Cap
29
Rimettere
piede a scuola dopo tutto quello che era
successo le sembrava oltremodo strano. Le vacanze natalizie sembravano
essersi
protratte per mesi, quando in realtà era passata appena una
settimana. Era
buffo come pochi giorni fossero stati sufficienti a cambiare in modo
tanto
drastico la sua vita. Era partita stretta nella morsa di un contratto
prematrimoniale che non desiderava con il suo ex ragazzo ed era tornata
libera,
ma con una famiglia sul piede di guerra, e al braccio del suo attuale
ragazzo.
-
Pronta per ricominciare con i compiti e lo stress
della scuola? – le chiese Oliver, passandole un braccio
intorno alla vita
mentre entravano nella Sala Grande.
-
Dopo tutto quello che abbiamo passato in questi
giorni, tornare a scuola sembra quasi piacevole. –
Il
ragazzo annuì, rispondendo al cenno di saluto di
Alicia e del resto dei loro amici. Le vacanze non erano ancora finite e
a
scuola erano rimasti talmente pochi studenti che i tavoli delle Case
avevano
lasciato spazio ad alcuni molto più piccoli in cui non
veniva fatta alcuna
distinzione di appartenenza.
Fiamma
scivolò accanto a Terence, scoccandogli un
bacio sulla guancia e ridendo quando l’amico di una vita la
stritolò in uno dei
suoi leggendari abbracci spaccaossa. Sorrise a Katie e Alicia,
battè il cinque
ad Adrian e appoggiò la testa sulla spalla di Oliver una
volta che questo si fu
accomodato al suo fianco.
-
Allora, quanto sono stati orribili Giano e Heidi?
– domandò Terence, rivolgendosi al Grifondoro e
dando l’impressione di sapere
alla perfezione cosa aspettarsi da quei due.
-
Non poi così tremendi, in realtà, anche se credo
che sua madre mi odi. –
-
Heidi odia tutti, non fa distinzioni, quindi non
prenderla come una cosa personale. –
Fiamma
si finse indignata: - Ehy, stai parlando di
mia madre, Tere! –
Il
ragazzo si battè teatralmente una mano sulla
fronte.
-
Giusto, ho dimenticato di dire che, oltre a essere
bisbetica, è permalosa, lunatica, sprovvista di senso
dell’umorismo e infida
come una serpe in seno. –
Risero
tutti, mentre Fiamma annuiva con aria
soddisfatta. – Ecco, ora sì che hai dipinto un
quadro perfetto della mia amorevole
mammina. –
-
Parliamo di cose più allegre, però. Che avete
fatto in questi giorni? –
Oliver
cercò di riportare il discorso su un terreno
neutrale. Pochi tavoli dietro al loro c’era Marcus in
compagnia di Derrick e
Bole e non si sentiva ancora del tutto pronto ad affrontarlo per
ringraziarlo e
provare a ripristinare il loro rapporto. Non importava quanto Fiamma ci
tenesse
e tutto il resto, lui si sentiva ancora dannatamente in imbarazzo.
Tanto meglio
allontanare l’argomento famiglia, quindi, nella speranza che
la sua ragazza si
dimenticasse della sua promessa.
Speranza
vana, ovviamente, perché il suo maldestro
tentativo venne visto proprio per quello che era.
-
Non cercare di cambiare discorso, Olly. Devi dire
qualcosa a una certa persona, o sbaglio? –
Afferrò
un calice di succo di zucca, bevendolo con
calma, e cercando di prendere tempo.
-
Ci parlerò, te l’ho detto … che fretta
c’è? –
Fiamma
scosse la testa.
-
Adesso. –
-
Ma … - provò a protestare.
-
Niente ma, Oliver Andrew Baston, ho detto adesso.
– insistè, risoluta.
Sbuffò,
rassegnato a obbedire ai suoi ordini.
-
Certe volte sei proprio identica a tua madre, sai?
– borbottò.
-
Lieta di sentirtelo dire. Ora, coraggio, scattare.
– lo esortò, appioppandogli uno schiaffetto sul
sedere e ridendo divertita.
