Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Ginny_Anastasia    29/06/2014    3 recensioni
Mi raggomitolai sulla panchina,senza realmente capire cosa stessi facendo. Chiusi gli occhi e cercai di respirare normalmente, inutile.
Strinsi i denti e mi accorsi di tremare convulsivamente.
-Serve aiuto?- Chiese una voce.
Riaprii gli occhi senza però riuscire a vedere realmente.
-Stai bene?- ripeté la voce.
Scossi la testa e richiusi gli occhi.
-Che succede?- Un’altra voce questa volta più lontana,poi mi sentii sollevare.
Riaprii gli occhi e quello che vidi fu una maglietta nera.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

Tom aprì la porta –Ora dormi un po’..domani ti portiamo a fare un giro- Disse prima di uscire dalla stanza.

Mi guardai intorno e notai che ero di nuovo tranquilla, non avevo nulla da temere.

Raggiunsi il letto e mi coprii bene con le coperte, fregandomene di mettere il pigiama.

Poi sentii un cellulare squillare in lontananza e la voce di Tom –Hey piccola!...Sì, sì sto bene..No domani ho da fare..magari ci vediamo alla sera..-

Appoggiai la testa sul cuscino e sospirai.

-Buona notte Ria..-

Sorrisi.. “Buona Notte Tom”.

 

 

 

Each step you make
each breath you take
Your heart,
your soul,
remote controlled
This life is so sick
You’re automatic to me

           Automatic (Tokio Hotel)

 

Quando mi svegliai, mi resi conto di essermi addormentata in posizione fetale con ancora tutti i vestiti addosso.

Mi sentivo imbarazzata al pensiero di quello che era successo ieri notte, perché mi ero comportata così? Come una ragazzina per la prima volta lontana da casa...

Certo, avevo ottenuto un abbraccio di Tom e un suo bacio, ma con quale coraggio avrei potuto riguardarlo in faccia?

Mi portai la coperta fin sopra le orecchie e sospirai abbattuta, forse aveva ragione mia madre quando aveva insistito che rimanessi in Italia, secondo lei non ero ancora pronta per un passo così importante..

Ad un tratto sentii qualcuno bussare alla porta e subito mi sedetti scattando come una molla.

Lentamente la porta si aprì e il sorriso di Bill mi invase come un’aura luminosa e allegra.

-Buongiorno- Sussurrò entrando.

Chinai la testa di lato e sorrisi anch’io. Era strano come non mi stessi preoccupando dell’aspetto dei miei capelli o del fatto che fossi completamente struccata.. ero a mio agio..ed era Bill a farmi questo effetto.

-Dormito bene?- Chiese facendosi più vicino e appoggiando una mano sulla struttura del baldacchino.

Annuii –Sì, grazie..io..mi dispiace per ieri sera..- Soffiai

Il ragazzo sorrise liquidando le mie parole con un gesto della mano –Non devi mai scusarti..almeno non con me, intesi?-

Annuii di nuovo obbediente.

-Bene, ora ascolta, inizia a prepararti così partiamo presto-

-Dove andiamo? Oggi è sabato.. non lavoro-

Bill rise –Lo so, lo so, ma Tom vuole comprarsi delle nuove magliette e ci ha chiesto di unirci a lui..-

-Davvero?- Aggrottai le sopracciglia, poi improvvisamente mi ricordai il discorso che avevamo avuto ieri..vuole aiutarmi ad ambientarmi a L.A.

Il vocalist vedendo che non proferivo risposta si affrettò ad aggiungere –Così poi andiamo a pranzo in un locale bellissimo!-

-Bellissimo fa rima con costosissimo?- Chiesi trattenendo una risata.

Bill mi fulminò con lo sguardo e ammiccò –E’ un fastfood vegetariano, tranquilla, smettila di essere cosi..cinica-

-Non sono cinica!- Sbottai alzandomi in piedi, Bill inarcò un sopracciglio divertito.

-E allora quale sarebbe il termine più adatto per descriverti?- Domandò incrociando le braccia al petto.

-Giudiziosa..-

-Noiosa..-

-E’ tu sei uno spaccone!-  Questa volta lo feci ridere.

