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Autore: Angeline Farewell    30/06/2014    2 recensioni
La vita non si misura in "se" e "ma".
Eppure, basta davvero poco perchè le cose cambino e ci portino ad un futuro completamente diverso.
[...]C’era un ragazzo nudo in casa. Con sua madre.
O meglio, quella schiena nuda fu la prima cosa Tom registrò, ma era l’unica nudità vera, perché per il resto, il ragazzo aveva su almeno i pantaloni. E le scarpe. Non sapeva perché fosse importante avesse su le scarpe, ma Tom si sentì curiosamente sollevato.
“Tesoro, sei arrivato finalmente!”
La madre di Tom non sembrava per nulla turbata suo figlio l’avesse appena beccata con uomo nudo in salotto e lo abbracciò con calore dandogli il bentornato.
Tom non riusciva a fare altro che guardare il tizio che continuava ad essere nudo dalla cintola in su e continuava a rimanere nel salotto di sua madre senza apparente ragione.[...]
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Chris Hemsworth, Nuovo personaggio, Tom Hiddleston
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Sei



Londra non era come Chris la ricordava, ma non se ne stupì. Due anni prima aveva passato settimane in città senza riuscire veramente a visitarla, anche perché è impossibile visitare una città con un’agenda fitta. (1)

Isabel non aveva gradito, così come non aveva davvero apprezzato il soggiorno nessuno dei suoi colleghi, in quel tour promozionale che li aveva soprattutto sfiancati e per una serie che stavano per lasciare. O meglio, all’epoca non lo sapevano ancora, ma Chris non voleva rimanere solo quello bello, quello che mostra i pettorali e che piace alle ragazzine. Era stufo di girare in costume da bagno e canottiera, i suoi capezzoli non valevano più delle espressioni del suo viso, e non sarebbe mai riuscito a dimostrarlo rimanendo ad Home & Away.

All’epoca nessuno dei due sapeva che i loro giorni insieme erano agli sgoccioli ed avevano cercato di trarne il meglio nonostante la tensione dell’essere sempre, costantemente sotto osservazione: ogni loro passo, persino il più innocuo, era stato attentamente pianificato da qualcuno dell’entourage della serie, persino le cenette romantiche a due.

Chris cercava di non pensare troppo ad Isabel e ai tre anni trascorsi insieme. Cercava di non farlo perché li aveva sentiti scivolare via tra le dita e dal cuore con troppa facilità, come se fossero stati pochi battiti di ciglia. Sapeva che in fondo era stato fortunato, quello che doveva essere un abbandono s’era trasformato con semplicità in un mutuo accordo che aveva separato le loro strade senza troppi problemi o recriminazioni: avevano solo bei ricordi di quei tre anni, Chris non rammentava ci fosse mai stato un vero litigio, tra loro. La verità era le avesse voluto bene, davvero bene, ma in fondo era stato un rapporto comodo per entrambi, perché lavoravano insieme anche dodici-diciotto ore al giorno e la vita privata andava a farsi benedire, la possibilità di incontrare qualcuno di diverso dal cast e dagli addetti ai lavori remotissima. E Isabel era bella, colta, divertente. A sua madre piaceva molto.

Camden era un quartiere che aveva solo intravisto e lo aveva sconcertato ed incuriosito al contempo: coloratissimo, rumoroso, sembrava tutti fossero vestiti allo stesso modo ed allo stesso tempo in modo inconsueto. Ricordava ancora il senso di straniamento nel vedere, ordinatamente in fila alla fermata di un autobus, una ragazza vestita di pizzi rosa e verdi con rasta arcobaleno accanto ad una signora di mezza età con i capelli spruzzati di grigio, la gonna al ginocchio ed una catenina con un crocefisso al collo, non dissimile da Diana. Quindi, quando Tom gli aveva proposto di andare a vivere insieme – non l’aveva messa proprio in quel modo, ma in fondo era quel che avrebbero fatto per le prossime settimane – proprio a Camden, aveva accettato senza riserve, curioso di rivedere quella parte di città così aliena a Wimbledon.

