Tom aprì la porta –Ora dormi un po’..domani ti portiamo a fare un giro- Disse prima di uscire dalla stanza.
Mi guardai intorno e notai che ero di nuovo tranquilla, non avevo nulla da temere.
Raggiunsi il letto e mi coprii bene con le coperte, fregandomene di mettere il pigiama.
Poi sentii un cellulare squillare in lontananza e la voce di Tom –Hey piccola!...Sì, sì sto bene..No domani ho da fare..magari ci vediamo alla sera..-
Appoggiai la testa sul cuscino e sospirai.
-Buona notte Ria..-
Sorrisi.. “Buona Notte Tom”.
Each step you make
each
breath you take
Your
heart,
your
soul,
remote
controlled
This
life is so sick
You’re
automatic to me
Automatic
(Tokio Hotel)
Quando mi
svegliai, mi resi conto di essermi addormentata in posizione fetale con
ancora
tutti i vestiti addosso.
Mi sentivo
imbarazzata al pensiero di quello che era successo ieri notte,
perché mi ero
comportata così? Come una ragazzina per la prima volta
lontana da casa...
Certo, avevo
ottenuto un abbraccio di Tom e un suo bacio, ma con quale coraggio
avrei potuto
riguardarlo in faccia?
Mi portai la
coperta fin sopra le orecchie e sospirai abbattuta, forse aveva ragione
mia
madre quando aveva insistito che rimanessi in Italia, secondo lei non
ero
ancora pronta per un passo così importante..
Ad un tratto
sentii qualcuno bussare alla porta e subito mi sedetti scattando come
una
molla.
Lentamente
la porta si aprì e il sorriso di Bill mi invase come
un’aura luminosa e
allegra.
-Buongiorno-
Sussurrò entrando.
Chinai la
testa di lato e sorrisi anch’io. Era strano come non mi
stessi preoccupando
dell’aspetto dei miei capelli o del fatto che fossi
completamente struccata..
ero a mio agio..ed era Bill a farmi questo effetto.
-Dormito
bene?- Chiese facendosi più vicino e appoggiando una mano
sulla struttura del
baldacchino.
Annuii
–Sì,
grazie..io..mi dispiace per ieri sera..- Soffiai
Il ragazzo
sorrise liquidando le mie parole con un gesto della mano –Non
devi mai
scusarti..almeno non con me, intesi?-
Annuii di
nuovo obbediente.
-Bene, ora
ascolta, inizia a prepararti così partiamo presto-
-Dove
andiamo? Oggi è sabato.. non lavoro-
Bill rise
–Lo so, lo so, ma Tom vuole comprarsi delle nuove magliette e
ci ha chiesto di
unirci a lui..-
-Davvero?-
Aggrottai le sopracciglia, poi improvvisamente mi ricordai il discorso
che
avevamo avuto ieri..vuole aiutarmi ad ambientarmi a L.A.
Il vocalist
vedendo che non proferivo risposta si affrettò ad aggiungere
–Così poi andiamo
a pranzo in un locale bellissimo!-
-Bellissimo
fa rima con costosissimo?- Chiesi trattenendo una risata.
Bill mi
fulminò con lo sguardo e ammiccò
–E’ un fastfood vegetariano, tranquilla,
smettila di essere cosi..cinica-
-Non sono
cinica!- Sbottai alzandomi in piedi, Bill inarcò un
sopracciglio divertito.
-E allora
quale sarebbe il termine più adatto per descriverti?-
Domandò incrociando le
braccia al petto.
-Giudiziosa..-
-Noiosa..-
-E’ tu
sei
uno spaccone!- Questa
volta lo feci
ridere.
-Fastidiosamente
puntigliosa!- Esclamò in fine con un sorriso sornione come
se fosse un bambino
che ha appena vinto un pacchetto di caramelle.
-Ci vediamo
in salotto- Concluse tornando verso la porta.
-Va bene-
-E’
fai in
fretta!- Aggiunse prima di sparire in corridoio.
Scoppiai a
ridere e con un balzo raggiunsi l’armadio per decidere cosa
mettere.
