notte. Sono morte due persone.– mi spiegò ed io mi sentii mancare. Non poteva essere vero. Non volevo crederci. I miei zii abitavano lì e, anche se al loro tempo erano stati due militari eccellenti, con l'avanzare dell'età diventava difficile far fronte a cose di quella portata, per questo ero in pena per loro.
– Quando inizia questa spedizione?– mi sforzai di concentrarmi sul discorso principale: avevano richiesto il mio Guaritore.
– Tre giorni dopo il nostro arrivo ad Aridia. Non ci sarebbero problemi per la nostra spedizione e tornerei subito dopo. Alla fine ci pagano pure bene e sai che alla mia famiglia farebbero comodo un po' di soldi in più. Ma non voglio partire per via di una promessa...– la sua voce si affievolì di colpo e subito intuii qual era il problema principale. Conoscevo i miei amici come le mie tasche ormai.
– Ma non vuoi partire per la promessa che gli hai fatto e perché non vuoi lasciarlo.– affermai e lo vidi irrigidirsi di colpo. Forse lui non l'aveva notato e nemmeno mio cugino, ma c'era qualcosa tra di loro e non era il mio solito film mentale.
– Ma cos– no! Cioè, sì ma non solo per lui... io...– evitava il mio sguardo, preferendo di gran lunga fissare le sue scarpe che ammettere che avevo ragione.
– Non sono affari miei quindi non insiterò su questo punto e non mi immischierò. Ti dico solo che qualsiasi cosa tu scelga, avrai il mio appoggio ma non è con me che devi parlare: è con lui, saprà consigliarti meglio di me. E poi merita di sapere.– rigirai pigramente una ciocca di capelli tra le dita mentre Stefano continuava a guardare le assi di legno a terra.
– Okay, ci parlerò... grazie, Bia.– mi rivolse un mezzo sorriso ed io ricambiai, poi ci dividemmo.
Me ne tornai in cabina con le mie amiche mentre arrivava anche Cloe e riferii cosa mi aveva detto. Sophia scoppiò in lacrime e corse a chiamare Elettra per sentire come stava mentre io mi rivolsi alla mia amica dai capelli viola.
– Andy, riesci a vedere se c'entrano qualcosa i Sussurratori con tutto questo? Dopo quello che hanno fatto ai figli della Notte, c'è da aspettarselo.– le domandai sedendomi accanto a lei sul divanetto della sala Comandi. Si trattava bene la mia Soph... le poggiai la testa sulla spalla e lei mi diede un buffetto sulla guancia.
– Dopo controllo... ma credo sia così.– sbuffò lievemente e guardò la sua coinquilina. – Clo', ti hanno dato la chiave della cabina? Devo andare a prendere una cosa...– mormorò ed io mugolai in protesta. Stavo comoda in quel modo e lei era l'unica persona che con la sola sua presenza riusciva a non farmi prendere dall'ansia da missione. Avevo bisogno di starle vicino in quel momento più che mai.
– Sì, tieni.– la ninfa, leggermente imbronciata, le porse le chiavi e tornò a fissare fuori. Mi appuntai mentalmente di chiederle a quattr'occhi cosa la turbasse.
– Perfetto. Torno subito, donne.– mi lasciò cadere sul cuscino e ridacchiò del mio grugnito di protesta, ovattato dalla stoffa premuta sulla mia faccia.
– Sei malefica, donna.– borbottai mentre mi rialzavo ma lei non mi sentì, era già sparita. – Cloe, come mai sei così giù? È per via del mare?– mi tolsi il pensiero approfittando del momento. Lei arricciò il naso per sistemarsi il piercing e scosse la testa facendo ondeggiare i suoi sottilissimi capelli bianchi.
– È per via di un tipo scontroso che ho visto prima... mi ha infastidito e basta. Stranamente non mi ha fatto ancora nulla il mare...– terminò la frase con un lieve sospiro. Stavo per dirle qualcosa ma venni zittita da un fracasso proveniente da prua.

