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Autore: Aron_oele    30/06/2014    13 recensioni
Judith Montgomery è una ragazza bionda ed americana.
Judith Montgomery è una ragazza alta, che fuma Marlboro light e che vive a New York.
Judith Montgomery è una ragazza che ha vissuto tre mesi in Giappone, ospite di una famiglia strampalata.
Judith Montgomery sono io, e questa è la mia storia.
***
Per la serie "Non vi libererete mai di me" ecco a voi una nuova storia, senza trama, in cui frammenti di vita a Nerima, attimi, spezzoni, giorni, fotografie, Ranma, Akane, momenti, avventure, persone, pensieri e parole, vengono mostrati a voi dal punto di vista di due occhi castani ed estranei, quelli di Judith, appunto.
Ps: Lo sapete che non so fare le introduzioni!
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un mercoledì normale avrei detto, di quelli che ne vivi mille, che sembrano tutti uguali, in cui il cielo è un po' grigio e non hai lezione all'università. Di quelli che, insomma, non ti accorgi che passano.
Già, avrei detto... prima di sapere che a Nerima la parola normale praticamente non esiste.

***

Come dicevo, era un tranquillo mercoledì pomeriggio, all'apparenza del tutto normale. Il cielo era grigio perla, come una grossa e paffuta nuvola di fumo. Mi ero svegliata alle nove, giusto in tempo per vedere la prima fitta pioggiarellina della giornata ed ero rimasta ad oziare in giro per casa, osservando di ora in ora gli allievi che entravano ed uscivano dal dojo.
Ranma era uscito di casa alle sei, incurante del mal tempo, con indosso una tenuta da corsa, ed era tornato due ore dopo così stanco che, senza nemmeno farsi la doccia, si era addormentato e svegliato solo all'ora di pranzo.
Akane aveva passato tutta la mattina a casa, aprendo e chiudendo uno dei miei romanzi inglesi circa tre mila volte e continuando a guardare il display del suo telefonino bianco, come in attesa di qualcosa che non accennava affatto ad arrivare.
Nabiki era sparita per l'intera mattinata e fu proprio il suo arrivo a sancire la fine di quella che io definivo “tranquillità”.
Fino a quel momento i normali rumori che affollavano sempre la casa avevano continuato a riempirmi le orecchie: Kasumi che canticchiava quella che aveva tutta l'aria di essere una vecchia canzone giapponese, Soun che sbraitava davanti a qualche allievo e Genma che rideva sguaiatamente, i tonfi dei ragazzi che cadevano, il rumore dei pugni, l'acqua dello stagno, la radio accesa, lo sfruscio delle pagine di una rivista.
Era arrivato il pranzo, con Ranma ancora assonnato e Akane che tamburellava continuamente le dita sul grosso tavolo di noce.
Poi il campanello aveva squillato e in men che non si dica la casa era piombata nel silenzio. Il solo rumore era il picchiettare delle pedine della dama spostate dai due adulti della casa, che giocavano la loro consueta partita fra uno sbadiglio e un po' di liquore.
Dove erano finiti tutti?
Perché non si sentiva nulla?
E proprio in quel momento, mentre percorrevo lo strettissimo corridoio del secondo piano intenta a capire perché quel silenzio mi sembrasse tanto sospetto, mi sentii afferrare un braccio e venni trascinata con poca grazia in una delle stanze.
<< Parleremo in inglese, così anche Judith capirà... Puoi sederti lì >>
Così dicendo, una Nabiki in impermeabile beige e grandi occhiali da sole sugli occhi, mi diede il benvenuto nella sua stanza dove era in corso quella che sembrava una riunione top secret.
Sulla bella coperta viola erano seduti sia Ranma che Akane, lei in evidente stato di agitazione e lui semi sdraiato, poggiato sull'avambraccio e la mano chiusa a pugno per tenere su la testa, con lo sguardo lascivo ma attento.