-Fastidiosamente puntigliosa!- Esclamò in fine con un sorriso sornione come se fosse un bambino che ha appena vinto un pacchetto di caramelle.

-Ci vediamo in salotto- Concluse tornando verso la porta.

-Va bene-

-E’ fai in fretta!- Aggiunse prima di sparire in corridoio.

Scoppiai a ridere e con un balzo raggiunsi l’armadio per decidere cosa mettere.

Avrei tanto voluto indossare un abito attillato e un paio di tacchi, così da sembrare quanto meno sexy ai loro occhi, poi ripensandoci non avevo niente del genere nell’armadio e optai per un paio di jeans mezza gamba e una canottierina nera da legare dietro il collo.

Infine anziché i tacchi mi infilai un paio di ballerine di stoffa bianca.

Dopo aver finito di prepararmi scesi le scale e raggiunsi i gemelli di sotto.

Bill era seduto sul divano che faceva le coccole a Baby, indossava una camicia attillata grigio perla, lasciata  in parte aperta sul suo petto , tanto da far intravedere il tatuaggio triangolare, e un paio di jeans strettissimi infilati in un paio di anfibi.

Tom invece era già davanti alla porta, i rasta racchiusi in una coda e addosso aveva una canottiera larga a tratti con sfumature in azzurro e il giro manica che si chiudeva almeno sotto la quarta costola.

Anche lui indossava un paio di jeans, ma più larghi rispetto a quelli del fratello.

Mi ritrovai a chiedermi come potessi camminare al loro fianco, al fianco di due rockstar..Io poi ,che ero la persona più anonima di questo mondo.

Decisi comunque di recuperare la calma e di sfoggiare un bel sorriso –Georg e Gustav?- Domandai notando in quel momento l’assenza dei due.

-Sono andati a correre-Spiegò Bill recuperando la borsa e mettendosi accanto al fratello –Sono fissati con il fitness – Ridacchiò.

-E.. noi..dove andiamo a comprare?-

-Ci sono dei negozi a venti minuti da qui, ci sono cose decisamente carine..- Spiegò Tom con un sorriso sghembo.

Presi anch’io la borsa che avevo riempito il giorno prima –Perfetto- Dissi raggiungendo gli altri due.

Tom tirò fuori le chiavi della macchina dalle tasche e noi lo seguimmo nel vialetto dove c’era posteggiata la sua R8.

Bill mi passò un braccio in torno alle spalle per infondermi coraggio e mi fece cenno di salire in auto.

 

 

Il viaggio durò si e no un quarto d’ora e infine posteggiammo ai bordi di un viale alberato.

Il sole era diventata una costante ormai delle mie giornate, un po’ come il caldo infernale e le persone abbronzate coperte da vestiti griffati e capelli biondi ossigenati.

Nonostante ciò il posto era davvero bello come aveva promesso Tom, c’erano una ventina di negozi e  lussuose boutique che davano su una piccola piazzetta con al centro una fontana e un paio di panchine di ferro battuto.

I ragazzi, dopo aver calato sugli occhi un paio di occhiali da sole scuri, tirarono dritto verso uno dei negozi sportivi.

-Ho davvero bisogno di un parere femminile- Disse Tom mettendosi al mio fianco –Non posso costringere sempre Bill a fare la parte della donna-

Sentii il gemello ridere.

-Ria? Non viene mai a fare compere con te?- Chiesi con una punta di curiosità e forse anche sarcasmo.

Il chitarrista scosse la testa –Ogni tanto, ma oggi era impegnata e poi volevamo uscire un po’ con te-

“Con me?” Pensai “Non ho nulla di interessante..”

Bill mi ricosse dai miei pensieri indicando un negozio davanti a noi –Eccoci-

Da fuori non sembrava un granché, sembrava un normalissimo negozio d’abbigliamento per ragazzi, poi però quando ci avvicinammo alla vetrina scorsi i cartellini esposti dei prezzi e per poco non mi strozzai.

Ok, forse non mi sarei potuta permettere nemmeno una cintura in quel negozio.

