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Autore: xingchan    29/06/2014    2 recensioni
Quei ragazzi non erano come tutti gli altri.
Costretti ad affrontare minacce, tumulti interiori e pericoli d'ogni sorta, compresero quanto sia orribile il mondo.
Ma anche quanto può essere straordinario, nonostante tutto.
LingXLan Fan, con accenni ad altri pairing.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Greed, Lan Fan, Ling Yao, May Chang, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Capitolo tredici
 

 
Quando Fu il mattino seguente andò a svegliare sua nipote in camera, tutti i dubbi della ragazza furono dissipati. Nonostante le occhiatacce torve che il nonno le indirizzava, a quanto pareva non aveva intenzione di segregarla in casa impedendole persino di frequentare la scuola.
Sarà stato perché da lì a pochi giorni ci sarebbero state le vacanze di Natale, e non voleva rovinarle l'aria di festa di Londra che cominciava a prender piede senza freno, oppure per un altro motivo che non riusciva a comprendere. Per gli studi, forse. Fu non voleva che rimanesse indietro con le lezioni.
Le riconsegnò il telefono, ma dai suoi occhi traspariva un’aspettativa che sicuramente lei avrebbe faticato ad accontentare. Non parlarono di nulla, neanche per salutarsi. Solo quando Lan Fan aveva già oltrepassato la porta d’ingresso Fu cominciò a raccomandarsi circa la sua puntualità nel rincasare. Le diede solo un’ora di libertà, prima di tornare.
Mentre camminava, la giovane si chiedeva cosa sarebbe successo con Ling se lo avesse rincontrato. Senza dubbio avrebbe preteso delle spiegazioni, ma lei stessa non conosceva la natura della furia di suo nonno, figurarsi illuminare altri.
In ogni caso, non voleva far capire che molto probabilmente non avrebbero più avuto occasioni di frequentarsi; anche se Fu era in grado perfino di controllarle la sua vita privata, non voleva che dubitasse di un ragazzo buono e semplice come Ling. Oltretutto, era suo allievo, perciò lo conosceva anche più di lei, e da più tempo. Che senso aveva fare in modo che non si incontrassero?
Non si rese conto di essere arrivata al cancello, e questo le provocò un’agitazione ben più intensa. Fu tentata di ritornare indietro, o di marinare la scuola bighellonando per Londra finché non fossero arrivate le tre, ma non l’aveva mai fatto, e la ragione le suggeriva che non era il caso che iniziasse proprio adesso.
In lontananza, lo vide. Era intento a leggere qualcosa da un libro che con tutta probabilità doveva essere quello di storia, a giudicare dalle sue dimensioni. La sua faccia era seria, ed ogni muscolo del suo corpo sembrava in tensione. Sembrava stesse osservando l’interno del libro soltanto per mascherare il suo stato d’animo e per non essere infastidito da nessuno in alcun modo.
Lan Fan sperò che fosse così abbattuto per quello che successe nel dojo di suo nonno, perché voleva dire che di lei gl’importava sul serio. Oppure che fosse sovrappensiero per la situazione delicata della propria famiglia.
Le dispiaceva così tanto non potergli parlare, ancora di più non avere nulla in mano per dimostrargli la ragione per cui Fu lo aveva sbattuto fuori dalla palestra. Doveva dirle la verità, ovvero che non ne sapeva il motivo, ma che gli sarebbe stato vicino se lui avesse voluto.
Non si accorse che Ling la stava squadrando già da qualche secondo; purtroppo però, le era difficile sondargli le emozioni. Non poté appurarlo a causa della marcata impassibilità della sua espressione, ma doveva essere indeciso se avvicinarsi o meno. Sconsolato, però, sembrò ripensarci. Chiuse il libro mettendoselo sotto il braccio e, issandosi lo zaino mezzo scivolato dalle proprie spalle, si diresse a passo spedito nella propria aula.
Lan Fan si rivelò amareggiata da quell’atteggiamento. Dovette attendere la fine delle lezioni per poterlo rivedere.
 