PoV Stefano

Stavo camminando avanti e indietro lungo il corridoio delle cabine da più di cinque minuti, indeciso se entrare o no in quella che dividevo con Giacomo per parlargli. Ma ero troppo nervoso. Gli avevo promesso che non me ne sarei mai andato ed ora stavo per infrangere quella promessa. Mi sentivo un verme ma mi servivano quei soldi... Dei passi veloci rimbombarono nel corridoio e mi riscossero dai miei pensieri: era Andrea e stava andando verso la sua cabina.
– Andy, che hai? – le chiesi fermando la sua corsa. I suoi occhi sgranati a l'espressione preoccupata che aveva risposero alla domanda prima di lei.
– Ho avuto un brutto presentimento. Sveglia Giacomo e prepara l'arco...– snocciolò e riprese a correre; le obbedii e spalancai la porta. Per svegliare il ragazzo ci misi qualche minuto... un po' perché dormiva come un sasso e un po' perché era stupendo da addormentato: aveva un broncetto adorabile. Si alzò di scatto e gli ordinai di prepararsi per un'eventuale battaglia, Andy non sbagliava mai un presagio. Sentimmo un rumore provenire dall'esterno, lui si alzò in piedi ed diede inizio alla sua mutazione: gli arti gli si contrassero fino a diventare due ali marroncine e il viso gli si affilò, trasformandosi in un becco affilato e i suoi capelli neri diventarono delle corte piume scure. Era circa tre volte più grande di un falco normale nella mutazione ma riuscì ugualmente a volare fuori dalla porta senza farsi male. Uscii dalla cabina dopo di lui e vidi Bianca correre verso di noi. Era già iniziato il panico generale?
– Ci stanno attaccando le Arpie, ora come ora non posso fare niente, devo andare da Nicola. Ci pensate voi?– chiese con un lieve affaticamento della voce. Annuii ed imbracciai la faretra.
– Tu difendilo, qui ci pensiamo noi.– mi rivolse un sorriso e sparì dietro l'angolo. Giacomo uscì sul ponte ed io lo seguii incoccando una freccia, Cloe ci affiancò estraendo i suoi Sai dagli anfibi. Ecco spiegato il perché dei numeri in più... ci teneva un'armeria lì dentro!
Le Arpie stavano fronteggiando due ufficiali di bordo, erano in sei e due di loro avevano preso uno dei ragazzi e lo stavano trascinando in aria. Urlava per il dolore provocato dagli artigli conficcati nella sua carne, usciva davvero tanto sangue. L'altro stava ferendo altri tre esseri con una lancia ma quelli gli avevano strappato via una notevole porzione di pelle dal polso, rendendogli impossibile agire. Beccai una di loro all'occhio, trafiggendoglielo con una freccia mentre Cloe correva in aiuto di quello armato. Lanciò uno dei Sai nel petto dell'arpia, trapassandola. Il suo viso piumato munito di becco e occhi iniettati di sangue, si contrasse in una smorfia di dolore e quella cadde in picchiata nel mare. Guardai Andy correre contro un'arpia che stava volando verso la cabina di pilotaggio dove Sophia tentava di cambiare rotta per portare in salvo la nave. Lanciò uno dei suoi coltelli alla creatura e la colpì al centro delle scapole, quella cadde a terra ma ancora non dava segno di voler cedere. Lei rincarò la dose aggiungendo al primo altri due pugnali e quando l'altra esalò l'ultimo respiro, la ragazza dai capelli viola la raggiunse e riprese le sue armi. Gettò l'arpia in mare e si irrigidì di colpo: ne stavano arrivando altre. Io abbattei con un paio di frecce una delle due che stava tenendo in ostaggio il ragazzo ma quella, prima di morire, gli squarciò la gola. Distolsi lo sguardo e poggiai una mano a pugno sul petto in segno di rispetto per la sua caduta da guerriero. Doveva avere non più di una cinquantina d'anni quel tritone... era relativamente giovane se si pensava che erano immortali. O quasi.
Incoccai un'altra freccia e fiancheggiai Giacomo nella sua lotta. Lui era in volo vicino alle teste delle arpie e tentava di accecarle con i suoi artigli, gli occhi erano il loro punto debole. Stavano aumentando a dismisura, ormai erano circa in venti e ci stavano circondando; l'intero equipaggio della nave accorse ad aiutarci ma ancora non riuscivamo ad ucciderle prima di fargli raggiungere uno di noi. Andy lanciava coltelli a destra e a manca, i tritoni mulinavano i loro tridenti e le loro lance, Cloe feriva con i Sai le ali delle creature e Falco artigliava loro gli occhi.
Eravamo tutti impegnati e quasi allo stremo delle forze così decisi di andare a chiamare Bia, il suo aiuto era essenziale. Corsi con l'arco teso davanti a me verso le scale del ponte e trovai tre arpie che si avvicinavano minacciose alla ragazza.
– Dacci il Figlio della Notte!– biascicò una di loro schioccando il becco. Lei era con le spalle poggiate sulla porta della sua cabina che contrastava con una fiammella evocata l'avanzata delle tre avversarie, bruciandogli le ali e spaventandole. Scoccai un colpo verso il collo di quella al centro che si voltò si scatto, lasciando in pace Bianca.
