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Autore: Drew Bieber    30/06/2014    1 recensioni
Summer è una ragazza di 12 anni, vive in Canada a Stratford in una grande e lussuosa villa, ha perso la madre quando aveva 5 anni e ora vive col padre che però non c'è mai a causa del lavoro. Frequenta una scuola privata. Ha una grande passione per la musica e un giorno mentre passeggia per strada viene attratta dal suono di una chitarra e la voce di un ragazzo che suona per strada,Justin. Ben presto diventano amici ma Justin è un ragazzo povero e quando la madre muore deve andare in un orfanotrofio, ma Summer non volendo lasciare il suo amico supplica il padre di adottare Justin. Justin è felice ora ma Summer a 15 anni riceve una borsa di studio per andare a studiare in un conservatorio di Londra molto importante ma vuole rifiutare per non lasciare Justin, ma il ragazzo sa che è un occasione da non perdere e convince Summer a partire. Justin diventa famoso un anno dopo. I due non si vedono per molto tempo, ma nel periodo di Natale si incontrano per caso a Stratford.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mentre ero distesa sul letto sento un rumore provenire dalla finestra, mi giro e con mia grande sorpresa vedo Michael fuori che bussa.

Io: Michael?
Mi alzo velocemente e vado ad aprire la finestra così entra dentro. Lo guardo aspettando che mi spieghi perché si è arrampicato fino alla mia finestra e cosa vuole, ma invece prima che me ne rendessi conto mi ritrovo tra le sue braccia e divento ancora più confusa. Perché sta facendo tutto questo? Poi mi accorgo che mi sta sussurrando qualcosa.
Michael: stai bene?
Mi accarezzava piano i capelli con una mano mentre con l’altro braccio cingeva i miei fianchi, alzò il mento dalla mia spalla e mi guardò fissa negli occhi aspettando una mia risposta. Io lo guardavo quasi incantata non sapendo cosa rispondere anche se mi aveva posto una semplicissima domanda, le parole mi si bloccarono in gola e lui lo notò.
Michael: ehi Sam cosa c’è?
Spostò la mano dai capelli per appoggiarla sulla mia guancia e accarezzarla dolcemente col pollice e probabilmente stavo arrossendo dato che sentivo un fiorente calore invadermi il viso.
Io: si sto bene grazie
Sussurrai appena presa dall’imbarazzo, sia per quel bacio sia perché solo ora mi rendo conto di quanto sia stata stupida a scappare da lui invece di chiarire. Un sorriso raggiante apparve sul suo viso e non sapevo cosa chiedere per rompere il ghiaccio ma ci pensò lui.
Michael: mi fa piacere, ero in pensiero per te e sono venuto per fortuna mi hai ascoltato e sei rimasta a casa
Io: avrei voluto ma Justin ha detto che dovevo rimanere qui
In effetti un po’ alla volta mi feci meno problemi a rispondere e per fortuna Amanda era uscita da poco ed ero sola, ma forse non era una cosa molto positiva. Si avvicina piano a me e mi guarda con sguardo quasi supplichevole.
Michael: posso rimanere a farti compagnia?
Io: ehm … s-se vuoi
Per risposta lui mi sorrise facendomi capire che era felice della mia risposta che sembrava attendere con ansia. Che abbia saltato la scuola solo per venire qui? Per me? Intanto Michael si  mise seduto sul mio letto e mi guardò con lo stesso sorriso aspettando che io mi mettessi accanto a lui, con un pò d’indecisione lo accontentai ma volevo sapere perché era lì, poi mi mise un suo braccio sulle mie spalle tirandomi verso di lui e provai una strana sensazione, da una parte volevo rimanere accoccolata a lui dall’altra avrei voluto allontanarmi il più possibile da lui.
Michael: sei sola?