<< Ranma falle spazio, viene Jude siediti qui! >>
Akane diede una leggera spinta al ragazzo vicino a lei, quanto bastò per farlo alzare e spingerlo quasi all'estremità del letto lasciandone un bel po' per me.
<< Sempre carina tu eh... >>
<< Zitto baka! >>
<< Sì, sì baka, maschiaccio, quello che volete, non abbiamo molto tempo! >> li interruppe Nabiki alzando leggermente la voce.
Io passavo continuamente con lo sguardo dalla ragazza in piedi di fronte a me ai due alla mia sinistra, con le sopracciglia corrucciate e l'espressione di chi non ci stava capendo niente.
<< L'ho preso >> esclamò Nabiki interrompendo i miei pensieri.
<< E com'è? >>
<< Sorellina non posso correre il rischio... questa casa ha troppi occhi e orecchie, lo sai bene anche tu... >>
<< In effetti... >> aggiunse Ranma beccandosi un'occhiataccia da parte della bella mora.
<< In ogni caso lo vedrai dopo! Ve lo ricordate il piano? >>
<< Certo! >> rispose pronta Akane.
<< Una ripassatina magari... >> fu invece la risposta di Ranma che si beccò l'ennesimo sguardo truce dalla ragazza di fianco a lui.
<< Ranma sei fortunato sta volta, l'avrei ripetuto lo stesso per Judith... >>
<< Grazie >> dissi io a mezza voce.
<< Oh, figurati cara. Allora: ore 3 del pomeriggio, Akane comincia a strillare, gettandosi per terra disperata in preda a violentissime crisi di mal di pancia... >>
<< Ma non sarà un po' troppo melodrammatico? >>
<< Taci tu, che ne sai di teatro. Comunque, a quel punto tutta la casa accorrerà in camera sua e nostro padre comincerà a piangere come una fontana pregandoti in tutte le lingue di salvarla... >>
Tutti e tre i ragazzi annuirono come se fosse una scena già vista e rivista mille volte.
<< A quel punto tu Ranma correrai da “voi sapete chi” mentre noi rimarremo tutti qui con la ragazza morente... >>
<< Morente? Per un mal di pancia? >>
<< Parafrasa Ranma! Andiamo avanti e smettila di interrompermi! Se darai il tuo massimo alle 3 e 10 circa sarai da lui... >>
<< Tsk! Sarò lì alle 3 e 5, e senza nemmeno sforzarmi >> disse pavoneggiandosi.
<< Sempre il solito modesto eh? >> lo rimproverò Akane mentre lui, come risposta, le faceva le boccacce.
<<... DICEVO! Non appena arriverai dovrai cercare di essere più disperato possibile in modo che lui corra qui senza badare ad altro. A quel punto tu dirai...>>
<< “Preparo io la borsa, lei vada! La raggiungerò in un attimo!” >>
<< Bravo cagnolino! >> Squittì Nabiki contenta, gettando verso il ragazzo un biscottino che lui afferrò al volo con la bocca.
<< Preparando la borsa metterai dentro ciò che ti darò io... >>
<< E se correndo lo perdesse? >> chiese Akane a metà fra il serio ed il faceto.
<< Mi fai così cretino? >> rispose lui in un grugno.
<< È un'eventualità alla quale avevo pensato anche io, ma non avevo la soluzione. Akane ovviamente no, perché deve recitare il ruolo di malata, io neppure, perché devo tenere papà fuori dai piedi, Kasumi ci serve qui... finché il destino non ci è venuto incontro... Judith! >> disse la mezzana Tendo puntando il dito indice contro di me.
<< Eh? Io? Che? >>
<< Tu andrai con Ranma e terrai il preziosissimo oggetto che ho io in tasca... >> disse picchiettandosi la parte sinistra dell'impermeabile che, facendoci caso, somigliava sempre di più a quello dell'ispettore Gadget.
