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Autore: Shiver414    29/06/2014    3 recensioni
L'amore sboccia come un fiore, un fiore dai petali bianchi, candidi, puri, macchiati dal peccato scarlatto della bramosia. Cos'è un vampiro? Un demone che gode nell'uccidere, nel cacciare. Ma cosa succede ad un vampiro che impara ad amare?
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccooo il secondo capitolooo.... Non è come me lo ero immaginato... Mi piace solo in alcuni punti, dunque... Lascio decidere a voi se va bene o meno u.u Accetto anche le critiche negative se servono a renderlo migliore u.u

Capitolo 2.
Cosa mi succede?

 
Continuavo a fissare Thomas negli occhi.
«Piacere, io sono Thomas.» Si stava avvicinando. Strane vibrazioni erano irradiate dal suo corpo. Allungai indecisa la mano per stringere la sua.
«Piacere.» Deglutii a disagio. «Angelica. Angy per gli amici.» Mi sforzai di sorridere. Quando la nostra pelle si toccò una sensazione soffocante mi assalì alla gola. Allontanai bruscamente la mano ansimando. Che c’era che non andava? Mi sfiorai la gola. Thomas mi guardava dritta negli occhi, non spostava lo sguardo, mai. Incontrai il suo sguardo e la sensazione mi assalì di nuovo. «Giulia dobbiamo andare.» Boccheggiai sentendomi come un topo ipnotizzato dallo sguardo del serpente. Ero una preda messa all’angolo dal mio predatore. Afferrai la mano della mia amica e mi allontanai sentendo lo sguardo confuso e penetrante di Thomas e dei suoi amici sulla schiena.
Chiusi la porta e presi un respiro profondo.
«Mi spieghi che ti succede?» Giulia sembrava furiosa. «Che cavolo ti è preso. Ora penserà che sei strana. Accidenti a te.» Quindi lei non aveva sentito nulla? Possibile? Eppure quella strana atmosfera che lo avvolgeva era così forte. Non potevo sentirla solo io? No?!
Scossi la testa.
«Scusa. Non so che mi è preso. Mi ha spiazzata.» Ammisi ridacchiando un po’ a disagio. «Che ne dici se andiamo?» Giulia continuava a parlare senza sosta. Non rimaneva senza fiato?
Entrammo nella sua auto e accesi automaticamente lo stereo. Diedi una scorsa veloce al porta dischi e scelsi un CD. La musica riempì l’abitacolo e mi aiutò a rilassarmi.
«…Thomas…» Cosa? Che aveva detto? Ero riuscita a sentire solo il suo nome. «Vero?!»
Provai a scavare nel mio cervello, sperando che inconsciamente avevo colto qualche parola in più. Forse aveva detto “bello” e “sexy” ma non ero convinta. «Non credevo fosse così bello. Pensavo che esagerassi, invece avevi ragione.» Sperai che quel che avevo detto bastasse a rispondere all’ignota domanda.
«Te lo avevo detto. Io non esagero mai.» Ridacchiò e tirai un sospiro di sollievo.
«Non ho mai visto un ragazzo così tanto bello, lo ammetto.» Giulia sembrava compiaciuta.
Mi rilassai e il disagio di prima sembrò svanire. Pensai solo a divertirmi con le mie amiche, abboffarmi al ristorante e fare la scema con le mie amiche.
****
Finito di cenare tornai a casa di Giulia. I ragazzi erano incollati al televisore e guardavano un film dell’orrore. Erano ancora tutti lì. Anche lui.
«Ragazze perché non vi unite a noi? Tanto è iniziato solo da qualche minuto.» Alex fece un gesto con la mano sorridendo.
Giulia mi trascinò sul divano e mi fece accomodare accanto a lui mentre lei si accoccolava sulla poltrona. Odiava i film dell’orrore, allora perché stava facendo cosi? Afferrai un cuscino con il quale ero pronta a coprirmi gli occhi. Thomas accanto a me sembrava tranquillo e rilassato. La sensazione di prima era scomparsa.
«Angy ti fermi a dormire qui?» Alex parlava senza staccare gli occhi dalla tv.
«Si.» Risposi semplicemente allungando una mano verso la ciotola di patatine. «Giulia non ti aveva avvertito?»
«No. Rimangono anche loro a dormire.» Indicò i ragazzi con un gesto. Chissà perché me lo aveva detto.
Continuavo a spaventarmi e saltare sul divano. Thomas rideva, rideva divertito di me.
«Se hai paura puoi anche aggrapparti a me. Oppure nasconderti dietro di me.»  In quel momento, ironicamente, non mi faceva paura come prima. Accolsi il suo invito volentieri. Mi aggrappai al suo braccio e ad ogni scena spaventosa mi poggiavo sulla sua spalla chiudendo forte gli occhi. Mi sentivo protetta dalla sua mano che dolcemente mi accarezzava la gamba o la testa; dalle sue braccia che mi stringevano quando la scena si faceva terrificante.
 