Avrei tanto
voluto indossare un abito attillato e un paio di tacchi,
così da sembrare
quanto meno sexy ai loro occhi, poi ripensandoci non avevo niente del
genere
nell’armadio e optai per un paio di jeans mezza gamba e una
canottierina nera
da legare dietro il collo.
Infine
anziché i tacchi mi infilai un paio di ballerine di stoffa
bianca.
Dopo aver
finito di prepararmi scesi le scale e raggiunsi i gemelli di sotto.
Bill era
seduto sul divano che faceva le coccole a Baby, indossava una camicia
attillata
grigio perla, lasciata in
parte aperta
sul suo petto , tanto da far intravedere il tatuaggio triangolare, e un
paio di
jeans strettissimi infilati in un paio di anfibi.
Tom invece
era già davanti alla porta, i rasta racchiusi in una coda e
addosso aveva una
canottiera larga a tratti con sfumature in azzurro e il giro manica che
si chiudeva
almeno sotto la quarta costola.
Anche lui
indossava un paio di jeans, ma più larghi rispetto a quelli
del fratello.
Mi ritrovai
a chiedermi come potessi camminare al loro fianco, al fianco di due
rockstar..Io poi ,che ero la persona più anonima di questo
mondo.
Decisi
comunque di recuperare la calma e di sfoggiare un bel sorriso
–Georg e Gustav?-
Domandai notando in quel momento l’assenza dei due.
-Sono andati
a correre-Spiegò Bill recuperando la borsa e mettendosi
accanto al fratello
–Sono fissati con il fitness – Ridacchiò.
-E..
noi..dove andiamo a comprare?-
-Ci sono dei
negozi a venti minuti da qui, ci sono cose decisamente carine..-
Spiegò Tom con
un sorriso sghembo.
Presi
anch’io la borsa che avevo riempito il giorno prima
–Perfetto- Dissi
raggiungendo gli altri due.
Tom
tirò
fuori le chiavi della macchina dalle tasche e noi lo seguimmo nel
vialetto dove
c’era posteggiata la sua R8.
Bill mi
passò un braccio in torno alle spalle per infondermi
coraggio e mi fece cenno
di salire in auto.
Il viaggio
durò si e no un quarto d’ora e infine posteggiammo
ai bordi di un viale
alberato.
Il sole era
diventata una costante ormai delle mie giornate, un po’ come
il caldo infernale
e le persone abbronzate coperte da vestiti griffati e capelli biondi
ossigenati.
Nonostante
ciò il posto era davvero bello come aveva promesso Tom,
c’erano una ventina di
negozi e lussuose
boutique che davano su
una piccola piazzetta con al centro una fontana e un paio di panchine
di ferro
battuto.
I ragazzi,
dopo aver calato sugli occhi un paio di occhiali da sole scuri,
tirarono dritto
verso uno dei negozi sportivi.
-Ho davvero
bisogno di un parere femminile- Disse Tom mettendosi al mio fianco
–Non posso
costringere sempre Bill a fare la parte della donna-
Sentii il
gemello ridere.
-Ria? Non
viene mai a fare compere con te?- Chiesi con una punta di
curiosità e forse
anche sarcasmo.
Il
chitarrista scosse la testa –Ogni tanto, ma oggi era
impegnata e poi volevamo
uscire un po’ con te-
“Con
me?”
Pensai “Non ho nulla di interessante..”
Bill mi
ricosse dai miei pensieri indicando un negozio davanti a noi
–Eccoci-
Da fuori non
sembrava un granché, sembrava un normalissimo negozio
d’abbigliamento per
ragazzi, poi però quando ci avvicinammo alla vetrina scorsi
i cartellini
esposti dei prezzi e per poco non mi strozzai.
Ok, forse
non mi sarei potuta permettere nemmeno una cintura in quel negozio.
Entrammo e
rimasi stupita da quanto fosse grande in realtà, aveva dei
lunghi divanetti di
pelle nera e capi fatti quasi tutti su misura.
Bill si mise
a gironzolare toccando qua e là qualche maglietta con
disegni astratti mentre
Tom si concentrava sull’altro lato del negozio.
Decisi di
mettermi all’opera anch’io e guardarmi intorno.
Vidi subito
una maglietta bianca molto semplice con lo scollo a V e molto aderente,
mi
immaginai Tom con quella addosso e mi ritrovai a sorridere.