<< Hey! Guardate che non sono così stupido! Non la perderò! >>
<< Sempre meglio non rischiare Ranma... E poi a Judith fa piacere no? >>
<< Io ma.... >>
<< Allora è deciso! Mi raccomando Judith, devi tenerci più che alla tua stessa vita! >>
E, così dicendo, mi passò con aria solenne una piccola scatola di cartone.
<< Passiamo oltre... Una volta qui Akane tu dovrai tenere “voi sapete chi” il più vicino possibile al letto, senza mai farlo allontanare, intesi? Piangi, strilla, afferragli la maglietta, qualunque cosa purché lui resti di fianco a te >>
<< Sì signor capitano! >> scherzò Akane ridendo.
<< A quel punto “voi sapete chi” avrà di certo bisogno di prendere qualcosa nella sua borsa e sarà quello il momento X! Secondo i miei calcoli dovrebbe scattare intorno alle 4 circa >>
Tutti annuimmo concentrati, continuando a seguire la figura longilinea della ragazza castana che si muoveva avanti e indietro per la stanza.
<< Ranma, tu porterai tuo padre via con una scusa... >>
<< Un pugno non andrebbe bene lo stesso? >>
<< Fa' come ti pare! Judith tu riceverai una telefonata dall'America >>
Risposi con un sorriso.
Non sapevo cosa stessimo facendo ma l'idea di essere coinvolta nel loro piano mi faceva sentire parte del gruppo, per cui integrata e felice, e poi sembrava divertente.
<< Io penserò a portare via papà... così... >>
<< Rimarrà solo lei >> finì Akane.
<< Esattamente, e per forza di cose lui le chiederà qualcosa dentro la borsa ma.... >>
<< Lei troverà la scatola! Solo la scatola! >> questa volta fu Ranma a completare la frase.
<< Et voilà! Il gioco è fatto! >>
<< Speriamo che funzioni! >>
<< Sorellina certo che funzionerà, è un mio piano! >>
Tutti risero sotto lo sguardo sarcastico della mezzana.
<< Perfetto allora sincronizziamo gli orologi... >>
Ma nessuno si mosse.
Ranma si grattava la testa con un dito mentre Akane improvvisamente trovò interessante un albero fuori dalla finestra.
<< Ma dai? Non avete un orologio? Che razza di giapponesi siete? Judith tu? >>
<< Ehm... sono scomodi! >>
<< Oh santi Kami ma tu guarda con chi devo avere a che fare io! D'accordo tirate fuori i cellulari allora, quelli li avete? >>
<< Spiritosa >>
<< Ah ah ah Ranma, pensa a fare il tuo dovere. Bene ragazzi 3... 2... 1... che l'operazione “Tofu per cena” abbia inizio!! >>

***

Ero tornata nella mia stanza da quasi un'ora, stringendo nelle mani la scatoletta di cartone che mi aveva affidato Nabiki, quando il display del mio iPhone si illuminò e comparve la scritta “Via”.
In quel preciso istante un urlo squarciò l'aria.
Contai mentalmente fino a dieci ed uscii dalla stanza, un secondo dopo Ranma e cinque dopo Nabiki.
Come previsto, tutti erano già nella stanza di Akane che nel frattempo, stesa sul letto, recitava benissimo la sua parte girandosi e lamentandosi con il viso sudato e una mano sulla pancia.
Kasumi, seduta accanto a lei, cercava di calmarla mentre Soun, più pallido di un fantasma, era in ginocchio al centro della stanza, piangendo a dirotto e urlando frasi sconnesse in giapponese.
<< La mia bambinaaaa! Che cos'ha la mia bambinaaaa?! >> mi tradusse Ranma all'orecchio sogghignando prima di entrare nella stanza.
