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Autore: Sweetie616    22/08/2008    5 recensioni
“Credi nei sogni, Viola?” Rimasi un attimo in silenzio. Non potevo non crederci, dal momento che stavo vivendo il mio. Dedicata alle Angels, al Gurten Festival, agli sguardi e ai sorrisi che hanno definitivamente annullato la mia sanità mentale XD
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.
Berna, 18 luglio 2008


Dimenticare è facile, almeno fino a quando non accade qualcosa che ti costringe a ricordare ciò di cui stavi tentando di sbarazzarti. Era una delle ultime date dei festival estivi, dopo saremmo tornati a casa per l’Ankkarock. Liberi di morire di noia fino all’ingresso in studio per registrare il nuovo album.
Fu durante Right here in my arms che la notai per la prima volta.
“She'll be right here in my arms...” ero voltato verso Migè, e il mio sguardo si abbassò, fino a posarsi casualmente su una ragazza in prima fila. Aveva i capelli lunghi oltre le spalle, scuri e mossi e....un sorriso che le andava da un orecchio all’altro: l’immagine della felicità perfetta. Ad una seconda occhiata mi resi conto che ...era lei! Era la stessa ragazza che avevo sognato solo un mese prima. Rabbrividii. Sicuramente era solo uno scherzo dell’immaginazione. Forse ero davvero pazzo, come i miei amici sostenevano da anni.
It’s all tears. E lei era ancora lì, con gli occhi luccicanti (non potevo vederne il colore ma sapevo di conoscerlo perfettamente) e il sorriso dolce. C’era davvero, non la stavo immaginando. Non esisteva solo nei miei sogni, allora.

“Lei è qui” dissi a Migè durante uno degli assoli di Linde, indicandogli la ragazza in prima fila.
Il mio amico mi guardò di nuovo come si guarda un povero pazzo.
“Lei chi?”
“La ragazza del sogno” precisai, mentre tornavo accanto al microfono per attaccare ‘The Funeral of Hearts’. Sapevo perfettamente, anche senza vederlo, che Migè stava scuotendo la testa.
E in quel momento, accadde qualcosa. Non sapevo neanche il motivo, ma non riuscii a staccare gli occhi da lei. Io, che di solito cantavo ad occhi chiusi per un intero concerto, non chiusi gli occhi neanche per un attimo, pur di continuare a guardarla. La vidi di nuovo sorridere, un sorriso che le arrivava agli occhi, mentre cantava, occhi fissi su di me, ogni parola della canzone. Il suo sorriso si allargò ancora di più quando, forse incredula, si accorse che stavo guardando proprio lei, e le sorrisi in risposta. Un dialogo silenzioso, fatto di sguardi e sorrisi, con una perfetta sconosciuta che mi sembrava di conoscere da sempre.


Stava ...stava davvero guardando me, sorridendo a me?? Continuai a tenere gli occhi fissi nei suoi, decisamente incredula. Il mio corpo se ne era reso conto molto prima del mio cervello: avevo lo stomaco attorcigliato, la pelle d’oca e una stranissima sensazione mai provata prima. Nonostante sapessi di essere circondata da migliaia di persone, era come se attorno a me si fosse creato il vuoto. C’era Ville, sul palco, che guardava me e sorrideva. E c’ero io, che cantavo con lui, cantavo per lui, ogni singola parola di quella canzone che amavo. Non ero riuscita a staccare lo sguardo da lui, anche se inconsciamente pregavo che fosse lui a distogliere gli occhi da me, permettendomi di tornare a respirare normalmente. Quattro minuti e trenta secondi in apnea: decisamente il mio record personale!

E il dopo concerto non andò meglio: mi dovetti appoggiare a un muro perché le gambe non mi reggevano...ma brava Viola, quando la smetterai di fare la fangirl idiota alla tua età? E’ stato un caso, solo un caso, che Ville guardasse nella tua direzione....per mezzo concerto! Ora smettila. A queste parole, dettate da quel briciolo di razionalità che ancora mi restava, si contrapponeva una vocina, che urlava nella mia testa per farsi sentire: canta sempre ad occhi chiusi! Perché stavolta? E perché guardava me? E perchè mi sorrideva in quel modo così.... dolce?
E il peggio doveva ancora arrivare: passai i giorni successivi, non so quanti, in realtà, con un sorriso idiota stampato in faccia ogni volta che (e capitava spesso) mi tornava in mente quel concerto, cercando di capire se era successo davvero o se era stato solo un’illusione, il frutto della mia mente bacata, del desiderio di essere davvero, anche solo per un attimo, parte di un sogno troppo bello perfino per essere raccontato.


Korso, 2 agosto 2008

Dimenticare, certo, ovvio. Peccato che, dal Gurten in poi, avevo passato i festival a cercarla nel pubblico mentre cantavo. L’avevo cercata a Lumnezia, inutilmente. ‘ Se è svizzera, ci sarà’ mi ero detto. Ma a quanto pare non lo era.
L’avevo cercata anche all’Ankkarock, ma dopo le prime due canzoni passate a guardare la prima fila per cercare il suo sguardo, avevo rinunciato, tornando a cantare come sempre, ad occhi chiusi, perso nei miei pensieri e nella mia musica. Forse non era nemmeno finlandese, e forse non l’avrei più rivista. Non era stato altro che un sogno, un’illusione. Lei non esisteva se non nel mio desiderio di trovare qualcuno da amare, Migè aveva ragione.


The heretic seal beyond divine
A prayer to a God who’s deaf and blind
The last rites for souls on fire
Three little words and a question: why?

HIM- The Funeral of Hearts

Grazieeee alla sisko e alla piccola Mossi per i commenti!! *____*

Moss: ah, non mi meraviglierei affatto se la mia storia continuasse come la tua....in fondo ormai sappiamo che le menti delle Angels funzionano nello stesso modo XD Me è curiosissima di leggere, comunque!!!

Siskoo: aspetto la recensione delirante allora...uhm... no, forse è meglio di no, continuiamo a delirare su msn, non voglio finirci subito nella cella imbottita XD grazie per i complimenti sigh...me si commuove ç____ç

   
 
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