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Autore: _miky_    30/06/2014    12 recensioni
Sequel di “Ci sei stata sempre e solo tu”.
Sana e Akito dopo non poche difficoltà sono finalmente riusciti a dichiararsi e a trovare il loro giusto equilibrio.
Ma come in tutte le relazioni dovranno affrontare nuove sfide, nuove gelosie e nuovi problemi.
Riusciranno a rimanere uniti e a superare gli ostacoli che il futuro gli riserverà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Nuovo Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO 23 ● TREMO ANCORA AL RICORDO DI NOI
 

Ridere, adesso manca il nostro ridere, 
rimane solo un quieto vivere sterile, 
il cuore mio non ce la fa.

Quella sera Tsuyoshi aveva invitato la sua fidanzata, a trascorrere una piacevole serata in un ristorante molto in voga ultimamente.
Era un locale dai colori semplici e caldi, decorato con pochi dettagli ma allo stesso tempo ben accurato nell’apparire e colpire l’occhio del cliente. Vi erano moltissime coppiette che si tenevano per mano, guardandosi con eloquenti occhiate o che ridevano e scherzavano di fronte ad un prelibato piatto ordinato.
“Ma era veramente così?” si domandò Tsuyoshi entrando nel ristorante e osservando velocemente ogni tavolo presente in quella stanza così ordinata. Aggettivo che non si adattava per niente a ciò che era presente nella sua testa.
Confusione. Paura. Angoscia.
Questi si, che erano aggettivi appropriati al suo stato d’animo.
Quante di quelle coppie, apparentemente così unite, nascondevano problemi, dubbi, paranoie, dietro ad un semplice sorriso.
Quante?
Quante coppie avevano il coraggio di ammettere a sé stessi e al proprio compagno la situazione in cui si trovavano?
Quante?
Quante di loro riuscivano ad andare avanti, risolvendo e combattendo per il loro amore?
Quante?
Quante, invece, si arrendevano di fronte alle litigate improvvise, volute o lasciate in sospeso?
E loro?
Aya e Tsuyoshi.
Tsuyoshi e Aya.
La coppia storica e ammirata da tutti quanti, in che categoria apparteneva ora?
Possibile che il loro amore era destinato a finire in una serata apparente alle altre?
“Sei riuscita a portarti avanti con lo studio?” le domandò Tsuyoshi dopo aver ordinato un piatto tipico giapponese per entrambi.
La ragazza annuì semplicemente, il suo sguardo era assente come se stesse pensando a qualcosa di più importante o forse di maggior preoccupazione.
Volutamente Tsuyoshi ignorò quel particolare notato, cercando di portare la conversazione in qualche porto sicuro.
Voleva semplicemente farla felice facendole passare una piacevole e tranquilla serata.
Non voleva in alcun modo turbarla o angosciarla, ma purtroppo pensieri più oscuri correvano nella mente di lei.
“Bene. Ormai manca un mese e mezzo agli esami di metà anno…” deglutì il ragazzo trovandosi a disagio per quella situazione “Sono già abbastanza in ansia per le materie che dovrò affrontare!”.
“Già…” sorrise distrattamente Aya “Puoi scusarmi un attimo? Devo andare alla toilette!”.
“Oh…” rispose sorpreso il ragazzo “Certo… Non c’è problema…”.

 
Semplice, sembrava tutto così semplice, 
per chi credeva nelle favole come noi, 
cercando un'altra verità. 

Senti che ci manca qualcosa, 
che c'è sempre una scusa, 
che la gioia si è offesa, 
che non c'è la scintilla, 
che si è spenta la stella, 
ma una colpa non c'è. 
La notte è troppo silenziosa, 
l'amore è un'altra cosa. 