Il tempo di un paio di frasi dette dal ragazzo, che io ovviamente non capii, che già Soun si era spostato davanti a lui, pregandolo, come previsto, di salvare la sua bambina e Genma invece, con l'aria di chi sta per mettersi a scalare l'Everest, spronava suo figlio tenendolo per la maglietta.
Dopo poco Ranma uscì di corsa facendomi l'occhiolino, segno che tutto era andato secondo i piani ed io, dopo aver aspettato il cenno di assenso di Nabiki, sgusciai via dal mio angolino seguendolo.

Uscimmo dal cancello di casa Tendo insieme, senza proferire parola e lì capii che non ero la sola ad essere maledettamente timida in quella casa.
<< Ehm... allora... >>
<< Sì... dimmi >>
<< Dobbiamo andare a destra >>
Feci segno che andava bene e lo seguii mentre cominciava a correre.
In meno di dieci minuti (e ci eravamo dovuti fermare per evitare che un'anziana signora ci inzuppasse mentre dava l'acqua ai suoi fiori) arrivammo a destinazione: una piccola casetta bianca a due piani.
<< Ecco, ci siamo. Nasconditi dietro a quel cespuglio, quando sentirai il segnale... >>
<< Conterò fino a venti e poi verrò >>
Ranma alzò il pollice in segno di approvazione e suonò il campanello.
Rimasi circa cinque minuti in quella posizione scomoda, accucciata dietro ad un cespuglio mentre i piccoli rametti in basso mi graffiavano le gambe, prima di sentire Ranma fare un colpo di tosse e cominciare a contare mentalmente fino a venti.
Mentre passavo dal numero 14 al 15 vidi una figura vestita di bianco allontanarsi alla svelta, correndo a più non posso verso la casa dei Tendo. Doveva essere lui, doveva essere “tu sai chi”.
Raggiunsi Ranma nel giardino dell'abitazione e misi dentro la borsa marrone scuro che aveva in mano la scatolina.
<< Ben fatto! >> disse lui battendomi il cinque e insieme ci riavviammo verso casa.

Alle 3 e 25 precise arrivammo davanti all'ingresso di casa.
<< Tiè Nabiki! Siamo in anticipo!! >> disse Ranma con una linguaccia rivolto ad una finestra.
Entrammo senza fare rumore e, dal vociare che proveniva di sopra, capimmo che “lui” era arrivato.
Salimmo le scale in fretta, Ranma entrò nella stanza e, come da manuale, posò la borsa sul comò vicino la porta, abbastanza lontano dal letto in cui Akane, recitando in maniera molto credibile, teneva per mano la sorella e l'uomo, probabilmente pregandoli entrambi di rimanere con lei.
A quel punto, spostandomi leggermente, finalmente vidi chi era l'uomo tanto atteso.
Era alto, con un bel fisico, tanto allenato che immaginai che anche lui praticasse le arti marziali. Aveva i capelli lunghi e castani raccolti in una coda, dei carinissimi occhiali tondi davanti agli occhi gentili, l'aria simpatica e un camice bianco. Era un dottore. Era IL dottore.
Un colpo di tosse mi ridestò dai miei pensieri: era Nabiki che dava il via alle danze.
L'ora X era scattata.
<< Che cos'è quest'odore? Biscotti? >> disse Ranma quasi sussurrando vicino all'orecchio di Genma che, improvvisamente sorridente, si precipitò al piano di sotto seguito a ruota dal figlio.
Pochi minuti dopo il mio cellulare squillò e io mi allontanai con un inchino.
Altri due minuti e anche Nabiki aveva portato fuori dalla stanza Soun che si stava trascinando in cucina per “fare un tè alla sua bambina”.
<< Bene, tutto procede secondo i piani... Ranma? >>
<< Eccomi >> rispose lui sbucando da chissà dove.
<< Pronti? >> chiese Nabiki accucciandosi vicino allo stipite della porta, in modo da poter avere una bella visuale sulla stanza.