Diana aveva accolto la notizia non molto convinta, forse persino un po’ rattristata, ma non aveva detto né fatto nulla per dissuaderli e Tom era sembrato grato non l’avesse fatto.

Chris, al suo posto, ci sarebbe rimasto male, in realtà, ma gli Hemsworth erano sempre stati una famiglia rumorosa e di stampo fortemente matriarcale nonostante fosse composta da quasi soli uomini: Leonie regnava sovrana come una leonessa davvero.

Ma Tom.

Chris non era ancora sicuro quello strano inglese gli piacesse o meno. O meglio, non era sicuro di piacere davvero a lui, quindi ne conseguiva un giudizio sospeso anche da parte sua. Gli capitava raramente di non riuscire a farsi un’idea precisa – o abbastanza precisa – di una persona. Magari errata, ma un’idea se la faceva sempre. Con Tom non ci era ancora riuscito.

Il fatto si trovasse così a suo agio con lui, nonostante tutto, era un ulteriore motivo di confusione.

Eppure non erano partiti con il piede giusto, sarebbe stato fin troppo semplice passare giorni a guardarsi in tralice e tentare di evitarsi. Inizialmente aveva pensato a quello scenario come il più plausibile ed aveva mentalmente pregato che il suo manager si desse una mossa e gli trovasse una sistemazione al più presto. Aveva avuto la fortissima tentazione di chiamare casa e lamentarsi del figlio stronzo della sua gentilissima ospite, anche, ma aveva desistito per l’eccesso di ridicolo delle recriminazioni, e non voleva dare a Luke ulteriori motivi per prenderlo in giro.

Invece si ritrovava a tentare di decifrare le espressioni di un ragazzo che sembrava sempre felice di conoscere ed incontrare chiunque, nonostante il fastidio che Chris era sicuro di riuscire a leggergli a tratti a fior di pelle. Quindi il problema risultava privo di soluzione, un serpente che si mordeva la coda: Tom fingeva di amare tutti, quindi come capire chi gli piacesse davvero?

Non sapeva nemmeno perché fosse importante capirlo, in realtà. Dopo una settimana di convivenza ancora non aveva sciolto il nodo di una personalità ingarbugliatissima ma che pure sentiva stranamente affine. Piacevole.

Sì, doveva ammetterlo, a Chris Tom piaceva, era divertente parlare con lui e lo slalom tra le viuzze di Soho mezzi ubriachi dopo essersi ingozzati di ravioli di maiale se lo sarebbe ricordato per parecchio. Soprattutto perché aveva rischiato di vomitarsi sulle scarpe più volte e Tom aveva riso talmente tanto da farsi sfuggire qualche parolaccia e opinioni tanto politicamente scorrette che Chris aveva stentato a credere alle sue orecchie.

Mentre si annoiava sulla metro che l’avrebbe portato a Wood Lane per le riprese, Chris ripassava la sua parte senza reale interesse: aveva un ruolo abbastanza insignificante, di sicuro per lui non sarebbe cambiato nulla dopo quel film. Non si pentiva di aver lasciato un ruolo da protagonista in una soap opera, ma aveva sperato in qualcosa di più di una particina da poche inquadrature e poche sfumature. L’unico aspetto positivo era stato nessuno gli avesse chiesto uno screen test in canottiera, perché sarebbe sempre stato vestito come un nostalgico del grunge. E gli andava più che bene.

