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Autore: saltandpepper    30/06/2014    17 recensioni
Avere un'avventura di una notte da ubriachi fa schifo.
Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo fa più schifo.
Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo e si è un ragazzo è il massimo dello schifo.
La vita di Louis Tomlinson crolla su di lui dopo un incontro con il calciatore Harry Styles mentre erano ubriachi. Tutto ciò che ha mai conosciuto e mai creduto viene gettato fuori dalla finestra e lui è improvvisamente costretto a venire a patti con il fatto che il suo cuore non batte più solo ed esclusivamente per lui.
ATTENZIONE: Questa storia non è nostra. Noi ci limitiamo a tradurla!
Slash, Louis/Harry esplicito.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg
Capitoli:
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 ATTENZIONE: Questa storia non è nostra. Dopo averla trovata in uno dei tanti siti di Fan Fiction inglesi abbiamo deciso di tradurla anche qui su EFP, sapendo che sicuramente a qualcuno avrebbe fatto piacere. Tutti i diritti di autore vanno alla fantastica Blindfolded.
 
___________

Capitolo 21



Le cose erano un po’ più semplici.

Venerdì 18 Marzo
Trenta settimane e quattro giorni


“Io- perché mi stai c-chiedendo s-se voglio baciarti?” Chiesi balbettando un po’.
“Perché voglio sapere se vuoi baciarmi ovviamente.”
“Ma perché vuoi saperlo?”
“Puoi semplimente rispondere alla domanda?”
Aggrottai un po’ le sopracciglia prima di rispondere con un leggero tremolio nella voce.
“I-io pensavo che avessimo già stabilito che.. volessi farlo.”
“Vuoi baciarmi?”
Sentii il mio volto riscaldarsi lievemente e mi morsi leggermente il labbro prima di annuire sempre con molta calma, non fidandomi del tutto della mia voce nel caso che, usandola, mi avrebbe tradito.
“Allora ti bacerò,” disse semplicemente.
Mi ci volle un breve momento per pensare a ciò che aveva appena detto. Dopo averlo realizzato, la mia bocca si spalancò. 
“Tu- tu- cosa?”
Sorrise debolmente.
“Tu vuoi che io ti baci, quindi ti bacerò. È abbastanza semplice.”
“No, no, no,” dissi scuotendo la testa. “Non mi bacerai.”
“Hai appena detto che vuoi farlo.”
“Si, solo se lo avessi voluto anche tu,” dissi roteando gli occhi. “Non voglio che tu lo faccia contro volontà, è solo.. no, non sarebbe lo stesso.”
“Sono un bravo attore.”
“Non così bravo.”
“Non puoi saperlo.”
“Si invece.”
“Ti dico di no.”
“Si, lo so invece e non abbiamo nemmen- hmpfh.”
I miei occhi si spalancarono in una maniera ridicola e trascorsi mezzo secondo a capire cosa fosse successo, perché le mie parole erano state appena smorzate. La ragione era che Harry aveva ignorato le mie proteste e aveva premuto le sue labbra contro le mie. Ero troppo sorpreso, quasi scioccato, per poter tentare almeno di provare a godermelo, in verità dubito che me lo sia goduto fino in fondo perché era un bacio rigido, secco e un po’ scomodo e giuro di aver sentito lui agitarsi con disgusto.
Si allontanò piano un paio di secondi dopo e mi guardò con sorpresa e divertimento sul volto.
“Probabilmente sarebbe stato molto più facile per te goderti questo bacio se non ti fossi bloccato in quel modo, rigido come un attaccapanni.”
“H-ho detto che non volevo farlo,” borbottai, i miei occhi puntati direttamente in un punto sul suo orecchio.
“Si beh, i tuoi occhi mi hanno comunicato qualcosa di diverso,” disse. “Ci vuoi provare un’altra volta e questa volta baciandomi per davvero?” 
Deglutii.
“Siamo qui fuori,” dissi, senza ancora guardarlo negli occhi. “Chiunque potrebbe vederci.”
“Non mi interessa minimamente, ma se vuoi possiamo entrare.”
Non mi importava se qualcuno ci avrebbe visto, non per davvero; per quanto ne sapessi, nessuno che andava a scuola e nessuno che conosceva mia madre viveva da queste parti, quindi non c’era nessuna probabilità che qualcuno mi scoprisse. Ma Harry abitava qui, i suoi vicini potevano vederlo, i suoi genitori sarebbero potuti tornare a casa da un momento all’altro, i suoi amici o Lauren avrebbero potuto decidere di fermarsi.. non aveva davvero pensato a nulla di tutto questo?
“Io- non è giusto,” dissi. “Hai una ragazza e io non ti piaccio nemmeno e non-non voglio farlo.” 
“Beh, o così o niente,” disse senza troppi giri di parole. 
Serrai la mascella con evidente disappunto, ma sapevo anche che alla fine avrebbe avuto ragione. Questa era la mia unica occasione per capire davvero come ci si sentisse ad avere Harry tutto per me ed ero abbastanza forte da respingere tale opportunità?
“Entriamo dentro allora,” biascicai.
No, non ero forte abbastanza.
Sorrise debolmente prima di girarsi e aprire la porta, tenendola aperta  e aspettando che rientrassi nell’atrio. Uno strano silenzio avvolse tutta la casa una volta che rientrammo. Non era imbarazzante o teso, solo strano in un certo senso perché in pratica entrambi sapevamo che io gli avevo chiesto di baciarmi ed avevo acconsentito. La situazione era strana e non sapevo nemmeno se mi piacesse o meno. 
“Andiamo,” disse Harry con un piccolo sorriso,  dopo che furono passati un paio di secondi di silenzio. Mi offrì la sua mano e, con un po’ di esitazione, la accettai e gli permisi di farmi avvicinare al suo corpo. 