– Ste! Non sono mai stata così felice di vederti...– sorrise e con ritrovato vigore, evocò una sfera di fuoco e la schiantò sull'arpia poco prima che questa le strappasse un braccio con gli artigli. L'altra però le ferì un fianco. Urlò di dolore e si appoggiò alla parete, incapace di reggersi in piedi. Colpii l'arpia in fronte, conficcandole la freccia al centro degli occhi e la guardai cadere accanto alla mia amica. Corsi da lei e l'aiutai ad entrare in cabina dove un tremante Nicola le corse in contro.
– Che è successo?– domandò con un filo di voce mentre mi aiutava a stenderla sul letto.
– Arpie: ci stanno attaccando. L'hanno ferita. Tienila sveglia, ci penso io.– ordinai mentre spostavo i lembi stracciati della sua maglietta. Lui le prese la testa e se l'appoggiò sulle gambe; iniziò a parlarle mentre lei continuava a mugolare per il dolore.
– Bianca, sono qui. Rimani con me...– le disse stringendo la mano attorno alla spalla della ragazza. Io iniziai a rimarginare la sua ferita con un notevole sforzo. Pensare che Giacomo poteva essere nelle stesse condizioni se non peggio non aiutava a concentrarmi.
– Ehy, non dormire. Parlami.– lei scosse lievemente la testa e lui sospirò. La ferita si rimarginò e lei si sforzò per rimettersi in piedi.
– Va bene così, Ste. Risparmia le forze per gli altri.– mi ordinò ed io annuii: in momenti come quello era inutile contraddirla.
– Nicola, devo andare ad aiutarli. Ti prego: barricati nel bagno ed aspettami, okay?– il ragazzo annuì e fece come richiesto. Bianca uscì fuori di corsa, zoppicando un po' per via della ferita, e si unì alla battaglia. Tre ragazzi erano a terra, privi di sensi o peggio, alcune arpie stavano artigliando pezzi di lamiera dalla prua, forando la nave e lasciando entrare l'acqua nella stiva e Sophia lottava ancora con il timone per raggiungere l'isola che si stagliava davanti a noi. Appena impostò la rotta, estrasse da una cassapanca nella cabina un'enorme spada a due mani. Raggiunse le arpie e con espressione furente gli urlò contro.
– Nessuno tocca la mia bambina, chiaro? Stupide bestie.– staccò di netto un'ala alla prima creatura che incrociò e la fece cadere dalla banchina con un calcio, trapassò un'altra e decapitò l'ultima con una forza che non mi sarei mai aspettato di vedere in lei. Insomma, lei era la dolce Sophia che piangeva sempre per Elettra, la piccola biondina talmente minuta che ogni volta che tirava il vento, ti veniva istintivo ancorarla a terra per non farla volare via... non era la sanguinaria vendicatrice di navi che maneggiava una spada enorme con la facilità con cui io mangiavo un piatto di spaghetti. Fissò la sua nave mezza distrutta che immagazzinava acqua e tornò nella cabina per accelerare.
Giacomo aveva un'ala ferita, stava sanguinando e faticava a volare ma continuava comunque a tenere testa alle tre creature. Mi si strinse il cuore ma riuscii lo stesso ad abbatterne una, alle altre due ci pensò lui. Bianca continuava ad arrostire con le sue fiamme qualsiasi nemico le si parasse davanti e Andy riuscì a torcere a mani nude il collo di una di loro che si era avvicinata troppo alle cabine. Tre ragazzi dell'equipaggio stavano aiutando uno di loro con una gamba gravemente ferita, quello con il polso lacerato era in lacrime e gli altri due avevano dei graffi lungo al schiena e la pancia. Un altro lanciava ancora il suo tridente alle ultime arpie rimaste. Ne uccise due, lasciando le altre alle ragazze. Cloe stava per eliminare l'ultima quando questa la spinse giù dal ponte. Urlò durante la caduta e subito corsero ad aiutarla, Bianca ed Andrea finirono il lavoro mentre uno dei tritoni si buttò in mare per recuperarla. Doveva fare in fretta: per le ninfe d'acqua dolce, il mare era la cosa più vicina all'acido cloridrico esistente. Quando riemersero pochi minuti dopo, avevamo già buttato i cadaveri in mare e stavamo facendo la conta dei feriti e dei danni. Quattro ragazzi dell'equipaggio erano feriti, tre erano morti. Andy aveva solo un paio di graffi e troppe macchie di sangue di arpia sui vestiti, Bianca era corsa di nuovo da Nicola e Sophia era illesa e molto arrabbiata. Mi precipitai da Giacomo, che si stringeva una mano sulla spalla. Iniziai a curarlo mentre gli stringevo la mano. In un'altra occasione mi sarei sentito stupido ad espormi tanto, ma ero troppo in pena per non lasciarmi andare e concedermi un po' di libertà. Mi sorrise e provò ad alzarsi ma lo bloccai a terra finché non vidi il tessuto cicatrizzarsi.
– Aiuta gli altri, sto bene ora.– biascicò iniziando a camminare verso i corpi esanimi dell'equipaggio. I feriti li stavano disponendo con cura per le loro onoranze funebri, era un momento così profondo che mi sentii in colpa ad interromperli ma dovevano essere curati. Mi avvicinai ma Sophia, tornata la tranquilla ragazza di sempre, mi bloccò.
– Lascia stare... a loro basta l'acqua di mare per rigenerarsi. Vai da Cloe, è più grave del previsto.– fece un cenno verso il tritone che stava poggiando a terra la ragazza piena di escoriazioni sulla pelle nuda. Corsi verso di lei e condussi il ragazzo fino alla sua cabina. La poggiò sul letto e rimase in piedi nella cabina con me per assisterla. Sul polso non aveva più nulla, solo un segno rossastro. Presi un profondo respiro ed iniziai il mio lavoro. Non sarebbe stata una passeggiata.

