A
cena, tutti notarono l’agitazione di Esmeralda, non aveva mangiato nulla e
fissava il suo piatto con gli occhi sbarrati, pallida, asciutta tremando di
tanto in tanto.
Lupin
le consigliò di andarsi a riposare e di mangiare più tardi e lei seguì il suo
consiglio. Aveva così tanti pensieri per la testa che aveva proprio bisogno di
riposarsi; Jigen pensò che avesse bisogno di parlare, e quando vide Goemon
pronto ad alzarsi per raggiungerla, lui le fece segno di restare seduto e andò a
parlarle lui. Quando entrò nella sua stanza, la ragazza era rannicchiata al buio
sul suo letto appallottolata come un gatto infreddolito, si mise seduta solo
quando lui si sedette a fianco a lei:
-Non
hai intenzione di dirgli proprio niente? … vi ho visti oggi … e chiunque
penserebbe che formate una coppia stupenda … - disse lui
serio.
-Lo
so hai ragione ma … io non sono sicura di niente, sembra innamorato ma altre
volte pare di no e io … ho paura di riperdere ciò che desidero … sembra un vizio
… tutto ciò che desideriamo di più al mondo … ci viene negato … perché Jigen?-
domandò lei disperatamente.
-Ti
capisco Zoe, ti capisco perfettamente … ma se non fai subito qualcosa col tempo
starai sempre più male … dammi retta se devi dirgli qualcosa fallo subito prima
che sia troppo tardi!-
-Farò
il possibile Jigen, ma ora devo pensare al colpo, dopo quello gli parlerò …
incrociamo le dita per tutto, grazie Jigen, dai la buona notte anche agli altri
per favore … -
Lui
si alzò e quando fu dalla porta le rispose –Certamente Zoe, buona notte – la
porta si chiuse.
Dopo
alcune ore, il sonno ebbe il sopravvento e i suoi occhi si chiusero. Durante la
notte ebbe inizialmente in sogno un incubo dove lei correva nel vuoto con la
risata di Sean che la perseguitava, ma poi l’incubo cambiò e si trasformò in un
dolce sogno; riuscì a sfuggire dalla sue persecuzione e ad andarsene via insieme
a Goemon, così il resto della notte fu tranquilla.
Il
giorno dopo sull’aereo, tutti quanti erano muti, troppo concentrati per parlare,
soltanto qualche chiacchierata del più e del meno ma non di più, si vedeva la
tensione che c’era nei loro animi.
Alle
sei del pomeriggio giunsero nel Kuristan, l’aereo che avevano preso faceva parte
di una linea velocissima, scendendo nell’aereo porto nel centro della città, poi
con la Jeep andarono fino ad un locale dove si affittavano camere fino a
quaranta ore.
Li
trascorsero poi la serata a perfezionare il piano.
Alle
undici, scoccava l’ora …
Diamond Town …
adesso era tutto nelle mani di Esmeralda, e non poteva fallire … per nessuna
ragione poteva deludere i suoi amici … e soprattutto …
lui!
Scrutò
la stanza dall’alto del tetto vetrato, mentre Jigen con un raggio laser lo
tagliava dandole la possibilità di entrare. Quando Lupin le diede il segnale, si
lanciò giù atterrando al centro della stanza come previsto dal piano. A quel
punto Lupin aveva il compito di tenere la corda e far si che non scattasse alcun
allarme esterno, Jigen si occupava di quelli interni e Goemon controllava
l’arrivo o meno dei poliziotti. Ad Esmeralda, il compito più difficile, ma cercò
comunque di dare il meglio di se.
Cominciò
a schivare i raggi laser muovendosi come un vero felino, in diversi punti stava
per sfiorarli ma non ne fece scattare nemmeno uno, ormai li aveva imparati alla
perfezione non poteva sbagliare.
Aveva
il cuore in gola, quasi non riusciva a respirare e ogni tanto si fermava per
asciugarsi la fronte bagnata dalla paura.
Mancava
ancora qualche metro prima di arrivare al rubino e dopo un po’ tirò fuori dalla
tasca quello falso pronta a sostituirlo.
Giunse
fino alla teca facendo segno di vittoria a Lupin sorridendo
felice.
Lui
le rispose sottovoce a gesti –Sei stata bravissima! Ancora un piccolo sforzo poi
abbiamo finito coraggio!-.
Esmeralda
molto lentamente adagiò le mani sulla teca sollevandola … ma ad un tratto … le
deboli luci che illuminavano il museo … si spensero del tutto
…
Per
lo spavento, fece cadere la teca dalle mani che si ruppe sul pavimento e solo un
attimo dopo quando si riaccesero le luci, scoprì con orrore che il rubino era
scomparso. Lo videro con amarezza anche i ragazzi che avevano cominciato a
guardarsi intorno per vedere chi l’avesse preso, ma nei dintorni non si vedeva
nessuno. Qualcuno, però, stava giungendo da dietro verso la gitana, che ignara
si guardava a destra e a sinistra cercando di individuare qualcuno nei paraggi.