“D’ora in poi mi guarderai sempre in quel modo strano?” Chiesi, alzando lo sguardo verso lui con nervosismo.
Scoppiò a ridere e scosse la testa.
“Certo che no. Sono stupendo, è un miracolo che le persone non cadano come mosche quando mi vedono.” 
Sorrisi forzatamente.
“Non intendevo quello. Volevo dire.. sai, se adesso ci baciamo, dopo sarà sempre così imbarazzante?”
“No,” disse dopo un paio di secondi di esitazione. “No, dopo non sarà sempre così imbarazzante.”
Non ero del tutto convinto se credergli, perché pareva che non fosse convinto nemmeno lui in realtà, ma non protestai,  inspirai profondamente e dopo annuii.
“Va bene?”
“Si, va bene.”
Un sorriso apparve sul suo volto per un paio di secondi prima di aver avuto un momento di insicurezza, subito sostituito da qualcosa che assomigliava alla tristezza. Mentre lo stavo ancora guardando negli occhi, sollevò una mano esitante e la posò con dolcezza sulla mia guancia. Non era la prima volta che mi toccava in quel modo, ma adesso appariva in una maniera molto più intima, e chiusi gli occhi per poi sporgermi a mia volta verso di lui. Muoveva il pollice sempre delicatamente e sorrisi un po’ a quel gesto.
“Perché stai sorridendo?” Lo sentii sussurrare, e in quel modo ero in grado di sentire il suo respiro sulle mie labbra, sapevo che meno di un paio di centimetri ci separavano l’uno dall’altro.
“Mi sento bene,” risposi mentre sollevavo la mano e intrecciavo le mie dita con le sue. 
Non mi rispose - c’era davvero una risposta da dare in una situazione del genere? - tenne solo le sue dita sulla mia guancia e iniziò ad accarezzarla in modo lieve con lenti, nella mia testa ‘amorevoli’, movimenti. I miei occhi erano chiusi così da non permettermi di vedere quanto fossero distanti le mie labbra dalle sue o che espressione avesse il suo viso. Era come se ogni secondo passato contenesse un’eternità e giuro di aver sentito battere il mio cuore fin su la gola. Arrivò il momento in cui la mia mente iniziò a pensare tre cose nello stesso momento: primo, avevo paura del fatto che il mio nervosismo e la mia eccitazione avrebbero potuto in qualche modo far del male al bambino; secondo, la flotta di pensieri di quanto stupido potessi apparire con la bocca mezza aperta, il mento inclinato, gli occhi chiusi nell’attesa solo di quel bacio; terzo, mi chiedevo se Harry mi stesse prendendo solo in giro ancora una volta. 
Poi però sentii qualcosa di morbido e cauto posarsi sulle mie labbra ed improvvisamente l’istinto prese il controllo di tutto il mio corpo. Spostai il mento più in su, cercando di far vedere che avevo davvero, davvero, ma davvero voglia che lui aumentasse un po' la pressione. La mano che era posata sul mio viso scivolò leggermente e andò a posarsi dietro al collo, e permisi alle mie stesse mani, entrambe tremanti, di trovare la loro strada verso il suo bacino. Per un paio di secondi, rimanemmo lì, le nostre bocche che a malapena si toccavano, e per un momento fui certo che si sarebbe tirato indietro dicendo che aveva commesso un errore, ma poi le sue mani pressarono con un po’ più di forza sul mio collo, causando così un contatto più passionale e intenso fra le nostre labbra.
Imbarazzato com’ero aspettai un po’, dopo aver desiderato questo momento per quelli che parvero essere anni, anche il più piccolo e innocente dei movimenti delle labbra di Harry contro le mie mi fecero piagnucolare in modo bisognoso e premere vicinissimo a lui, ovviamente fin dove il mio stomaco lo permetteva. Aprii con esitazione la bocca, pregando che non stessi oltrepassando nessun limite, e rimasi parecchio sorpreso quando lui fece lo stesso. Trascorremmo diversi minuti a scambiarci lenti, gentili, boccheggianti baci che fecero contorcere le mie interiora così tanto da fare quasi male ed ero davvero terrorizzato di dover interrompere improvvisamente il bacio per colpa di un gemito. 
Ma proprio mentre stavo iniziando ad abituarmi ai continui battiti accelerati, sentii la sua lingua muoversi contro il mio labbro inferiore, e la tachicardia tornò ad essere una strana, calda, fondente sensazione che iniziando dal petto si sparse in tutto il mio corpo come un intrepido fuoco. Un altro gemito fuoriuscì dalle mia labbra prima che la mia lingua si toccasse con la sua. 
Non ero un baciatore esperto, dovevo ammetterlo, ma giudicando dal piccolo sospiro che emise Harry e dal modo in cui la sua lingua si fece strada sempre con un po’ più di coraggio, con cura e leccando deliziosamente l’interno della mia bocca, credetti di averlo fatto nel modo giusto. Le sue mani scivolarono dal mio collo, posandosi invece dietro la mia schiena, bloccandole con fermezza intorno a me e spingendomi sempre più vicino a lui, permettendomi così di posizionarmi sopra di lui. Mentre le nostre lingue continuavano a giocare lentamente e mollemente l’una con l’altra e le mie ginocchia diventavano sempre deboli minuto dopo minuto, lui emise un altro sospiro di contentezza, questa volta accompagnato da un pizzico di quello che parve essere un sospettoso lamento di piacere. Quel suono fece contorcere lievemente il mio cazzo nei pantaloni, facendolo così irrigidire un po’, e pregai in silenzio che lui non se ne accorgesse. 