Entrammo e rimasi stupita da quanto fosse grande in realtà, aveva dei lunghi divanetti di pelle nera e capi fatti quasi tutti su misura.

Bill si mise a gironzolare toccando qua e là qualche maglietta con disegni astratti mentre Tom si concentrava sull’altro lato del negozio.

Decisi di mettermi all’opera anch’io e guardarmi intorno.

Vidi subito una maglietta bianca molto semplice con lo scollo a V e molto aderente, mi immaginai Tom con quella addosso e mi ritrovai a sorridere.

-No quella io non la metto!-

-Ma dai..è carina! Guarda..- Sentii Bill replicare.

Portandomi dietro la maglietta bianca li raggiunsi e li vidi intenti a discutere, con il vocalist che teneva in mano una dolcevita senza maniche color verde con alcune borchie applicate sulle cuciture del colletto e Tom davanti a lui con le mani sui fianchi e la testa inclinata.

-Mi ci vedi con quel..coso addosso?- Domandò stizzito indicando la canotta –Dai è ridicola!-

-Non è affatto vero, io la metterei..-

-Appunto ,tu!- Sbottò il chitarrista ancora inorridito dalle scelte stilistiche del fratello.

Mi schiarii la voce divertita e mi contrapposi tra i due –Questa ti piace?- Chiesi alzando la maglietta che avevo scelto.

Tom smise di fissare il fratello e si concentrò su di me alzando un braccio e toccando il tessuto

-Dove l’hai trovata?- Domando prendendola tra le mani.

Indicai l’altro reparto –Ne hanno di diversi colori..-

-Mi piace tantissimo, visto? Lei si che sa scegliere!- Disse rivolto al gemello.

Bill scosse la testa e rimise il dolcevita al suo posto.

Alla fine Tom comprò tre magliette di quel tipo di colore diverso, una bianca , una nera e l’altra azzurro cielo.

Insieme ci dirigemmo verso i camerini così che potesse provarsele.

Anche quelli erano qualcosa di pazzesco, intanto erano enormi, con specchi su tutti i lati e un lampadario di cristallo che scendeva dal soffitto, poi vi erano altri divanetti all’esterno per noi che aspettavamo fuori.

Mi sedetti su uno di quello e aspettai che Tom provasse i capi.

Dopo pochi secondi ci mostrò la maglietta bianca con un sorriso raggiante  -Allora come mi sta?- Chiese.

Bill alzò le spalle –Bene, ma preferivo quella che avevo scelto io..-

Alzai gli occhi al cielo divertita –Stai molto bene..-

Tom mi rivolse un sorriso –Grazie-

Andammo a pagare..la bellezza di 250$ e uscimmo di nuovo sulla piazza, il mio cellulare iniziò a vibrare, lessi il display: Mamma.

Con il cuore in gola risposi.

-Ciao!- Dissi con entusiasmo.

-Amore, come stai?- Chiese –Hai chiamato ieri sera?E’ successo qualcosa?-

-No..no ,tranquilla, ero solo un po’ triste..- Sorrisi –Sarò in fase premestruale..-Buttai lì fingendo una risata.

Vidi Bill e Tom sorridere.

-Ah, ora stai bene?-

-Sì..sono in giro a fare shopping con la ragazza che mi ospita..- Mentii, avrei affrontato il discorso del mio soggiorno in casa Kaulitz un’altra volta.

-Sono contenta, tu adori andare per negozi-

-Infatti..-

Mi voltai verso una vetrina alla mia destra, era di abiti da donna.

Uno in particolare attirò la mia attenzione, era rosa antico, lungo fino sopra il ginocchio e scendeva morbido sulla vita trattenuto da una cintura dorata legata in vita, mentre le spalline erano molto sottili e andavano ad incrociarsi dietro la schiena.

-..Quindi alla fine abbiamo dovuto comprare i biglietti per i One Direction ..-

Scossi la testa –Cosa?-

-Dico che siccome tua sorella è stata promossa le abbiamo comprato i biglietti-

-Bene, sarà contenta- Dissi

-Sì,molto, ora devo proprio andare, devo preparare cena che vengono i vicini a mangiare qui-

-Ok..ci sentiamo domani?- Domandai

-Certo-

Annuii, improvvisamente non volevo più riagganciare.