Si
diresse verso il tavolo di Marcus, strascicando i
piedi controvoglia. Cosa avrebbe potuto dire: “Grazie per
esserti preso la
responsabilità”, “Scusa se io e la tua
ragazza ci siamo innamorati e ti abbiamo
complicato la vita”, “Mi dispiace se i tuoi sono
furiosi con te”?
Sembrava
tutto così maledettamente inadeguato.
-
Ti serve qualcosa, Baston? – chiese, aggressivo,
Bole.
Evidentemente
ai due Battitori nonché nuovi migliori
amici di Marcus non era ancora andato giù il fatto che
avesse sottratto la
ragazza al loro Capitano … O magari il problema era che li
aveva privati della
migliore Cacciatrice che avessero avuto nell’arco di quei
sette anni. O forse
lo odiavano e basta, a prescindere dal motivo.
Sì,
quest’ultima opzione sembrava essere la più
probabile.
-
Parlare con Marcus, possibilmente da soli. –
replicò, cercando lo sguardo del suo ex migliore amico.
Il
ragazzo lo soppesò per un attimo, ma poi annuì e
si alzò in piedi, dirigendosi verso l’uscita.
Quando
furono soli, prese la parola.
-
Ti ascolto, di cosa vuoi parlare? –
-
Grazie. –
Ecco,
tante pippe mentali su cosa dire e sul
discorso da preparare e invece se ne era uscito con la parola
più semplice,
comune e scontata di tutte. “Grazie”.
-
Per cosa? – chiese, strizzando gli occhi come se
lo stesse mettendo sotto esame.
-
Per tutto quello che hai fatto. Per avermi
ospitato, per avermi aiutato con Ulliel, avermi convinto a non mollare
e per
esserti esposto in quel modo con i vostri genitori. Grazie per tutto,
Marcus. –
Marcus
rimase in silenzio, evidentemente preso in
contropiede, ma poi scosse la testa.
-
Non devi ringraziarmi, non l’ho fatto per te. –
borbottò.
Il
luccichio che era comparso nel suo sguardo, però,
diceva il contrario. Era la stessa luce che compariva quando ai vecchi
tempi
diceva una bugia, non era mai stato bravo a mentire. Non con lui, per
lo meno.
-
Lo hai fatto per Fiamma, ma in minima parte anche
per me. Lo so. – asserì.
Marcus
gli voltò le spalle, tornando verso la Sala
Grande, ma prima di entrare replicò, talmente piano da
risultare quasi
inudibile: - In fin dei conti una volta eri il mio migliore amico,
dovevo pur
fare qualcosa per te. –
Oliver
lo seguì con lo sguardo, mentre gli occhi
celesti si riempivano degli spettri dei ricordi passati. Non importava
tutto
l’odio che si erano riversati addosso in quegli ultimi anni:
il rapporto tra
loro due sarebbe esistito per sempre.
-
Allora? – gli chiese Fiamma non appena ebbe messo
piede dentro la Sala Grande.
-
Allora credo che si possano ricucire i rapporti. –
Il
sorriso che le solcò le labbra gli riscaldò il
cuore.
-
Mi piacerebbe se le cose tra voi tornassero a
posto. Ve lo meritate. –
-
Se così fosse il merito sarebbe tutto tuo. –
Scosse
la testa. – No, non è vero. –
-
Invece sì, sei tu il filo che ci unisce adesso, è
solo merito suo se ci stiamo riavvicinando. –
-
Qualcuno direbbe che l’aver rubato la ragazza al
suo ex migliore amico non sia propriamente il modo migliore per
riconquistarne
l’amicizia. – osservò Terence, ricevendo
per tutta risposta un buffetto dietro
al collo da Katie.
-
Falla finita, non sei di alcun aiuto. – lo
rimproverò la fidanzata.
-
Volevo essere sincero, non d’aiuto. –
borbottò.
-
Una serpe sincera? Allora sì che ne avrei viste
proprio di tutti i colori. –
-
Schietto e inappropriato come sempre, Davies. –
commentò acidamente Terence.
Il
fatto che il bel Corvonero fosse uscito un paio
di volte con la sua Katie proprio non gli andava giù.