Le sue mani si posarono sul mio petto e piano piano si posarono sul mio stomaco dove  iniziò a disegnare dolcemente dei ghirigori con i  pollici, come se lo stesse massaggiando, confortando, e quello fu tutto ciò che bastò per farmi uscire dal mio stato di confusione. Improvvisamente ricordai che lui mi stava baciando solo perché era talmente buono da darmi ciò che io avevo desiderato così ardentemente, nonostante il fatto che lui non fosse attratto da me e che non gli piacessi nemmeno, e che l’unico motivo per cui eravamo entrambi qui era perché ero incinto del suo bambino. Quindi dopo avergli permesso di baciarmi per un paio di secondi - o forse un’ora - mi resi conto della mia presa sulla sua vita e poggiai le mani sul suo petto per spingerlo via, cercando di ignorare quanto il mio cuore stesse protestando selvaggiamente  quando le nostre labbra si separarono. 
Mi ci volle qualche momento per riprendermi, cercando, e fallendo, di far calmare il mio cuore prima di avere il coraggio di guardarlo. Era a un metro e mezzo di distanza da me, le sue guance colorate leggermente di rosa, le labbra piene e uno sguardo incredulo in volto. Era un’ incredibile e meravigliosa vista e il mio petto iniziò a fare un po' male quando me ne accorsi. Mentre ci alzammo in piedi e ci guardammo l’uno con l’altro, la sua espressione iniziò a cambiare e alla fine si tramutò in quella che sembrò essere esasperazione, noia e rimorso. Il mio cuore smise di battere quando mi resi conto che si stava già pentendo di avermi baciato, non più di tre minuti dopo che era accaduto. 
“Scusami,” borbottai, rivolgendo lo sguardo verso il basso. “I-io devo andare. Scusami per.. beh, solo- solo scusa.”
Non gli rivolsi più lo sguardo, quasi spaventato di cosa avrei potuto vedere, prima di voltarmi, afferrare la maniglia della porta e praticamente ritrovarmi fuori casa. Non protestò, non disse nulla, quando chiusi la porta dietro di me ed iniziai a camminare lontano da quella casa il più velocemente possibile, con le braccia avvolte vagamente intorno alla pancia. 
La mia mente era un caos assoluto ed ero sicuro che la mia faccia rispecchiasse il mio stato d’animo. Harry ed io ci eravamo baciati. No, a dire il vero avevamo limonato; le sue labbra e la sua lingua erano state in stretto contatto con la mia per un paio di minuti e Cristo, era stato.. fantastico. Aveva ragione quando mi aveva detto di essere un buon attore perché se non lo avessi saputo, avrei davvero pensato che si stesse godendo il bacio un bel po’, così come avevo fatto io; il modo in cui le sue labbra erano state così dolci, così cariche di passione contro le mie, il modo in cui la sua lingua aveva trovato gentilmente la sua strada verso l'angolo della mia bocca, il modo in cui le sue mani mi stringevano come se fossi fatto di vetro. 
Raggiunsi la fine della strada e mi fermai lì, a venti metri da un supermercato dove vidi persone uscire ed entrare, e mi appoggiai contro un albero prima di emettere un sospiro mentre passavo una mano sul mio viso. Che diamine di casino avevo combinato? Che diamine, maledetto e fottuto casino. Aveva detto che le cose non sarebbero diventate così imbarazzanti fra noi due, ma io sapevo già che si sbagliava, lo sapevo fin dal momento in cui il bacio era finito. Sapeva che mi piacesse e non avrebbe mai ignorato tutto questo senza creare altro trambusto; ogni volta che lo avrei visto, avrebbe pensato ‘gli piaccio, piaccio a quel fottuto frocio’ e le cose non sarebbero mai ritornate come prima, mai più. Avrei voluto picchiarmi da solo per non aver tenuto la bocca chiusa quando mi aveva chiesto se mi piacesse, se lo avessi fatto avrei reso le cose molto più semplici. Saremmo potuti rimanere amici, avrei continuato ad avare la mia cotta e tutto il resto sarebbe stato normale. Ma no, dovevo andare avanti e permettere ai miei ormoni di prendere il controllo del mio corpo e della mia mente. Ovviamente. 
Con un sospiro pieno di irritazione verso me stesso, tirai fuori il cellulare dalla giacca e composi il numero di cellulare di mia madre, pensando che per nessuna ragione avrei fatto tutta quella strada a piedi fino a casa alle dieci e mezza di sera. Squillò un paio di volte e non rispose, ma dopo ricordai che era fuori a cena e il suo cellulare era probabilmente in modalità silenziosa, e così emisi un piccolo sospiro, schiacciando il tasto ‘fine chiamata’. Rimasi lì per un paio di secondi chiedendomi cosa fare prima di comporre il numero di Eleanor e portare il telefono all’orecchio, aspettando che rispondesse. Mentre aspettavo lì e osservavo avanti e dietro la strada completamente al buio, squillò e squillò ancora e ancora, ma Eleanor non rispose. Alla fine rispose solo la sua voce della segreteria telefonica e con un altro sospiro di esasperazione, abbassai il telefono e premetti il tasto ‘fine chiamata’, di nuovo, senza nemmeno preoccuparmi di lasciare un messaggio. 
Quindi mamma non rispondeva, Eleanor nemmeno, ritornare da Harry non era un opzione, bene, in pratica non avevo nessun’altra scelta se non quella di tornare a casa a piedi. Avrei dovuto camminare quasi otto chilometri alle undici di sera mentre ero incinto di sette mesi con indosso i pantaloni del pigiama. Il solo pensiero mi fece venir voglia di piangere dalla disperazione, ma ciò nonostante rimisi il telefono nella tasca e iniziai a camminare. 
Avevo solo camminato per un minuto e mezzo quando mi venne improvvisamente un’idea in mente, così smisi di camminare, mordendomi nervosamente il labbro. In questo momento non avevo energie e sufficienza per fare tutta quella strada a piedi fino a casa e... beh, avevo un' altra opzione che non avevo considerato. Ripresi il cellulare dalla mia tasca e iniziai a scorrere la rubrica finché non trovai una P. 
