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Autore: lin_    30/06/2014    6 recensioni
Non credere nell’amore, non credere in ciò che si fa, non credere in Dio, non credere nelle proprie capacità, eppure essere consapevoli del fatto che credere sia l’unica soluzione. La soluzione a tutti i mali. Ma se credere diventa l’unica cosa da fare e loro non ci riuscissero? Se credere fosse davvero l’unica soluzione e, allo stesso tempo, fosse incredibilmente difficile?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentirsi vuoti, freddi, glaciali. Sentirsi incompresi, lacerati e, soprattutto,  violati. Sentirsi toccati nel profondo, sentirsi soli. Sentire di star crollando, sentirsi solo macerie, sentirsi fuori posto, estranei. Desiderare di scomparire e lasciarsi tutto alle spalle, lasciare il dolore e la tristezza rintanati in un angolo sperduto del cuore, desiderare di vivere ma non averne il coraggio. Sentirsi sporchi e sentire una parte fondamentale del nostro animo che viene strappata da un mostro ed avere la consapevolezza che ormai, essa, non torna più indietro.
'Che fai lì?' Uno zayn molto assonnato spuntò alle spalle della ragazza. Era ancora a casa del suo ragazzo, seduta sul davanzale della finestra che guardava la sua Bradford. A farle compagnia, I pensieri.
'Stavo ammirando Bradford.' Disse lei in un sussurro, bevendo un sorso dalla tazza dove aveva del thè.
'È bella, vero?' Le chiese lui sedendosi alle spalle della ragazza facendo così aderire il suo petto alla sua schiena.
'È bellissima, quasi quanto te.' Disse Alyssa poggiando la testo sul petto del ragazzo. Zayn aveva notato gli occhi spenti della sua ragazza, aveva notato il suo viso costantemente pallido, aveva notato anche la poca luce di cui prendevano vita I suoi occhi ogniqualvolta un sorriso faceva capolino sulle sue labbra, aveva notato che quella non era più la ragazza sorridente di qualche mese prima. Aveva capito che un uomo sconosciuto le aveva strappato tutto, in pochi minuti. Si ritrovò con gli occhi lucidi, con la voglia di uccidere quell'essere e con il cuore lacerato ma sorrise, sorrise sentendo la frase che la ragazza aveva appena pronunciato, anche se con estrema lentezza e tristezza. Le baciò I capelli sentendola sorridere e abbandonarsi alla sensazione favolosa che le trasmettevano le sue braccia.
'Sei tu ad essere uno spettacolo, piccola.' Le sussurrò tra i capelli sorridendole dolcemente e iniziando ad accarezzarle la schiena.
'Cos'è l'amore per te?' Chiese la ragazza strofinando il naso contro il collo del ragazzo e giocherellando con il filo della bustina del thè.
' amore è vita, l'amore è sentirsi sazi, amore è consapevolezza dell'essere vulnerabili, amore è essere malleabili, amore è salvezza, è sentirsi salvi anche durante un periodo brutto: è consapevolezza.  Essere consapevoli che il nostro cuore appartiene ad un'altra persona, consapevoli che ormai la vita è cambiata. Amore è soprattutto consapevolezza. E per te, cos'è l'amore?' Le chiese lui. In realtà aveva detto quelle parole pensando ai cambiamenti avvenuti nella sua vita da quando Alyssa gli aveva praticamente rubato il cuore, aveva detto quelle parole pensando a lei e ai sentimenti che li legavano.
'Per me l'amore sei tu.' Gli disse lei, semplice e diretta.  Una frase, cinque parole, una miriade di sensazioni. Le sensazioni che stava provando zayn, in quel momento. Amore. Ecco il sentimento che gli stringeva il petto in una morsa quasi dolorosa. Dolore astratto, figurato. La strinse a sé, forte, in modo da darle quella protezione che aspettava, che meritava.
