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Autore: Nia_chan    22/08/2008    0 recensioni
Sei eroi, una battaglia più grande di loro ... il destino d'essere un guerriero rimesto alle difficoltà dell'adolescenza. Una storia che vi farà appassionare sin dall'inizio. Ps. Ho diviso il prologo in più parti per rendere più scorrevole la lettura essendo in realtà molto lungo di per sè [Non fate caso all'inizio che potrebbe sembrare una cosa di fantascienza, vi assicuro che è tutt'altro ;)]
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Un’ora dopo –  Shin Cafè ; 23.30.

 

“E’ un ora che aspettiamo, non è che Mizu ci ha dato buca vero?” il gomito d’una figura alta, dai lunghi capelli scuri ciondolava da una parte all’altra in segno di disapprovazione . “Su Hiiro, smettila d’essere impaziente – eh si, ben più quieto e paziente si presentava Shiro rispetto all’amico. Una sola parola : gli amici del principe pazzoide e come potevano presentarsi se non vestiti all’ultima moda e con le manie da rockettari. Bastava osservare Hiiro per capirlo – piercing al lobo destro, catena al collo che arrivava ben più giù dei pettorali – capelli sciolti dietro le spalle, legati solamente da un laccio semi-invisibile. L’altro poi, pareva non avesse vestiti indosso – maglia totalmente graffiata, ai lati e sul torso mentre dal braccio destro, scoperto, s’intravedeva il tatuaggio d’un kappa ormai sbiadito.

Hiiro continuava a tamburellare le dita sul tavolinetto del bar da due ore buone, non era mai stato famoso per la sua pazienza, anzi, diveniva abbastanza nervoso se non si rispettava l’orario dato – conseguenza  del suo spiccato senso di praticità e regolarità.

Shiro invece era più bonario , chiudeva spesso un occhio ai ritardi di Mizuiro o alle sue scappatelle improvvise senza avvertimento, dopotutto era pur sempre il suo futuro re. Diciamo che era più ‘fifa’ che altro.

“RAGAZZI!!” finalmente, la squillante voce del moro si fece udire tra le orde di passanti – mentre saltellava contento trascinandosi dietro un’Aka mezzo morto e sconvolto di paura. [Oddio ci scoprono, oddio ci scoprono ] pensava il secondo [ Le ragazze, le ragazze] era il chiodo fisso del primo.

“Era ora!” il bruno s’alzò dalla sua posizione, mostrando tutto il suo ‘stacco di coscia’ di un metro e ottantacinque, da far invidia al metro e settanta di Aka che rimase nascosto dietro il fratello per dieci minuti buoni.

“Scusate, dovevo convincere questo cretino qua dietro” gli altri due osservarono dietro la spalla di Mizuiro sbucare una testa a mò di bavosa. “C…Ciao” esordì titubante sollevando di poco la mano. Non era una novità che Aka fosse sin troppo timido, alle volte, Mizuiro stentava a credere che fosse sangue del suo sangue. “Principe Aka, quale onore” esordì con un mezzo inchino Hiiro, ovviamente, il tutto molto sarcastico – non era di certo il tipo che stendeva tappeti rossi dinanzi ad una celebrità o chicchefosse – un dio in persona si sarebbe trovato in imbarazzo dinanzi tanta sfacciataggine.

“Eddai Hi-kun, è la sua prima volta in città, non mostrare la tua faccia peggiore alle presentazioni” lo canzonò il moro tirandogli una gomitata tra le costole. “Aka-kun, loro sono Shiro ed Hiiro i miei due migliori amici” esordì annuendo continuamente. Aka dal canto suo sorrise di sbiego, una cosina verde chiamata invidia cominciava a farsi strada nel cuoricino purissimo e castissimo del giovane – Mizuiro era suo e di nessun altro – ovvero – l’unico migliore amico che avrebbe dovuto avere era lui, od almeno, non sopportava l’idea che lui avesse amici ‘all’infuori del suo adorato fratellino’.

“Mh, piacere.” Rispose secco Hiiro, avviandosi innanzi agli altri “Non farci caso, è così tutte le volte – felice di conoscerti – per me è un onore” proferì  garbatamente Shiro, allargando uno dei suoi sorrisoni a trentadue denti.

“Hiiro, dove te la svigni? Dobbiamo fare da ciceroni ad Aka” lo rimproverò Mizuiro facendoglisi dinanzi “O forse … hai cambiato idea?” inarcò un sopracciglio mettendosi dirimpetto per sospingerlo indietro. “Si si va bene” sussurrò l’altro a mezza bocca – meglio non farlo arrabbiare, con Mizuiro ci si poteva aspettare di tutto, persino la forca. Si sapeva quanto tenesse al fratello ed al mostrargli il suo mondo per intero, quindi non emise alcun fiato per contraddirlo.

“Bene” ottenuto il consenso del più testone, il moro riavviò la lunga coda scura dietro la schiena – tornando indietro a riprendere il fratello ancora semi scioccato dalla cosa. “Guarda, ti piace?” emise sollevando il braccio a palmo aperto dinanzi a sé. “Pensa che questo è tutto nostro – il Nostro grande parco divertimenti” sibilò fregandosi le mani.

“Nostro …” ripetè solamente, osservando i grattacieli, le ampie strutture illuminate – odori d’ogni sorta s’insinuavano nelle narici ad invitare il palato e l’iridi smeraldine tremarono per un istante alla vista di cotanto splendore tutto in una volta. Pareva un bimbo dinanzi al primo regalo di natale, immobile, per paura che tutto quel che l’occhio vedeva fosse solamente un sogno. “Sveglia Aka, ora ti portiamo in un posto da sballo” Aka inclinò la testa, sbattendo le palpebre un paio di volte interrogativo – mentre osservava il fratello e gli altri due ridacchiare complici [Non mi piace quando lo fa da solo, figuriamoci quando sono in tre].

Lo tirarono con loro e in quel momento il principe si dimenticò d’essere tale, almeno per una notte.

  
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