Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Lovelyguns    30/06/2014    3 recensioni
A volte non puoi fare niente, se non aspettare che arrivi il tuo turno.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una volta arrivato , cerco il signore che deve venire a prendermi all'aeroporto, e quando lo individuo, mi avvio verso di lui, salutandolo con una stretta di mano. 
" Tu devi essere Justin, dico bene? Io sono Brad, il capo dell'associazione per il volontariato, e adesso ti porterò a conoscere miei ragazzi." , annuisco, limitandomi a sorridere. È un uomo abbastanza alto e robusto, non deve avere più di quarant'anni. " Ah, volevo dirti che ho letto la tua lettera e mi dispiace molto, ma se è una tua scelta, non posso che tacere." , ancora una volta non dico nulla e sorrido, mentre ci accomodiamo in una piccola Jeep.
" Ragazzi, sono tornato! Venite senza tante storie, vi devo far conoscere una persona." , devo dire che sono molto nervoso, ma se affido al fatto di essere uno dalla parlantina facile, penso di poter fare amicizia in poco tempo. Improvvisamente spuntano da una porta cinque ragazzi, più o meno della mia età, in particolare due ragazzi e tre ragazze. 
Hanno tutti una maglietta e dei pantaloncini beige, con delle sneakers nere, quindi presumo che sarà il mio nuovo completo da lavoro. 
" Ciao, io sono Sophie, mentre tu devi essere Justin." , una ragazza mora poco più bassa di me si presenta tendendomi la mano, che io non esito ad afferrare. Poi conosco anche gli altri quattro, scoprendo che due sono fratelli, cioè Rosie, una rossiccia tutta pepe, che è la migliore amica di Sophie, e suo fratello gemello Roger, a sua volta migliore amico di Joey, una specie di armadio vivente tutto fare. Per ultima ma non meno importante, c'è Lia, che però non mi sembra molto intenzionata a fare amicizia con me, dato che mi ha liquidato con un cenno della mano. Perfetto direi. 
Fatte le presentazioni, mi trascinano nei dormitori, che ho scoperto non essere divisi, quindi si dorme tutti insieme; mi danno la divisa e poi mi portano fuori per farmi visitare il campus, dove mi spiegano che poco distante da qui si trova un villaggio con tantissimi bambini, e che noi la mattina dopo ci saremmo dovuti recare lì. 
Nel campus c'è una mensa, un piccolo ospedale e i dormitori di tutti i 'dipendenti'. In complesso è molto carino e accogliente. 
Mi sveglio di soprassalto sentendo qualcosa che mi tocca il viso. Sopra di me c'è Sophie che mi guarda sorridente; " dovresti farti la barba, sai?" dice continuando a tirarmi dei piccoli peli sul mento. Sono ancora troppo incosciente per rispondere, quindi mi limito ad annuire e richiudere gli occhi, ma lei non me vuole sapere.
" Justin, siamo in ritardo, dobbiamo ancora fare colazione e alle 9 i bambini ci aspettano al villaggio." Percepisco che sorride un'ultima volta, poi esce fuori dalla stanza. Finalmente solo. Mi metto seduto sul letto, passandomi una mano sul viso e consapevole di essere in boxer.
" Non pensavo che una persona come te avesse così tanti tatuaggi." , alzo di scatto la testa, puntando i miei occhi verso Lia, che mi scruta dall'altra parte della stanza mentre si pettina i capelli dinanzi uno specchio. Mi soffermo un attimo a guardarla. 
I suoi capelli biondi le arrivano fino a metà schiena, mentre due spettacolari occhi azzurri spiccano sul suo viso ovale senza alcun tipo di imperfezione; la sua bocca è.. enorme, sembra un piccolo canotto. Noto anche con piacere che a differenza di Sophie e Rosie, è struccata. 
" Hai finito di farmi la radiografia, mister muscolo?" , mi riscuoto velocemente dai miei pensieri non capendo cos'abbia detto. 
" Cosa?" , lei mi guarda accennando un sorriso, poi scuote la testa e se ne va, lasciandomi solo.
" Allora Justin, ti assicuro che i bambini sono molto socievoli, però non ti spaventare se ti mordono, è un loro modo di giocare." , guardo Rosie un attimo perplesso, poi aggiunge:" ah, e non sono figli di Suarez o come cavolo si chiama. Hai visto la partita ieri l'altro? Quell'imbecille ha tirato un morso sulla spalla di un giocatore italiano, e l'arbitro non l'ha neanche visto! Secondo me era corrotto." Sophie mi affianca, rassicurandomi che il suo comportamento da tifosa di calcio accanita è del tutto normale, dato che si presume sia cresciuta in una famiglia di calciatori. 
Appena arriviamo al villaggio, noto effettivamente che ci sono tantissimi bambini.
" Justin, vieni qui, ti faccio conoscere la bambina più scatenata che conosca, nonostante i suoi sette anni. Ti farà morire dal ridere, te lo assicuro." , Sophie mi fa cenno di seguirla; penso proprio che lei sia una specie di capo secondario, naturalmente all'insaputa di Brad.
Camminiamo fino a imbatterci con una piccola bambina che gioca da sola.
Ha un vestitino leggero rosa sbiadito, che fa contrasto con la sua pelle scurissima; in testa ha tantissime treccine con un piccolo elastico rosa. Ok, presumo che il suo colore preferito sia proprio quello.
" Ehi Anisa," Sophie parla avvicinandosi a lei. Anisa ci guarda incuriosita, facendomi notare i suoi grandissimi occhioni, poi si alza e corre ad abbracciare Sophie, la quale la accoglie a braccia aperte. " Questo è Justin e da oggi sarà lui a prendersi cura di te." Per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva. Cosa? Ma se non so neanche dar da mangiare a mia cugina di tre anni. Ma insomma, ok che sono qui in mezzo a cinquecento bambini, però speravo di fare gioco di squadra con gli altri scalmanati. " Sophie ma che stai dicendo? Pensavo che ci aiutassimo a vicenda," inizio emettendo una risatina nervosa, " e non che io mi occupassi personalmente di un bambino." Anisa mi guarda di sottecchi, avvicinandosi piano piano fino a toccare completamente il mio braccio con la sua mini mano. " Ciao! Io sono Anisa, e tu come ti chiami?" Mi domanda continuando a esplorare il mio braccio, mentre io mi abbasso sulle ginocchia, per arrivare al suo livello. Noto con la coda dell'occhio che Sophie se ne sta andando, ma in questo momento sono troppo occupato per fermarla. Non faccio in tempo a risponderle che mi fa altre cento domande. 
" Cosa sono tutti questi disegni sulla tua pelle? Posso farli anche io? Posso? Per favore!" Esclama prolungando l'ultima 'e'. Scuoto la testa in segno di disapprovazione; " questi si chiamano tatuaggi, e quando li fai non vanno più via. Se vuoi potrai farli, ma quando sarai più grande naturalmente. E comunque mi chiamo Justin, piccola." A quel punto mi alzo, pulendomi i pantaloncini con le mani, poi tendo le mani verso di lei, per farle cenno di saltarmi in braccio. 

" Sai Anisa, noi due diventeremo grandi amici." 

Spazio autrice. Eccomi finalmente! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero anche in un vostro parere!:) Mi spiace se non sarà messo bene esteticamente ma ho aggiornato dal telefono ahah:(
  
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