'Intendo dire che per me l'amore sei tu, in ogni tua sfumatura, ogni tuo difetto. Quando ti guardo negli occhi vedo amore, sicurezza. Amore è sinonimo di zayn.'
Quella frase spinse il ragazzo ad aumentare la presa, a stringerla forte: quasi a volerla soffocare. La loro morsa d'amore, un abbraccio dolce e pieno di sentimenti, quei sentimenti così belli che a volte ti chiedi se esistano davvero, quei sentimenti che trasmettono felicità: sentimenti assolutamente sconosciuti ai due ragazzi prima del loro incontro.
‘Ti va di dirmi cosa provi?’ Voleva sapere cosa provava in quel momento ma non per lui, assolutamente, piuttosto voleva sapere cosa provava nei confronti della vita. E forse conosceva già la risposta.
‘Non provo nulla.’ Ecco, la conosceva troppo bene. Non si aspettava una risposta singhiozzata, era forte. Lei. Anche se forte era un eufemismo, piuttosto lei celava la sua debolezza. Ecco cosa faceva.
‘Piccola, sai che sono qui per te. Puoi dire tutto ciò che vuoi, sfogati ti prego. Non chiuderti in te stessa. Non farlo.’ Sapeva che con quelle parole l’avrebbe convinta a sfogarsi. In un modo o nell’altro. Vide i suoi occhi riempirsi di lacrime, lacrime che ben presto si trovarono a solcare la guancia della sua ragazza.
‘Perché? Perché è successo tutto questo a me? Perché Dio lo ha permesso? Cosa ho fatto io per meritarmi il suo astio? Cosa gli ho fatto Zayn? Cosa?’ Gridava e riempiva di pugni il petto muscoloso del fidanzato, che se ne stava lì inerme a fissare quella scena con rammarico e rabbia.
‘Non lo so, non so cosa tu gli abbia fatto. Sinceramente non credo tu abbia fatto qualcosa per meritarti tutto ciò. Non posso darti queste risposte, mi dispiace.’ Le disse cercando di placare quei piccoli pugnetti ma Alyssa continuò, aumentando la forza, se possibile, continuò a gridare e prendersela con quell’Ipotetico Dio di cui tutti parlavano e sparlavano, a volte.
‘Te lo dico io, qualcuno lassù ha preferito vedermi nuda mentre un essere spregevole si approfittava di mee della mia virtù. È rimasto a guardare mentre le lacrime scendevano dai miei occhi come fiume in piena, ha preferito guardare lo Spettacolo invece di aiutarmi. Invece di mandare qualcuno a salvarmi. Ha preferito lasciarmi nuda e priva di sensi in un vicolo lurido e umido per ben dieci minuti prima che l’uomo della mia vita venisse a salvarmi. Prima che il mio eroe mi portasse a casa.’ Zayn la strinse a sé, cos’altro poteva fare? La vedeva così piccola e indifesa che quasi scompariva tra le sue braccia tatuate.
‘Guarda qui, amore.’ Le disse dolcemente indicando un punto preciso del suo polso destro. Un tatuaggio. Caratteri eleganti. Un marchio. A vita.
‘Sei l’unica cosa che mi tiene in vita Zayn.’ Disse lei accarezzando il tatuaggio e sorridendo. Sorrisi tra le lacrime. Appoggiò il viso sul petto di Zayn e lasciandosi cullare dal battito del cuore si addormentò. Il ragazzo la prese in braccio, come fosse la sua sposa, e la poggiò sul letto regalandole un bacio. Bacio dolce. Bacio necessario. Si distese di fianco a quella che ormai aveva soprannominato la donna della sua vita, iniziò a fissarla. Occhi. Naso. Labbra. Mento. Lentiggini. E la voglia di stringerla fino allo sfinimento si faceva largo nei suoi pensieri. Purtroppo aveva perso il sonno che aveva solo mezz’ora prima, prese a guardare il suo nuovo tatuaggio e con estrema fierezza, e dolcezza, lo accarezzò. Il suo tatuaggio preferito.
The love of my life.’ E lo era, lo era davvero.


