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Autore: liserc    23/08/2008    2 recensioni
Avevo già postato una storia con lo stesso argomento e titolo, ma, insoddisfatta, l'ho cancellata e riscritta. Eccola quindi a voi, totalmente riscritta.
Ora che i nostri protagonisti sono diventati genitori, è ora di parlare delle avventure dei figli. Ecco quindi una storia che parla solo ed unicamente di loro, a partire dal primo anno dei nostri piccoli Al, Rose e Scorp. A voi il piacere (si spera!) di leggere! :)
Genere: Generale, Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Dedicato alla mia Gemella, nonché Beta, nonché consigliera. Ti amu <3.


Le avventure della nuova generazione
Capitolo Uno; Primo giorno


L’arrivo a Hogwarts, quell’anno, era sto più caotico del solito. C’erano più undicenni pronti al loro primo anno che negli anni precedenti, ma ciò non faceva che accrescere la felicità degli insegnanti, che vedevano il futuro del mondo magico mettere piede nella fantomatica scuola.
Davanti all’interminabile fila di bambini spaventati, c’era un piccolo gruppo apparentemente tranquillo, che parlava con gioia e felicità.
Di chi si trattava? Presto detto: Albus Severus Potter, assieme alla cugina Rose Weasley, e poi, cosa alquanto strana, Scorpius Hyperion Malfoy.
I vecchi professori, che ancora ricordavano le rivalità fra i genitori di questi giovani ragazzi sorridevano, pensando alla sorpresa che avrebbero ricevuto le famiglie.
Ben presto le giovani matricole furono condotte in una fila ordinata all’interno della Sala Grande, dove si sarebbe tenuto lo smistamento.
Quando il cappello parlante aprì la bocca per cantare la sua solita canzone, dal gruppo di bambini si levò un sonoro ‘Oh!’ di ammirazione e stupore.
Una ragazzina dai fulvi capelli rossi e ricci, e gli occhi ambrati, per nulla intimorita o stupita, esclamò “Ma certo! Non lo sapevate che è proprio il Cappello Parlante a decidere la nostra casa di appartenenza? C’è scritto in Storia Di Hogwarts!”, scatenando occhiate dubbiose e risolini da parte dei coetanei.
Un ragazzino biondo, dai lineamenti affilati e penetranti occhi scuri, ghignò e le sussurrò “Sai, Rose, non tutti leggono Storia Di Hogwarts a dieci anni,”. Lei lo fissò per un attimo, prima di replicare “Beh, indubbiamente dovrebbero. Sai quanto tempo si risparmierebbe, se non ci fosse tutta questa paura ad avvicinarsi al cappello?!”. Un ragazzino moro, con penetranti occhi verdi, rise sguaiatamente, venendo subito messo a tacere dalla professoressa di Trasfigurazione.
Il primo dei tre amici ad essere smistato fu Scorpius, che si avviò a passo deciso verso il cappello.
“Bene, bene, vedo che qui c’è un altro Malfoy. Nessun dubbio sulla tua casa, ragazzo – Slytherin!” esclamò il cappello, rivelando il volto soddisfatto del biondino, che andò a sedersi al tavolo verde-argento, ricevendo saluti e strette di mano dai compagni di casata.