Anche Tom aveva cominciato le prove e Chris aveva scoperto un nuovo lato di lui che, probabilmente, non avrebbe dovuto stupirlo più di tanto. Perché era diventato un fagiolo messicano, sempre di corsa da una parte all’altra dell’appartamento, sempre in movimento, sempre a parlare, fare qualcosa. Nemmeno lui sarebbe stato il protagonista del progetto teatrale – di cui non riusciva mai a ricordare il nome – ma non sembrava gl’importasse più di tanto. L’aveva visto spesso girare in tondo intorno al piccolo tavolo della sala da pranzo borbottando e gesticolando mentre ripassava la sua parte, e Chris gli aveva invidiato tanta passione, tanta dedizione. Lui non riusciva a trovare né l’una né l’altra, per quel film. Non che non gli sembrasse un buon progetto – perché lo era, il suo manager aveva ragione, sarebbe stato un gran bel film a prescindere dall’etichetta – semplicemente perché non gli piaceva il suo ruolo: passare dall’essere un adolescente esuberante e disinibito ma pieno di problemi e con il complesso del padre, all’essere un adolescente scappato di casa con il complesso del fratello maggiore non lo vedeva come un gran cambiamento. Camicia da boscaiolo o meno.

Mentre si aggirava per lo Studio 1 in attesa si decidessero a chiamarlo per il prossimo ciack, si chiedeva come dovesse essere invece lavorare in un ambiente più intimo e ristretto come un teatro, essere sempre a stretto contatto con tutti gli attori e i tecnici, non avere un minuto per chiudersi in sé, un angolo buio in cui rifugiarsi senza essere notati.

Le riprese sarebbero andate avanti per almeno altre cinque o sei settimane, ma era probabile la sua presenza non sarebbe stata richiesta per tanto tempo, avrebbero girato la parti che contemplavano il suo come altri personaggi minori tutte insieme. Almeno, gli era sembrato di capire il lavoro sarebbe stato diviso in tal modo.
Il suo manager lo chiamava ogni mattina all’alba per ragguagliarlo, così come lui chiamava i suoi genitori una sera sì ed una no, rigorosamente dopo le undici per ovviare alle nove ore di fuso che lo dividevano da Melbourne. I suoi genitori erano sempre stati mattinieri, ma non vedeva perché disturbarli al sorgere del sole.

“Chris! Ehi, Hemsworth, dico a te! Rientra, siamo pronti per la scena.”

“Arrivo!”

Tom tornava a casa quasi sempre dopo Chris, e quasi mai stanco. O almeno non lo dava a vedere, e quello era un altro aspetto del suo nuovo amico che Chris faticava a capire e persino a giustificare: si sentiva in qualche modo defraudato del suo sacrosanto diritto di potersi lamentare con il suo coinquilino. Tom non avrebbe ricambiato e quella sicurezza lo riempiva di una strana contrarietà. Si rendeva conto da solo fossero pensieri stupidi e totalmente insensati, ma era ad un fantastilione di miglia da casa, in una città poco più che tiepida persino d’estate, e senza la sua famiglia a prenderlo in giro e supportarlo. In un certo senso, aveva davvero solo Tom a Londra: era l’unico non fosse costretto a stare in sua compagnia e non fosse pagato per stargli dietro.

Nonostante le lunghe ore di lavoro, la nostalgia cominciava a mordere forte e Chris non riusciva a non sentirsi anche un po’ ridicolo, perché aveva venticinque anni e non viveva più all’ombra dei suoi genitori da che ne aveva diciannove, la prima e definitiva separazione era avvenuta anni prima. Solo che non c’erano mai state nove ore di fuso orario tra lui e i suoi affetti, solo qualche ora d’auto.

E gli mancava l’oceano. Londra era una città che viveva in simbiosi con l’acqua, ma il Tamigi non era abbastanza grande da poter suggerire ricordi di tavole da surf e salsedine tra i capelli.

Vivevano insieme da poco più di due settimane quando erano stati invasi.

Erano entrambi stanchissimi dopo lunghe ore di lavoro, frustrati per differenti motivi ed entrambi decisi a non mostrarlo, ma l’ultima cosa che avrebbero voluto era un’invasione di campo da parte degli amici di Tom. E di Freddie, perché alcune persone che aveva portato con sé non le conosceva nemmeno Emma.

