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Autore: marauder11    30/06/2014    3 recensioni
"La realtà supera la fantasia perché il caso va oltre ogni immaginazione"
Nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere un postino far capolino sullo scalino d'ingresso di Grimmauld Place numero 12, il 30 Dicembre del 2015.
Harry non si sarebbe mai aspettato di ricevere quella lettera, che cambiò la vita di molte persone.
******************
Harry pensò che una piccola rossa di nome Lily e una piccola bionda di nome Petunia ridevano di nuovo insieme. Stavolta la magia non le avrebbe separate, anzi, le avrebbe unite. Per sempre.
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Teddy Lupin | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 11 – Rosso e oro

 

Continuavo a guardare incantata ogni cosa che mi circondava. Non avevo mangiato molto, durante la mia prima cena ad Hogwarts. Non avevo voglia di cibo, ma di scoprire quel castello; visitare le aule, andare al parco, al lago… Non vedevo l’ora di vedere il dormitorio! Mangiavo il budino alla crema, quando notai il ragazzino che stava alla mia destra. Ero stato talmente coinvolto nei discorsi dei miei cugini, talmente immerso nella contemplazione della Sala Grande, che non avevo notato questo ragazzino mingherlino dai capelli neri che stava accanto a me. Lo osservai, e vidi che anche lui stava facendo lo stesso. Aveva la cravatta uguale alla mia, quella con i quattro stemmi delle case.

Mi girai verso di lui, sorridendo. Lui ricambiò timidamente.

«Ciao, io sono Hugo, Hugo Weasley… tu sei?»

Questo mi porse subito la sua mano e la strinse

«Benjamin Jones, piacere. Puoi chiamarmi Ben»

Annuì sorridendo, e questo cominciò a parlare.

«Tu sei… il figlio di Ronald e Hermione Weasley, non è vero? Lo… lo diceva un ragazzino in treno, poco fa…»

 

 

«Già… Invece io non ho mai sentito il tuo cognome, non che importi, sia chiaro…» disse il piccolo Hugo arrossendo. Non voleva rischiare di sembrare scortese. Ben lo capì e sorrise

«Beh, si… Io provengo da una famiglia di babbani, per questo non mi hai mai sentito nominare…» Abbassò lo sguardo, imbarazzato.

«Mia madre è babbana di nascita, sai? Proprio come te. Adesso lavora al Ministero eh… beh… E’ un’ottima strega»

Il viso di Ben si illuminò «Davvero? Io… non lo sapevo! Ho letto molti libri sulla Seconda Guerra Magica, ma nessuno di questi parlava di, ecco… questo»

Hugo annuì e sorrise, Ben ricambiò.

«Sono davvero molto stanco, chissà quando ci faranno salire in dormitorio!» disse Ben, alzando gli occhi al cielo.

 

 

«Oh Merlino, Merlino!!!!» Lily continuava a dimenarsi, mentre si abbassava a guardare sotto il tavolo, sotto la panca su cui era seduta, a destra e sinistra.

«Lily, sche suschede?» chiese Fred vedendo la cugina così agitata, mentre masticava un boccone di torta di melassa. Roxy lo guardò con disgusto, lui ricambiò con una linguaccia, mentre Lily ancora si agitava. Adesso aveva le mani ai capelli, sembrava quasi volesse strapparseli.

«Oh Salazar, il mio gatto! Dov’è finito il mio gatto?» disse Lily ad Al, che la guardò tranquillo mentre si serviva dei dolcetti al cioccolato, e disse

«In dormitorio, ovviamente»

Lily si arrestò e piantò i suoi occhi su quelli di suo fratello, che adesso la guardava con le sopracciglia aggrottate, mentre stringeva tra le dita una forchetta

«Ma come… come può essere in dormitorio?»

«Tutti i vostri effetti personali li troverete direttamente in dormitorio dopo la cena – disse Albus cercando di imitare la voce del professor Paciock – non hai ascoltato lo zio Frank quando sei arrivata?» continuò ancora Albus, con tono ammonitore ma visibilmente divertito.

La sorella arrossì e balbettò qualche parola.

«Beh… io… no, ero piuttosto… tesa, ecco… non… ascoltato»

Tutti i cugini sorrisero ai balbettii di Lily, che si imbronciò.

«Grifondoro primo annoo! Primo anno di Grifondoro, da questa parte per favore!» urlò una ragazza molto alta e bella, con una P dorata incisa sulla divisa.

Lily, Alice, Camilla e Dom, che erano sedute vicine, si alzarono simultaneamente. Lily poi fece cenno ad Hugo, che si alzò assieme ad un ragazzino che stava vicino a lui. James fece un cenno a sua sorella «Lily, ci vediamo di sopra!» la rossa annuì, e subito dopo raggiunse il gruppo dei primini.

«Questa è la strada più breve per i dormitori, ovviamente tutto dipende da quale parte del Castello provenite… Tu, attento a quello scalino! Ogni tanto scompare» disse il Prefetto, quasi con tono annoiato.

«Come… scompare?» chiese Camilla curiosa, mentre salivano le scale.

«Già, spesso alcuni scalini scompaiono… Quello lì è uno di questi! Ci ho inciampato un paio di volte prima di imparare quale fosse…» rispose il prefetto con un sorriso storto in bocca.

«E’… è vero che alle scale piace cambiare?» chiese Lily curiosa al prefetto, nuovamente, che rispose indicando un punto più in alto sopra di loro.

«Oh, si! Guarda là!» I primini alzarono le teste e improvvisamente le loro labbra assunsero la forma di una O. Le scale cambiavano continuamente, formando percorsi diversi ogni volta.