PoV Bianca

Bussai alla porta del bagno dove si era chiuso Nicola e, appena mi aprì, Mi ordinò di stendermi ed entrò in modalità “Mamma iperprotettiva”.
– Stai bene? Hai bisogno di qualcosa? Che è successo?– iniziò a tempestarmi di domande ed io alzai una mano per bloccarlo.
– Nicola, sto bene. Mi hanno fatto di peggio. È successo che le Arpie si sono alleate con i Sussurratori, volevano ucciderti per conto loro. Tutti vogliono ucciderti quindi prima arriviamo ad Aridia, prima impari a difenderti.– sospirai accomodandomi nei cuscini. Mi serviva un po' di riposo. Ma non arrivò perché Andy bussò alla mia porta e mi rapì per andare a fare due chiacchiere a quattr'occhi. Lasciai Nicola con Giacomo e seguii la sua testa viola fino alla cabina che condivideva con Cloe.
– Arcobaleno...– sussurrò con voce grave. Si sedette sul suo letto ed io le presi la mano tra le mie.
– Che c'è, tesoro?– appoggiai di nuovo la testa sulla spalla, sentendo che stava tremando ed aveva il respiro mozzato. Non riuscivo proprio a vederla in quello stato. Soprattutto se non potevo fare nulla per aiutarla.
– Non mi è passata la brutta sensazione. Questa volta è peggio di tutte le altre. E non riesco a vedere nulla. Io... io sono stanca di tutto questo.– scoppiò a piangere ed io la abbracciai, sentendo gli occhi pizzicare.
– Resisti per me. Finito l'addestramento partiremo insieme e addio mondo.– la strinsi lasciandola sfogare mentre la nave attraccava ad un porticciolo in una delle Isole Nascoste. Le arpie avevano causato seri danni alla prua e dovevano essere riparati, noi dovevamo riposarci e fare il punto della situazione. Era scoppiata una guerra, eravamo costantemente sotto attacco ed Andy aveva un presagio peggiore del solito. Per un minuto sentii che la speranza se ne stava andando ma poi mi ricordai della decisione di Nicola che con sguardo fiero aveva accettato il suo destino ed aveva capito chi era davvero, strinsi la mia migliore amica che aveva smesso di piangere e il suo viso determinato mi ricordò chi ero io. Io ero Arcobaleno: Guardiana dell'ultimo figlio della Notte e parte di un Cerchio con una missione da compiere. E l'avremmo portata a termine a qualsiasi costo.


**Angoletto dell'autrice**

Come avrete capito non ho un intervallo di tempo preciso per gli aggiornamenti, li pubblico quando li finisco sooo perdonatemi ♥

Well, che dire del capitolo? Io non so descrivere bene le battaglie e roba simile quindi perdonatemi anche questo. Spero si capisca già più o meno chi finirà con chi e che sto descrivendo bene i primi passi delle loro relazioni e bla bla bla... recensite çwç Sono disperata e se non fosse per la cara DarkViolet mi deprimerei ed ucciderei tutti quanti (lol) quindi ti ringraziamo tutti insieme ♥
Grazie anche ad Arya373, babykaix813 e Giughi10 per averla inserita tra le seguite *lancia amore*
E poi al solito grazie alla mia dolce metà perché non è sicura se ama o odia il capitolo ma è sicura di amare me(e la amo anch'io unconditionally ♥), al mio Beta/Figlio che l'ha corretta e non ha sclerato per i miei ritardi mentali e a Fra perché lei è la Cloe perfetta. 

Seguitemi nella mia pagina e nei miei vari profili, troverete i link nei capitoli precedenti.
Ve se ama, Dede♥

  
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