-Ciao, pulcino-

-Ciao-

Quando la chiamata terminò rimasi alcuni secondi a guardare i cellulare, poi sentii una mano posarsi sulla mia spalla.

-Tutto bene?- Chiese Tom.

Annuii –Andiamo in un altro negozio?- Volevo cambiare discorso.

Bill si avvicinò e indicò quello di fianco a me –Ti piace quel vestito?- Disse accennando a quello rosa che avevo visto prima.

-Io..-

-Dai entriamo- Tom mi prese per un braccio e mi costrinse a seguirlo dentro il negozio.

Il vocalist chiese alla commessa se era possibile provarlo e lei si rivolse a me chiedendomi la taglia.

Arrossii –Una 42.. europea.. –

Lei annuii e sparì in magazzino tornando dopo alcuni secondi con il vestito tra le braccia.

-Vuole provarlo?-

-Io..-

Tom mi passò il vestito  –Sì-

Lo guardai allibita e sparii nel camerino, appesi il vestitino sull’appendiabiti e incominciai a spogliarmi, ringraziando di aver  fatto la ceretta pochi giorni prima.

Velocemente rimasi in reggiseno e mutandine e mi affrettai ad indossare l’abito, fortunatamente mi stava.

Tirai su la zip e mi guardai allo specchio.

Era bellissimo nonostante lo stessi indossando io.

Controllai il cartellino del prezzo e sussultai: 180$ , non me lo potevo permettere, soprattutto non potevo spendere quella cifra per un vestito.

Feci per toglierlo, ma sentii Bill invitarmi ad uscire e fargli vedere come mi stava.

Riluttante uscii dal camerino e mi misi davanti a loro.

-Sei molto bella- Disse il vocalist guardando il lavoro della scollatura sulla schiena.

Mi ritrovai ad arrossire e guardarmi la punta dei piedi.

-A te piace?- Chiese Tom con uno sguardo indecifrabile.

Annuii –Ma non importa, tanto non mi serve a niente e costa davvero uno sproposito-

Bill tentò di ribattere, ma io scossi la testa e tornai nel camerino per cambiarmi, ma prima di poter anche solo slacciare la zip, Tom mi raggiunse.

-Te lo compriamo noi- Disse –Sei davvero bella con quest’abito-

Sorrisi divertita –Non sono fatta per i vestiti-

-Però ti piacciono- Ribadì lui testardo.

-Sì, mi piacciono, ma non voglio né mortificarlo né che voi spendiate i soldi per questo-

Tom aggrottò le sopracciglia –Mortificarlo?-

Sospirai –Davvero, ora lascia che mi cambi-

Il ragazzo scosse la testa ed uscì dal camerino senza aggiungere nient’altro.

 

 

A pranzo Bill decise di portarci in quel famoso fastfood vegetariano e rimasi piacevolmente stupita.

Era un posto davvero carino e molto intimo, per una ventina di persone al massimo, con un ampio spazio esterno delimitato da aiuole.

Ci sedemmo ad un tavolo un po’ più isolato rispetto agli altri, appena sotto un ombrellone bianco.

Tom si mise vicino a me, così come Bill, ero proprio nel mezzo.

In meno di dieci minuti arrivò il cameriere, un ragazzo palestrato e ricoperto di tatuaggi dalla testa ai piedi, per prendere le ordinazioni.

Osservai il menù e non seppi cosa scegliere, non tanto perché non mi piaceva niente, ma perché non conoscevo praticamente nulla di quello che c’era scritto.

-Io prendo un’insalata di farro e verdura fresca, e da bere un bicchiere di vino bianco- Disse Bill con un sorriso smagliante, porgendo il menù al cameriere.

Tom invece sembrava indeciso quanto me, continuava a rileggere le pietanze rimanendo indeciso.

Alla fine optò per un’insalata fresca ,un hamburger di soia e una birra.