Io: si …
Michael: allora mi sa che sono venuto al momento giusto
A quelle parole un fiume di pensieri mi invase la mente, volevo tanto gridare e che se ne andasse il prima possibile, da ciò che è successo quella sera non ho ancora cambiato idea, dal modo in cui mi baciava, dal modo in cui mi stringeva, riusciva a trasparire quanto fosse voglioso e forse è qui per questo. Mi allontano un po’ da lui e lui mi guarda.
Michael: cosa c’è?
Io: niente … ehm …
Michael: sei strana sai?
Io: e tu non mi hai ancora detto perché sei qui
Michael: perché mi mancavi, volevo stare con te
E mi avvolse il braccio intorno ai fianchi. A quel punto speravo solo che qualcuno entrasse da quella stupida porta o che succedesse qualunque cosa che potevo usare come scusa per mandarlo via. Poi me lo ritrovai a qualche centimetro di distanza dalla mia bocca e appena me ne resi conto cercai di allontanarmi ma neanche mezzo secondo dopo mi ritrovai distesa sul letto con lui addosso che mi baciava, cercai di sottrarmi ma non ci riuscii, poi come se qualcuno avesse ascoltato le mie preghiere sentii che qualcuno aveva aperto il portone e una voce chiamò il mio nome: era Justin. Appena lo sentimmo Michael si fermò e io potei alzarmi.
Io: sarà meglio che te ne vada
Dissi quasi in tono severo, non so se avrei dimenticato facilmente quello che mi aveva fatto e che aveva intenzione di farmi. Lui annuì velocemente ancora più scaltro se ne andò come era venuto. Io mi alzai e uscii dalla mia stanza correndo verso le scale abbracciando forte Justin, forse dovevo raccontargli tutto anche se sapevo che forse avrebbe reagito male, anche troppo. Ci scambiamo due parole e poi ci sediamo in cucina e gli racconto tutto: del bacio dell’altra sera e di tutto quello che era successo qualche minuto prima. La sua espressione era tra lo stupore, la tristezza e la rabbia, stava per farmi una scenata di gelosia colossale ma per qualche motivo sembrava trattenersi ma sapevo che quella calma non sarebbe durata per molto e prima o poi sarebbe esploso. Si alzò e uscì usci senza dirmi dove andava ma lo avevo intuito, volevo fermarlo o seguirlo per convincerlo a tornare indietro ma lo lasciai andare senza opporre troppa resistenza non avevo la minima voglia si assistere a un loro litigio e poi non era detto che sarebbe andato da Michael potevo anche sbagliarmi e lo speravo. Tornai in camera mia di nuovo e mentre aspettavo che Justin tornasse sentii il telefono squillare, lo prendo e rispondo: era Jennifer e mi sembrava alquanto triste.
Jennifer: ciao Sum
Io: ehi Jennifer ciao
Jennifer: Sum devo dirti una cosa …
Io: dimmi tutto
Jennifer: domani parto
Io: cosa? Come parti? Dove vai? Per quanto stai via? Perché?
Jennifer: mi trasferisco in Europa, mia madre vuole ritornare in Inghilterra e non tornerò più …
Stavo per morire, la mia migliore amica non può andarsene proprio ora, non può abbandonarmi, NO! Non potevo credere alle sue parole, rimasi allibita, non sapevo cosa rispondere, di colpo fui invasa dalla tristezza e stavo per scoppiare a piangere, volevo supplicarla di non andarsene ma anche lei sarebbe voluta rimanere, sfortunatamente non potevamo fare niente.
