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Autore: Fiamma Erin Gaunt    27/06/2014    2 recensioni
Oliver Baston, settimo anno, Grifondoro, Portiere e Capitano della squadra di Quidditch ed ex migliore amico di Marcus Flitt.
Fiamma Night, sesto anno, Serpeverde,Cacciatrice della squadra di Quidditch e ragazza di Marcus Flitt.
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Dal capitolo 27:
- Io ti amo. Amo il modo in cui i tuoi capelli brillano come fiamme sotto i raggi del Sole, amo la tua camminata sinuosa, il modo così spontaneo in cui ridi, lo sguardo che hai quando mi guardi, le tue mani gelide che fanno da contraccolpo al tuo cuore caldo, la tua testardaggine e quel tuo essere Serpe. Amo le tue battutine sarcastiche, l’aggressività che sai dimostrare, quel tuo far finta che tutto il resto non ti tocchi. Amo il tuo saper essere dolce, il tuo essere protettiva come una leonessa quando si tratta di qualcuno a cui tieni, la luce che accende il tuo sguardo quando vuoi qualcosa e sei disposta a tutto per ottenerlo. E poi amo il sapore delle tue labbra, il profumo della tua pelle e come il tuo corpo fa rabbrividire di piacere il mio quando siamo vicini. Ti amo, è sempre stato così e sempre lo sarà. -
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marcus Flint, Nuovo personaggio, Oliver Wood/Baston
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'Slytherin Love Tales'
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Cap 29

 

 

 

 

 

Rimettere piede a scuola dopo tutto quello che era successo le sembrava oltremodo strano. Le vacanze natalizie sembravano essersi protratte per mesi, quando in realtà era passata appena una settimana. Era buffo come pochi giorni fossero stati sufficienti a cambiare in modo tanto drastico la sua vita. Era partita stretta nella morsa di un contratto prematrimoniale che non desiderava con il suo ex ragazzo ed era tornata libera, ma con una famiglia sul piede di guerra, e al braccio del suo attuale ragazzo.

- Pronta per ricominciare con i compiti e lo stress della scuola? – le chiese Oliver, passandole un braccio intorno alla vita mentre entravano nella Sala Grande.

- Dopo tutto quello che abbiamo passato in questi giorni, tornare a scuola sembra quasi piacevole. –

Il ragazzo annuì, rispondendo al cenno di saluto di Alicia e del resto dei loro amici. Le vacanze non erano ancora finite e a scuola erano rimasti talmente pochi studenti che i tavoli delle Case avevano lasciato spazio ad alcuni molto più piccoli in cui non veniva fatta alcuna distinzione di appartenenza.

Fiamma scivolò accanto a Terence, scoccandogli un bacio sulla guancia e ridendo quando l’amico di una vita la stritolò in uno dei suoi leggendari abbracci spaccaossa. Sorrise a Katie e Alicia, battè il cinque ad Adrian e appoggiò la testa sulla spalla di Oliver una volta che questo si fu accomodato al suo fianco.

- Allora, quanto sono stati orribili Giano e Heidi? – domandò Terence, rivolgendosi al Grifondoro e dando l’impressione di sapere alla perfezione cosa aspettarsi da quei due.

- Non poi così tremendi, in realtà, anche se credo che sua madre mi odi. –

- Heidi odia tutti, non fa distinzioni, quindi non prenderla come una cosa personale. –

Fiamma si finse indignata: - Ehy, stai parlando di mia madre, Tere! –

Il ragazzo si battè teatralmente una mano sulla fronte.

- Giusto, ho dimenticato di dire che, oltre a essere bisbetica, è permalosa, lunatica, sprovvista di senso dell’umorismo e infida come una serpe in seno. –

Risero tutti, mentre Fiamma annuiva con aria soddisfatta. – Ecco, ora sì che hai dipinto un quadro perfetto della mia amorevole mammina. –

- Parliamo di cose più allegre, però. Che avete fatto in questi giorni? –

Oliver cercò di riportare il discorso su un terreno neutrale. Pochi tavoli dietro al loro c’era Marcus in compagnia di Derrick e Bole e non si sentiva ancora del tutto pronto ad affrontarlo per ringraziarlo e provare a ripristinare il loro rapporto. Non importava quanto Fiamma ci tenesse e tutto il resto, lui si sentiva ancora dannatamente in imbarazzo. Tanto meglio allontanare l’argomento famiglia, quindi, nella speranza che la sua ragazza si dimenticasse della sua promessa.