-No quella
io non la metto!-
-Ma
dai..è
carina! Guarda..- Sentii Bill replicare.
Portandomi
dietro la maglietta bianca li raggiunsi e li vidi intenti a discutere,
con il
vocalist che teneva in mano una dolcevita senza maniche color verde con
alcune
borchie applicate sulle cuciture del colletto e Tom davanti a lui con
le mani
sui fianchi e la testa inclinata.
-Mi ci vedi
con quel..coso addosso?- Domandò stizzito indicando la
canotta –Dai è
ridicola!-
-Non
è
affatto vero, io la metterei..-
-Appunto ,tu!-
Sbottò il chitarrista ancora inorridito dalle scelte
stilistiche del fratello.
Mi schiarii
la voce divertita e mi contrapposi tra i due –Questa ti
piace?- Chiesi alzando
la maglietta che avevo scelto.
Tom smise di
fissare il fratello e si concentrò su di me alzando un
braccio e toccando il
tessuto
-Dove
l’hai
trovata?- Domando prendendola tra le mani.
Indicai
l’altro reparto –Ne hanno di diversi colori..-
-Mi piace
tantissimo, visto? Lei si che sa scegliere!- Disse rivolto al gemello.
Bill scosse
la testa e rimise il dolcevita al suo posto.
Alla fine
Tom comprò tre magliette di quel tipo di colore diverso, una
bianca , una nera
e l’altra azzurro cielo.
Insieme ci
dirigemmo verso i camerini così che potesse provarsele.
Anche quelli
erano qualcosa di pazzesco, intanto erano enormi, con specchi su tutti
i lati e
un lampadario di cristallo che scendeva dal soffitto, poi vi erano
altri
divanetti all’esterno per noi che aspettavamo fuori.
Mi sedetti
su uno di quello e aspettai che Tom provasse i capi.
Dopo pochi
secondi ci mostrò la maglietta bianca con un sorriso
raggiante -Allora
come mi sta?- Chiese.
Bill
alzò le
spalle –Bene, ma preferivo quella che avevo scelto io..-
Alzai gli
occhi al cielo divertita –Stai molto bene..-
Tom mi
rivolse un sorriso –Grazie-
Andammo a
pagare..la
bellezza di 250$ e uscimmo di nuovo sulla piazza, il mio cellulare
iniziò a
vibrare, lessi il display: Mamma.
Con il cuore
in gola risposi.
-Ciao!-
Dissi con entusiasmo.
-Amore, come
stai?- Chiese –Hai chiamato ieri sera?E’ successo
qualcosa?-
-No..no
,tranquilla, ero solo un po’ triste..- Sorrisi
–Sarò in fase
premestruale..-Buttai lì fingendo una risata.
Vidi Bill e
Tom sorridere.
-Ah, ora
stai bene?-
-Sì..sono
in
giro a fare shopping con la ragazza che mi ospita..- Mentii, avrei
affrontato
il discorso del mio soggiorno in casa Kaulitz un’altra volta.
-Sono
contenta, tu adori andare per negozi-
-Infatti..-
Mi voltai
verso una vetrina alla mia destra, era di abiti da donna.
Uno in
particolare attirò la mia attenzione, era rosa antico, lungo
fino sopra il
ginocchio e scendeva morbido sulla vita trattenuto da una cintura
dorata legata
in vita, mentre le spalline erano molto sottili e andavano ad
incrociarsi
dietro la schiena.
-..Quindi
alla fine abbiamo dovuto comprare i biglietti per i One Direction ..-
Scossi la
testa –Cosa?-
-Dico che
siccome tua sorella è stata promossa le abbiamo comprato i
biglietti-
-Bene,
sarà
contenta- Dissi
-Sì,molto,
ora devo proprio andare, devo preparare cena che vengono i vicini a
mangiare
qui-
-Ok..ci
sentiamo domani?- Domandai
-Certo-
Annuii,
improvvisamente non volevo più riagganciare.
-Ciao,
pulcino-
-Ciao-
Quando la
chiamata terminò rimasi alcuni secondi a guardare i
cellulare, poi sentii una
mano posarsi sulla mia spalla.