Liam Payne era stato salvato come contatto con entrambi il numero di cellulare e l’indirizzo e-mail.
Dubitai che si sarebbe arrabbiato se l’avessi chiamato, ma d’altra parte era notte inoltrata, quindi c’era anche la possibilità che stesso dormendo. Svegliare Liam perché avevo bisogno di un passaggio per tornare a casa era tutto tratte che invitante, ma non avevo altra scelta. Rimasi lì andando avanti e indietro, pensando ai pro e ai contro nella mia testa, e in fine chiudendo gli occhi per un secondo e pregando Dio che Liam non mi avrebbe visto come un moccioso viziato e bisognoso, schiacciai il tasto ‘chiama’. 
Ci mise più di venti secondi prima di rispondere ed iniziai a pensare che non avrebbe nemmeno risposto, quando sentii qualcuno dall’altra parte del telefono.
Pessimo momento,” disse la voce di Liam. Non sembrava che stesse dormendo, ma piuttosto come se fosse a corto di fiato e un po’ irritato.
“Oh, i-io.. scusa,” balbettai in modo stupido sentendo la mia faccia riscaldarsi.
Chi è?
“Oh, uhm, io- Louis,” dissi calciando un sasso in mezzo alla fine della strada.
Sentii qualcuno spostarsi e una voce smorzata dall’altra parte, non riuscendo a capire cosa stesse dicendo, prima che Liam riprendesse a parlare. 
È tutto apposto?” chiese, il fastidio subito sostituito dalla preoccupazione.
“Si, o no, in realta- beh si, ma non so- oh Dio, mi dispiace averti chiamato, avrei dovuto- no, non importa, lascia perdere e continua quello che stavi facendo, sono solo-”
E' tutto ok, qual è il problema?
Sospirai e passai una mano fra i capelli.
“Diciamo che sono.. bloccato a parecchi chilometri da casa e non ho nessuno che mi ci porti,” dissi debolmente. “Ed ero- uhm, senti, m-mi dispiace tantissimo chiedertelo, ma.. ci sarebbe la possibilità che tu- uhm, sai, mi venissi a prendere?”
Ancora una volta sentii lo stessa voce sommessa in sottofondo e sentii Liam borbottare “no, niente” prima che la sua attenzione ritornasse su di me.
Certo, posso venirti a prendere,” disse. “Dove sei?
“Uhm, due strade dopo casa di Harry,” dissi. “Proprio vicino a quel piccolo supermercato.”
Harry?” chiese un po’ confuso.
“Si.”
Ci fu una piccola pausa di nuova, prima di:
Avete litigato?” 
“No, non per davvero, solo- no, non era un litigio.”
Qualcosa non quadra comunque.
Non era una domanda. 
“No,” fu tutto quello che dissi. 
Lo sentii sospirare.
Va bene, aspetta fuori al negozio e sarò lì fra dieci minuti.
“Grazie Liam,” dissi. “Davvero grazie, non te lo avrei chiesto se-”
Non c’è nessun problema, Louis,” disse e lo sentii sorridere. “Solo non muoverti, va bene?”
“Si, va bene. E grazie ancora.”
“Nessun problema.”
Emisi un piccolo sospiro prima di attaccare, rimettere il telefono in tasca e guardarmi intorno per cercare qualche cosa su cui sedermi mentre aspettavo. C’era una panchina fuori dal supermercato e mi ci incamminai con passi pesanti, ancora una volta con le braccia avvolte intorno al mio stomaco e una piccola smorfia a causa del lieve dolore alle mie anche e alla schiena. Ricevetti un paio di occhiate cariche di divertimento da persone che entravano e uscivano dal negozio mentre ero seduto sulla panchina, e tra parentesi, ogni sguardo era indirizzato al mio stomaco, sapevo che la maggior parte di loro pensavano ‘che diavolo c’è di sbagliato in quel ragazzo?’, che in tutta onestà non era una cattiva domanda. Distolsi lo sguardo verso i miei piedi cercando comunque di ignorare tutte le occhiate strane. 
Rimasi così fino a quando una squillante voce femminile non pronunciò il mio nome e non ebbi nessuna scelta se non alzare lo sguardo e vedere chi fosse. Avrei voluto grugnire quando riconobbi la faccia, quella di Mary, un’amica di chiesa di mia madre - chiesa! - venire verso di me con un bambino all’apparenza di due anni in una mano e nell’altra una busta della spesa.
“Louis, è da anni che non vieni in chiesa con tua madre! Non ti ho visto per niente nell’ultimo anno! Come stai? Sei felice di avere un patrigno? Come sta Owen? Non vedo anche lui da parecchio tempo.”
Tutto questo lo disse in meno di dieci secondi mentre camminava verso di me e fermandosi proprio di fronte la panchina. 
Nonostante la voglia di non voler rivolgerle la parola, mi alzai e le offrii un sorriso.
“Ciao Mary,” dissi. “Come stai?”
“Oh bene bene,” disse con un piccolo sorriso che mi fece spaventare a morte. “Impegnata con tre giovanotti a casa, nessuno di loro ha intenzione di dormire la notte, e ovviamente Andrew è fuori per lavoro proprio in questo momento, ma non è nulla che io non possa affrontare. E invece te? Come ho detto, è da tanto che non ti vedo in chiesa.”
“Si, non ci vado più.. in chiesa ultimamente,” dissi cautamente.
Il suo sorriso si affievolì un po’.
“Non vai più in chiesa? Giovanotto, andare in chiesa è davvero importante per le persone della tua età, hai bisogno di chiedere perdono per i peccati che stai sicuramente commettendo.”
“Uhm, non credo.. che abbia peccato molto,” dissi strisciando il mio piedi sull’asfalto sotto di me e cercando qualcosa di più intelligente da dire.