La ragazza continuando a sorridere forzatamente si alzò dal tavolo e, con un passo deciso e svelto si ritrovò in pochi secondi nell’atrio del bagno.
Dove poteva trovare il coraggio di raccontargli ciò che era successo pochi giorni fa con Naozumi?
Come poteva fargli comprendere il suo stato d’animo?
E se dopo questa sera si fosse pentita della decisione presa?
Troppe domande e nessuna risposta, oppure semplicemente… Quando pensi di avere tutte le risposte, la vita ti cambia tutte le domande.
Si lavò accuratamente i polsi con l’acqua fredda del lavandino per rinfrescarsi, mentre attentamente osservava ogni dettaglio del suo viso riflesso allo specchio appeso.
Era cambiata.
Il suo viso aveva mantenuto quei piccoli dettagli che possedeva fin da piccola, ma i suoi tratti erano inevitabilmente maturati. Il suo volto fanciullesco, ora apparteneva ad una giovane donna, pronta ad affrontare le difficoltà della vita che le si presentavano davanti. Il trucco leggero e delicato nascondeva quelle piccole imperfezioni che si erano creati con la pubertà.
Respirò profondamente chiudendo gli occhi e un ricordo, come trascinato da una forza maggiore si fece largo nella sua mente.

Una piccola bambina dai pomelli rosa e dai lisci capelli castani, osservava da alcuni mesi un suo compagno di classe dai buffi occhiali grossi e rotondi. Era molto gentile e premuroso con gli altri, rispetto ai bambini della sua sezione e, proprio questo atteggiamento particolare l’aveva colpita.
Alcune volte sentiva i suoi coetanei bisbigliare pettegolezzi contro quel bambino dall’animo tanto buono. Lo prendevano in giro per il suo aspetto così esile o per le attenzioni che riservava alla sua famiglia, in quanto molto legato alla sorella e alla madre.
Più volte si domandava se non avesse paura di Akito, un biondino solitario e dallo sguardo freddo come il ghiaccio. Lui e la sua comitiva, si divertivano a creare zizzania durante le lezioni con scherzetti davvero infantili anche per la loro tenera età. Ma il bambino dai grossi occhiali, non prendeva mai parte a queste fastidiose iniziative, si limitava semplicemente ad osservare tristemente la scena, cercando di far capire al suo fedele amico il comportamento errato che compiva. Naturalmente il biondo ignorava i rimproveri dell’amico, però non osava mai mancargli di rispetto.
Che la presenza di Tsuyoshi, facesse piacere ad Akito?
Chissà come avevano fatto a legare.
Purtroppo non lo sapeva, perché a parte un timido “Ciao” scambiato ogni tanto, non aveva mai avuto l’opportunità di scambiare due parole.
Era sicura, però, che da grande avrebbe tanto voluto un principe come Tsuyoshi.
Forte e coraggioso.


Con un sincero sorriso, dalla borsetta tirò fuori un lucidalabbra che profumava di fragola.
Quel profumo le riportò alla mente quel lontano pomeriggio trascorso in biblioteca durante le scuole medie.

Tsuyoshi e Aya stavano sistemando i libri che avevano utilizzato per la ricerca di storia.
Più volte, quella ragazza dal viso maturo ma dai tratti ancora fanciulleschi aveva letto nei libri il racconto del primo bacio o del primo amore. Tutte le volte, sognava di provare anche lei quelle meravigliose sensazioni che, solo i protagonisti delle narrazioni vivevano. Il sentire le farfalle nello stomaco, il momento magico prima del bacio unito a quella attrazione che si poteva leggere nei loro occhi, alzare leggermente il piede nel corso del bacio per poi sorridere felice.
“Cosa hai voglia di fare?” le domandò Tsuyoshi distraendola dai suoi pensieri e uscendo dalla biblioteca “Andiamo a prendere un gelato?”.
“Ottima idea!” sorrise contenta la ragazza.
Attraversarono la strada e in fondo alla via vi era la loro gelateria di fiducia. Ordinarono  due coni con i propri gusti preferiti per poi sedersi su una panchina a pochi passi da loro.
“Ti andrebbe di venire a far merenda da me domani?” le propose il ragazzo.
“Credo che non ci siano problemi!” esclamò la ragazza senza esitazioni e soffermandosi sulle labbra del fidanzato.
“Tsuyoshi…” affermò poco dopo “Voglio fare una cosa…”.
“Che cosa?” chiese curioso voltandosi verso di lei e ritrovandosi le sue fresche labbra sulle proprie.
Un bacio delicato, veloce, innocente.
Il ragazzo sorpreso arrossì leggermente mentre Aya, sorridendo, si allontanò dal suo viso per riprendere a leccare il suo gelato dai gusti fragola e fior di latte.