‘Amore non ce la faccio, come facciamo a dirglielo?’ Alyssa si faceva questa domanda da giorni ormai, era arrivato il momento di rivelare il segreto. Raccontare l’accaduto ai suoi genitori. Sarebbe stato difficile, se ne rendevano conto ma dovevano farlo.
‘Piccola, dobbiamo farlo. Non puoi nascondergli una cosa così grande.’ La abbracciò, cercando di darle quel coraggio che le mancava.
‘Se non fosse per te non so cosa farei.’
‘Dai andiamo, non vogliamo fare tardi. Vero?’ Le disse prendendola per mano e guidandola fuori casa, fino all’auto.
Il tragitto fu abbastanza silenzioso, Alyssa ammirava il passare del paesaggio fuori dal finestrino mentre delle lacrime solcavano le sue guance. Pensava, non riusciva a fare altro: pensava a quanto la sua confessione avrebbe portato angoscia nei suoi genitori, coloro che lei  amava più di se stessa.
Zayn fermò l’auto nel vialetto davanti casa della sua ragazza, tolse la cintura e girò lo sguardo scrutandola. Guance arrossate, occhi pieni di lacrime, singhiozzi rumorosi e voglia di scomparire percettibile.
‘Asciugati quei due occhioni e andiamo, principessa.’ Le disse abbracciandola. Lei sorrise dolcemente e scese dalla Range Rover.