“Ognuno pecca, Louis,” disse, assottigliando lo sguardo lievemente. “Tu specialmente.”
I miei occhi si spalancarono un po’. 
“Io- cosa vuoi dire?” Chiesi nervosamente.
“Con tutto quel peso che hai preso, credo che tu sia stato vittima di gola e avidità, e sono sicura che tu sappia che sono due dei sette peccati.”
Va bene, avrei voluto schiaffeggiare questa donna e l’unica cosa che mi fermò fu il fatto che una macchina aveva suonato il clacson proprio in quel momento e mi fece alzare lo sguardo. Con mio grande sollievo vidi il viso di Liam che si affacciava dal finestrino di un’ Honda rossa, e senza dire nessun’altra parola a Mary, mi incamminai a passo svelto, lasciandola lì con il suo bambino e la spesa. Girai intorno la macchina e pensai di dovermi sedere  sul sedile davanti, ma con mio sorpresa, vidi Zayn seduto lì, quindi mi sedetti sui sedili dietro e mi ci appallottolai proprio al centro, guardando nulla in particolare. 
“Beh, ciao,” disse Zayn alzando un sopracciglio una volta che sia lui e Liam si girarono e iniziarono a fissarmi.
“Non sembri felice. È stato così brutto il litigio con Harry?”
“Non ho litigato con Harry,” dissi sospirando. “È per quella donna con cui stavo parlando, era una moralista del cazzo.”
“Cosa? Una persona a caso è venuta verso di te e ha iniziato a giudicarti?” Chiese Liam con un sopracciglio alzato.
“No, è amica di mia mamma,” dissi con stanchezza.
“Aha. Ed è stata lei che ti ha messo questo buon umore addosso?”
Tentai un sorriso.
“Scusa, è solo che.. è stata una lunga giornata, avere puttane cristiane che spuntano dal nulla e iniziano a chiedere della tua vita mi ha fatto arrivare al limite, suppongo.” 
Gli sguardi che entrambi mi indirizzarono mi fecero preoccupare un po’ per un secondo, prima che mi voltassi di nuovo.
“Ci vuoi dire cosa è successo fra te e Harry e che cosa ha causato un non-litigio tanto che ti ha ridotto a chiamarmi nel bel mezzo della notte per farti venire a prendere?” Liam chiese, nonostante avesse un tono dolce e un’espressione accigliata.
Guardai in basso verso le mie mani, che riposavano sul mio grembo, e mi morsi il labbro. Dire a loro cosa fosse successo non era per niente invitante, ma rifiutarmi di non dire nulla dopo che entrambi erano venuti fin qui alle undici di sera solo per averli chiamati, mi sarebbe sembrato maleducato e irriconoscente. 
“Abbiamo riscontrato qualche.. divergenza,” dissi vagamente, ancora guardando le mie mani. “Ed era diventato un po’ scomodo suppongo, beh, non scomodo, ma un po’ imbarazzante.”
Andai un po’ piano dopo quello e anche se non stavo guardando nessuno dei due, giuro di averli visti conversare solo con i loro occhi. 
“E.. ti ha per caso parlato della conversazione che ho avuto con lui?”
Chiese poi la voce di Zayn e immediatamente la mia mente iniziò ad abbrancarsi tanto che lo fissai dritto negli occhi. Appariva un po’ più nervoso, un tantino preoccupato e un po’ irritato, e chissà per quale motivo, anche un po’ infastidito. 
“Lui.. beh, io l-lui ha detto.. qualcosa,” borbottai.
Zayn grugnì un po’ e si passò una mano nei capelli stranamente scompigliati. 
“Non dirmi che ha fatto lo stronzo,” disse.
“No, no è stato un.. no, è stato.. gentile,” dissi esitante, pensando che forse ‘buono’ sarebbe stata la parola meno indicata.
“È solo- no, non lo so.”
“Ti stai comportando davvero in maniera strana, amico,” disse Zayn con un sorrisetto ironico. “Non puoi semplicemente dirci cosa è successo? Non ti giudicheremo, lo sai.”
Avrei voluto tossire un po’ a quelle parole; avevo limonato con il loro migliore amico etero. Dire che non mi avrebbero giudicato appariva come una scommessa particolare nella posizione in cui mi trovavo.
“Non lo puoi dire se non sai nemmeno cosa è successo,” dissi, la mia voce un po’ sulla difensiva. “E non è- voglio dire, non è qualcosa con cui non posso convivere comunque, si sistemerà tutto.” 
Indirizzarono un paio di occhiate eloquenti l’uno con l’altro ancora una volta e quello mi fece domandare quanto avessero parlato loro di me, Harry e la nostra situazione quando erano soli; se erano riusciti a comunicare riguardo a tutto questo semplicemente guardandosi l’un l’altro, dovevano aver parlato parecchio, giusto? Per qualche strana ragione, il solo pensiero aveva suscitato in me una strana felicità.
“Senti, Louis,” disse alla fine Zayn.  “Liam e io siamo due dei migliori amici di Harry, ma questo non significa che assecondiamo tutto ciò che fa o come tratta le persone. Sappiamo che ogni tanto tende ad essere uno stronzo la maggior parte del tempo e spesso agisce e parla prima di pensare, sono sicuro che causerà maggiori problemi un giorno di questi. Ma comunque, il fatto che siamo suoi amici non significa che non possiamo esserli con te, e solo perché conosciamo Harry da più tempo e siamo più buoni con te che con lui, non significa che andremo subito a dirgli ciò che dici a noi. Credo che parlare con qualcun altro che non faccia parte della tua famiglia o con il ragazzo di cui sei innamorato sia meglio.”
Lo ascoltai con attenzione e forse con un po’ di diffidenza, all’ultima parte del discorso i miei occhi si spalancarono e rimasi a bocca aperta. 
“Io- tu- sono- non è come- non sono- innamorato di lui,” balbettai.