Fu riscossa da quei ricordi vedendo due giovani ragazze entrare nel bagno, scherzando e commentando qualcosa sui propri ragazzi.
Una di loro, improvvisamente, confidò all’amica la notte trascorsa con il suo fidanzato.
Era la loro prima volta e ad Aya tornò inevitabilmente in mente la prima volta che lei e Tsuyoshi diventarono una sola cosa.

Un pomeriggio d’inverno, dopo aver fatto insieme un pupazzo di neve e aver giocato a palle di neve, Aya e Tsuyoshi si diressero allegri e infreddoliti a casa di quest’ultimo.
Aono non c’era per via della Settimana Bianca, invece la madre si trovava al lavoro.
“Pasticcino mio, hai freddo?” si preoccupò Tsuyoshi vedendo la sua ragazza battere tremendamente i denti e osservando il suo viso stanco e sciupato.
“Un po’, ma con una tazza di the caldo mi passerà!” si sforzò.
“Ma tu scotti!” esclamò allarmato il ragazzo toccandole dolcemente la fronte “Avanti, fila nel mio letto!”.
“Nel tuo letto?!” ripeté la ragazza arrossendo “Ma… Ma tua madre che dirà?”.
“Non posso rimandarti a casa in queste condizioni!” rispose prontamente “Inoltre non smette di nevicare!”.
“Effettivamente…” ragionò Aya “Ok, accetto molto volentieri!”.
“Non avevi altra scelta!” scherzò il ragazzo incamminandosi nella sua stanza per preparare il suo letto “Intanto avvisa i tuoi genitori!”.
“Dormirai nella camera di Aono?” chiese la ragazza avvolta nelle coperte.
Tsuyoshi annuì  “Se hai bisogno di qualcosa stanotte basta che mi chiami e io verrò subito da te!”.
La ragazza quel tardi pomeriggio si addormentò, e il suo ragazzo approfittò di ripassare la lezione del giorno dopo, alla quarta ora avrebbero avuto il test di inglese.
Intorno alle 20:00 i due fidanzati si ritrovarono a cenare in compagnia della signora Sasaki che aveva preparato un’ottima minestra per l’ammalata. Parlarono un po’ della giornata trascorsa e delle novità accadute, dopodiché Aya, stanca per colpa dell’influenza, ritornò a sdraiarsi nel letto di Tsuyoshi. Grazie alla medicina presa si addormentò immediatamente ma, nel corso della notte, si risvegliò sudata per colpa della febbre che era notevolmente scesa. Si rigirò nel letto cercando la posizione più comoda, constatando nel frattempo di non aver più sonno.
Guardò l’orario sul cellulare appoggiato sul comodino, le 3:23.
Sbuffò rumorosamente.
Odiava dormire nel pomeriggio proprio perché risultava poi difficile prendere sonno la notte.
Così decise di alzarsi dal letto per dirigersi in bagno e darsi una rinfrescata.
Detestava la febbre, non tanto per i sintomi, ma per la sensazione di sporco e di fastidio che sentiva addosso al proprio corpo.
Una volta datasi una veloce lavata si avviò nel corridoio.
Non voleva ritornare a letto, così silenziosamente andò in camera di Aono dove, certamente, avrebbe trovato il suo fidanzato dormire.
“Tsuyoshi...” sussurrò leggermente la ragazza una volta arrivata a destinazione.
“Aya!” esclamò di colpo preoccupato “È successo qualcosa? Stai male?”.
“No sciocchino!” sorrise la fidanzata “Posso stare qui con te? Non ho più sonno!”.
“Vieni” affermò facendole posto nel letto per poi toccarle la fronte “Meno male, la febbre sembrerebbe scesa!”.
La ragazza annuì.
Stava bene tra le braccia di Tsuyoshi, erano calde e sicure.
Il suo respiro era così lento e rilassato, proprio come i suoi muscoli.
Chissà cosa stava sognando.
Come scossa da una forza superiore, avvicinò il suo viso a quello di lui e dolcemente bacio quelle morbide labbra che, al contrario delle sue erano secche.
Un bacio innocuo, leggero che le ricordava il primo scambiatosi tanti anni prima.
Qualche secondo dopo il ragazzo rispose al bacio.
Non stava dormendo!
Le loro labbra ben presto si inumidirono mentre le loro lingue danzavano in quel ballo d’amore.
Si desideravano. Si volevano. Si appartenevano.
I loro respiri diventarono man mano più frenetici e lentamente si tolsero gli indumenti che erano decisamente diventati di troppo. Curiosi ma allo stesso tempo impauriti per quell’esperienza nuova, i loro occhi, nel buio della notte, si cercavano. Grazie alla luce dei lampioni presente in strada, riuscivano ad ammirare quei corpi nudi già visti molte altre volte, ma che non si erano mai uniti.
Dopo un attimo di esitazione e senza dirsi alcuna parola, Tsuyoshi si fece spazio tra le gambe della sua ragazza e lentamente, nel silenzio della notte, diventarono una sola cosa per la prima volta.
“Ti faccio male?” chiese preoccupato il ragazzo.
Aya chiudeva gli occhi ogni qual volta che il suo fidanzato spingeva maggiormente nel suo corpo, era un dolore fastidioso e abbastanza intenso.
“No…” sussurrò lievemente aprendo gli occhi e sorridendo “Sto bene”.
“Sicura? Perché se vuoi mi fermo!”
La ragazza avvicinò le sue labbra a quelle del proprio ragazzo, come per rassicurargli la sua sicurezza e il suo stato d’animo. 