Poco dopo fu il turno di “Potter, Albus Severus!”, che si sedette titubante sullo sgabello, gli occhi coperti dalla larga falda del cappello. “Bene, bene, un altro Potter, eh? Anche nella tua mente posso leggere molta ambizione e astuzia, saresti un ottimo Slytherin! Ma di certo non ti manca anche il coraggio, dote che si attribuisce a Gryffindor! Dunque…” mentre la voce del cappello risuonava nella sua mente, Albus si ritrovava a pensare “Slytherin… Slytherin... Voglio finire con Scorpius!” nonostante solo la mattina prima fosse terrorizzato all’idea di finire in quella stessa casata. “Se potessi, sorriderei. Sei completamente l’opposto di tuo padre!” esclamò il cappello, prima di annunciare a tutta la sala “Slytherin!”.
Albus sorrise e corse a sedersi accanto all’amico, scorrendo le poche persone rimaste in fila, cercando la cugina.
Lo smistamento proseguì, e finalmente venne chiamata “Weasley, Rose!”. La ragazzina si sedette sullo sgabello, perfettamente tranquilla, rivolgendo qualche cenno di saluto ai numerosi parenti sparsi per i tavoli delle case.
Il cappello prese ad analizzare la sua mente, borbottando di tanto in tanto “Intelligenza… Molta intelligenza! Ma anche coraggio, astuzia, lealtà… Dove potrei mandarti, ragazzina? Penso che la casa più appropriata per te sia… Ravenclaw!”.
Rose sorrise, mal celando lo scontento per non essere finita nella stessa casa dei suoi amici.
Si sedette al fianco della cugina, più grande di sei anni, Victoire. Le sorrise felice, osservando poi la fine dello smistamento.
Rimanevano ora solo due ragazzine, così identiche che non si riusciva a distinguerle. Avevano entrambe capelli neri come la pece, e occhi di un blu profondo. La pelle, diafana, faceva un piacevole contrasto con i capelli così scuri.
Ma mentre lo sguardo di una era vivace, e le sue labbra erano piegate in un sorriso, l’altra aveva in viso un’espressione dura e fredda. “Zabini, Caelie!” chiamò la professoressa. La gemella più fredda si sedette sullo sgabello, attendendo il responso. “Slytherin!” esclamò il cappello, dopo un attimo d'esitazione.
Subito dopo fu il turno di “Zabini, Thana!”, che fu smistata con un largo sorriso a “Ravenclaw!”.
Rose le sorrise, quando questa venne a sedersi accanto a lei. “Piacere, Rose!” le disse, stringendole la mano. “Thana” rispose l’altra, ricambiando la stretta, illuminata da una luce di gioia. “Un attimo. Devo fare una cosa…” estrasse una lunga bacchetta nera e sottile dalla tasca del mantello e colpì dolcemente una ciocca di capelli, mormorando un incantesimo. Quella si tinse immediatamente di blu. “Ecco, così mi riconosceranno da mia sorella!” esclamò, sistemando la ciocca dietro l’orecchio.
Nel frattempo la gemella, Caelie, faceva la stessa cosa con una ciocca dei suoi capelli, che si tinse di un bell’argento. “Piacere, io sono Scorpius, e questo è Albus,” le disse un ragazzino biondo, seduto di fronte a lei.
Aggrottò per un attimo le sopracciglia, prima di rispondere un semplice “Caelie, piacere,” e infilare la forchetta in una patata.

