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Autore: demonsjnside_    30/06/2014    1 recensioni
“Sei deficiente Luke?” disse una voce bassa, leggermente roca. Che bello, qualcuno che diceva che Hemmings era deficiente!
“Hai invitato qualcuno qui sopra? Qualcuno che è per giunta una ragazza?” disse un’altra voce.
Salii ancora le scale e li vidi.
[Tratto dal racconto]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quei quattro ragazzi.
I quattro ragazzi mi guardavano.
“Smith, sapevo che saresti venuta!” disse Hemmings con un sorrisetto stampato in viso.
“Senti coso, non ti credere niente eh! Io ero solo curiosa di sapere che volevi.” Gli dissi guardandolo e rimanendo ferma accanto alle scale.
Il ragazzo che supposi si chiamasse Ashton, si avvicinò a me e mi prese per il braccio trascinandomi verso gli altri. Mi stava facendo male.
La sua presa era forte.
“Mi lasci?” chiesi sbuffando.
Allentò la presa e mi guardò.
“Oggi stai con noi e se parli di questo posto, sei fottuta. Nessuno ne deve sapere.” Disse.
Cosa volevano da me? Cosa avevo fatto io?
Notai che il tinto continuava a guardarmi, era un bel ragazzo, stava in silenzio, ma ero certa che notava i minimi dettagli, magari aveva capito anche che ero spaventata.
Entrammo in una delle vecchie aule della scuola, c’era solo una lavagna nera, nient’altro. I muri erano tutti scritti.
Luke si sedette a terra e gli altri quattro imitarono le sue mosse. Poi mi decisi anche io a sedermi.
A dire il vero mi misi un po’ in disparte dato che non volevo passare la giornata con loro. Mi guardarono esterrefatti. Sentii un rumore di passi dietro di me e sentii qualcuno sedersi accanto a me.
“Axelina cos’hai?” riconobbi la voce del tinto, stavo per rispondergli quando mi accorsi che mi aveva chiamata per nome, eppure io ero certa di non averlo mai detto ai quattro.
“Come fai a sapere il mio nome?” gli chiesi. Ero certa che non me lo avrebbe detto, ma decisi di provare a chiederlo.
“Diciamo che è una lunga storia che non posso raccontare ora, ma devi saper che tutti noi sappiamo il tuo nome.” Disse il tinto, mentre gli altri si sedevano accanto a noi. Luke mi sorrise, cercava di rassicurarmi, aveva capito che ero spaventata.
“Stai tranquilla, non vogliamo farti niente. Comunque io sono Ashton.” Disse l’altro ragazzo di cui avevo solo presupposto il nome, dato che lo avevano chiamato in quel modo.
“Io sono Michael.” Disse il tinto con tono monocorde.
Passammo circa un’ora a parlare, o meglio, loro parlavano e io stavo in silenzio.
Al suono della campanella io, Calum e Luke tornammo in classe. Avevamo saltato l’ora di matematica e io non ero affatto triste.
La professoressa di spagnolo entrò in classe e iniziò a spiegare, nonostante amassi lo spagnolo non ascoltai niente.
Ero semplicemente immersa nei miei pensieri.
Pensavo a tante cose, ma soprattutto a ciò che era successo al piano abbandonato. Pensavo a Michael, volevo dirgli che mi piacevano i suoi capelli, ma non ne avevo il coraggio. Credo che Luke si accorse che non stavo ascoltando e che ero abbastanza scossa.
“Forse è meglio andare via, non pensi?” mi sussurrò all’orecchio. Annuii.
Luke si alzò dalla sedia e si avvicinò alla professoressa.
Qualunque cazzata le disse aveva funzionato. Io, Luke e Calum eravamo fuori dalla classe e potevamo uscire.
Camminavamo in silenzio verso la fermata del bus quando si aggiunsero a noi Ashton e Michael che erano in un’altra classe. Erano riusciti a uscire anche loro.
Mancavano pochi giorni alla fine di quell’anno scolastico e decisi di rimanere a casa per quest’ultima settimana.
Prima di salire sull’autobus mi sentii osservata, ma non ci feci troppo caso. Mi sedetti in uno dei posti in fondo e gli altri mi seguirono. Ero stanca.
Il bus si fermò alla fermata accanto a casa mia, io scesi senza salutare gli altri. Feci pochi passi quando me li trovai davanti.
“Si saluta, lo sai questo, no?” disse Ashton.
“Ashton, sono stanca, voglio tornare a casa.” Dissi e gli passai accanto per aprire la porta di casa.
“Axelina, non possiamo lasciarti da sola.” Disse Luke.
“Entrate allora.” Dissi lasciando la porta aperta.
Sentii la porta chiudersi e salii le scale dirigendomi in camera. Buttai lo zaino a terra e mi sdraiai sul letto. Chiusi gli occhi e mi addormentai.


 
*SPAZIO AUTRICE*
Alloraaaaa... Vorrei ringraziare
tutti quelli che hanno recensito questa storia
e tutti quelli che l'hanno messa
tra i preferiti.
A presto
Alessia xx
   
 
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