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Autore: Dark Flower    27/06/2014    1 recensioni
Sofia si trova ad affrontare un altro anno ad Hogwarts, ma una strana malattia simile alla peste magica del lontano undicesimo secolo, sembra essere tornata per sterminare la popolazione di una delle scuole di magia e stregoneria più famose, ma forse dietro tutto questo si nasconde qualcosa di ben più preoccupante.
Dal testo:
"Probabilmente dal dolore sarebbe crollata per terra, ma la magia la reggeva saldamente in piedi, le lacrime le rigarono il viso mentre l'incantesimo seguiva il suo corso, risucchiando la magia da lei, era come se qualcuno le stesse strappando pelle, ossa e tendini, lasciando solo il vuoto dentro di lei, misto al bruciore ardente nei contorni dove sentiva il vuoto magico farsi spazio in lei..."
"La runa sul suo braccio incominciò a illuminarsi bruciando la pelle di Brutus, l'acqua che gli cadeva sopra evaporava in spirali di fumo, e le urla di Brutus risuonarono ancora..."
Questa storia è il continuo di un'altra!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Sofia aprì gli occhi, svegliandosi dal dolce torpore arancione che l'aveva avvolta, per una volta tanto non era stata svegliata dalle urla della sua famiglia o da una sveglia, ma da un sordo dolore al petto che non riusciva più a ignorare. Aprendo gli occhi si accorse di non stare più al Paiolo Magico, bensì in un ospedale, o almeno lo credeva: si trovava infatti in una stanza completamente bianca, da una finestra giungeva la poca luce che rischiarava la stanza in penombra, le tende anch'esse bianche si gonfiavano per la leggera brezza, segno che la finestra era aperta e di certo non si trovava sottoterra. Sofia era stesa su un lettino ospedaliero, nelle sue braccia erano conficcati vari aghi collegati a delle macchine tutt'intorno a lei, ma riuscì a riconoscere solo quella che regolava il suo battito, scandito da beep beep intervallati, attorno a lei galleggiavano vari fili luminescenti di colori diversi, che si attorcigliavano tra loro circondando il suo lettino, alcuni sembravano entrarle nella testa, cosa che preoccupò alquanto Sofia. La ragazza fece per alzarsi e andare a chiamare qualcuno, ma non appena provò a sedersi soltanto, un forte dolore al petto la lasciò senza fiato e la costrinse a ricadere con un tonfo sul lettino.
Per un qualche secondo sembrò aver dimenticato come respirare, limitandosi ad annaspare in cerca d'aria come un pesce fuor d'acqua, il beep beep suonava sempre più velocemente gettando Sofia nel panico, ma all'improvviso uno dei fili che la circondavano s'illuminò e le entrò nel petto, calmandola e permettendole di respirare immediatamente. Sofia rimase ferma per un po' a fissare il soffitto, aspettando che il suo battito si calmasse, quando il filo si staccò da lei per tornare a roteare, riuscì a respirare tranquillamente come sempre. Sofia sentiva il suo petto vuoto e scavato, ma sotto la stoffa sottile del pigiama che indossava non avvertiva ferite, e quando si controllò il petto non trovò nemmeno cicatrici o segni di alcun tipo, ma il vago bruciore le ricordò quello che era successo non sapeva più quanto tempo fa. Sofia allungò una mano per toccare l'intreccio dei fili colorati, magari tra quelli c'è ne era uno che avrebbe chiamato un’infermeria o qualcosa del genere. Un filo viola s'illuminò al suo tocco, per poi sfrecciare via attraverso la porta, Sofia sorrise soddisfatta di aver indovinato, sorriso che svanì non appena la porta si spalancò di colpo mentre da essa come un fiume in piena si riversavano Medimaghi di tutte le dimensioni e... c'era anche la sua famiglia?
"Signorina come si sente?"
"La prego apra la bocca che le controllo le corde vocali."
"Alzi le braccia per l'incantesimo di controllo."
