Un
mercoledì normale
avrei
detto, di quelli che ne vivi
mille, che sembrano tutti uguali, in cui il cielo è un po'
grigio e non hai
lezione all'università. Di quelli che, insomma, non ti
accorgi che passano.
Già, avrei detto... prima di sapere che a Nerima la parola
normale praticamente non esiste.
***
Come
dicevo, era un tranquillo
mercoledì pomeriggio,
all'apparenza del tutto normale. Il cielo era grigio perla, come una
grossa e
paffuta nuvola di fumo. Mi ero svegliata alle nove, giusto in tempo per
vedere
la prima fitta pioggiarellina della giornata ed ero rimasta ad oziare
in giro
per casa, osservando di ora in ora gli allievi che entravano ed
uscivano dal
dojo.
Ranma era uscito di casa alle sei, incurante del mal tempo,
con indosso una tenuta da corsa, ed era tornato due ore dopo
così stanco che,
senza nemmeno farsi la doccia, si era addormentato e svegliato solo
all'ora di
pranzo.
Akane aveva passato tutta la mattina a casa, aprendo e
chiudendo uno dei miei romanzi inglesi circa tre mila volte e
continuando a
guardare il display del suo telefonino bianco, come in attesa di
qualcosa che
non accennava affatto ad arrivare.
Nabiki era sparita per l'intera mattinata e fu proprio il suo
arrivo a sancire la fine di quella che io definivo
“tranquillità”.
Fino a quel momento i normali rumori che affollavano sempre
la casa avevano continuato a riempirmi le orecchie: Kasumi che
canticchiava
quella che aveva tutta l'aria di essere una vecchia canzone giapponese,
Soun
che sbraitava davanti a qualche allievo e Genma che rideva
sguaiatamente, i
tonfi dei ragazzi che cadevano, il rumore dei pugni, l'acqua dello
stagno, la
radio accesa, lo sfruscio delle pagine di una rivista.
Era arrivato il pranzo, con Ranma ancora assonnato e Akane
che tamburellava continuamente le dita sul grosso tavolo di noce.
Poi il campanello aveva squillato e in men che non si dica la
casa era piombata nel silenzio. Il solo rumore era il picchiettare
delle pedine
della dama spostate dai due adulti della casa, che giocavano la loro
consueta
partita fra uno sbadiglio e un po' di liquore.
Dove erano finiti tutti?
Perché non si sentiva nulla?
E proprio in quel momento, mentre percorrevo lo strettissimo
corridoio del secondo piano intenta a capire perché quel
silenzio mi sembrasse
tanto sospetto, mi sentii afferrare un braccio e venni trascinata con
poca
grazia in una delle stanze.
<< Parleremo in inglese, così anche Judith
capirà...
Puoi sederti lì >>
Così dicendo, una Nabiki in impermeabile beige e grandi
occhiali da sole sugli occhi, mi diede il benvenuto nella sua stanza
dove era
in corso quella che sembrava una riunione top secret.
Sulla bella coperta viola erano seduti sia Ranma che Akane,
lei in evidente stato di agitazione e lui semi sdraiato, poggiato
sull'avambraccio e la mano chiusa a pugno per tenere su la testa,
con lo
sguardo lascivo ma attento.
<< Ranma falle spazio, viene Jude siediti qui!
>>
Akane diede una leggera spinta al ragazzo vicino a lei,
quanto bastò per farlo alzare e spingerlo quasi
all'estremità del letto
lasciandone un bel po' per me.
<< Sempre carina tu eh... >>
<< Zitto baka! >>
<< Sì, sì baka, maschiaccio, quello
che volete, non
abbiamo molto tempo! >> li interruppe Nabiki alzando
leggermente la voce.
Io passavo continuamente con lo sguardo dalla ragazza in
piedi di fronte a me ai due alla mia sinistra, con le sopracciglia
corrucciate e l'espressione di chi non ci stava capendo niente.
<< L'ho preso >> esclamò Nabiki
interrompendo i
miei pensieri.
<< E com'è? >>
<< Sorellina non posso correre il rischio... questa
casa ha troppi occhi e orecchie, lo sai bene anche tu...
>>
<< In effetti... >> aggiunse Ranma
beccandosi
un'occhiataccia da parte della bella mora.
<< In ogni caso lo vedrai dopo! Ve lo ricordate il
piano? >>
<< Certo! >> rispose pronta Akane.
<< Una ripassatina magari... >> fu invece
la
risposta di Ranma che si beccò l'ennesimo sguardo truce
dalla ragazza di fianco
a lui.
<< Ranma sei fortunato sta volta, l'avrei ripetuto lo
stesso per Judith... >>
<< Grazie >> dissi io a mezza voce.
<< Oh, figurati cara. Allora: ore 3 del pomeriggio, Akane
comincia
a strillare, gettandosi per terra disperata in preda a violentissime
crisi di
mal di pancia... >>
<< Ma non sarà un po' troppo melodrammatico?
>>
<< Taci tu, che ne sai di teatro. Comunque, a quel
punto tutta la casa accorrerà in camera sua e nostro padre
comincerà a piangere
come una fontana pregandoti in tutte le lingue di salvarla...