***
 
Aveva atteso tutta la sera e la notte precedenti per poter discutere, senza contare le ore mattutine scolastiche, ed ora che ce l'aveva davanti le venne voglia di piangere e scappare via.
Dal canto suo, Ling non sapeva che dire, o anche solo come comportarsi. Ovviamente, nascondere la sua aria abbattuta dopo quella scena era fuori discussione. Non poteva neanche attribuire la colpa a qualcuno. Di certo, non era di Lan Fan, ma nemmeno Fu avrebbe dovuto esser biasimato per quello che ha fatto.  Sicuramente avrà avuto i suoi motivi per essere così scontroso.
Lui non era il tipo da perdere la pazienza per un gesto così innocente: avrà avuto le sue ragioni. Solo, non era in grado di stabilire quali, e la ragazza era sulla sua stessa barca.
“Mio nonno non mi ha più parlato. Mi ha solo detto di non fare tardi ai miei allenamenti.”
“Nient’altro?”
Lan Fan scosse la testa, stringendosi nelle braccia per il freddo.
“Non può lasciarci così, senza dare spiegazioni. Gli parlerò io.”
“No! Lascia perdere. Non voglio che ti rinneghi come allievo per questo… malinteso, o qualunque cosa sia.” disse lei, con tono supplichevole. Dalla sua guancia scivolò giù una lacrima, che Ling vide appena perché lei si affrettò ad abbassare il capo per non fargliela notare.
Il giovane Yao sospirò. Non voleva che piangesse, tanto meno per una situazione assurda come quella.
“Ascolta. Io non so il motivo per cui tuo nonno ti impedisce di vedermi, ma io voglio continuare a vederti. Sempre che tu voglia, ovviamente. Tu… lo vuoi, non è vero?” chiese poi con titubanza. Ma era così serio e irremovibile che la giovane si sentì ispirata a fare altrettanto.
“Certo che lo voglio!” disse Lan Fan con enfasi, per poi vergognarsene. Si celò il viso con entrambe le mani, facendo ridere Ling che con un abbraccio sancì un nuovo riavvio di quella affinità che si stava pian piano trasformando in fidanzamento.
Era tutto così facile fra loro.
“Questo mi basta...”
 