Tutte le voci dei Medimaghi si sovrapponevano l'una sull'altra, mentre varie mani la spostavano, tastavano o le lanciavano incantesimi, mentre nessuno sembrava far caso ai suoi deboli tentativi di capire che stesse succedendo, perfino i suoi genitori si erano limitati ad abbracciarla in lacrime prima di essere trascinati via.
"Bene, a quanto pare le sue condizioni vitali sono stabili. -disse uno dei Medimaghi puntandole la punta luminosa della bacchetta in faccia- Qual è l'ultima cosa che ricorda?"
"Eh?" Rispose confusa la ragazza.
Di certo avere tutte quelle facce e bacchette puntate contro non l'aiutava molto a ragionare.
"Qualcuno di voi ha controllato le sue funzioni celebrali?" Domandò un Medimago ai suoi colleghi.
"Ehi! Il mio cervello funziona benissimo!" Protestò Sofia.
Purtroppo i Medimaghi non l'ascoltarono e ripresero a lanciarle incantesimi che confermarono l'effettiva funzionalità del suo cervello.
"Qualcuno mi spiega che sta succedendo?!" Strillò Sofia esasperata ricadendo dolorante sul lettino, dopo aver provato ad alzarsi per fuggire.
"Signorina, lei ha passato le ultime due settimane in coma magico, riteniamo che abbia ricevuto un'aggressione."
"Un'aggressione?" Ripeté perplessa.
"Avete controllato le sue funzioni celebrali?!" Domando adirato un Medimago ai suoi colleghi, che doveva essere il caporeparto.
"Il mio cervello sta benissimo! Scusate se non so che sta succedendo avendo passato le ultime due settimane a dormire a quanto sembra!" Rispose Sofia piccata.
"La signorina ha ragione, siamo stati troppo irruenti. Per favore, lasciatemi solo con lei, le spiegherò la sua situazione." Disse il caporeparto.
Gli altri Medimaghi si allontanarono silenziosi come uno sciame verde acqua dovuto ai loro camici, chiudendosi delicatamente la porta alle loro spalle, un bel contrasto considerando la forza esercitata prima quando erano entrati.
"Allora?" Domandò Sofia cercando di sembrare fredda, cosa non semplice considerando che non riusciva a mascherare il dolore mentre si sedeva.
"Vede signorina, -iniziò quello pulendosi gli occhiali.- come ha già avuto modo di comprendere, ha passato le ultime due settimane in coma magico. Si chiederà cosa sia, siccome non credo lo sappia essendo di estrazione Babbana, nessun pregiudizio mi creda. Comunque il coma magico è dovuto alla perdita della nostra essenza magica che ci permette di usare la magia, com'è logico. Essendo questa parte di noi, la sua eventuale perdita causerebbe uno shock che porterebbe alla morte o al coma magico, se la perdita fosse totale o solo parziale, o a niente se minima, spesso giovani maghi o streghe abusano delle loro forze, la magia è come un muscolo, se la si esercita scorrettamente si ha ripercussioni. Come quando si ha un collasso o uno svenimento per un eccessivo sforzo fisico. Nel suo caso, qualcuno sembrerebbe averle sottratto quasi tutta la sua essenza magica portandola al coma, ci dispiace dirle che molto probabilmente non potrà più esercitare la magia come un tempo."
Sofia abbassò lo sguardo nascondendo il viso con i suoi capelli, i Medimaghi non sembravano sapere degli Epodaion Anagkelfos, altrimenti non le avrebbe detto che difficilmente avrebbe recuperato i suoi poteri, ci avrebbe messo anni, ma li riavrebbe avuti.
"E come ho perso parte della mia essenza magica?" Chiese Sofia cercando di sembrare il più innocente possibile.