 
Utile, adesso dirsi tutto è utile, 
farà del male a queste anime fragili, 
più di ogni altra verità. 

Resta che una parte del cuore 
sarà sempre sospesa 
senza fare rumore, 
come fosse in attesa 
di quel raggio di Sole, 
che eravamo io e te. 

Senti che ci manca qualcosa, 
che c'è sempre una scusa, 
che la gioia si è offesa, 
che non c'è la scintilla, 
che si è spenta la stella, 
ma una colpa non c'è. 
La notte è troppo silenziosa e adesso 
l'amore è un'altra cosa. 

Avvolta da quell’immagine che ricorderà per tutta la sua vita, ritornò a sedersi al tavolo. Il cameriere servì immediatamente i piatti ordinati dai due giovani che, affamati, si gustarono quelle prelibatezze. Durante quei pochi discorsi vi era un certo disagio, avevano entrambi il timore di dire qualcosa di sbagliato o di fuori luogo.
“Aya…” affermò il ragazzo una volta arrivati sotto l’abitazione di lei “Devo parlarti”.
La ragazza rimase sorpresa da quell’ultima frase e abbassando gli occhi annuì.
“Ho bisogno di parlarti anch’io”
“Lascia parlare me. Per favore…” le disse quasi supplicandola.
Aya cominciò a sentire lo stomaco contorcersi e un senso di ansia impossessarsi in lei.
Cosa doveva dirle?
“Non è facile…” iniziò Tsuyoshi respirando lentamente “Stasera ho capito alcune cose, anzi… In realtà credo di averle capite da qualche mese, ma grazie a questa cena sono riuscito a convincermi di ciò che stava accadendo tra di noi, tra me e te. Credimi, ho provato in tutti i modi a far funzionare le cose tra di noi, ma ormai è inutile negare l’evidenzia. Le cose tra di noi non funzionano più, o forse siamo noi a non volerle più far funzionare…”.
Aya era incredula a ciò che stava sentendo.
Fissava Tsuyoshi immobile, non riuscendo ad esprimere alcun suono.
Le mancava l’aria e improvvisamente cominciò a sudare freddo, anche se la temperatura fuori dall’autovettura era abbastanza bassa, ormai mancava un mese all’inizio della nuova stagione.
Il suo cuore udendo quelle infinite parole si era fermato, non batteva più.
Sperava con tutta sé stessa di non sentire fuoriuscire dalle sue labbra la parola fine.
“Dopo la festa di Halloween, ho ignorato il discorso appositamente. Non sapevo come affrontare la situazione, avevo paura che parlandone avremmo peggiorato il nostro rapporto. Così decisi di riprendere la nostra relazione come se non fosse successo niente quella sera, ma… Involontariamente ho peggiorato le cose. Mi dispiace…” continuò il ragazzo fissandola negli occhi con uno sguardo colmo di tristezza e di dolore “Tutto ciò che ti ho detto la sera di Halloween… Io… Io le penso ancora quelle cose… Tu sei incredibilmente cambiata. Non riesco più a scorgere in te la ragazza di cui mi sono innamorato”.
