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Autore: zenzero    30/06/2014    0 recensioni
Un mostro che nessuno è mai riuscito a vedere si è nascosto in una foresta e uccide tutto quello che incontra. Yuhr, un giovane elfo, è soltanto una recluta di un ordine militare, ma cosa accadrebbe se si smarrisse proprio nella foresta, che sembra essere soggetta a una maledizione?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Apri gli occhi! Dimmi qualcosa!!» urlò l’umano sconvolto.
 «...Tu non sei più un elfo, sei solo un mostro...» mormorò Yuhr dopo molti secondi. Tossì forte. Nill lo abbracciò stretto, piangendo. «La ferita è profonda! Maledizione!!»
 «Calmati, umano» sussurrò Yaku, avvicinandosi a loro. «Anch’io ho buone doti guaritrici, e per fortuna non mi ha rotto il polso giusto, così posso esercitarle. Posalo a terra».
L’umano obbedì, sollevato, mentre il caposquadra utilizzava la magia sulle ferite dell’elfo.

Yuhr riprese conoscenza solo la mattina successiva. Era nella stanza che aveva occupato per poche ore nella locanda del villaggio vicino. Si sentiva stanco e un po’ dolorante. Nella stanza erano presenti tutti quelli della squadra, assai malconci, e pure Nill, preoccupato.
 «Che caldo terribile» mormorò, facendo accorrere tutti i presenti.
 «Eccolo, come sempre è l’ultimo a svegliarsi» scherzò Yaku stranamente allegro. Poi tornò impassibile  come sempre. «I tuoi compagni mi hanno rivelato del loro piccolo scherzo» disse, fulminando Koi e Sion con lo sguardo. «E del modo in cui hai perso la calma. E malgrado ciò, vi siete dimostrati dei combattenti assai valorosi, tutti voi» disse, guardandoli. «Siete promossi. Apprendisti, ora siete in tutto e per tutto membri della nostra Legione».
I giovani elfi esultarono di gioia, abbracciandosi.
Nill non aveva capito una parola ma intuì quel che fosse successo. Si accostò al letto di Yuhr. «Cos’è che ha detto? Ne sembrano tutti felici» chiese.
 «Sono uno dei loro, appartengo ai Ricognitori, adesso» dichiarò l’elfo, sorridendo. L’umano restituì il sorriso e gli posò la grossa mano su una spalla.
 «Sono fiero di te. Hai ottenuto ciò che desideravi tanto»
 «Già…» mormorò l’elfo, ma si rese conto che non si sentiva realmente soddisfatto.

Quella sera tutto il villaggio fece festa, per commemorare i caduti, e gioire della liberazione della foresta e l’uccisione del mostro. Fu acceso un falò enorme nella piccola piazza e tutti iniziarono a ballare e cantare. Il vino scorse a fiumi. Yuhr partecipò, pur dovendo rimanere seduto, con Nill silenziosamente accanto. Quando ormai, nel pieno della notte, la festa si avviava alla conclusione, l’elfo si accorse che Nill non era più al suo fianco e un senso di gelo gli attanagliò il cuore. Si alzò e iniziò a camminare faticosamente, cercandolo in ogni strada. Era come se fosse sparito nel nulla, nessuno degli abitanti sembrava averlo visto. Lo chiamò a gran voce, continuamente, ma sembrava tutto inutile.
Stava per tornare in piazza e chiedere aiuto quando sentì il suono dei suoi passi, e il rumore del suo respiro.  
Si voltò e lo vide. In piedi e vestito per il viaggio, con un’espressione rassegnata.
 «Non è il mio posto questo» disse «Del resto, ormai non esiste un luogo in cui possa stare». Il tono era tranquillo, quasi rassegnato.
 «Rimani almeno fino a domani, ti prego» lo implorò l’elfo.
 «Così facendo, sarebbe tutto ancora più doloroso. No, preferisco una separazione veloce».
Yuhr non riuscì a dire nulla, solo i suoi occhi gli comunicarono tutta la sua disperazione.
 «Addio…» Nill si allontanò di qualche passo, ma poi, di scatto, si voltò. Avanzò verso di Yuhr, si chinò e lo abbracciò forte, fino a quasi mozzarli il fiato.
L’elfo lo sentì tremare, e avvertì il ritmo forsennato di quel grosso cuore scontrarsi con il suo. Non seppe dire per quanto tempo rimasero in quella posizione.
Quando si staccarono Nill lo guardò, con calma e fierezza nello sguardo.
 «Io me la caverò. Andrà tutto bene»
Yuhr annuì.
Lentamente, l’umano prese i suoi pochi bagagli, si alzò, e si mise a camminare. Yuhr lo seguì con lo sguardo mentre la sua massiccia figura diveniva sempre più piccola all’orizzonte, per poi scomparire del tutto.
L’elfo rimase qualche secondo immobile, a fissare la direzione in cui Nill si era allontanato. Poi si voltò e si diresse alla festa, con un tenue sorriso sul volto.
   
 
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