"Beh, suppongo conosca i pregiudizi dei purosangue sui Babbani e i nati maghi tra di loro. Da tempo immemore ogni tanto un mago purosangue muore ucciso da qualcuno che gli ha sottratto l'essenza magica, da questo pretesto nacque il cosiddetto sterminio dei Nati Babbani. Ovviamente ogni tanto ci sono episodi di violenza tanto quanto per i purosangue tanto che per i Babbani, piccole sette di pazzi che gli Auror cercano di sopprimere. Ultimamente però sono aumentati vertiginosamente gli attacchi contro i purosangue, ormai abbiamo un morto quasi ogni mese, e questa volta è toccato a voi. Probabilmente perché siete ancora una bambina hanno creduto che aveste meno essenza magica, o forse perché trovandovi in un luogo pubblico temevano di essere scoperti non so, sta di fatto che non sono riusciti a finire con voi, fortunatamente. Ma non preoccupatevi, giusto un paio di controlli e potrete tornare a Hogwarts, lì starete al sicuro e non dovete pensare che c'è l'abbiano con voi, questa setta di maghi è composta da folli, e presto gli Auror li prenderanno non temete!" Concluse il Medimago.
Sofia annuì imbarazzata per l'equivoco che l'aveva coperta, non aveva calcolato che il risveglio sarebbe stato così lungo. Sofia ringraziò il Medimago e chiese di poter vedere la sua famiglia, che non appena entrò non fece che stritolarla di abbracci e inondarla di lacrime, sul viso dei suoi genitori le parve di trovare delle rughe che prima non c'erano, a Sofia sarebbe piaciuto essere dimessa subito per poter ritornare a scuola prima di perdere troppi giorni di scuola, ma i Medimaghi insisterono nel trattenerla per qualche giorno in più, in modo da poterla tenere sotto osservazione per farla riprendere appieno, ogni giorno Sofia doveva subire vari incantesimi e bere varie pozione per le sue ferite magiche. Quando ebbe il permesso di ritornare a scuola tramite passaporta, Sofia avvertiva solo una spiacevole e debole sensazione di bruciore al petto, che la faceva stancare piuttosto velocemente, ma i Medimaghi le avevano garantito che col tempo non avrebbe più provato dolore, oltre ad averle riempito di pozioni settimanali il baule. Mentre Sofia attendeva al quinto piano del San Mungo l'attivarsi della sua passaporta mangiucchiando pasticcini al cioccolato, finalmente ebbe l'occasione di rimanere sola con i suoi fratelli, siccome i suoi genitori dovevano firmare gli ultimi documenti del San Mungo sul suo rilascio.
"Allora? Cosa è successo dopo l'incantesimo?" Chiese Sofia.
"Niente di che. Sei svenuta e noi ti abbiamo rimesso a letto come avevi detto, anche se sei piuttosto pesante eh!" Rispose Ginevra.
"Io invece ho nascosto la tua bacchetta come avevi detto, nessuna l'ha trovata!" Aggiunse Erni concitato.
"E dov'è ora?" Chiese Sofia.
"Nel fondo del tuo baule. -rispose Gini.- Comunque la mattina dopo non ti sei svegliata, all'inizio pensavamo fosse normale perché dormi sempre, ma dopo mezzogiorno mamma e papà sono saliti per svegliarti senza riuscirci, così hanno chiamato aiuto, il resto è storia. Non abbiamo detto niente, ma ho avuto tanta paura di perderti Sofi!" Concluse Gini con gli occhi lucidi, stringendola insieme a Ernesto in una morsa soffocante.
"Io resterò sempre qui a rompervi, lo sapete! -Scherzò Sofia una volta libera- Avete avuto qualche segno che possedete la magia a proposito?"
"No ma è arrivata..."