<< Per cosa esattamente? >>
<< Ah già, forse è ora di spiegartelo! Vedi, quello è il dottor Tofu, il dottore di famiglia, si prende cura di noi, specialmente di Akane, da un sacco di anni >> cominciò Ranma, accovacciato all'angolo opposto.
<< E da un sacco d'anni è innamorato di Kasumi >> continuò Nabiki << Ma è molto timido e non ha mai trovato il coraggio di dichiararsi. Circa un mese fa nostra sorella ha detto che per lei era quasi ora di sposarsi ma che nessuno glielo avrebbe mai chiesto... Così abbiamo deciso di facilitare un po' le cose... >>
<< Sta' a vedere! >> disse Ranma e a quel punto, curiosissima, mi avvicinai a Nabiki trattenendo il respiro.

All'interno della stanza Akane, sdraiata sul letto, aveva lasciato la mano della sorella ma teneva ancora stretta quella del dottore mentre lui, con l'altra, le tastava l'addome.
<< Recita benissimo... >> furono le prime parole che mi vennero in mente, del tutto spontanee vedendo la credibilissima performance di Akane.
<< Eh? >>
<< Akane, recita benissimo! >>
<< Uhm... sì... >>
<< Ranma che fai lo gnorri? Sai Judith una volta hanno anche recitato insieme, "Romeo e Giulietta" per la precisione! >>
A quelle parole vidi Ranma che per poco non si strozzava, con il viso che era passato in un secondo da normale a bordeaux acceso.
<< Davvero? Wow!! Deve essere stato molto romantico >>
<< È stato molto romantico Ranma? >> lo canzonò Nabiki.
<< Rom-roman-... cosa? Smettetela voi due! Concentratevi piuttosto... Il dottor Tofu non ha ancora chiesto niente dalla borsa! >>
<< Sta a vedere che fa tutto con le mani... Coraggio sorellina! >>
Come se avesse potuto captare il suggerimento di Nabiki, da dentro la stanza sentii arrivare il suono della voce di Akane, fintamente debole ma con una nota di speranza.
<< Cosa ha chiesto? >>
<< Se il dottore può darle un antidolorifico >>
<< Iieeeeeee!!!* >> gridò la ragazza mora quasi alzandosi dal letto e di rimando anche il dottore disse qualcosa.
<< Cosa sta succedendo? Spiegatemi! >>
<< Il dottore ha chiesto a Kasumi di passargli la borsa e Akane ha inventato una scusa per non farsi lasciare la mano... fiuuu pericolo scampato! >>
<< Per ora! >>
<< Sempre il solito ottimista eh? Shhh guardate, Kasumi sta aprendo la borsa >>
Per più di un minuto rimanemmo tutti con il fiato sospeso, osservando Kasumi che si rigirava quella piccola scatoletta di cartone fra le dita sottili.
Quando la voce delicata della maggiore delle Tendo fece una domanda, vidi il dottore impallidire mentre, con gli occhiali appannati e un tic nervoso ad una mano, balbettava parole talmente sconnesse che persino io riuscii a capire che non erano affatto la risposta che avrebbe dovuto dare alla ragazza.
<< Ecco, ci risamo, Tofu balbetta! >> disse Nabiki con il tono di chi una cosa l'aveva prevista già in partenza.
<< Eh? >>
<< Jude, il dottor Tofu è talmente innamorato di Kasumi che ogni volta che la vede diventa un completo idiota! Eppure è un uomo intelligente! >> mi spiegò Ranma rassegnato.
<< L'amore fa quest'effetto... >> sussurrai in tono sognante.
<< No! Non è vero! Non ci fa rincitrullire tutti! >>
<< E tu che ne sai? Sei innamorato Ranma? >> chiese Nabiki socchiudendo gli occhi, quasi fosse una sfida.
<< Sei innamorato? >>
In effetti non ci avevo mai pensato, Ranma era un bellissimo ragazzo ed era del tutto naturale che avesse una fidanzata. Mi sembrava solo strano non averla mai vista...