Jennifer: parto dopo domani di mattina
Io: va bene allora passo a salutarti
Jennifer: mi mancherai molto
Io: anche tu …
Jennifer: ciao
Io: ciao
Chiusi la chiamata e posai il telefono sul comodino e mi misi a riflettere su come sarebbe stata la mia vita con una persona in meno, senza la mia amica, la mia migliore amica, ero così presa dai miei pensieri che non mi ero nemmeno resa conto che Justin era tornato e che mi stava guardando fermo sulla porta della mia camera. Mi venne vicino e lo guardai per qualche secondo cercando di capire cosa avesse fatto in tutto quel tempo che era stato via, poi lui, quasi come se mi avesse letto nel pensiero, mi rispose, come avevo sperato non era andato da Michael anche se ne aveva tutte le intenzioni ma per fortuna non era successo niente. Gli chiesi se sapeva di Jennifer e mi annuì ma non mi sembrava triste come lo ero io ma era normale però mi aspettavo che mi dicesse che gli dispiaceva invece gli era indifferente come se fosse l’ultimo problema, dal suo sguardo capivo che era ancora arrabbiato, e ritornai a pensare a Jennifer poi mi venne un idea davvero grandiosa, avevo trovato il modo per rendere meno dolorosa la sua partenza, Justin mi disse che era uscita con sua cucina e quindi chiamai a casa sua, come avevo calcolato rispose la madre e le spiegai la mia idea: avrei organizzato la migliore festa d’addio per la mia migliore amica, anzi sarebbe stata la migliore festa di arrivederci sperando che un giorno ci saremmo rincontrate; la madre ovviamente era d’accordo e avrebbe pensato lei a tutto. Più tardi, nel tardo pomeriggio io e Justin uscimmo per fare un giro e comprare un gelato, ma non so perché aveva quell’espressione che però sembrava essersi sfumata in un’espressione di tristezza più che di rabbia, ero confusa.
Io: Justin come lo prendi il gelato?
Lo guardai in attesa di una sua risposta ma sembrava completamente assente, non mi stava ascoltando e dovetti richiedere di nuovo la stessa cosa e solo questa volta mi rispose anche se non era certo di quello che diceva. Mangiammo il gelato facendo una passeggiata al parco, lui rimase in silenzio tutto il tempo con quel cono in mano e io dopo cinque minuti lo buttai senza averne mangiato neanche la metà dato che improvvisamente mi si era chiuso lo stomaco, intanto lo fissavo, volevo parlargli e cercavo di capire cosa c’era che non andava.
Io: Justin va tutto bene?
Justin: si perché?
Io: ti vedo strano, sei arrabbiato?
Justin: un po
Io: per colpa mia?
Justin: no
Io: sicuro?
Justin: si
Mi rispose in modo freddo e alla fine si allontanò un po’. Camminai per qualche altro metro seguendolo fino ad entrare in un parco, mi fermai per buttare il gelato, improvvisamente mi passò completamente la fame, mi girava la testa e le palpebre si fecero pesanti e cercai di chiamare Justin con un fil di voce sperando che mi sentisse, riesco a vedere che si è girato verso di me e mi viene vicino, riesce a prendermi prima che cada per terra, mi avvolge un braccio intorno ai fianchi e ci sediamo su una panchina e mi stringe forte a se facendomi appoggiare la testa sulla sua spalla, cerco di guardarlo nonostante gli occhi socchiusi ma teneva lo sguardo basso, così gli accarezzai una guancia e un sua lacrima cadde sulla mia mano che strinse nella sua, entrambi restammo in silenzio e io chiusi gli occhi. Dopo 5 minuti passati così sento il mio telefono squillare e rispondo: mio padre mi chiede dove sono e dopo un quarto d’ora passa Robert e ci porta a casa. Entro e c’è mio padre che mi aspetta seduto sul divano per parlarmi. Negli ultimi giorni è stato assente e Amanda lo ha informato delle mie condizioni di salute ed essendo preoccupato mi chiede di andare dal dottore per farmi visitare.