La serata trascorse velocemente, fra le chiacchiere generali. Tutti i giovani nuovi alunni si trovavano già a loro agio nella scuola, parlando vivacemente con gli amici e i parenti ritrovati lì.
Alla fine del pasto i nuovi amici si rincontrarono tutti assieme all’uscita della Sala Grande, dirigendosi ai propri dormitori, seguendo i Caposcuola e i Prefetti. Rose salutò con un po’ di nostalgia Scorpius e Albus, che le sorrisero incoraggianti “Ci vedremo ogni giorno per i pasti! E a lezione! E non ti lasceremo un momento per respirare!” esclamò Albus, ridacchiando. Lei sorrise un po’, pensando che in fin dei conti non era così male, essere in un’altra casa. C’era tempo per stare insieme lo stesso…
Si separarono, Caelie, Albus e Scorpius diretti ai sotterranei, Rose e Thana verso la torre ovest. Il fratello di Albus, poi, James, che frequentava il secondo anno a Gryffindor, si diresse verso la torre Nord, dove si trovava il suo dormitorio.

Rose, appena arrivata davanti all’ingresso della sala comune, ascoltò con attenzione la spiegazione del suo Caposcuola riguardo le parole d’ordine per accedere alla sala comune, ed entrò. Salì di corsa la scala di sinistra, entrando nella stanza del quarto piano, riservata alle alunne del primo anno. Il suo letto era il secondo da sinistra, abbastanza vicino alla finestra. Aprì il suo baule e ci rovistò dentro per un po’, tirando poi fuori una pergamena e una piuma.
Scrisse velocemente una lettera a sua madre, per darle la buona notizia; era finita nella casa che sua madre sognava per lei.
“Carissima mamma,
sono finita a Ravenclaw, proprio come mi avevi detto che sarebbe successo! Il cappello era indeciso fra questa casa e Gryffindor, come per te! Albus è finito a Slytherin, ma non sembra così disperato. Sul treno abbiamo fatto amicizia con Scorpius Malfoy, anche lui uno Slytherin - ecco perché scrivo a te e non a papà! -, quindi mio cugino si sente a suo agio.
Ho già fatto amicizia con una ragazzina del mio anno, si chiama Thana, ed è della mia stessa casa. È molto simpatica, scommetto che mi ci troverò molto bene!
Fammi sapere come sta Hugo e mandagli un bacio da parte mia,
un bacio,
Rosie”
Posò la piuma e si guardò intorno. Purtroppo non aveva scelto un gufo come animale da compagnia, ma una gattina dal pelo grigio, con una chiazza rosa sulla fronte. Aveva degli occhi azzurri penetranti, che lei adorava. Si chiamava Corinne, ed era una micia adorabile: era sempre in cerca di carezze, che lei non le faceva mancare di certo! Anche Thana aveva una gatta, ma la sua era tutta nera, con un occhio verde ed uno azzurro. Anche lei terribilmente affettuosa, da quel che Rose poteva vedere.
Uscì velocemente dal suo dormitorio dirigendosi verso quello della cugina, Victoire, che aveva una camera tutta per sé, essendo Caposcuola. Entrò dopo aver bussato, cercando la parente con lo sguardo. La trovò sdraiata sul letto, ancora perfettamente vestita, che sfogliava un libro. “Vic! Vic, puoi prestarmi la tua civetta? Devo mandare una lettera a mamma!” esclamò, andando ad abbracciare la ragazza più grande.
L’altra la strinse a sé dolcemente, prima di annuire “Prendila pure, è ancora nella gabbia.” Disse, indicando distrattamente la scrivania, dove campeggiava una grossa gabbia d’ottone, dove una civetta scura riposava tranquilla.
Rose aprì la gabbia e legò velocemente la lettera alla zampa dell’animale “Portala ad Hermione Weasley!” esclamò, facendola uscire dalla finestra.
Dopo aver salutato la cugina con un bacio sulla guancia, tornò in camera, dove trovò Thana, intenta ad accarezzare la sua micia. “Hai già fatto la conoscenza di Alya?” le chiese, con un sorriso dipinto sul volto. “Oh, sì, l’ho vista prima di sfuggita!” esclamò, sorridendo in risposta. Si avvicinò e prese anche lei ad accarezzare l’animale, che per risposta si mise a fare le fusa. “Oh, è adorabile!” esclamò la rossa, estasiata. “Già, lo è. Ha solo tre mesi, ma è sempre stata così!”.
In breve le due si diedero la buonanotte, e, infilato il pigiama, si addormentarono pesantemente. Era stata una giornata lunga e piena di emozioni per tutte.