“Beh, ti piace molto però,” disse Liam semplicemente. “Ma d’altra parte-”
“Non mi piace,” lo interruppi mentre sentivo le guance farsi sempre più calde. “È un bravo ragazzo, ma a me non piace, state dicendo solo stronzate.”
“Non capisco per quale motivo ti stia dando tanto fastidio dirlo,” disse Zayn roteando gli occhi. “Solo il modo in cui lo guardi farebbe capire anche a una scimmia cosa provi per lui. Non possiamo biasimarti, sappiamo che può essere un affascinante figlio di puttana quando vuole e i suoi sguardi sono irresistibili, ma-”
“Basta, per favore,” scattai di colpo alzando entrambe le mani.
“Se mi piacesse Harry, e non mi piace, sarebbe solo affar mio, non vostro.”
“Se non ti piacesse, per quale motivo tutta questa questione ti ha fatto andare su di giri?”
Aprii la bocca. E la chiusi. E la aprii. Probabilmente assomigliavo a un pesce fuor d'acqua, ma non riuscì a pensare a nulla di intelligente da dire, quindi continuai ad apri e chiudere la bocca finché il buon senso non scosse i pensieri nella mia testa e tossii un po’. 
“Non è niente,” dissi debolmente.
Liam sospirò e mi rivolse un’ occhiata piena di compassione che mi fece sentire come un bambino di tre anni. 
“Perché non ce lo vuoi dire? Se non lo vuoi fare per te, allora fallo per Harry. Nelle ultime settimane era sempre giù di morale e noi ci siamo chiesti se avesse a che fare qualcosa con te. Quindi per favore se puoi dirci che cosa è successo ti promettiamo che non-”
Lo squillo di un telefono lo interruppe proprio nel bel mezzo del suo discorso e tirai un sospiro di sollievo mentalmente quando Liam prese il suo telefono dalla tasca dei jeans. Diede un attimo un’occhiata allo schermo del telefono, mi guardò per un secondo, per qualche ragione un po’ confuso, prima di rispondere alla chiamata e pronunciare un interrogativo “pronto?”
Non riuscii a capire nessuna delle parole dette dalla persona dall’altro capo del telefono o anche chi potesse essere, ma riuscii a sentire una voce disperata e forse arrabbiata. La mia mente era un po’ occupata con i miei problemi in quel momento e quindi non prestai molta attenzione a qualunque cosa stesse affrontando Liam con il suo interlocutore. Beh, almeno fino a che Liam non iniziò a parlare. 
“Harry, sei- Harry! Calmati, va bene?”
Me e la mia fortuna. Solo me e la mia fortuna. Nient’altro. 
“Scusami ma... cosa?” Liam continuò dopo un paio di secondi, i suoi occhi ora spalancati mentre si voltava verso Zayn, che lo stava fissando con lo stesso sguardo preoccupato sul volto.
“Harry, cosa significa che tu-”
Un maggiore discorso dall’altra parte del telefono.
“Va  bene, va bene, non ti chiedo più niente. E lui sta bene, mi ha chiamato per farsi venire a prendere, è proprio qui con me e Zayn.”
Silenzio.
“Glielo dirò.”
Silenzio.
“Si, okay, va bene.”
Abbassò lentamente il telefono dall’orecchio e lo rimise in tasca di nuovo prima di voltarsi verso di me e guardandomi negli occhi con un’ espressione piatta.
“Quindi vi siete baciati,” disse dopo, la voce neutra esattamente come la sua faccia. “Per davvero.”
Sentii il mio corpo surriscaldarsi e sentii anche le mie guance come se stessero andando a fuoco. Harry aveva detto a Liam che ci eravamo baciati, ciò significava che gli aveva anche detto il modo in cui lo avevamo fatto, il che mi faceva sembrare come un patetico e caritatevole caso. Certamente Harry trovava sempre il modo per umiliarmi, sia quando voleva, sia quando non voleva. Un talento interessante. 
“Si,” fu tutto quello che dissi. 
“Come è successo?” continuò un po’ incredulo.
Ero sicuro che mi sarei dovuto offendere dopo quello e giudicando dal cambiamento di espressione sulla sua faccia, sembrò riuscire a capire le mie emozioni.
“Non in quel senso,” aggiunse subito dopo. “Solo che.. beh Harry non è- o, sai, sospettavamo che lo fosse, ma ha sempre detto che non lo è, quindi non abbiamo-”
Quindi Harry non aveva detto il motivo a Liam? Questo mi lasciò un sentimento di gratitudine, facendomi amare Harry ancora di più di quanto già avessi fatto e sospirai interiormente alla mia stessa fottuta mentalità.
“Non è gay,” lo interruppi con calma. “Mi ha fatto solo un favore o una cosa del genere, non significa nulla.”
Non per lui almeno.
“Un.. favore?” Chiese Zayn lentamente. “Ti ha baciato per un favore? Perché mai avrebbe dovuto farlo?”
“Probabilmente perché si sentiva in colpa,” borbottai. “Ero un po’ turbato per un... motivo e ci siamo baciati... per caso.”
“Ha detto che avete limonato, non baciato,” disse Liam.
Feci spallucce tristemente.
“Comunque sia non significava niente.”
“Non significa nulla per te?” Chiese Liam, un sopracciglio alzato. “Sono sicuro che per lui significhi qualcosa e penso lo stesso anche per te.”
Mi morsi l’interno della mia guancia e abbassai lo sguardo verso il basso.
“Possiamo partire e basta? Sono molto stanco e voglio tornare a casa e dormire.”