Rimanevo solo io, riosservai il menù per poi voltarmi verso il ragazzo –Uno sformato di zucchine e mezzo litro d’acqua, grazie- Sorrisi, era proprio un cameriere carino.

-Allora- Disse Tom rompendo il silenzio –Come ti trovi qui? Ti piace?- Chiese rivolto a me.

Io annuii –Sì, è proprio come mi immaginavo Los Angeles, sole, spiaggia..locali alla moda..sogno di venire qui da quando sono bambina-

-Davvero?- Domandò Bill con un sorriso - Anche a me piace moltissimo..essendo una grande città abbiamo più privacy-

-Deve essere difficile vivere come voi..- Sussurrai

Tom bevve un sorso della birra, che nel frattempo il ragazzo aveva portato , e scosse le spalle –Più che altro non sai mai se le persone si avvicinano a te con doppi fini o solo perché effettivamente ti trovano interessante..-

-Sì, in Germani stava diventando un inferno, per questo ci siamo trasferiti qui..volevamo un po’ di tranquillità..staccare..-

Mi rigirai la forchetta tra le mani soppesando le loro parole, davvero si sentivano così? La fama può denigrare una persona?

-Non ho mai avuto il pallino di voler diventare una rockstar o un’attrice..- Confessai –Ma quello di diventare una scrittrice o comunque di poter trasmettere qualcosa alle persone attraverso quest’arte..in quel caso non sarei io quella che giudicherebbero, ma il mio lavoro, è meno pericoloso-

Tom annuì –Quando la fama arriva devi mettere in conto che non tutti possono apprezzare quello che fai o quello  che sei, ormai l’abbiamo imparato e vogliamo andare avanti-

-Le vostre fan vi adorano..non vedono l’ora di rivedervi esibire sul palco- Sussurrai con un sorriso

-Anche tu?- Chiese il chitarrista

-Sì anch’io- soffiai

Il cameriere arrivò con i nostri piatti e gentilmente chiesi del pane, avevo scoperto che in America non era sottinteso nel pasto e senza probabilmente, sarei svenuta nel giro di mezzo’ora.

Dubbiosa  incominciai a spelacchiare il mio sformato, ma era molto buono e purtroppo anche molto piccolo.

Bill mangiava la sua insalata con leggerezza, immaginai che se avessi scattato delle foto sarebbe venuto perfetto in ognuna di esse, come in un servizio fotografico.

Tom invece era meno composto, mezzo sdraiato sulla sedia, una mano chiusa attorno al bicchiere di birra e l’altra a tenere la forchetta.

Poteva sembrare sgraziato, ma a me pareva solo più sexy e particolarmente accattivante.

Finito il pranzo tornammo nella piazzetta e decisi di prendere un gelato al cioccolato in una gelateria italiana, mi era mancato in quegli ultimi giorni.

-Possiamo fare un salto a vedere se hanno quel cappello che sto cercando da settimane?- Chiese Bill avviandosi verso una boutique.

Tom alzò gli occhi al cielo –Ne hai migliaia di cappelli, Bill..-

-Senti chi parla..- Sbottò l’altro divertito aprendo la porta del negozio –Io almeno non li butto via-

-Non li ho buttati via, sono a casa, ad Amburgo!- Lo riprese il chitarrista facendomi cenno di entrare.

La boutique era bellissima, un tipico posto in cui ti aspetti di trovare Bill Kaulitz.

Pareti di un viola scuro ricoperte di glitter argentato, specchi con rifiniture nere e una commessa dallo stile gotico con tanto di vestito attillato e borchiato e capelli rosa acceso.

-Buongiorno, stavo cercando un cappello..- Incominciò a spiegare Bill alla ragazza, ben contenta che fosse suo cliente.

Sorrisi, era strano vederli nella loro quotidianità ed era ancora più buffo scoprire che non erano poi così diversi da come apparivano alle telecamere.

Mi guardai in giro, probabilmente non avrei mai comprato niente in quel negozio, era troppo particolare per i miei gusti anche se i bustini stretti con i nastri colorati li avrei messi volentieri.

-Sì, Ria, sono con Bill e Sofia-

Mi voltai verso Tom, scoprendo che era al telefono, in silenzio, facendo finta di niente, ascoltai la telefonata.