>>
Tutti e tre i ragazzi annuirono come se fosse una scena già
vista e rivista mille volte.
<< A quel punto tu Ranma correrai da “voi
sapete chi”
mentre noi rimarremo tutti qui con la ragazza morente...
>>
<< Morente? Per un mal di pancia? >>
<< Parafrasa Ranma! Andiamo avanti e smettila di
interrompermi! Se darai il tuo massimo alle 3 e 10 circa sarai da
lui...
>>
<< Tsk! Sarò lì alle 3 e 5, e senza
nemmeno sforzarmi
>> disse pavoneggiandosi.
<< Sempre il solito modesto eh? >> lo
rimproverò
Akane mentre lui, come risposta, le faceva le boccacce.
<<... DICEVO! Non appena arriverai dovrai cercare di
essere più disperato possibile in modo che lui corra qui
senza badare ad altro.
A quel punto tu dirai...>>
<< “Preparo io la borsa, lei vada! La
raggiungerò in un
attimo!” >>
<< Bravo cagnolino! >> Squittì
Nabiki contenta,
gettando verso il ragazzo un biscottino che lui afferrò al
volo con la bocca.
<< Preparando la borsa metterai dentro ciò che
ti darò
io... >>
<< E se correndo lo perdesse? >> chiese
Akane a
metà fra il serio ed il faceto.
<< Mi fai così cretino? >>
rispose lui in un
grugno.
<< È un'eventualità alla quale
avevo pensato anche io,
ma non avevo la soluzione. Akane ovviamente no, perché deve
recitare il ruolo
di malata, io neppure, perché devo tenere papà
fuori dai piedi, Kasumi ci serve
qui... finché il destino non ci è venuto
incontro... Judith! >> disse
la mezzana Tendo puntando il dito indice contro di me.
<< Eh? Io? Che? >>
<< Tu andrai con Ranma e terrai il preziosissimo oggetto
che ho io in tasca... >> disse picchiettandosi la parte
sinistra
dell'impermeabile che, facendoci caso, somigliava sempre di
più a quello
dell'ispettore Gadget.
<< Hey! Guardate che non sono così stupido!
Non la
perderò! >>
<< Sempre meglio non rischiare Ranma... E poi a Judith
fa piacere no? >>
<< Io ma.... >>
<< Allora è deciso! Mi raccomando Judith, devi
tenerci
più che alla tua stessa vita! >>
E, così dicendo, mi passò con aria solenne una
piccola scatola
di cartone.
<< Passiamo oltre... Una volta qui Akane tu dovrai
tenere “voi sapete chi” il più vicino
possibile al letto, senza mai farlo
allontanare, intesi? Piangi, strilla, afferragli la maglietta,
qualunque cosa
purché lui resti di fianco a te >>
<< Sì signor capitano! >>
scherzò Akane ridendo.
<< A quel punto “voi sapete chi”
avrà di certo bisogno
di prendere qualcosa nella sua borsa e sarà quello il
momento X! Secondo i miei
calcoli dovrebbe scattare intorno alle 4 circa >>
Tutti annuimmo concentrati, continuando a seguire la figura
longilinea della ragazza castana che si muoveva avanti e indietro per
la
stanza.
<< Ranma, tu porterai tuo padre via con una scusa...
>>
<< Un pugno non andrebbe bene lo stesso? >>
<< Fa' come ti pare! Judith tu riceverai una telefonata
dall'America >>
Risposi con un sorriso.
Non sapevo cosa stessimo facendo ma l'idea di essere
coinvolta nel loro piano mi faceva sentire parte del gruppo, per cui
integrata e
felice, e poi sembrava divertente.
<< Io penserò a portare via papà...
così... >>
<< Rimarrà solo lei >>
finì Akane.
<< Esattamente, e per forza di cose lui le
chiederà
qualcosa dentro la borsa ma.... >>
<< Lei troverà la scatola! Solo la scatola!
>>
questa volta fu Ranma a completare la frase.
<< Et voilà! Il gioco è fatto!
>>
<< Speriamo che funzioni! >>
<< Sorellina certo che funzionerà,
è un mio piano!
>>
Tutti risero sotto lo sguardo sarcastico della mezzana.
<< Perfetto allora sincronizziamo gli orologi...
>>
Ma nessuno si mosse.
Ranma si grattava la testa con un dito mentre Akane
improvvisamente trovò interessante un albero fuori dalla
finestra.
<< Ma dai? Non avete un orologio? Che razza di
giapponesi siete? Judith tu? >>
<< Ehm... sono scomodi! >>
<< Oh santi Kami ma tu guarda con chi devo avere a che
fare io! D'accordo tirate fuori i cellulari allora, quelli li avete?
>>
<< Spiritosa >>
<< Ah ah ah Ranma, pensa a fare il tuo dovere. Bene
ragazzi 3... 2... 1... che l'operazione “Tofu per cena”
abbia inizio!! >>
***
Ero
tornata nella mia stanza da
quasi
un'ora, stringendo
nelle mani la scatoletta di cartone che mi aveva affidato Nabiki,
quando il
display del mio iPhone si illuminò e comparve la scritta
“Via”.