-Tutto
bene?- Chiese Tom.
Annuii
–Andiamo in un altro negozio?- Volevo cambiare discorso.
Bill si
avvicinò e indicò quello di fianco a me
–Ti piace quel vestito?- Disse
accennando a quello rosa che avevo visto prima.
-Io..-
-Dai
entriamo- Tom mi prese per un braccio e mi costrinse a seguirlo dentro
il
negozio.
Il vocalist
chiese alla commessa se era possibile provarlo e lei si rivolse a me
chiedendomi la taglia.
Arrossii
–Una 42.. europea.. –
Lei annuii e
sparì in magazzino tornando dopo alcuni secondi con il
vestito tra le braccia.
-Vuole provarlo?-
-Io..-
Tom mi
passò
il vestito –Sì-
Lo guardai
allibita e sparii nel camerino, appesi il vestitino
sull’appendiabiti e
incominciai a spogliarmi, ringraziando di aver
fatto la ceretta pochi giorni prima.
Velocemente
rimasi in reggiseno e mutandine e mi affrettai ad indossare
l’abito,
fortunatamente mi stava.
Tirai su la
zip e mi guardai allo specchio.
Era
bellissimo nonostante lo stessi indossando io.
Controllai
il cartellino del prezzo e sussultai: 180$ , non me lo potevo
permettere,
soprattutto non potevo spendere quella cifra per un vestito.
Feci per
toglierlo, ma sentii Bill invitarmi ad uscire e fargli vedere come mi
stava.
Riluttante
uscii dal camerino e mi misi davanti a loro.
-Sei molto
bella- Disse il vocalist guardando il lavoro della scollatura sulla
schiena.
Mi ritrovai
ad arrossire e guardarmi la punta dei piedi.
-A te
piace?- Chiese Tom con uno sguardo indecifrabile.
Annuii
–Ma
non importa, tanto non mi serve a niente e costa davvero uno sproposito-
Bill
tentò
di ribattere, ma io scossi la testa e tornai nel camerino per
cambiarmi, ma
prima di poter anche solo slacciare la zip, Tom mi raggiunse.
-Te lo
compriamo noi- Disse –Sei davvero bella con
quest’abito-
Sorrisi
divertita –Non sono fatta per i vestiti-
-Però
ti
piacciono- Ribadì lui testardo.
-Sì,
mi
piacciono, ma non voglio né mortificarlo né che
voi spendiate i soldi per
questo-
Tom
aggrottò
le sopracciglia –Mortificarlo?-
Sospirai
–Davvero, ora lascia che mi cambi-
Il ragazzo
scosse la testa ed uscì dal camerino senza aggiungere
nient’altro.
A pranzo
Bill decise di portarci in quel famoso fastfood vegetariano e rimasi
piacevolmente stupita.
Era un posto
davvero carino e molto intimo, per una ventina di persone al massimo,
con un
ampio spazio esterno delimitato da aiuole.
Ci sedemmo
ad un tavolo un po’ più isolato rispetto agli
altri, appena sotto un ombrellone
bianco.
Tom si mise
vicino a me, così come Bill, ero proprio nel mezzo.
In meno di
dieci minuti arrivò il cameriere, un ragazzo palestrato e
ricoperto di tatuaggi
dalla testa ai piedi, per prendere le ordinazioni.
Osservai il
menù e non seppi cosa scegliere, non tanto perché
non mi piaceva niente, ma perché
non conoscevo praticamente nulla di quello che c’era scritto.
-Io prendo
un’insalata di farro e verdura fresca, e da bere un bicchiere
di vino bianco-
Disse Bill con un sorriso smagliante, porgendo il menù al
cameriere.
Tom invece
sembrava indeciso quanto me, continuava a rileggere le pietanze
rimanendo
indeciso.
Alla fine
optò per un’insalata fresca ,un hamburger di soia
e una birra.
Rimanevo
solo io, riosservai il menù per poi voltarmi verso il
ragazzo –Uno sformato di
zucchine e mezzo litro d’acqua, grazie- Sorrisi, era proprio
un cameriere
carino.
-Allora-
Disse Tom rompendo il silenzio –Come ti trovi qui? Ti piace?-
Chiese rivolto a
me.