Sofia non riuscì a sapere cos'era arrivata, perché proprio in quell'istante un forte strappo all'ombelico la risucchiò un vortice di suoni e colori, facendola riapparire davanti al grande cancello di Hogwarts, dove Gargoyle di pietra seguivano con sguardo critico i suoi tentativi di riemergere da sotto il baule e la gabbietta del suo gatto Fidel. Sofia si rialzò dolorante, imprecando contro la vecchia passaporta, e come se non bastasse, appena liberò Fidel, quello le si arpionò spaventato al petto, ed essendo ormai un gatto di un anno, le sue unghie non erano esattamente delle dolci carezze. Di Gazza o chiunque altro non c'era nemmeno l'ombra, probabilmente Silente non voleva far notare il suo ritorno in modo da farla rilassare, e Zayn avrebbe monitorato chiunque fosse stato autorizzato ad andare a prenderla, o forse Gazza era solo troppo pigro per venire a prenderla. Sbuffando Sofia cominciò a trascinare il suo baule su per la collina di Hogwarts con Fidel artigliato al petto, aveva provato a trasportare prima con un incantesimo di levitazione il baule, ma la bacchetta si era limitata a emettere qualche debole scintilla nonostante tutti i suoi sforzi. Probabilmente sarebbe stata un'incapace per un bel po'.
Sofia si doveva fermare ogni cinque minuti a riprendere fiato, il sole estivo di inizio settembre l'aveva trasformata in un bagno di sudore, e da che era partita con la divisa e i capelli tutti ordinati, ora aveva la cravatta sciolta, la camicia spiegazzata fuori dalla gonna, e tutti i capelli aggrovigliati per quante volte ci aveva passato le mani per spostarli dal viso siccome non era più corti ormai, Sofia temeva cosa sarebbe potuto succedere se avesse incontrato la McGranitt. Aveva appena fatto ricadere con un tonfo il baule sul suo piede, che una voce alle sue spalle interruppe le sue sorde imprecazioni.
"Serve una mano?"
Sofia si girò con una mezza idea di mandare l'interlocutore a quel paese per l'assurdità della domanda, ma appena si girò si costrinse a mordersi a sangue la lingua. La voce apparteneva a un bel ragazzo poco più alto di lei, i suoi morbidi ricci neri facevano contrasto con la pelle lattea del viso, da dove spiccavano due bei occhi verde ametista, incorniciati da profonde occhiaie violacee, tutto di lui insieme al suo timido sorriso sembrava urlare a Sofia "cucciolo di cane", e Sofia non sapeva arrabbiarsi con i cuccioli di cane.
"Ehm... io... si, non sono riuscita a far levitare il baule e ci sto mettendo un po' a trascinarlo." Rispose Sofia tentando di rassettarsi pateticamente, Fidel per fortuna si staccò e scappò verso il castello.
"Non c'è problema. -disse lui levitando istantaneamente il suo baule- Dove andiamo?"
"Alla Sala Comune dei Serpeverde." Rispose Sofia incamminandosi, subito seguita.
"Ottimo! È anche la mia Sala Comune e ci stavo ritornando."
"Oh, non ti ho mai notato."
"Beh si, mi sono trasferito da poco da un'altra scuola di magia, prima studiavo in Galles, vicino casa, ma il mio sogno è sempre stato venire a Hogwarts, e alla fine ho convinto i miei."
"Ma come mai non hai la cravatta o segni della tua casa?"
"Tecnicamente dovrei stare a lezione, ma non mi andava e quindi sono andato in giro senza segni distintivi, se non sanno che Casa sono non possono togliermi punti se mi beccano!" Rispose lui ammiccando.
Sofia arrossì rendendosi conto che il ragazzo era meno innocente e spaurito di quel che sembrava, decisamente.
"E tu come mai arrivi adesso a Hogwarts?" Domandò lui.
"Mi sono ammalata." Rispose Sofia semplicemente.
"Comunque io sono Richard, non ci siamo ancora presentati, terzo anno."
"Oh! Ah, si.."
Nella fretta di rispondere per l'imbarazzo provocatole da non l'essersi ancora presentata, Sofia riuscì a inciampare e cadere distesa nell'ingresso della scuola, se non altro non aveva sbattuto, pensò rialzandosi dolorante.
"Puoi anche ridere tranquillo." Disse Sofia vedendo le risate trattenute di Richard.
"No è che... ti accade spesso?"
"Si decisamente." Rispose concisa Sofia iniziando a ridere insieme a lui.
"Comunque io sono Sofia, secondo anno. Sapresti dirmi dove posso ritirare un programma?"