***
 
Le pareva così ingiusto.
Per la prima volta in vita sua non si sentiva voluta dalla propria famiglia, dal proprio padre in particolare.
L’indifferenza di Wu l'aveva trascinata verso una immunità forzata a qualsiasi cosa si rivelasse dannosa per la sua autostima. Le negatività verso la sua persona erano diventate di poco conto, le noncuranze tramutate in gocce d’acqua che rotolavano via come se fossero inezie. Le uniche cose per cui viveva May erano i suoi fratelli e la recitazione.
Era ricaduta nell’autocommiserazione, chiedendosi cosa ci fosse di giusto in una ragazzina costretta a trasformarsi in una lastra di ghiaccio per non essere in balìa dei “capricci” paterni.
Per tutta la notte la piccola May si era girata e rigirata nel letto della sua stanza, dormendo poco e male. Nello stato pietoso che si ritrovò al mattino seguente, era inutile andare a scuola. Non se l’era sentita; oltretutto non sarebbe stata attenta a lezione. A quanto pareva poi, non sarebbe stata sgridata per questo. Non da Wu.
Non riusciva a comportarsi come se niente fosse dopo aver origliato quel po' che bastava per comprendere che suo padre non era interessato a lei. Voleva essere forte, ma si era rivelata più debole di quanto non immaginasse. La testa le girava, e a stento riusciva a tenere gli occhi aperti.
Invidiava Xiao Mei. Almeno lei non si sarebbe sentita così male, una volta svegliata. La lasciò dormiente, mentre cominciò a girare per casa, come una bambola inespressiva, senza una meta precisa. La esplorò come un ragazzino amante delle avventure, in cerca di un tesoro misterioso e maledetto, o qualsiasi cosa che distogliesse la sua attenzione dalle parole del papà. Ma più barcollava per le stanze del secondo piano, trovandole libere ed un po’ in disordine, più sentiva il vuoto allargarsi, come l’unica superstite di un massacro appena compiuto. Sapeva che del padre non c’era molto da fidarsi, ma sentire che lei non era importante quanto lo era la sua fidanzata la faceva davvero star male. Non credeva di aver mai sofferto in quel modo in tutta la sua vita.
Si affacciò senza curiosità alla porta di Greed, e vide che il giovane era ancora scompostamente a letto. Anche lui aveva deciso che non era in vena di uscire di casa, ma al contrario di lei, dormiva profondamente, circondato da un accentuato odore di alcool. Greed non era il tipo che si ubriacava fino a scoppiare senza motivo. Sicuramente anche lui la sera precedente aveva avuto una qualche delusione.
Infischiandosi di tutto ciò che avrebbe comportato il suo gesto, May si precipitò di fianco al fratello maggiore, sdraiandosi accanto a lui ed affondando il viso nel suo petto. Ricordò la mezza promessa di essere presente alla prima recita di Macbeth, e tutte le volte che la portava via con sé per sottrarla dal padre lascivo.
E non seppe per quale definito motivo, la bambina pianse.
Sarà stato per la consapevolezza di avere per genitori due fratellastri che, nonostante il più debole legame di sangue, le volevano bene molto più del suo stesso padre.
Il calore che emanava il corpo del fratello maggiore la spinse a lasciarsi andare, sfogando tutta la sua solitudine su chi davvero, oltre a Ling, poteva offrirle il suo amore. Lo strinse finché non fu certa di essere al sicuro, distante da chi le procurava nient’altro che dolore.
I singhiozzi di May fecero sussultare Greed nel sonno, svegliandolo. Percepiva qualcosa che lo tirava per la camicia del pigiama, e si sforzò di mettere a fuoco l'immagine davanti a sé per vedere cosa ci fosse a letto con lui.
Il corpo minuto e l'ingente massa di capelli neri raccolti in due trecce arruffate che riconobbe subito lo fecero scattare come una molla, ma a causa delle manine che saldamente lo agguantavano ci riuscì con scarso successo, rimanendo alzato soltanto con la testa a mezz'aria.
La bambina alzò gli occhi pregni di lacrime verso di lui, cercando nei suoi una vaga consolazione, mentre Greed sgranò i suoi vedendola in quelle condizioni.
“Ma che stai facendo?”
Era furioso. Non perché May si fosse rintanata nel suo letto, ma perché si era abbandonata troppo alle lacrime. Voleva sul serio calpestare il suo orgoglio in quel modo?
“Ti prego, non arrabbiarti...”
Quell’implorazione fece scemare un po’ la sua alterazione.
“Mi vuoi bene, Greed?”
Lo sapeva. Era chiaro come il sole, ma voleva sentirlo. Forse questo l’avrebbe aiutata ad esorcizzare le parole di Wu.
Sinceramente, Greed era un po’ restio a dare quel genere di affermazioni, ma la situazione gl’imponeva di non dar peso alla sua personalità e di annuire, confuso.
“S-Sì, perché? Ma che ti è successo?”
“P-Papà…”
Doveva aspettarsi quel crollo emotivo da parte di May. Fra tutti loro, non era lei quella più forte, anche se voleva darlo a vedere a tutti i costi. Ma odiava vederla piangere, tanto più se la causa era loro padre. Era sempre stato un po’ geloso del legame che univa padre e figlia, ma sembrava che avesse commesso uno stupido sbaglio. Il rapporto fra loro non era migliore del suo, ed ora ne aveva la prova inconfutabile.
Udì il pianto della ragazzina farsi sempre più intenso, e in un moto di collera la riprese.
“No, May! Maledizione, non devi piangere!” sentenziò, scuotendola per le spalle. Ebbe la conclusione sperata. May sembrò calmarsi, asciugandosi il viso con il lembo del pigiama del ragazzo. Incurante delle proteste di quest’ultimo, lo abbracciò, sussurrando con estrema serenità: “Hai ragione.”
“Non te la sei sentita di andare a scuola, vero?”
“Già...”
“Prometti che però pomeriggio andrai alle prove!”
“Va bene.”
 
 
***
 
“Allora, hai organizzato tutto?”
“Sì” rispose Lust al suo interlocutore telefonico “devo solo attuare il piano. Non è facile tenere i mocciosetti gli un lontani dagli altri, lo sai. E poi, fammi giocare un po’!” rise, mostrando una chiostra di denti lucenti “Il maggiore, Greed, non durerà a lungo...”
L’altro rise di rimando, ben disposto a concederle quella fetta di divertimento che le spettava. Dopotutto, non c’era alcuna fretta.
La donna riagganciò, riponendo poi qualcosa di metallico nella borsa. Non c’era insicurezza nei suoi movimenti, solo una incontrollabile voglia di saziare i suoi appetiti.
Ma era ancora mattina. Wu a quell’ora era per Londra a fare chissà che commissione per i negozi.
E Greed... Lui sicuramente a fare il bravo scolaretto, in una persistente contraddizione con se stesso.
 
 
 
NDA
Penso sia uno dei capitoli peggiori. Non ne sono sicura abbastanza, ma spero che voi non siate della stessa opinione.
A presto! ;)

 
   
 
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