«Allora buonanotte.» Dicemmo in coro io e Giulia involontariamente. I ragazzi risposero distratti, mentre sistemavano i materassini gonfiabili da campeggio nel salotto. Mi infilai nel letto da una piazza e mezza di Giulia e provai a prendere sonno. C’era qualcosa che mi inquietava, non era il film appena visto. Era qualcosa di più reale, di più assurdo. Sapere che lui era lì, a pochi passi da me mi rendeva ansiosa e nervosa.
Non so quando riuscii ad addormentarmi. Sognai addirittura. Ero in una stanza buia e davanti a me c’erano due occhi verdi che mi fissavano con insistenza. Erano grandi, troppo grandi per essere di una persona di dimensioni normali. Sentivo la paura attanagliarmi lo stomaco. Una risata e delle voci riempivano confusamente le mie orecchie. Non riuscivo a capire cosa dicevano. Mi coprii le orecchie ed iniziai ad urlare con tutto il fiato che avevo in gola.
Aprii gli occhi. Ero di nuovo nella stanza di Giulia. La sveglia segnava le tre e mezzo di notte. Mi alzai in silenzio e raggiunsi la cucina, cercando di non calpestare i ragazzi che dormivano in salotto. Presi un bicchiere e bevvi un lungo sorso d’acqua.
«Che ci fai sveglia a quest’ora?» Thomas entrò nella stanza. Emerse come un angelo della notte dalle tende leggere e bianche. La sua figura scura sembrava così perfetta mentre avanzava verso di me. Nella mia testa si susseguirono una serie di immagini. Se mi avesse baciata in quel momento sarebbe stato bellissimo. Sentivo già la sensazione delle sue mani sulla mia schiena, mentre mi stringeva sempre più. Sentivo quasi il calore del suo corpo.
«Ho avuto un incubo.» La sensazione che avevo provato quel pomeriggio era una flebile minaccia che sembrava pronta ad assalirmi. Era piacevole e fastidiosa allo stesso tempo.
«Tu che ci fai sveglio?» Alzò le spalle con noncuranza.
«Non riuscivo a prendere sonno e sono uscito a vedere le stelle.» Sarebbe stato romantico guardarle insieme, mano nella mano. Scossi la testa e spostai lo sguardo oltre le sue spalle.
«Hai troppa paura per tornare in camera da sola?» Anche se non riuscivo a vedere il suo viso sapevo che stava sorridendo.
«Spiritoso.» Lo colpii giocosa. Sentii i muscoli dell’addome sodi contro la mano.
«Sicura? Se vuoi ti accompagno.» Scossi la testa ridacchiando. Era simpatico oltre che tremendamente bello.
«Buonanotte.» Dissi indulgente continuando a ridacchiare. Senza udire la sua risposta tornai in camera. Sentivo le guance in fiamme. Perché ero così strana intorno a lui? Che mi stava succedendo? 
   
 
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