"Dovresti chiederlo a Johanna, il nostro prefetto, ma nella Sala Comune c'è n'è una copia sulla bacheca in ogni caso."
Sofia si abbassò per entrare nel passaggio per la Sala Comune dei Serpeverde, Richard la seguì attento a non far sbattere il baule, per poi fermarsi all'inizio del corridoio del dormitorio femminile.
"Non posso proseguire oltre, sempre che non desideri vedermi volare via." Disse scherzosamente Richard.
"No non ti preoccupare, sei stato fin troppo gentile."
"Se non riesci a far levitare il baule potresti appellarlo, è una magia semplice per una del secondo anno come te."
Sofia arrossì al pensiero che probabilmente non sarebbe riuscita nemmeno ad appellare il baule, abbassando inconsciamente il viso per sfuggire allo sguardo penetrante di Richard.
"C'è... qualche problema?" Domandò titubante Richard.
"No, niente, ora porto il baule."
"Ok, aspetto." Rispose Richard con un sorriso furbetto.
Sofia impugnò la bacchetta, poi siccome Richard continuava a guardarla tranquillamente con quel maledetto sorrisetto, cercò di prendere tempo aggiustandosi, pulendo la bacchetta, ma Richard continuava a stare lì imperscrutabile, alzando un sopracciglio in una finta espressione d'interrogativa sorpresa quando Sofia lo guardò stancamente.
"Non so farlo...." Borbottò Sofia ritornando a guardare il pavimento.
"Ma stai al secondo anno, come mai?"
"Ho... ho subito un incidente... che... che mi ha fatto perdere la maggior parte della mia essenza magica."
Sofia lanciò un'occhiata a Richard quando ebbe finito di parlare, il quale la guardava con un’espressione indecifrabile e a Sofia le parve di vedere qualcosa attraversare i suoi occhi, ma fu così veloce che credette di esserselo immaginato.
"Capisco. Non potevo immaginare, sono desolato." Rispose fissando anch'egli il pavimento.
Rimasero in un silenzio imbarazzante che nessuno dei due sembrava intenzionato a rompere, ma ci pensò la campanella delle lezioni, il cui suono raggiunse debolmente la Sala Comune riscuotendo i due ragazzi dal loro torpore.
"Beh... Allora ci vediamo in giro, Sofia." Disse lui.
In una veloce mossa Richard le prese la mano e le regalò un delicato baciamano, per poi uscire dalla Sala Comune. Sofia fissò perplessa il punto in cui era sparito per qualche secondo, prima di riprendersi e mettersi a trascinare il baule lungo il corridoio del dormitorio. Una volta riuscita nella titanica impresa Sofia si concesse un attimo di tregua spaparanzandosi sul letto rimasto libero, era lo stesso dell'anno scorso, quello con la finestra sul Lago Nero. Mentre guardava fuori dalla finestra, dove vari pesci e creature magiche marine nuotavano disordinatamente, Sofia si riscoprì a pensare a che fine avesse fatto Godric Grifondoro, la Gazzetta del Profeta non ne sapeva più di lei, dopo il suo ritorno nella forma umana Godric Grifondoro si era rinchiuso nei suoi appartamenti ad Hogwarts ed era semplicemente sparito, Sofia dubitava che fosse ancora nella scuola, ma tutto era possibile. Dalla sua stanza Sofia udì gli schiamazzi degli studenti tornati dalle lezioni per prepararsi per il pranzo, così decise di alzarsi per cercare i suoi compagni e amici. Quando ritornò nella Sala Comune, vide Zayn sprofondato sulla sua solita poltrona con quel maledetto ciuffo alzato che Sofia non riusciva a fargli togliere, Sara e Carmine discutevano animatamente guardandosi guardinghi intorno mentre Chiara rovistava nella sua borsa, così Sofia decise di avvicinarsi di soppiatto per fargli una sorpresa, piano che andò a farsi benedire quando Carmine la vide ed emise un urlo degno di una Banshee, tempo di tre secondi che Sofia si ritrovò stritolata da varie paia di braccia che urlavano varie frasi sconnesse su dove fosse stata, cosa era successo, se stava bene ora. Quando Sofia riuscì a tornare a respirare sputando qualche capello di Lance, uno suo compagno di Casa, che stranamente gli era finito in bocca, le fu data la possibilità di porre qualche domanda ai suoi amici anche a lei, solo dopo aver risposto alle loro prima ovviamente.