Io annuii
–Sì,
è proprio come mi immaginavo Los Angeles, sole,
spiaggia..locali alla
moda..sogno di venire qui da quando sono bambina-
-Davvero?-
Domandò Bill con un sorriso - Anche a me piace
moltissimo..essendo una grande
città abbiamo più privacy-
-Deve essere
difficile vivere come voi..- Sussurrai
Tom bevve un
sorso della birra, che nel frattempo il ragazzo aveva portato , e
scosse le
spalle –Più che altro non sai mai se le persone si
avvicinano a te con doppi
fini o solo perché effettivamente ti trovano interessante..-
-Sì,
in
Germani stava diventando un inferno, per questo ci siamo trasferiti
qui..volevamo un po’ di tranquillità..staccare..-
Mi rigirai
la forchetta tra le mani soppesando le loro parole, davvero si
sentivano così?
La fama può denigrare una persona?
-Non ho mai
avuto il pallino di voler diventare una rockstar o
un’attrice..- Confessai –Ma quello
di diventare una scrittrice o comunque di poter trasmettere qualcosa
alle
persone attraverso quest’arte..in quel caso non sarei io
quella che
giudicherebbero, ma il mio lavoro, è meno pericoloso-
Tom
annuì –Quando
la fama arriva devi mettere in conto che non tutti possono apprezzare
quello
che fai o quello che
sei, ormai l’abbiamo
imparato e vogliamo andare avanti-
-Le vostre
fan vi adorano..non vedono l’ora di rivedervi esibire sul
palco- Sussurrai con
un sorriso
-Anche tu?-
Chiese il chitarrista
-Sì
anch’io-
soffiai
Il cameriere
arrivò con i nostri piatti e gentilmente chiesi del pane,
avevo scoperto che in
America non era sottinteso nel pasto e senza probabilmente, sarei
svenuta nel
giro di mezzo’ora.
Dubbiosa incominciai a spelacchiare
il mio sformato, ma
era molto buono e purtroppo anche molto piccolo.
Bill
mangiava la sua insalata con leggerezza, immaginai che se avessi
scattato delle
foto sarebbe venuto perfetto in ognuna di esse, come in un servizio
fotografico.
Tom invece
era meno composto, mezzo sdraiato sulla sedia, una mano chiusa attorno
al bicchiere
di birra e l’altra a tenere la forchetta.
Poteva
sembrare sgraziato, ma a me pareva solo più sexy e
particolarmente
accattivante.
Finito il
pranzo tornammo nella piazzetta e decisi di prendere un gelato al
cioccolato in
una gelateria italiana, mi era mancato in quegli ultimi giorni.
-Possiamo
fare un salto a vedere se hanno quel cappello che sto cercando da
settimane?-
Chiese Bill avviandosi verso una boutique.
Tom
alzò gli
occhi al cielo –Ne hai migliaia di cappelli, Bill..-
-Senti chi
parla..- Sbottò l’altro divertito aprendo la porta
del negozio –Io almeno non
li butto via-
-Non li ho
buttati via, sono a casa, ad Amburgo!- Lo riprese il chitarrista
facendomi
cenno di entrare.
La boutique
era bellissima, un tipico posto in cui ti aspetti di trovare Bill
Kaulitz.
Pareti di un
viola scuro ricoperte di glitter argentato, specchi con rifiniture nere
e una
commessa dallo stile gotico con tanto di vestito attillato e borchiato
e
capelli rosa acceso.
-Buongiorno,
stavo cercando un cappello..- Incominciò a spiegare Bill
alla ragazza, ben
contenta che fosse suo cliente.
Sorrisi, era
strano vederli nella loro quotidianità ed era ancora
più buffo scoprire che non
erano poi così diversi da come apparivano alle telecamere.
Mi guardai
in giro, probabilmente non avrei mai comprato niente in quel negozio,
era
troppo particolare per i miei gusti anche se i bustini stretti con i
nastri colorati
li avrei messi volentieri.
-Sì,
Ria,
sono con Bill e Sofia-
Mi voltai
verso Tom, scoprendo che era al telefono, in silenzio, facendo finta di
niente,
ascoltai la telefonata.