Sentii Liam sospirare, ma ciononostante disse “va bene” e un paio di secondi dopo accese di nuovo il motore e voltai il mio sguardo verso il finestrino mentre la macchina si muoveva. Era fin troppo evidente che fossero a conoscenza della mia piccola.. cotta per Harry, quindi sapevo perché mi ostinassi a negarlo. Forse perché volevo un po’ più di rispetto nei miei confronti; non ne ho mai avuto, ma dopo che Harry era entrato a far parte della mia vita, si era rimpicciolito ancora di più. Ammettendo che Harry mi piacesse davvero davvero, avrei dovuto ammettere di essere stato stupido e ingenuo sperando che ci sarebbe potuto essere qualcosa fra noi due, e non avevo voglia di appare stupido e ingenuo, non volevo.
Probabilmente questa scelta di rifiutarmi di dirlo, era stata una mossa intelligente, anche se  la verità era pur sempre dolorosa. 
L’intera andata in macchina la trascorsi in completo silenzio fra i miei pensieri e non uscii da quel torpore finche la macchina non si fermò. Quando alzai lo sguardo e guardai fuori il finestrino, mi resi conto che ci eravamo fermati proprio fuori casa mia e aggrottai le sopracciglia confuso.
“Come sapevate dove abito?” chiesi guardando la nuca di Liam.
“Le pagine gialle,” disse subito dopo voltandosi verso di me. “Abbiamo cercato prima di venirti a prendere.”
“Oh.”
Mi mossi piano e stavo giusto per alzarmi e uscire dalla macchina quando Zayn iniziò a parlare. 
“Dovresti parlare con lui, Louis,” disse con calma. “Nessuno di voi andrà avanti se vi bloccate con questa merda, e si, sto parlando anche per lui. E inoltre, non è buono per il bambino che tu sia sotto stress continuamente.”
“I-io non posso.. parlare con lui,” borbottai. “Tutte queste cose mi faranno andare fuori di testa e i-io non ce la faccio più.”
“E non credi che le cose siano già nella merda così come sono?” Chiese. “Sei completamente innamorato di Harry. Harry potrebbe ricambiare il sentimento. Nessuno dei due fa niente perché tu sei troppo spaventato e troppo testardo. È un amore sprecato.”
Scossi la testa lentamente e mi morsi un po’ il labbro per un momento, prima di rispondere.
“Non prova i miei stessi sentimenti,” dissi.
“Ah, quindi ammetti di provare qualcosa per lui,” disse Zayn con un sorriso trionfante. 
Abbassai lo sguardo e mi avvolsi il petto con le braccia.
“Il punto è che la cosa è.. senza speranza e non voglio essere più il disperato della situaziona d’ora in poi. Tutto quello che voglio è far nascere questo bambino, darlo in adozione e diplomarmi. Questo è tutto ciò che voglio.”
“Questo... e anche Harry,” aggiunse Liam gentilmente.
“Come ho detto, non accadrà mai.”
“Non lo puoi sapere finche non gli parlerai.”
Roteai gli occhi, ma quel gesto mi apparve un tantino incerto.
“Me lo ha detto senza troppi giri di parole che i ragazzi non gli interessano, quindi si, penso di saperlo.”
“Tu non sei un ragazzo qualunque. Tu sei il ragazzo che porta in grembo il suo bambino, sono sicuro che la situazione sarebbe un tantino differente se tu fossi stato semplicemente un ragazzo qualunque.”
“Oh si, è meraviglioso,” ridacchiai, sentendo un sentimento di irritazione crescere dentro di me. “Se non avessi il suo bambino dentro, non avrebbe mai avuto nessun interesse per me, ma siccome lo sono, potrei interessargli, quindi in sostanza tutto ciò che gli interessa è solo il suo bambino, non sono nulla per lui. È così che vanno le cose. Fantastico.”
Gli occhi di Liam di spalancarono e sembrò mezzo scioccato e mezzo preoccupato. 
“Questo è quello che pensi?” Chiese. “Che a Harry importi di te solo per il bambino?”
Non risposi e Liam mi guardò con un’espressione incredula in volto.
“Se pensi questo allora sei pazzo,” disse. “Lui parla tanto di te, non solo del bambino, ma di te, di quanto tu sia incredibilmente altruista, di quanto sia impressionato del vederti portare avanti questa cosa della gravidanza senza nessun aiuto, di quanto trova affascinante il fatto che tu non riesca ad essere veramente arrabbiato con lui, di quanto tu sia adorabile mentre dormi, di-”
“Basta,” dissi, la voce difficilmente udibile. “Solo non- basta- fermati. Non voglio sentire nulla di tutto questo.”
Liam sospirò e si passo una mano fra i capelli corti.
“Voglio solo dire che lui si interessa anche di te e non solo del bambino.”
“Non importa,” dissi per quella che era la centesima volta quella notte. “Appena il bambino sarà fuori da me, Harry e io saremo fuori dalla vita dell'altro e le cose ritorneranno come erano prima. Fine.”
Si guardarono l’un l’altro per un breve secondo e vidi disperazione nei loro occhi.
“Va bene, se è questo quello che vuoi,” disse Zayn con calma dopo un breve momento di silenzio. 
“Lo è,” dissi fermamente, le mie parole in netto contrasto con i miei pensieri.
“Va bene.”
Rimanemmo così per un po’ e dopo un paio di secondi, emisi un sospiro. 
“Devo andare.. adesso,” biascicai. “Grazie per essere venuti e prendermi.”
Senza ricevere nessuna risposta, slacciai le cinture di sicurezza, aprii lo sportello e uscii con un paio di movimento impacciati. Appena richiusi lo sportello, la macchina ripartì lungo la via e rimasi lì a guardare mentre sparivano dalla mia vista. 
La casa era completamente al buio e tranquilla quando ci entrai dentro e mi diedi un cinque mentalmente per aver indossato la giacca dove si trovavano le chiavi di casa; molto probabilmente Owen non era ancora tornato a casa da quella festa e svegliare mamma o Ian non era una cosa che mi invitava molto. Mi affrettai a salire le scale senza fare nessun rumore, nel frattempo facendo qualche smorfia di dolore per la mia schiena indolenzita, le mie ginocchia e le mie caviglie, e quando finalmente entrai in camera, emisi un sospiro di sollievo. 