-Stiamo solo facendo shopping, mi servivano delle nuove magliette..No, no..tranquilla.. Ho capito ma eri dal dentista come avresti fatto a venire scusa..- Sbottò alzando gli occhi al cielo.

-Sì, ci vediamo a cena..No, no.. cucino io..davvero..ok, da me alle otto..perfetto..-

“Da me?” Pensai accigliandomi  “Alle otto?”

-Sì..a dopo..a dopo piccola, ciao- Chiuse la chiamata e nascose nuovamente il cellulare nella tasca dei pantaloni, poi si passò una mano sul viso.

Lo guardai senza capire, e lui se ne accorse.

-Viene Ria a cena sta sera-Disse abbozzando un sorriso.

Impallidii “Fantastico”

-Va bene, così posso chiederle scusa per l’altra volta-

-Non devi chiederle scusa..comunque cosa vuoi per cena?-

-Cucini tu?- Chiesi scettica.

Tom rise –Ho paura di sì, Sofy, mi tocca..-

Risi anch’io –Allora qualcosa di commestibile-

Mi fece l’occhiolino –Vedremo cosa posso fare..-

In quel momento Bill venne verso di noi con un cappello nero molto simile a quello di Michael Jackson..Strabuzzai gli occhi –Wow.. E’..E’..-

-Strepitoso?- Chiese lui ammiccando.

Tom glielo sfilò dalla testa –Penso che stesse pensando ad un’altra parola..assurdo..-

Bill mise il broncio e lo strappò dalle sue mani –Tanto devo indossarlo io-

Io e Tom scoppiammo a ridere.

 

Una volta tornata a casa mi fiondai sotto la doccia , avevo meno di tre ore per rendermi presentabile o almeno non sfigurare così tanto affianco a Ria.

Non mi era mai piaciuta quella ragazza, infatti fin da quando erano uscite le prime foto di lei con Tom mi ero ripromessa di odiarla, non perché fossi gelosa, ma perché mi sembrava una poco di buono e per niente adatta a Tom ..e ..Sì..forse ero davvero gelosa..

Uscii dalla doccia e mi tamponai i capelli con l’asciugamano, decidendo di piastrarli e arricciarli in modo che assumessero una forma decente.

La parte più difficile era scegliere come vestirsi..Non sapevo se dovevo vestirmi elegante, sportiva o se fregarmene, stavo andando nel panico..e da una parte fui contenta di essere in ansia per una cosa così futile..

Mi voltai versò il letto e notai una scatola perlata con un grande fiocco rosa sopra, mi avvicinai..Quella non c’era prima..

Accanto vi era un biglietto, tipo post-it, scritto in una calligrafia infantile e dolce, lo aprii:

 

Mi sono permesso di comprarti comunque il vestito, eri troppo bella con quello addosso..non devi mai pensare troppo..sii più te stessa..

Il tuo amico,

 Bill

 

Con il cuore in gola slacciai il fiocco e aprii il coperchio..il mio vestito era lì..bello come lo ricordavo.

Lo tirai fuori dalla scatola e sorrisi, l’avrei indossato a cena.

 

 

 

 

 

 

 

Buongiorno fanciulle/Aliens/ Vi prego perdonatemi!!

Finalmente ho postato l’ottavo capitolo e spero vivamente che vi sia piaciuto.

Non mi dilungherò in scuse, perché non ne ho..A dire il vero ho avuto un piccolo blocco e sono stata incasinata tra la fine della scuola, il lavoro estivo e l’organizzazione di un progetto che, se andrà a buon fine, potrebbe essere il sogno di una vita..

Ringrazio come sempre ognuna di voi..le vostre bellissime parole, la verità e che non mi aspettavo che la storia piacesse così tanto..Vi adoro..

Non vedo l’ora di pubblicare il prossimo capitolo, spero a breve, dove vedremo Sofia alle prese con Ria ^^

Vi ringrazio ancora una volta e vi sprono a commentare per conoscere le vostre impressioni !

Un bacio

Ginny

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Ginny_Anastasia