………………………………………………………………
Il giorno dopo
Io e mio padre siamo appena tornati dalla clinica del dottore e domani sapremo il risultato delle analisi ma non ci sto proprio pensando dato che stasera ci sarà la festa di Jennifer e ne sono sia felice che triste, sto organizzando qualcosa di davvero bello per la mia migliore amica però dovrò anche dirle addio ma per adesso l’aspetto per fare una passeggiata. Dopo 5 minuti e suona il campanello, apro la porta e trovo Jennifer, la saluto abbracciandola forte e lei ricambia e siamo pronte per lo shopping, ci dirigiamo a piedi verso il centro e diamo un’occhiata ai vari negozi, ne approfitto per compre un vestito per stasera e convinco anche Jennifer. Entriamo in un negozio e iniziamo a cercare qualcosa poi mi chiama e mi fa vedere un vestito molto carino e mi chiede di provarlo così l’accontento e mi sta davvero bene, Jennifer intanto ne prova uno per lei e anche lei sta bene così paghiamo e continuiamo il nostro giro, entriamo in un altro negozio e compriamo anche delle scarpe e accessori poi ci fermiamo in un fast food e mangiamo un hamburger, facciamo un altro giro e restiamo fuori per ore fino a sera per poi ritornare a casa mia e ci cambiamo per la festa anche se è stato difficile convincerla perché dovevo inventarmi una buona scusa dato che non potevo dirle della festa. È quasi ora di andare, aspettiamo che anche Justin sia pronto e andiamo a casa di Jennifer, lei apre la porta di casa e trova tutte le luci spente e quando le accende tutti la salutano a gran voce e rimane senza parole, mi abbraccia forte felicissima e in poco tempo inizia la festa. Gli invitati si divertono molto tranne Justin che rimane seduto sul divano con la solita aria triste, vado a parlargli ma sento qualcuno che mi tiene la mano e girandomi vedo Michael che mi sorride, mi allontana e io guardo Justin a malincuore, sto un po con lui e parliamo ma vorrei tanto andarmene, lo ascolto per più o meno venti minuti e quando riuscii a scambiare un sorriso con Justin, andiamo fuori e io riesco solo a vedere che si alza. Michael mi abbraccia mi accarezza la schiena, le braccia, il viso e le labbra mentre si avvicina sempre di più nonostante io mi ritrassi speravo che sarebbe successo qualcosa per evitare quel bacio e dopo qualche secondo mi resi conto che Justin aveva tirato un pugno a Michael che era caduto per terra col labbro che sanguinava, mi prende la mano e torniamo dentro lasciandolo lì.
Io: Justin ma che ti è preso?!
Justin: non devi avere a che fare con quello Sum non devi
Io: ma perché?
Justin: perché è un poco di buono, lui non ti ama è tutt’altro ciò che vuole da te
Io: cosa?
Justin: si, mentre lui fa il ragazzo dolce con te sai quante si è fatto!? E se non lo lasci stare non si farà problemi con te, avrei dovuto dirtelo dall’inizio se solo lo avrei saputo prima, stagli lontana ti prego!
Io: io … io non ne avevo idea
Justin: vieni a casa non voglio lasciarti qui da sola
Io: perché? Te ne vai?
Justin: io non voglio più restare qui, vieni
Io: non lo so, voglio restare con Jennifer
Justin: Sum ho paura per te, io non voglio che ti succeda qualcosa, Sum io …
Mi guardava negli occhi e stringeva le mie mani nelle sue, volevo sapere cosa doveva dirmi, sapevo che era una cosa importante.
Io: cosa?
Justin: io … io …
Io: cosa Justin dimmi voglio sapere, cos’hai?
Justin: devo andare
Mi lasciò le mani e si allontanò velocemente, prima di aprire la porta si girò per guardarmi e poi uscì fuori. Volevo seguirlo e capire, probabilmente non era il momento adatto. Dopo qualche minuto notai che anche Michael se ne stava andando. Cercai di divertirmi nonostante tutto fino a che non fosse finita la festa, non vedevo l’ora, mancava ancora qualche oretta che però mi sembrava infinita, restai per ultima, restai a parlare un po’ con Jennifer da sola della festa e la salutai con le lacrime agli occhi e ritornai a casa. Mi sentivo male ad aprire quella porta dove era passato qualche ora prima Justin e mi sentivo peggio a passare davanti alla sua stanza, sarei rimasta davanti quella porta ad aspettare che uscisse per poterlo guardare negli occhi e capire se fosse arrabbiato, anche se a dire il vero alla festa, oltre alla paura, avevo anche notato della gelosia, soprattutto quando gli aveva tirato quel pugno e mi aveva portata dentro come per sottrarmi a Michael, ma la stanchezza stava prendendo il sopravvento e mi buttai sul mio letto quasi a peso morto e non riuscii a tenere gli occhi aperti neanche un secondo in più.