Si erano presentati alla porta senza preavviso, con cassette di birra e patatine, qualche bottiglia di un non meglio identificato superalcolico – vodka? Gin? Che fine aveva fatto l’etichetta? – e salatini.

“Avete abbastanza bicchieri, vero?”

Un tizio dal vago accento straniero, che poteva essere italiano quanto russo per quel che ne capiva Chris, li aveva salutati presentando come unico biglietto da visita la sua faccia tosta ed un cartone da dodici Guinnes grandi.

Tom non era felice.

Chris non sapeva da cosa gli derivasse tanta sicurezza, ma, nonostante il viso disteso, il sorriso pacato, persino la postura rilassata, sapeva per certo Tom stesse fingendo: forse perché erano stanchi entrambi, forse perché, prima di essere disturbati, stavano semplicemente vegetando sul divano con una birra a scambiarsi innocue confidenze sulle rispettive giornate ed aspettative, ed andava bene ad entrambi.

“Scusa scusa scusa, giuro che non sapevo Freddie avrebbe chiamato tanta gente, ma sei stato tu a dirgli che poteva organizzare la festa d’inaugurazione per la nuova casa, ricordi? Io sono qui per tenerlo a bada.”

Emma non aveva torto, Tom aveva davvero concesso a Freddie quella possibilità. Il fatto la promessa gli fosse stata in pratica estorta dopo un pomeriggio di vessazioni sembrava non turbare per niente Freddie, che continuava a dare indicazioni su dove appoggiare cosa, imperturbabile.

“E come ha saputo che proprio domani, miracolosamente, ho il giorno libero?”

“Quel particolare potrebbe essere sfuggito a me, in effetti.”

Chris si era avvicinato a Tom ed Emma con un paio di birre – non sapeva chi le avesse passate a lui: Bob? Rob? Quello che era – abbastanza fredde da risultare gradevoli. Si guardava intorno e vedeva facce allegre, capelli e abiti colorati, scollature un po’ troppo generose e di cui era grato, gente amichevole insomma.

La giornata appena trascorsa sul set era stata dura, non poteva negarlo. Era stanco, avrebbe avuto voglia di fare ancora due chiacchiere con Tom e poi andare a dormire, possibilmente fino al pomeriggio inoltrato del giorno dopo, senza interruzioni. Non avrebbe avuto scene per i tre giorni successivi e la cosa lo demoralizzava, temeva il calo di tensione, temeva di non riuscire a fare un buon lavoro, temeva di aver già rovinato tutto in realtà, e il non poterlo dire o dare a vedere lo stava divorando.
E vivere con qualcuno che sembrava tanto concentrato sul suo ruolo da non riuscire a veder nulla come una distrazione non lo aiutava.

Forse quell’inatteso fuori programma lo avrebbe aiutato a scrollarsi un po’ di frustrazione di dosso, qualche bicchiere l’avrebbe sciolto, magari avrebbe sciolto anche Tom che con il pizzetto che era stato costretto a farsi crescere moriva dal caldo e sembrava finalmente un po’ più che appena maggiorenne.

“Dai, su con la vita. Domani smaltiremo la sbronza senza sensi di colpa, un diversivo ci farà bene!”

Tom lo aveva guardato in tralice, la sua solita espressione indecifrabile sospesa tra l’omicida seriale e il bonario prete di campagna – e un giorno gli avrebbe chiesto come diavolo ci riusciva – era durata solo un paio di secondi, però: aveva sentito le sue spalle rilassarsi sotto il braccio, il viso distendersi impercettibilmente fino ad accennare ad un mezzo sorriso.

“Vedremo se sarai così allegro domani quando ci sarà da ripulire!”

Ed in effetti non era un pensiero gradevole, ma Tom stava finalmente ridendo, Emma rideva, lui stesso rideva con loro, e Freddie si stava avvicinando con la sua inseparabile Nikon e li puntava implacabile, come, in quel momento Chris ne ebbe l’assoluta sicurezza, avrebbe fatto per l’intera serata.