Speranza vana, ovviamente, perché il suo maldestro tentativo venne visto proprio per quello che era.

- Non cercare di cambiare discorso, Olly. Devi dire qualcosa a una certa persona, o sbaglio? –

Afferrò un calice di succo di zucca, bevendolo con calma, e cercando di prendere tempo.

- Ci parlerò, te l’ho detto … che fretta c’è? –

Fiamma scosse la testa.

- Adesso. –

- Ma … - provò a protestare.

- Niente ma, Oliver Andrew Baston, ho detto adesso. – insistè, risoluta.

Sbuffò, rassegnato a obbedire ai suoi ordini.

- Certe volte sei proprio identica a tua madre, sai? – borbottò.

- Lieta di sentirtelo dire. Ora, coraggio, scattare. – lo esortò, appioppandogli uno schiaffetto sul sedere e ridendo divertita.

Si diresse verso il tavolo di Marcus, strascicando i piedi controvoglia. Cosa avrebbe potuto dire: “Grazie per esserti preso la responsabilità”, “Scusa se io e la tua ragazza ci siamo innamorati e ti abbiamo complicato la vita”, “Mi dispiace se i tuoi sono furiosi con te”?

Sembrava tutto così maledettamente inadeguato.

- Ti serve qualcosa, Baston? – chiese, aggressivo, Bole.

Evidentemente ai due Battitori nonché nuovi migliori amici di Marcus non era ancora andato giù il fatto che avesse sottratto la ragazza al loro Capitano … O magari il problema era che li aveva privati della migliore Cacciatrice che avessero avuto nell’arco di quei sette anni. O forse lo odiavano e basta, a prescindere dal motivo.

Sì, quest’ultima opzione sembrava essere la più probabile.

- Parlare con Marcus, possibilmente da soli. – replicò, cercando lo sguardo del suo ex migliore amico.

Il ragazzo lo soppesò per un attimo, ma poi annuì e si alzò in piedi, dirigendosi verso l’uscita.

Quando furono soli, prese la parola.

- Ti ascolto, di cosa vuoi parlare? –

- Grazie. –

Ecco, tante pippe mentali su cosa dire e sul discorso da preparare e invece se ne era uscito con la parola più semplice, comune e scontata di tutte. “Grazie”.

- Per cosa? – chiese, strizzando gli occhi come se lo stesse mettendo sotto esame.

- Per tutto quello che hai fatto. Per avermi ospitato, per avermi aiutato con Ulliel, avermi convinto a non mollare e per esserti esposto in quel modo con i vostri genitori. Grazie per tutto, Marcus. –

Marcus rimase in silenzio, evidentemente preso in contropiede, ma poi scosse la testa.

- Non devi ringraziarmi, non l’ho fatto per te. – borbottò.

Il luccichio che era comparso nel suo sguardo, però, diceva il contrario. Era la stessa luce che compariva quando ai vecchi tempi diceva una bugia, non era mai stato bravo a mentire. Non con lui, per lo meno.

- Lo hai fatto per Fiamma, ma in minima parte anche per me. Lo so. – asserì.

Marcus gli voltò le spalle, tornando verso la Sala Grande, ma prima di entrare replicò, talmente piano da risultare quasi inudibile: - In fin dei conti una volta eri il mio migliore amico, dovevo pur fare qualcosa per te. –

Oliver lo seguì con lo sguardo, mentre gli occhi celesti si riempivano degli spettri dei ricordi passati. Non importava tutto l’odio che si erano riversati addosso in quegli ultimi anni: il rapporto tra loro due sarebbe esistito per sempre.

 

 

 

- Allora? – gli chiese Fiamma non appena ebbe messo piede dentro la Sala Grande.

- Allora credo che si possano ricucire i rapporti. –

Il sorriso che le solcò le labbra gli riscaldò il cuore.

- Mi piacerebbe se le cose tra voi tornassero a posto. Ve lo meritate. –

- Se così fosse il merito sarebbe tutto tuo. –

Scosse la testa. – No, non è vero. –

- Invece sì, sei tu il filo che ci unisce adesso, è solo merito suo se ci stiamo riavvicinando. –

- Qualcuno direbbe che l’aver rubato la ragazza al suo ex migliore amico non sia propriamente il modo migliore per riconquistarne l’amicizia. – osservò Terence, ricevendo per tutta risposta un buffetto dietro al collo da Katie.