“Tsuyoshi…” sussurrò lentamente la ragazza, cercando di fermare le lacrime che da lì a poco sarebbero scese.
“Dopo stasera… Dal tuo sguardo, dal tuo comportamento” affermò ignorando appositamente il richiamo di Aya “Ho capito che tu hai bisogno dei tuoi spazi, perciò… Ti lascio libera di capire, di scegliere e di percorrere la strada che tu ritenga giusta per essere felice”.
“Mi stai…” cercò di formulare la frase dopo un attimo di esitazione mentre le lacrime ormai premevano di scendere.
“No…” rispose abbassando lo sguardo, lasciando uno spiraglio di speranza nel cuore di lei.
Tsuyoshi rialzò il capo in cerca dei suoi occhi, così disperati e infelici.
“Sei tu ad avermi lasciato quel giorno in cui hai smesso di credere in noi”
“Co-come? Cosa stai dicendo?” esclamò la ragazza asciugandosi il viso.
Non era riuscita a trattenersi.
Era come se quelle lacrime avessero vita propria.
Doveva assolutamente sfogare il suo dolore in qualche modo e, in quel momento, piangere le sembrava la cosa più giusta.
Non riusciva a reagire alle parole di Tsuyoshi.
Aveva desiderato tante volte sapere cosa pensava in questi mesi di loro, ma se avesse saputo che l’unico modo era questo… Forse avrebbe volentieri evitato.
“Non so cosa sia successo esattamente tra te e Kamura e non voglio nemmeno saperlo, non riuscirei a sopportarlo. Preferisco avere un bel, anzi… Un bellissimo ricordo di noi due insieme. Spero solo che lui possa renderti felice…” affermò dandogli un lieve bacio sulla fronte, mentre i singhiozzi di Aya diventavano sempre più frequenti.
Entrambi sapevano che quello sarebbe stato il loro ultimo contato.
“Spero che questo sia un bacio di arrivederci perché tu, Aya, sei importante per me. Ma ora come ora, ho bisogno di una persona che mi infonda sicurezza e che è sicura di volermi… Spero che tu possa chiarirti le idee” concluse Tsuyoshi guardandola un’ultima volta per poi accendere il motore della macchina.
Il cuore della ragazza, parola dopo parola, si era rotto in mille pezzi.
Non poteva crederci, era davvero finita.
La loro storia, che durava dai tempi dell’elementari, era terminata in una sera gelida di fine autunno.
Lentamente aprì la portiera dell’automobile, ma prima di scendere gli domandò un’ultima cosa.
Doveva saperlo.
“Mi ami ancora?”
Il ragazzo colpito da quell’unica risposta ricevuta non esitò a risponderle.
“Si… Ma sono innamorato di quella ragazza timida che ho avuto l’opportunità di conoscere alle elementari e che nei momenti più difficili, più improbabili… È riuscita a stupirmi ogni volta per motivi diversi. Quella ragazza che sa cosa vuole e che lo vive in pieno!”