………………………………………………..
Erano le 11.30 di un giorno nuvoloso e freddo, stavo tornando a casa con mio padre dalla clinica del dottore dopo aver saputo il risultato delle analisi, nessuno dei due riusciva a rompere quel silenzio che dominava l’auto, in quel momento stavo pensando a come dirlo a Justin, come avrei potuto dirgli una cosa del genere? Come? Ci sarebbe rimasto male? Sicuramente. Avrebbe pianto? Forse. Ci sarebbe passato sopra? Difficile. Avevo paura ad entrare in casa con quella faccia, lui avrebbe intuito che qualcosa era andato storto, anche se quella mattina, anche se sapeva dove sarei andata, non era per niente preoccupato, pensava ad altro, come al solito ormai. Salii le scale fino alla sua camera e bussai alla sua porta e me lo ritrovai davanti, volevo scappare e invece gli chiesi di venire in camera mia, mi sedetti sul mio letto quasi tremante, e lui vicino a me, mi sforzai di guardarlo e di trovare le parole giuste, quando però stavo per parlare iniziò lui.
Justin: devo dirti una cosa
Io: a-anch’io …
Justin: è qualcosa d’importante?
Io: si … ma dimmi prima tu
Justin: Sum è da tanto che … che provo qualcosa per te, ma me ne sono reso conto solo quando sono diventato geloso perché tu passavi troppo tempo con Michael, però ora devo dirtelo …
Io lo guardavo e avevo paura di quel che stava per dire, non volevo che ci rimanesse male ma non potevo tenerglielo nascosto anche perché lo avrebbe scoperto.
Justin: Sum … io ti amo
A quelle parole stavo quasi per mettermi a piangere, mi aveva appena detto ciò che provava per me e io stavo per farlo sprofondare, non volevo aprire bocca, per niente, non volevo che soffrisse, soprattutto a causa mia, la testa mi si riempiva di pensieri e gli occhi erano lucidi, lui se ne accorse e mi accarezzò amorevolmente il viso, le lacrime stavano per inondarmi le guance e l’unica cosa che riuscii a dire erano ripetuti ‘no’, ma lui non capiva, stavo per dirgli tutto e quando lui mi abbracciò sentivo il cuore in gola, a quel punto piansi più che potevo.
Justin: Sum … piccolina cos’hai?
Io: Justin …
Mi asciugai le lacrime nonostante ne uscissero delle altre e lo guardai dritto negli occhi.
Io: per un po’ di tempo io … non potrò esserci …
Justin: cosa? Perché?
Io: per quel periodo io … io sarò impegnata con … con la chemioterapia  
Quell’ultima parola la dissi a testa bassa quasi sussurrandola. CHEMIOTERAPIA. Mi spaventava quella parola e ancora di più aveva spaventato Justin che subito aveva intuito tutto, mi guardava, poi guardava altrove e poi me e io non sapevo cosa fare. Si alzò e anche lui aveva gli occhi lucidi, lentamente si diresse verso la porta e io non riuscivo neanche a guardarlo andarsene, sapevo che per colpa mia stava soffrendo e non riuscivo a perdonarmelo. Mi buttai sul letto stringendo forte il cuscino e piangendo più che potevo.
SPAZIO AUTRICE
Ehiii rieccomi con il nuovo capitolo di U Smile, scusate se ci ho messo così tanto ma alla fine l’ho pubblicato, spero vi piaccia ho cercato di scrivere il più decente possibile. Recensite presto e fatemi sapere se vi è piaciuta cercherò di scrivere presto anche il prossimo.
CIAOOOOOO :P 
  
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