- Falla finita, non sei di alcun aiuto. – lo rimproverò la fidanzata.

- Volevo essere sincero, non d’aiuto. – borbottò.

- Una serpe sincera? Allora sì che ne avrei viste proprio di tutti i colori. –

- Schietto e inappropriato come sempre, Davies. – commentò acidamente Terence.

Il fatto che il bel Corvonero fosse uscito un paio di volte con la sua Katie proprio non gli andava giù.

- Ragazzi, non ricominciate, per favore. –

Poi, a beneficio di Oliver e Fiamma, aggiunse: - Sono andati avanti a punzecchiarsi per tutte le vacanze. Senza voi due a tenerli a bada sono insopportabili. – mormorò, spazientita la Grifondoro.

- Roger, perché non mi racconti di quella tattica che hai studiato? – propose Oliver, alzandosi e portando il Cacciatore via con sé.

Fiamma gli soffiò un bacio, sorridendogli grata.

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

- Allora, Capitano, vuoi dirci perché hai convocato questa riunione? –

Harper lo fissava con crescente curiosità. Aveva detto che si trattava di qualcosa d’importante, ma non aveva dato ulteriori dettagli.

- Ho deciso di reintegrare Fiamma nella squadra. – decretò.

Era la decisione più giusta, non solo perché i rapporti tra loro si erano ricuciti ma anche perché lei era la loro giocatrice di punta e non potevano permettersi di perderla per un suo stupido capriccio dettato dalla gelosia. Ma, cosa più importante, sapeva quanto la ragazza amasse quello sport e quanto avesse sofferto la lontananza dal campo. Era giunto il momento che le cose tornassero come prima.

Il resto della squadra annuì. Nessuno aveva un valido motivo per tenerla fuori e, anzi, il suo allontanamento era stato dettato unicamente dalla decisione del Capitano, non certo da altri motivi o da uno scarso affiatamento.

- Le hai già dato la bella notizia? – domandò Harper.

- Non ancora, volevo essere sicuro che andasse bene a tutti voi. –

- Che aspetti, Capitano? Va a dirglielo! – esclamò il tredicenne.

E, una volta tanto, Marcus dovette riconoscere che quel ragazzino sapeva essere anche saggio e simpatico.

Li lasciò lì, uscendo dalla Sala Comune e dirigendosi verso la biblioteca. La trovò seduta al suo solito tavolo, china su un tema di Trasfigurazione.

Come sempre ogni volta in cui le si avvicinava doveva trattenersi dallo stringerla a sé e baciarla. Era così bella, persino china sui libri, che gli sembrava contro natura rimanere semplicemente fermo a guardarla. Però non era più sua, non l’amava più, e non poteva rischiare di perderla anche come amica. Sospirò, preparandosi a mantenere il controllo.

- Posso parlarti? – le chiese, scivolandole accanto e occupando la sedia libera.

Fiamma mise via il rotolo di pergamena e ripose la piuma nel calamaio.

- Certo, dimmi. –

- Ho parlato con i ragazzi e abbiamo deciso all’unanimità che puoi tornare in squadra … sempre se lo vuoi, ovviamente. –

Aveva appena finito di parlare che gli saltò addosso, stringendolo in un abbraccio stritolatore. Le cinse i fianchi con aria meccanica, sforzandosi di ignorare il suo profumo e quanto fosse bello sentirla di nuovo così vicina.

- Grazie, Cus. Grazie, grazie, grazie! –

- Sei la nostra migliore risorsa e so che il Quidditch per te è tutto. Mi dispiace per essere stato talmente infantile da buttarti fuori solo perché mi avevi lasciato e avevi scelto un altro. – mormorò.

- E a me dispiace di avertelo sbattuto in faccia. – ammise.

Marcus scosse la testa, facendo violenza a se stesso per dire quelle parole.

- È tutto passato, ho accettato le cose come stanno. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Capitolo scandalosamente corto, me ne rendo conto, ma non volevo far aspettare ancora i lettori prima di aggiornare né rendere troppo chilometrale il capitolo seguente quindi ho deciso di tagliarlo a metà e spartire un po’ le news nei due capitoli. Spero che vi sia piaciuto e che vogliate farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

          Fiamma Erin Gaunt

  
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