Nel frattempo, nel dormitorio maschile di Slytherin, Albus scriveva una lettera ai suoi genitori, proprio come aveva fatto Rose poco prima.
“Cari mamma e papà,
sono stato smistato a Slytherin! Ma non mi dispiace per niente, perché mi sono già fatto due amici! Uno è Scorpius Malfoy… E l’altra si chiama Caelie Zabini. Sono molto simpatici, scommetto che ci andrò molto d’accordo!
Rose invece è finita a Ravenclaw, ci avrei scommesso… Con lei c’è anche la gemella di Caelie, Thana. Che nomi buffi che hanno! Salutate Lily da parte mia e di James, e ditele che l’attendiamo qui fra due anni, questo posto è fantastico! Un abbraccio,
Al”
Legò la lettera alla zampa del suo gufo e indirizzò la lettera ai coniugi Potter.
Si recò quindi nella sala comune, sedendosi comodamente su un divano di pelle nera. Poco dopo lo raggiunse Caelie, con in braccio una gatta bianca, e Scorpius, con un pesante tomo che pareva quello di Pozioni. “Scorp, non avrai mica intenzione di metterti a studiare adesso? Non abbiamo ancora cominciato le lezioni!” esclamò Albus, contrariato e divertito.
Caelie si limitò a fissarli per un attimo, dubbiosa. Poi si aprì in uno dei suoi rari sorrisi. “Così voi siete già amici, eh?” chiese, carezzando dolcemente la sua micia, i cuoi occhi verdi erano fissi su Albus.
“Già, se amici ci si può chiamare,” commentò il biondo, ghignando. “Le nostre famiglie non vanno molto d’accordo, uh, Potter?” chiese, ridendo apertamente. Albus sorrise a sua volta “Beh, poco male. La nuova generazione appianerà i dissapori!” esclamò, mettendo un braccio attorno alle spalle di Scorpius. “Ehi, ehi, quanta confidenza!” disse quello, scostandosi.
Si scambiarono un’occhiata divertita, prima di riprendere a chiacchierare, coinvolgendo anche Caelie.
Il tempo passò velocemente, finchè un prefetto dall’aria alquanto arcigna non li spedì a letto. Loro si sorrisero complici e salirono le scale dei dormitori, salutandosi velocemente. Si prospettava un anno tutto particolare..
Uhm, sono tornata. Cioè, tornata… Questa storia c’era già, ma non mi piaceva proprio. La trovavo, come dire. Insipida. Quindi oggi, dopo aver buttato al vento il lavoro di giorni per l’aggiorno di “Seventh year at Hogwarts for the Marauders”, mi sono decisa a riscrivere questa storia qui, cosa che prevedevo di fare da molto tempo, e avevo già cominciato a fare tempo fa.



Che dire? Ho inserito questi due personaggi, Thana e Caelie, per rendere la storia un po’ più viva. Vi chiederete il perché di questi nomi così particolari, vero? Beh, la risposta è semplice. Innanzitutto, nelle famiglie di Purosangue, i nomi particolari non sono una novità (Scorpius, Draco, Daphne, Astoria, Narcissa e via dicendo!), e poi hanno il loro significato. O meglio, Thana ce l’ha.
Questo nome infatti ha una provenienza molto interessante. Vi riporto qui quello che ho trovato su internet:
Thana è la dea della luce lunare; vuole la leggenda che una giovinetta pura e indifesa, assalita da un bruto, abbia chiamato la luce lunare in sua difesa, e che i bianchi raggi abbiano spaventato e messo in fuga il malintenzionato. La Luna stessa investe Thana del titolo di Dea della Luna e regina di tutti gli incantesimi.
Ho scelto questo nome e la caratterizzazione del personaggio per ottenere un contrasto interessante; infatti la luce lunare è fredda, mente il carattere di Thana è molto aperto ed espansivo.
Questo è un ulteriore contrasto con la gemella, Caelie (Mi raccomando, si pronuncia Caili!), il cui nome suona più dolce per via delle consonanti dal suono più morbido, mentre invece la giovane ha un carattere molto freddo e distaccato. Il nome, poi, della gatta di Thana, è il nome di una stella. Mi piaceva affiancare la luce lunare ad una stella…^.^
Ringrazio infinitamente la mia Gemella nonché collaboratrice che mi ha dato una mano con i nomi, nonostante Thana proprio non le andasse a genio. Tesoro, grazie!
Mi spiace per il capitolo corto, ma è un capitolo di presentazione, più che altro. I prossimi dovrebbero essere più lunghi! ^^
Bene, prometto che il prossimo capitolo arriverà a breve, devo solo modificare un po’ di cose, ma principalmente sarà con la stessa base dello scorso secondo capitolo. ^.^
A presto,
Elena
  
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