Gli occhi di Camilla brillarono, Dom lo notò.

«Adoro già Hogwarts!» disse la piccola Dursley, raggiante.

«Anch’io, Camilla, anch’io» rispose Dom, incantata anche lei dalla vista.

Lily guardò entrambe, sorridendo. Sentiva che sarebbero diventate tutte grandi amiche. Se prima aveva temuto in qualche modo Hogwarts, adesso era certa che tra quelle mura avrebbe passato gli anni più belli della sua vita.

 

«Bene ragazzi, questa è la vostra Sala Comune, e lo sarà per i prossimi sette anni!» disse il prefetto, che ci sorrise e poco dopo si congedò da noi.

Vidi un enorme camino su cui erano incisi diversi ornamenti dorati, che raffiguravano cavalieri con spade in mano, e leoni. Il camino si accese, prima con una piccola fiammella, che poi divenne fuoco.

«Ragazzi, che ne dite di sederci prima un po’ qui? Abbiamo tutto il tempo per salire nei dormitori…» disse Lily raggiante, mentre si tuffava su una poltrona che stava alla sinistra del camino.

«Non tanto in fretta, rossa. Quella è la poltrona di James Potter!»

Improvvisamente mi voltai verso la voce di mio fratello e gli sorrisi raggiante. Dietro James, dal buco del ritratto, sbucarono Al, Frank e Fred. Ci raggiunsero sedendosi un po’ a terra, altri sui divani mentre mio fratello mi chiese di fargli spazio nella poltrona, e io acconsentì.

Parlammo un po’, passammo davvero una bella serata.

«Ragazze, non so voi ma io adesso ho… so…so…sonno!» disse Roxy, mentre sbadigliava. Tutti annuimmo e finalmente mi diressi con Alice, Camilla e Dom verso le scale dei dormitori.

Sulla prima porta, c’era scritto a chiare lettere

“Dormitorio femminile del primo anno”

«Ci siamo davvero?» chiese Alice, con gli occhi lucidi. Tante volte, fin da piccole, avevamo fantasticato sugli anni passati ad Hogwarts. Speravamo di finire tutte nella stessa casa, e c’eravamo. Adesso dovevamo solo varcare quella soglia, e tutto sarebbe iniziato finalmente.

«Pronte?» chiese Dom, sorridente, mentre io appoggiavo la mia mano sulla maniglia della porta.

Finalmente la aprì, e fummo tutte sorprese da quello che trovammo all’interno.

Al centro della stanza circolare, c’era un’enorme stufa. Disposte ai lati, c’erano dei meravigliosi letti a baldacchino. Tutto era rosso lì dentro, rosso e oro, come da copione. Ai lati di ogni letto, c’erano degli armadi e i comodini. Subito alla destra della porta d’ingresso, c’era una porticina che portava al bagno che dovevamo condividere. E poi, un’ampia finestra stava tra due letti.

Tutte fummo sorprese da quella vista, ma infondo mille e più volte le nostre famiglie ci avevano parlato dei dormitori di Grifondoro.

Quello che ci sorprese tutte e quattro, fu qualcos altro.

Una ragazzina dai capelli neri e molto lunghi, stava chinata a rovistare dentro il suo baule; tanto era immersa a cercare chissà che, che nemmeno ci notò quando entrammo.

«E tu…tu chi sei?» dissi io, avanzando di qualche passo verso di lei. Questa sembrò spaventarsi al suono della mia voce, e si volse verso di noi improvvisamente. Aveva un visino gentile, e degli enormi occhi grigi.

«Oh… Ciao, io sono Megan, Megan Stevens!» disse lei con la sua voce flebile. Gli porsi la mia mano, che subito questa strinse.

«Lily, Lily Potter, piacere» le sorrisi, poco dopo avanzarono Dom e le altre. Ci presentammo, poi cadde il silenzio. Cercai il mio baule, vidi che era stato sistemato proprio sotto il letto accanto alla finestra, alla sua destra precisamente. Alla destra del mio letto invece, ci stava il letto di Camilla, alla mia sinistra quello di Dom, che aveva a sua volta accanto a sé il letto di Megan. Alla destra di Camilla, c’era il letto di Alice, che stava accanto alla porta.

Vidi Megan imbarazzata mentre io Dom e le altre scherzavamo tra noi parlando della gaffe di James, in treno. Stava per coprirsi con le sue coperte, quando.

«Megan?»

«Si? Lily, giusto? Scusa, ho la memoria corta…» disse questa sorridendo incerta, quando annuì si sedette meglio sul letto, e continuava a guardarmi. Annuì sorridente, e si rasserenò. Aveva ricordato il mio nome, al contrario di come aveva detto.

«Puoi… puoi stare con noi, se vuoi»

«Oh, beh… io, non so!»

«Oh, avanti! Abbiamo tempo per dormire, non pensi?» le disse Dom, gentile e con tono divertito. Questa ricambiò con un sorriso a trentasei denti, poi uscì dalle sue coperte e si sedette vicino a noi, sul pavimento accanto alla finestra, tra il letto mio e di Dom.

Scherzammo e parlammo del più e del meno, Megan si rivelò una ragazza davvero simpatica e molto vivace. Andammo a dormire alle due. Non avevo mai fatto così tardi, sapevo che il giorno dopo avremmo avuto lezione molto presto e che avrei avuto il mal di testa per tutto il giorno, per tutte le ore di sonno che avevo perso.

Ma ero felice, terribilmente stanca ma felice.

 

 Grazie a tribute_potterhead per aver recensito lo scorso capitolo! 

Alla prossima, Marauder11

 

  
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