-Stiamo solo
facendo shopping, mi servivano delle nuove magliette..No,
no..tranquilla.. Ho
capito ma eri dal dentista come avresti fatto a venire scusa..-
Sbottò alzando
gli occhi al cielo.
-Sì,
ci
vediamo a cena..No, no.. cucino io..davvero..ok, da me alle
otto..perfetto..-
“Da
me?”
Pensai accigliandomi “Alle
otto?”
-Sì..a
dopo..a dopo piccola, ciao- Chiuse la chiamata e nascose nuovamente il
cellulare nella tasca dei pantaloni, poi si passò una mano
sul viso.
Lo guardai
senza capire, e lui se ne accorse.
-Viene Ria a
cena sta sera-Disse abbozzando un sorriso.
Impallidii
“Fantastico”
-Va bene,
così posso chiederle scusa per l’altra volta-
-Non devi
chiederle
scusa..comunque cosa vuoi per cena?-
-Cucini tu?-
Chiesi scettica.
Tom rise
–Ho
paura di sì, Sofy, mi tocca..-
Risi
anch’io
–Allora qualcosa di commestibile-
Mi fece
l’occhiolino
–Vedremo cosa posso fare..-
In quel
momento Bill venne verso di noi con un cappello nero molto simile a
quello di
Michael Jackson..Strabuzzai gli occhi –Wow..
E’..E’..-
-Strepitoso?-
Chiese lui ammiccando.
Tom glielo
sfilò dalla testa –Penso che stesse pensando ad
un’altra parola..assurdo..-
Bill mise il
broncio e lo strappò dalle sue mani –Tanto devo
indossarlo io-
Io e Tom
scoppiammo a ridere.
Una volta
tornata a casa mi fiondai sotto la doccia , avevo meno di tre ore per
rendermi
presentabile o almeno non sfigurare così tanto affianco a
Ria.
Non mi era
mai piaciuta quella ragazza, infatti fin da quando erano uscite le
prime foto
di lei con Tom mi ero ripromessa di odiarla, non perché
fossi gelosa, ma perché
mi sembrava una poco di buono e per niente adatta a Tom ..e
..Sì..forse ero
davvero gelosa..
Uscii dalla
doccia e mi tamponai i capelli con l’asciugamano, decidendo
di piastrarli e
arricciarli in modo che assumessero una forma decente.
La parte
più
difficile era scegliere come vestirsi..Non sapevo se dovevo vestirmi
elegante,
sportiva o se fregarmene, stavo andando nel panico..e da una parte fui
contenta
di essere in ansia per una cosa così futile..
Mi voltai
versò il letto e notai una scatola perlata con un grande
fiocco rosa sopra, mi
avvicinai..Quella non c’era prima..
Accanto vi
era un biglietto, tipo post-it, scritto in una calligrafia infantile e
dolce,
lo aprii:
Mi
sono
permesso di comprarti comunque il vestito, eri troppo bella con quello
addosso..non devi mai pensare troppo..sii più te stessa..
Il
tuo amico,
Bill
Con il cuore in
gola slacciai il fiocco e aprii il coperchio..il mio
vestito era lì..bello come lo ricordavo.
Lo tirai fuori
dalla scatola e sorrisi, l’avrei indossato a cena.
Buongiorno fanciulle/Aliens/ Vi prego
perdonatemi!!
Finalmente
ho postato
l’ottavo capitolo e spero vivamente che vi sia piaciuto.
Non mi
dilungherò in
scuse, perché non ne ho..A dire il vero ho avuto un piccolo
blocco e sono stata
incasinata tra la fine della scuola, il lavoro estivo e
l’organizzazione di un
progetto che, se andrà a buon fine, potrebbe essere il sogno
di una vita..
Ringrazio
come sempre
ognuna di voi..le vostre bellissime parole, la verità e che
non mi aspettavo
che la storia piacesse così tanto..Vi adoro..
Non vedo
l’ora di
pubblicare il prossimo capitolo, spero a breve, dove vedremo Sofia alle
prese
con Ria ^^
Vi ringrazio
ancora
una volta e vi sprono a commentare per conoscere le vostre impressioni !
Un bacio
Ginny