-
Ragazzi, non ricominciate, per favore. –
Poi,
a beneficio di Oliver e Fiamma, aggiunse: -
Sono andati avanti a punzecchiarsi per tutte le vacanze. Senza voi due
a
tenerli a bada sono insopportabili. – mormorò,
spazientita la Grifondoro.
-
Roger, perché non mi racconti di quella tattica
che hai studiato? – propose Oliver, alzandosi e portando il
Cacciatore via con sé.
Fiamma
gli soffiò un bacio, sorridendogli grata.
*
-
Allora, Capitano, vuoi dirci perché hai convocato
questa riunione? –
Harper
lo fissava con crescente curiosità. Aveva
detto che si trattava di qualcosa d’importante, ma non aveva
dato ulteriori
dettagli.
-
Ho deciso di reintegrare Fiamma nella squadra. –
decretò.
Era
la decisione più giusta, non solo perché i
rapporti
tra loro si erano ricuciti ma anche perché lei era la loro
giocatrice di punta
e non potevano permettersi di perderla per un suo stupido capriccio
dettato
dalla gelosia. Ma, cosa più importante, sapeva quanto la
ragazza amasse quello
sport e quanto avesse sofferto la lontananza dal campo. Era giunto il
momento
che le cose tornassero come prima.
Il
resto della squadra annuì. Nessuno aveva un
valido motivo per tenerla fuori e, anzi, il suo allontanamento era
stato
dettato unicamente dalla decisione del Capitano, non certo da altri
motivi o da
uno scarso affiatamento.
-
Le hai già dato la bella notizia? –
domandò Harper.
-
Non ancora, volevo essere sicuro che andasse bene
a tutti voi. –
-
Che aspetti, Capitano? Va a dirglielo! – esclamò
il
tredicenne.
E,
una volta tanto, Marcus dovette riconoscere che
quel ragazzino sapeva essere anche saggio e simpatico.
Li
lasciò lì, uscendo dalla Sala Comune e
dirigendosi verso la biblioteca. La trovò seduta al suo
solito tavolo, china su
un tema di Trasfigurazione.
Come
sempre ogni volta in cui le si avvicinava
doveva trattenersi dallo stringerla a sé e baciarla. Era
così bella, persino
china sui libri, che gli sembrava contro natura rimanere semplicemente
fermo a
guardarla. Però non era più sua, non
l’amava più, e non poteva rischiare di
perderla anche come amica. Sospirò, preparandosi a mantenere
il controllo.
-
Posso parlarti? – le chiese, scivolandole accanto
e occupando la sedia libera.
Fiamma
mise via il rotolo di pergamena e ripose la
piuma nel calamaio.
-
Certo, dimmi. –
-
Ho parlato con i ragazzi e abbiamo deciso
all’unanimità
che puoi tornare in squadra … sempre se lo vuoi, ovviamente.
–
Aveva
appena finito di parlare che gli saltò
addosso, stringendolo in un abbraccio stritolatore. Le cinse i fianchi
con aria
meccanica, sforzandosi di ignorare il suo profumo e quanto fosse bello
sentirla
di nuovo così vicina.
-
Grazie, Cus. Grazie, grazie, grazie! –
-
Sei la nostra migliore risorsa e so che il
Quidditch per te è tutto. Mi dispiace per essere stato
talmente infantile da
buttarti fuori solo perché mi avevi lasciato e avevi scelto
un altro. –
mormorò.
-
E a me dispiace di avertelo sbattuto in faccia. –
ammise.
Marcus
scosse la testa, facendo violenza a se stesso
per dire quelle parole.
-
È tutto passato, ho accettato le cose come stanno.
–
Spazio
autrice:
Capitolo
scandalosamente corto, me ne rendo conto,
ma non volevo far aspettare ancora i lettori prima di aggiornare
né rendere
troppo chilometrale il capitolo seguente quindi ho deciso di tagliarlo
a metà e
spartire un po’ le news nei due capitoli. Spero che vi sia
piaciuto e che
vogliate farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.
Baci
baci,
Fiamma
Erin Gaunt