Goemon che era entrato anche lui nella stanza insieme a Jigen, si accorse della
presenza di una persone alle spalle di Esmeralda che stava per lanciarle
qualcosa di pesante da dietro sul collo per farle perdere i sensi, così gridò a
Jigen:
-JIGEN!
VOLTATI E SPARA!-
In
un frazione di secondo Jigen aveva individuato il misterioso ladro alle sue
spalle (nonostante fosse parecchio distante da dove si trovava lui), con un
colpo di pistola le fece saltare in faccia l’oggetto con cui stava colpendo
Esmeralda, cadde all’indietro e il rubino per l’urto gli saltò via dalla tasca
della giacca.
Con
uno scatto velocissimo Esmeralda lo afferrò e corse via seguita dal rumore degli
allarmi che erano ormai scattati.
Goemon,
la ragazza e Jigen risalirono velocemente per la corda tirati su da Lupin
tramite una leva. Quando furono sul tetto, Jigen andò a prendere l’elicottero,
Lupin cercò di tenere a distanza il ladro e Goemon ed Esmeralda, invece,
fuggirono sui tetti, fin che la gitana non si fermò a metà
corsa:
-ASPETTA!-
-COSA
C’è?-
-DOBBIAMO
ATTENDERE JIGEN CON L’ELICOTTERO GIUSTO? NON NE VALE LA PENA DI FUGGIRE IN DUE è
TROPPO PERICOLOSO!-
-COSA
VUOI FARE?-
Esmeralda
ci pensò un attimo, poi estrasse il rubino dalla giacca e lo lanciò a lui, che
la guardò senza capire il motivo di quel gesto:
-SA
CHE HO PRESO IO IL RUBINO, MA SE LO TIENI TU LUI INSEGUIRà ME COSì POTRò
DISTAERLO E TU PUOI RAGGIUNGERE JIGEN SULL’ELICOTTERO POI SE MAI MI VERRETE A
PRENDERE, ADESSO VA! STA ARRIVANDO!- .
Goemon
esitò un momento temendo per la vita della sua compagna, ma lei lo guardò
minacciosamente così lui a malincuore fuggì via con il rubino, pensando fra se e
se, che quella era stata un’altra prova della sua onestà, aveva affidato a lui
il tesoro senza tenerselo egoisticamente per se, ma non era importante al
momento, adesso lui pregava soltanto per la sua vita … ormai era parecchio
distante da lei e aveva un gran paura che le succedesse qualcosa, così si fermò
un momento e poi decise di tornare indietro a prenderla, voleva fuggire con lei
a tutti i costi in modo da proteggerla.
Intanto
Esmeralda correva per i tetti inseguita dal ladro che correva appresso a lei.
Lui cercò di aumentare un po’ la sua corsa. Quando si trovò a pochi metri di
distanza da lei, con un balzo le saltò addosso facendola cadere per terra, li
iniziò tra i due una sorta di lotta, lui per prenderle la pietra e lei per
liberarsi dalla sua morsa. Con una
ginocchiata sul suo stomaco la ragazza riuscì a liberarsi e si tirò su
guardandolo, aveva il passamontagna che gli copriva il volto e così non riuscì a
capire che fosse. Dopo che si fu alzato anche lui, massaggiandosi lo stomaco
iniziò a parlarle allungando il braccio verso di lei:
-Voglio
il rubino … coff coff … -disse tossendo per la violenza del colpo
ricevuto.
-Non
te lo darò mai … non me ne verrebbe niente in cambio da te!- disse lei
alterata.
-ORA
BASTA!! DAMMI QUEL … - il ladro si interruppe quando sentì che il suono del suo
radar dava un suono vuoto, così lui disse:
-Tu
non hai il rubino … -
Arrivò
Goemon in quel momento e infatti il radar riprese a segnalare la presenza del
rubino, così lui alzò la testa e indicò il samurai con il
dito:
-CE
L’HA LUI!!!-
Goemon
indietreggiò di un passo mettendo mano alla spada, pronto a
difendersi.
Il
ladro invece avvicinò una mano alla tasca dicendo a bassa
voce:
-Basterà
che io lo uccida per avere il rubino … -
Esmeralda
sentì quello che aveva detto e senza pensarci un momento di più si lanciò
davanti a Goemon gridando –NO!- e poi, lo sparo “POW!!!!!”.
Il proiettile colpì qualcuno ferendolo tragicamente … e quel qualcuno, cadde fra le braccia di Goemon … con la schiena coperta di sangue.