 
Tu dimmi se ci credi 
a quello che non vedi, eppure 
resta che una parte del cuore 
sarà sempre sospesa 
senza fare rumore, 
come fosse in attesa 
di quel raggio di Sole, 
che eravamo io e te. 
La notte è troppo silenziosa e adesso 
l'amore è un'altra cosa. 

***
 
“Posso parlarti?” si avvicinò il ragazzo, vedendo Sana alle macchinette intenta a scegliere una merendina.
La ragazza riconoscendo la voce del proprietario, alzò notevolmente gli occhi al cielo, ritornando a concentrarsi sulla difficile scelta tra patatine, barrette al cioccolato o biscotti.
“Sei molto impegnata a quanto vedo!” ghignò Marco appoggiandosi alla macchinetta e incrociando le braccia al petto.
“Chi non muore si rivede!” esclamò Sana voltandosi leggermente verso di lui e fulminandolo con uno sguardo che sicuramente avrebbe incenerito all’istante.
Nello stesso frangente di secondo, una ragazza dai morbidi ricci scuri salutò il ragazzo lanciandogli un’eloquente occhiata. Marco cortesemente fece un semplice cenno con il capo mentre Sana dovette godersi per la seconda volta la “simpatica” scenetta paratasi davanti.
“Ascolta... Volevo dirti” affermò Marco interrotto immediatamente dal movimento brusco di Sana.
Stava letteralmente prendendo a pugni, la vetrata della macchinetta. Aveva digitato il codice per la barretta al cioccolato, ma questa neanche farlo apposta, aveva deciso di non scendere.
“Sei veramente buffa!” rise Marco.
“Dopo una settimana che non mi parli, hai il coraggio di venire qui e dirmi che sono buffa?!” esclamò innervosita la ragazza incrociando le braccia al petto.
Gesto che, al contrario di Marco, stava ad intendere che non aveva alcuna intenzione di parlare con lui. Come se volesse creare una sorta di protezione immaginaria tra di loro.
Il ragazzo inserì una moneta nella macchinetta e digitò il codice della merendina che Sana desiderava. Poi portandosi le braccia lungo i fianchi sospirò.
“Sana, volevo chiederti scusa per il mio atteggiamento di questi ultimi giorni, ma vedi… Che… Che stai facendo?” si bloccò inarcando un sopracciglio.
“Una foto!” esclamò con fare ovvio “Per ricordarmi in un futuro prossimo le tue scuse. Sai, credo che sia un evento più unico che raro che, un tipo come te, chieda scusa!”.
“Sei proprio…” cercò di risponderle Marco.
Ma Sana ancora una volta lo bloccò e, con un’espressione beffarda completò la sua frase.
“Realista?”
“Veramente avrei voluto dire arrabbiata!” la corresse il ragazzo.
La ragazza lo scrutò ancora per un istante, cercando di capire esattamente cosa lui volesse da lei.
“Devo andare in classe, ci vediamo!” gli disse allontanandosi dalla macchinetta e dandogli le spalle.
“Rossa, la merenda!” esclamò recuperando la barretta al cioccolato.
Sana si voltò di poco verso di lui e, con uno sguardo che non ammetteva repliche, affermò “Mi è passata la fame!”.