Mi spogliai velocemente e appoggiai il telefono sul comodino prima di infilarmi la solita maglietta gigante. Troppo stanco per preoccuparmi di indossare un pantalone del pigiama, mi infilai sotto le coperte e picchiettai il bordo della mia lampada, come al solito appoggiai il mio braccio sullo stomaco e per la prima volta mi permisi di pensare a tutto ciò che era successo quel giorno senza nessuna distrazione. Era un casino immenso di emozioni e pensieri, che mi fecero venire mal di testa, e anche se per poco tempo ci provai, mi arresi quasi subito.
“Le cose erano un po’ più semplici,” dissi a nessuno in particolare.
Spinsi un po’ le coperte di lato ed alzai leggermente la maglia così da essere in grado di parlare con la mia pancia scoperta. Mentre emettevo un altro sospiro avvilito, appoggiai la mano proprio sull’ombelico e iniziai ad accarezzarlo con dei piccoli movimenti circolari.
“Tutto si è trasformato in un casino totale,” borbottai stancamente. “Era già abbastanza brutto con Harry e me, ma adesso anche Liam e Zayn sono venuti fuori e hanno iniziato a mettermi stupidi pensieri in testa ed è tutto un.. casino. Rivoglio la mia vecchia vita indietro, lo sai?”
Calcio.
“No, non rivoglio te indietro,” continuai, adesso sorridendo leggermente. “Ma ultimamente mi stai creando un po’ di problemi. Non te stesso di se per se, ma tutto ciò che ha a che fare con te e con il tuo futuro. Non so ancora cosa farci con te, ma dopo tutto quello che è successo con Harry.. non lo so, forse non vuole più tenerti dopo tutto questo casino del bacio.”
Silenzio.
“Sto dicendo ancora un mucchio di stronzate, vero?” Dissi. “Probabilmente si. Dovresti esserti stancato di ascoltare tutti questi problemi un giorno si e uno no, mi dispiace.”
Calcio.
“Si, va bene, sto zitto adesso, ti lascio dormire. Dovrei anche io dormire un po’.”
Senza davvero pensarci, sollevai la mano verso le mia bocca e appoggiai le labbra sulle dita per un paio di secondi prima di abbassare la mano sullo stomaco e posarla con dolcezza su di esso. 
“Buonanotte piccolo,” sussurrai prima di stendere il braccio e spegnare la luce.
“Sogni d’oro.”



HI FELLAS!

Eccomi di nuovo qui con un altro e stravolgente nuovo capitolooooooooooo.
Prima di commentarlo però vorrei fare un’altra cosa, e cioè dirvi che questo capitolo sarebbe potuto essere stato  pubblicato anche venerdì, ma io e Giulia abbiamo deciso di non farlo per via dei due concerti dei ragazzi, quindi ecco svelata la ragione di questo piccolo ritardo.
Parlando del concerto, io non so se fra le ragazze che seguono la storia qualcuno ci sia andato, ma vorrei ringraziarvi lo stesso se ci siete state, perché io non mi sono mai commossa così tanto da un anno a questa parte, cioè dal diciannove maggio; sia voi che loro siete stati fenomenali e che dire di più?! Nulla, solo un grazie da tutte le fan italiane, davvero.
Parlo anche con quelle che non si sono andate, e lo dico perché anche loro dovrebbero essere fiere, sempre e comunque.
Io spero che non ve la siate presa se ho detto queste cose o nel caso vi abbia messo tristezza, perché quelle parole sono uscite dal cuore, va bene?
Io sono una fra quelle che è rimasta a casa, ma sono lo stesso fiera, complimenti.
Detto questo posso anche commentare questo capitolo oppure.. piangere e sbattere tutto fuori dalla finestra?
Dio, io non so voi, ma pur leggendolo per la seconda volta mi sono emozionata e ho tenuto il fiato sospeso a QUELLA SCENA in particolare.
DOPO TANTE RICHIESTE, BESTEMMIE E SINFONIE IN VERNACOLO VARIE, ECCO A VOI L’ATTESISSIMO BACIO.
Il tutto è stato smontato dopo con la fuga di Louis, e subito susseguita una scena che mi ha fatto venir voglia di spaccare tutto, ma come si fa?!
Respiriamo e respiriamo, forza *stringe in mano una pallina anti-stress*
Spero di ricevere tanti bei commenti dopo questa scena, perché.. sento i vostri scleri da qui, sappiatelo u.u
Aggiungo anche un’altra cosa, e cioè che d’ora in poi si entra nel vero epicentro ANGST della storia, vi ho avvisate, ci sarà di tutto e di più (e non l’ho fatto per caricarvi di ansia, solo preparatevi zan zan zaaaaan).
Come al solito vi ringraziamo entrambe per le recensioni e l’assiduità che ponete verso questa storia, è sempre un emozione, ogni santa volta, vi amiamo e amiamo anche l’autrice di questo capolavoro *si inchina*
Aaaah dimenticavo, io e Giulia abbiamo creato una pagina di twitter tutta per la storia, per chiunque voglia parlare, sclerare, chiedere e anche criticare, accettiamo tutto.
Qualche volta metteremo anche qualche piccoli spoiler (frasi o piccoli dialoghi di ogni capitolo che dovrebbe essere pubblicato), quindi non esitate a seguirci e a dire tutto ciò che volete, ribadisco il concetto che per noi è un enorme piacere farlo. 
Un bacio e a presto.

♡ @itbeatsfortwo_ ♡

Ps Il nick truzzo non è colpa nostra, cioè c’era solo quello ç-ç

Ana.
  
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