"Allora, a voi come sono andate le vacanze?" Gli chiese Sofia.
"Ho visitato le proprietà di famiglia, niente di che." Rispose facendo spallucce Zayn.
"Io sono andata per un mese in America e poi sono stata al mare in Inghilterra." Disse Chiara.
"Beata te! Io ho dovuto accompagnare i miei genitori a destra e a manca per tutte le loro mostre e convegni d'arte! Non che non mi piacciono, ma avrei voluto pure passare del tempo a rilassarmi!" Si lamentò teatralmente Carmine.
"Se fossi venuto da me quando ti avevo invitato questo non sarebbe successo." Ribatté Sara altezzosa.
"Non sarei venuto da te per tutte le sculture di Michelangelo Sara, con tutto l'affetto." Rispose Carmine.
"E perché?" Chiese perplessa Sofia, era rimasta al punto che Sara e Carmine non esistevano l'uno senza l'altra, da quando era cambiato tutto ciò?
Per tutta risposta Chiara cominciò a ridere sonoramente, e anche sul viso di Zayn sfuggì un sorriso nonostante tentasse di mantenere un'aria scandalizzata, probabilmente anche Carmine sarebbe scoppiato a ridere se non avesse temuto una reazione omicida di Sara, il cui colorito era diventato allarmamente rosso.
"Che? Che ho detto?" Domandò Sofia sempre più perplessa.
"Ridono, -incominciò Sara- perché per TUTTA L'ESTATE, quel figlio di un troll di montagna, comunemente noto a Hogwarts come Finnick Odair, non aveva niente di meglio da fare che mandarmi lettere d'amore sonore, gnomi addobbati da cupidi, Bowtruckle stranamente canterini, e chi ne ha più ne metta! È stato decisamente imbarazzante dover spiegare ai miei genitori che si trattava di un psicopatico stalker e non di un amore segreto del boccino! Per non parlare di quando stavo festeggiando con Mery il suo compleanno e, sapendo non si sa come dov'eravamo, sono apparsi Diricawl cavalcati da Doxy che lanciavano coriandoli e dietro di loro camminava la cacca di topo attorniato da puffole pigmee chiedendo la mia mano..." Finì Sara.
Un breve silenzio seguì le parole di Sara, interrotto dal cosa scandalizzato da Sofia, prima che tutti quanti scoppiassero a ridere, Sofia e Carmine si sorressero a vicenda prima di cadere per terra con le lacrime agli occhi, e anche Sara non riuscì a trattenere le risate a lungo. Mentre tentava di riprendere fiato e col viso rosso dalle risate, Sofia capì che non avrebbe mai rinunciato ai suoi amici.
 
 
 
 
 
 
 
Ed eccoci col secondo capitolo! Decisamente più noioso del primo lo so, ma dovevo metterlo per forza questo capitolo, inoltre le cosiddette scene interessanti le devo diciamo, posizionare sparse, altrimenti la storia mi diventa troppo corta e poi ci sono alcuni momenti che devo mettere che saranno noiosi. Quindi mi dispiace aver ritardato nella pubblicazione per poi uscirmene con questo capitolo, ma vi dirò, che in questo capitolo ho nascosto ben bene un indizio alquanto rilevante che avrà piuttosto peso in seguito con lo sviluppo della trama, vediamo chi riesce a capire cos’è! Ringrazio infine Flamebreath e vaniglia_lovefantasy per le recensioni che mi hanno fatto un grande piacere, e ci vediamo al prossimo venerdì (sperando)! :)
  
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