* Arisa - L'amore è un'altra cosa

SPOILER:
“Rossa…” affermò richiamandola un’ultima volta e andandole incontro per tirarla fortemente, ma allo stesso tempo dolcemente, a sé.
I loro visi in un attimo si ritrovarono vicinissimi e Sana riuscì distintamente a sentire il buon profumo che il ragazzo emanava.
I loro occhi erano incatenati in quelli dell’altro, l’unica differenza era l’espressione differente sui loro volti.
Sana era sorpresa di quel gesto così sciolto e sorprendente, il suo cuore batteva ad una velocità smisurata e le sue guance, ancora una volta, si colorarono di rosso, mentre Marco con un piccolo sorriso, cercò di controllare il suo istinto di impossessarsi di quelle asciutte labbra così invitanti.




Ciao a tutte!
Con grande sorpresa anche da parte mia, sul serio ^^" , sono riuscita ad aggiornare!
Per fortuna, grazie all'incredibile sostegno della mia carissima amica Stefy, sono riuscita a terminare il capitolo 26 !!! Yupiiiiiii ^.^ Non lo sopportavo più giuro!! Non avevo ispirazione, mi pareva un disastro di capitolo e, come se non bastasse, non riuscivo a trovare le parole più adeguate!
Inoltre ultimamente sono abbastanza presa, perciò lentamente sto leggendo i vostri aggiornamenti per recensirli immediatamente!
Volevo inoltre chiarire una cosa perchè ho visto che molte di voi mi hanno fatto notare questa piccola osservazione ovvero: l'attenzione che presto alle altre coppie.
Non mi sono dimenticata di nessuna di loro, nè tanto meno ho deciso di abbandonarle o accantonarle. Semplicemente il triangolo Tsu-Aya-Nao (tornato in questo capitolo), Hisae e Gomi (citate nello scorso aggiornamento) e Fuka e Takaishi (che compariranno nel 26° capitolo) sono coppie di sfondo. Perciò presterò a loro gran spazio nei capitoli in cui saranno protagonisti (infatti avete già potuto approvare questa cosa nel corso dei capitoli), ma non riesco a renderli protagonisti in ogni capitolo. Primo perchè la coppia principale sono Sana e Akito e, grazie a Marco e Alex, creano appunto la storia vera e propria. Secondo, vedete sicuramente che tante volte Sana e Akito/ Sana e Marco/ Akito e Alex non compaiono in tutti i capitoli e magari le varie azioni succedono contemporaneamente ad altre; questo perchè cercando di rendere la storia ben dettagliata non voglio creare capitoli estremamente lunghi in quanto potrebbero creare noia ed essere pesanti. Terzo se scrivessi spesso la loro piccola parte della storia, molto probabilmente tutto finirebbe all'istante perciò, cercate di portare pazienza =) Tutto avverrà secondo i giusti tempi! Non mi piacciono molto le cose frettolose perchè spesso possono uscire male! 
Ogni capitolo è scritto con un font 11 e occupano da sei pagine in poi... Perciò dovrete pazientare un pochino per leggere ogni situazione di ogni coppia o altro. Mi dispiace molto che non riesca ad accontantarvi in questo ma allo stesso tempo sono molto felice di sapere che anche le coppie di sfondo vi piacciano a tal punto da domandare quando compariranno!
Grazie veramente moltissimo per farmi sapere ogni volta il vostro parere!
Siete veramente molto dolci, simpaticissime e dolcissime!
Saluto e ringrazio tantissimo Lolimik, Angel 92, Reginadeisogni, Love Kodocha, Sel 97, Drizzle__93, Sirenetta91, Cicatrice92, Elamela, DiosaUnica, G_Love_A, Piccolasognatrice91, Vale_89, LaSayuri10, a tutte coloro che hanno inserito la mia ff tra le preferite, ricordate e seguite e chi legge soltanto.
Grazie di cuore! 
Un bacione grande!
A prestissimo <3

Miky
  
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