La tensione er alta in quel salotto, Alyssa aveva tra le mani una tazza di thè e Zayn aveva la mano destra poggiata sul suo ginocchio. I genitori della ragazza stavano difronte ed erano preoccupati, si vedeva.
‘Allora cosa dovete dirci?’ Prese parola il padre, aveva paura di scoprire cosa fosse successo. Aveva paura come mai prima d’ora.
Sta crescendo un puntino dentro di te? ‘ Yari spuntò dal corridoio correndo e urlando quella frase, si scaraventò letteralmente sulle gambe della sorella e si accoccolò al suo petto. A quella frase tutti trattennero il fiato ma la risata cristallina e divertita del ragazzo fece scomparire quel pensiero dalle menti dei due genitori che sorrisero. Per loro il peggio era stato escluso.
‘No piccolo, nessun puntino.’ Sorrise con fare paterno il moro per poi successivamente scompigliare il piccolo ciuffo del bambino.
‘Allora, cosa dovete dirci?’ Il padre prese parola..
‘La sera in cui abbiamo ospitato Andrew e la sua famiglia non sono venuta perché- si fermò sospirando, sospiro lungo e rumoroso.- perché un uomo, nel vicolo vicino la palestra, ha abusato di me.’ Lo disse così veloce che temeva non avessero sentito ma non l’avrebbe ripetuto. Era stato difficile dirlo una volta. Una seconda l’avrebbe uccisa. Vide Zayn baciarle la tempia e sorriderle dolcemente, come per infonderle coraggio, e probabilmente ci riuscì perché si rilassò. Si sciolse.
‘Non è possibile!’ Disse adirato il padre alzandosi e iniziando a singhiozzare. Non era riuscito a proteggere la sua bambina. Aveva fallito come padre.
‘Papà non fare così, è tutta colpa di quell’essere. Zayn si è preso cura di me in questi giorni, mi ha coccolata e mi ha fatta sentire al sicuro. È stato perfetto.’ Vide il padre avanzare verso il suo ragazzo, fermarsi davanti a lui e iniziare a parlare.
‘Ti ringrazio per averla protetta in questi giorni ma adesso tocca a me.’ Detto questo si girò verso la moglie, e guardandola negli occhi le sorrise, appena appena.
‘Cosa vuoi dire, papà?’ Gli chiese la ragazza, più preoccupata che mai. Aveva già detto una frase del genere, non prometteva nulla di buono.
‘Scusa Zayn puoi lasciarci da soli?’ Chiese guardando il moro e poggiando una mano sulla spalla. Zayn guardò spaventato la ragazza, si chiedeva cosa stesse succedendo. In un attimo la paura di perderla si fece spazio nel suo cuore, come avrebbe potuto affrontare il mondo senza di lei? Come avrebbe fatto ad andare avanti senza la donna della sua vita? Senza l’amore della sua vita?
‘No papà, non lascerò la città per un uomo ubriaco. Ho smesso di fuggire. Ho vissuto tutta la mia infanzia girando tutte le città di questo stato perché hai fottutamente paura della vita. Ho smesso di sopravvivere papà, ho smesso.’ Sapeva già cosa avrebbe fatto suo padre: Valigie, biglietti aerei e via. In un’altra cittadina sperando di riuscire a vivere in pace.
‘Sei la mia bambina, decidiamo noi casa devi fare. Zayn ti prego lasciaci soli, te ne sarei davvero grato.’ Ecco che tirava in causa quel povero ragazzo che ormai era pietrificato, immobile.
‘C-certo signor Nowak, tolgo il disturbo.’ Parole biascicate, sperando che sia solo un sogno. Un incubo. La sua ragazza lo accompagnò alla porta e senza smettere di piangere lo abbracciò, stretto stretto. Come aveva fatto lui la notte scorsa e come farebbe lui in qualsiasi momento.
‘Mi dispiace amore, mi dispiace tanto.’ Gli sussurrò all’orecchio cercando di farlo rilassare.
‘Combatti per noi, e se non sarà sufficiente combatterò io. Pe-per noi piccola.’ Iniziò a singhiozzare sulla spalla della ragazza.
‘Combatto piccolo, combatto.’
Tornò in salotto quasi intimorita dallo sguardo severo del padre, sapeva quanto avesse paura della vita ma adesso non si sarebbe trasferita. Ne aveva abbastanza.
‘Non mi muovo da qui papà.’ Disse ad alta voce, sicura di se e senza lacrime. Era forte o almeno così voleva fare credere.
‘Ci trasferiamo, verrai con noi. Non ti puoi opporre Aly, lo sai che lo faccio per te.’ All’inizio era severo ma poi qualcosa aveva inclinato il suo tono in un sussurro dolce, come a voler convincere la ragazza che lasciare l’amore della sua vita fosse normale. Non era normale.
‘Cosa papà? Cosa fai per me? Ti dirò la verità: Mi ha dato di più quel ragazzo, che hai appena sbattuto fuori casa, in solo tre mesi di conoscenza che tu in diciannove anni di continui trasferimenti.’ Ricevette uno schiaffo, di quelli che lasciano il segno. Di quelli che non vorresti mai ricevere, lo ricevette in pieno volto e lì non ci vide più.
‘Sono stata violentata due giorni fa, ho subito le pene dell’inferno per quell’essere e Zayn mi ha risollevata. Mi ha fatta sentire bene, a casa. Non ti credevo così meschino. Mi trasferirò ma fa finta che tu una figlia non ce l’abbia.’ Scappò in camera, iniziò a piangere e a fare le valigie. Prese il cellulare e mandò un messaggio al suo ragazzo, una frase che spezzò il cuore di entrambi. Lo stesso messaggio che entrambi speravano potesse essere solo un brutto sogno dal quale si sarebbero svegliati la mattina seguente.

We’ve lost babe, i’ve tried to fight for us but everything was worthless. Remember that I love you more than myself. I’ve to talk to you.’
 

I remember the day you told me you were leaving
 remember the make-up running down your face
a
nd the dreams you left behind you didn't need them
like every single wish we ever made i wish that I could wake up with amnesia
and forget about the stupid little things like the way it felt to fall asleep next to you
a
nd the memories I never can escape

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Buona sera donzelle! 
Eccoci arrivato al 7° capitolo di 'Believe'.
So che adesso probabilmente mi vorrete uccidere but don't worry! 
Scusate per il ritardo ma questi giorni sono stati devastanti e non sono riuscita a scrivere nemmeno mezzo rigo.
Vorrei ringraziarvi tutte per il supporto e l'appoggio che mi date, siete fantastiche!
Adesso vado, sono davvero negata nel scrivere gli angoli autrici soo bye! 
Un bacio a tutte, lasciate una recensione: solo per sapere se vi è piaciuta! 
A presto.
Lin_

 
  
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