<< Chi? I-io inna... innamorato? Ma neanche per sogno! Non dire sciocchezze Nabiki... io innamorato di quel masch-... >>
<< Ranma ti stai tradendo da solo, nessuno ha fatto nomi! >>
<< Eh? Guarda che io non ho detto proprio nulla! Di chi mai dovrei essere innamorato, sentiamo! >>
<< Mah... che ne so... per esempio di... >>
Ma proprio nel momento in cui Nabiki stava per svelare l'arcano, da dentro la stanza sentimmo provenire la voce, questa volta leggermente più ferma, del dottor Tofu.
Kasumi tolse il coperchio beige e ne estrasse un'altra scatoletta, più piccola ed elegante, di velluto blu.
Per un minuto buono rimase ad ammirarla come si farebbe con un quadro famoso, con le gote leggermente imporporate e l'ombra di un sorriso sul bel viso candido.
Poi l'aprì.
Dentro c'era un anello, un bellissimo e raffinatissimo anello di fidanzamento, perfetto per Kasumi, semplice e luminoso proprio come lei. Un diamante, piccolo ma sfavillante, si incastonava perfettamente su una fascetta d'oro bianco.
Akane si alzò a sedere mentre guardava con l'aria sognante la scena, la stessa aria incantata che avevamo io e Nabiki, ancora nascoste dietro la porta.
Ranma invece guardava altro, il suo sguardo si spingeva oltre Kasumi, oltre l'anello, avrei detto verso Akane...
<< Ma è bellissimo >> sussurai.
<< Vi piace? Mi è costato un occhio! Anzi gli è costato un occhio, gli manderò il conto! >>
<< Che ragazza generosa! >>
<< Fa' poco lo spiritoso Ranma, gli affari sono affari. E poi io vorrei che il mio anello di fidanzamento fosse comprato dal mio futuro marito e non da mia sorella, o sbaglio? >>
Colpiti dal ragionamento evidentemente corretto di Nabiki, sia io che Ranma annuimmo con il capo, per poi tornare a guardare dentro la stanza dove la scena era rimasta così come l'avevamo lasciata.
<< Dai dottore, non rimanere lì come uno stoccafisso!! Fa qualcosa! >> lo incitò sommessamente Nabiki.

Ma c'era una cosa che non avevamo notato. Un piccolo dettaglio che ci era sfuggito.
Kasumi e il dottor Tofu non avevano ancora parlato, ma si guardavano e i loro occhi, persi gli uni negli altri, si stavano dicendo tutto ciò di cui avevano bisogno.
Niente parole, niente gesti, solo due occhi innamorati che si studiavano profondamente e si sussurravano, nascondendole agli spettatori, le parole d'amore più dolci.
E così, senza dire nulla, lui le fece scivolare via la scatolina blu dalle mani, prese l'anello e, inginocchiandosi, glielo infilò delicatamente all'anulare sinistro, mentre lei, più radiosa che mai, sorrideva ed annuiva.
Solo allora mi accorsi di Soun e Genma che, chissà da quanto, erano lì dietro di noi e di Nabiki che, seppur con gli occhi lucidi, era intenta a riprendere tutto con la telecamera.
<< Oh finalmente! Erano anni che aspettavo un momento come questo!!! >>
<< Sei sempre la solita!! >> disse Ranma con un sopracciglio alzato in segno di disappunto.
<< Ma che dici? Non mi sembra di averti mai ripreso mentre chiedi a mia sorella di sposarti! >>
A sentir quelle parole, che all'apparenza non avevano alcun significato (ma avrei capito molto tempo dopo), Ranma si strozzò un'altra volta e, muovendo le mani fin troppo velocemente, cercava di giustificare quell'affermazione: << Ma che razza di paragone è! Nabiki, che fesserie vai dicendo!? >>
Ma non c'era tempo per indugiare oltre, l'attenzione venne focalizzata di nuovo sui due ragazzi che, forse inconsapevoli o forse no della baraonda che gli era intorno, si strinsero in un tenero abbraccio.