Invece sembrava aver deciso all’ultimo momento di lasciar perdere, dopo uno scatto svogliato era semplicemente saltato loro addosso, abbracciandoli di prepotenza per spegnere sul nascere qualunque reprimenda o protesta.

“Ci divertiremo da morire, devo presentarvi tantissima gente e farvi assaggiare un cocktail de-li-zio-so! Mia invenzione.”

“Freddie, mischiare a caso vodka e qualunque cosa ti capiti a tiro non è esattamente preparare un cocktail: l’ultima volta, la tua favolosa invenzione, mi ha quasi strozzato con un nocciolo di ciliegia. E no, non voglio sapere come ci era finito lì, risparmiami. Ehi!”

Freddie si era teatralmente finto offeso e aveva strappato a Tom la sua birra, per poi portarsi la bottiglia alle labbra senza troppe cerimonie prima di allontanarsi ridendo.

“Vorrà dire che metterò questa nel tuo cocktail stavolta, tesoro!”

La serata era scivolata tutta su quelle note giocose e Chris ne era stato più che felice. Qualcuno aveva portato uno stereo e qualche CD di musica inascoltabile che però aveva permesso a tutti di ballare, Chris aveva riso alle battute di qualcuno di cui non ricordava il nome, trovato un improbabile fratello di tavola in un gallese con le spalle larghe come un toro e i rasta lunghi fino al culo, professione broker nella City.

La variopinta compagnia degli amici di Freddie – come di Tom: alla fin fine Freddie era stato abbastanza attento da chiamare anche loro – era composta da persone che mai avresti pensato potessero andare d’accordo: c’erano studenti ed ex studenti d’arte e teatro, seri professionisti ancora in giacca e cravatta, ex etoniani con i capelli tinti e la laurea ad Oxford appesa alla parete di studi notarili o medici, insegnanti di college come maestre d’asilo.

Chris li guardava ed un po’ credeva di poter capire la frustrazione di Tom, che si vedeva così simile a loro ed allo stesso tempo solo una bozza di quel che aveva sognato di essere.

Chris avrebbe voluto fare del surf una professione. Tanto tempo prima, quando sognava seguendo religiosamente le lezioni che Bodhi impartiva a Jhonny Utah (2), quando aveva rischiato di perdere un anno di scuola perché passava i pomeriggi nell’oceano a nuotare e farsi il fiato per reggere la tavola. Ci aveva dovuto rinunciare abbastanza presto, a quel sogno, perché non era un illuso e conosceva i suoi limiti: la tavola fendeva le onde e divideva chi sapeva trasformare un pezzo di plastica in ali da quelli che potevano solo guardare, era giudice impietoso e, non potendo aspirare all’eccellenza, Chris aveva preferito dedicarsi ad altro, qualcosa per cui poteva battersi per non essere solo uno tra i tanti. Non aveva mai voluto essere solo uno tra i tanti.

Intanto la birra scorreva a fiumi, si beveva e si ballava, persino Tom faceva volteggiare la da-sempre-moglie del suo migliore amico insegnante, e rideva troppo, probabilmente un po’ ubriaco, come lo era anche lui, in fondo, come lo erano un po’ tutti.

E non sapeva perché, ma Chris per un istante aveva avuto voglia di seguirlo in pista - in barba alla vergogna di un brutto programma televisivo cui pure si era piegato (3) – e ballare e ridere insieme a lui fino a non sentirsi più i piedi e i polmoni.









Note:

(1) Nel 2006, parte del cast di Home & Away è stata a Londra per un tour promozionale e meet & greet con i fans. Tra i membri del tour c’erano Chris Hemsworth e l’allora collega e fidanzata Isabel Lucas.

(2)Personaggi di Point Break, interpretati rispettivamente da Patrick Swayze e Keanu Reeves.

(3) Sempre nel 2006, Chris ha partecipato come concorrente alla quinta edizione di Dancing with the Stars Australia.

   
 
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