A quel punto Soun irruppe nella stanza piangendo come una fontana, di gioia questa volta, e abbracciando alternamente prima la figlia e poi il futuro genero, gridando a squarciagola frasi come “sono il padre più felice del mondo!”.
Tutta la fierezza e la compostezza che mi avevano colpito in quell'uomo erano sparite in un batter d'occhio, ma potevo capirlo, del resto si sposava sua figlia.
Anche Genma esplose di gioia, facendo una specie di danza circolare a braccetto fra il dottore e Soun e cantando una strampalata canzone giapponese.
Nabiki, la regina di ghiaccio, andò a congratularsi con gli sposi, abbracciandoli e sfuggendo alle domande con quel suo fare da furbetta.
Dopo di lei fu il mio turno.
Kasumi è la classica persona a cui non si può non voler bene, sempre gentile e disponibile, dolce e materna, è quasi naturale provare affetto per lei, così la abbracciai stretta, facendole i migliori auguri e lei ricambiò l'abbraccio, ringraziandomi sorridente.
<< Dottore lei è Judith la ragazza americana che ospita la mia famiglia >> ci presentò in inglese.
<< Ka-Kasumi... ora forse è il caso che cominci a... a chiamarmi Ono, no? >> disse lui arrossendo e contagiando anche la ragazza.
<< Ma certo... ehm... Ono, questa è Judith. Judith lui è il dottor Ono Tofu >>
<< È un piacere conoscerla e tanti auguri per il matrimonio >>
<< Il piacere è tutto mio >> ed entrambi ci inchinammo.

In un angolo nel frattempo c'era Akane, che con gli occhi pieni di lacrime ammirava commossa la sorella, e Ranma, che dopo essersi guardato un secondo intorno, come per assicurarsi che tutti gli occhi fossero puntati sui futuri sposi, le mise un braccio intorno alle spalle e la strinse a sé.
Quell'abbraccio furtivo durò pochissimo, il tempo che lei affondasse le gote rosse nella maglietta nera e che lui le sussurrasse qualcosa all'orecchio, che era già finito.
Quando Akane alzò la testa, con i capelli leggermente scarmigliati e il viso roseo, le lacrime erano sparite e sul suo viso si era dipinto un velo di tenerezza, così come su quello di Ranma.
Nessuno si accorse di nulla e anche i miei due coetanei andarono ad abbracciare gli sposi per poi unirsi ai festeggiamenti.
Il dottor Tofu rimase per cena quella sera, e anche la sera dopo e quella dopo ancora. Veramente, in tutta la durata del mio soggiorno, non riesco a ricordare nemmeno una sera dopo quella, in cui il dottore non fosse a cena con noi.
Ma, in fondo, Nabiki l'aveva detto: l'operazione si chiamava “Tofu per cena”.

***


Buonasera a tutti!!
Avevate capito che questo capitolo sarebbe stato dedicato al dottor Tofu? Qualcuno sì!
Ebbene, spero che vi piaccia, ora abbiamo l'invito per un matrimonio!
Come di consueto ormai, devo scusarmi per il ritardo, questo è un periodo un po' incasinato ma dopo l'otto luglio sarò tutta vostra, promesso!
Pia, questa Nabiki è un omaggio a te, sappilo :)
Come sempre, grazie di cuore a chi legge, a chi segue (anche se non recensisce fa ugualmente moltissimo piacere, capito Maria?), a chi preferisce e soprattutto a chi trova sempre due minuti del suo tempo per lasciarmi scritto qualcosa.
Adesso, sono sicura, sapete chi ci sarà nel prossimo capitolo vero?
A presto
vostra Aronoele (:

  
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