In quel preciso istante un urlo squarciò l'aria.
Contai mentalmente fino a dieci ed uscii dalla stanza, un
secondo dopo Ranma e cinque dopo Nabiki.
Come previsto, tutti erano già nella stanza di Akane che nel
frattempo, stesa sul letto, recitava benissimo la sua parte girandosi e
lamentandosi con il viso sudato e una mano sulla pancia.
Kasumi, seduta accanto a lei, cercava di calmarla mentre Soun,
più pallido di un fantasma, era in ginocchio al centro della
stanza, piangendo
a dirotto e urlando frasi sconnesse in giapponese.
<< La mia bambinaaaa! Che cos'ha la mia bambinaaaa?!
>> mi tradusse Ranma all'orecchio sogghignando prima di
entrare nella
stanza.
Il tempo di un paio di frasi dette dal ragazzo, che io
ovviamente non capii, che già Soun si era spostato davanti a
lui, pregandolo,
come previsto, di salvare la sua bambina e Genma invece, con l'aria di
chi sta
per mettersi a scalare l'Everest, spronava suo figlio tenendolo per la
maglietta.
Dopo poco Ranma uscì di corsa facendomi l'occhiolino, segno
che tutto era andato secondo i piani ed io, dopo aver aspettato il
cenno di
assenso di Nabiki, sgusciai via dal mio angolino seguendolo.
<< Ehm... allora... >>
<< Sì... dimmi >>
<< Dobbiamo andare a destra >>
Feci segno che andava bene e lo seguii mentre cominciava a
correre.
In meno di dieci minuti (e ci eravamo dovuti fermare per
evitare che un'anziana signora ci inzuppasse mentre dava l'acqua ai
suoi fiori)
arrivammo a destinazione: una piccola casetta bianca a due piani.
<< Ecco, ci siamo. Nasconditi dietro a quel cespuglio,
quando sentirai il segnale... >>
<< Conterò fino a venti e poi verrò
>>
Ranma alzò il pollice in segno di approvazione e
suonò il
campanello.
Rimasi circa cinque minuti in quella posizione scomoda,
accucciata dietro ad un cespuglio mentre
i
piccoli rametti in basso mi graffiavano le gambe, prima di sentire
Ranma fare
un colpo di tosse e cominciare a contare mentalmente fino a venti.
Mentre passavo dal numero 14 al 15 vidi una figura vestita di
bianco allontanarsi alla svelta, correndo a più non posso
verso la casa dei
Tendo. Doveva essere lui, doveva essere “tu sai
chi”.
Raggiunsi Ranma nel giardino dell'abitazione e misi dentro la
borsa marrone scuro che aveva in mano la scatolina.
<< Ben fatto! >> disse lui battendomi il
cinque e
insieme ci riavviammo verso casa.
<< Tiè Nabiki! Siamo in anticipo!!
>> disse Ranma con una linguaccia
rivolto ad una finestra.
Entrammo senza fare rumore e, dal vociare che proveniva di
sopra, capimmo che “lui” era arrivato.
Salimmo le scale in fretta, Ranma entrò nella stanza e, come
da manuale, posò la borsa sul comò vicino la
porta, abbastanza lontano dal
letto in cui Akane, recitando in maniera molto credibile, teneva per
mano la
sorella e l'uomo, probabilmente pregandoli entrambi di rimanere con lei.
A quel punto, spostandomi leggermente, finalmente vidi chi
era l'uomo tanto atteso.
Era alto, con un bel fisico, tanto allenato che immaginai che
anche lui praticasse le arti marziali. Aveva i capelli lunghi e castani
raccolti in una coda, dei carinissimi occhiali tondi davanti agli occhi
gentili, l'aria simpatica e un camice bianco. Era un dottore. Era IL
dottore.
Un colpo di tosse mi ridestò dai miei pensieri: era Nabiki
che dava il via alle danze.
L'ora X era scattata.
<< Che cos'è quest'odore? Biscotti?
>> disse
Ranma quasi sussurrando vicino all'orecchio di Genma che,
improvvisamente
sorridente, si precipitò al piano di sotto seguito a ruota
dal figlio.
Pochi minuti dopo il mio cellulare squillò e io mi
allontanai
con un inchino.
Altri due minuti e anche Nabiki aveva portato fuori dalla
stanza Soun che si stava trascinando in cucina per “fare un
tè alla sua
bambina”.
<< Eccomi >> rispose lui sbucando da
chissà dove.
<< Pronti? >> chiese Nabiki accucciandosi
vicino
allo stipite della porta, in modo da poter avere una bella visuale
sulla
stanza.
<< Per cosa esattamente? >>
<< Ah già, forse è ora di
spiegartelo! Vedi, quello è
il dottor Tofu, il dottore di famiglia, si prende cura di noi,
specialmente di
Akane, da un sacco di anni >> cominciò Ranma,
accovacciato all'angolo
opposto.
<< E da un sacco d'anni è innamorato di Kasumi >>
continuò Nabiki << Ma è
molto timido e non ha mai trovato il coraggio di dichiararsi. Circa un mese fa nostra sorella
ha detto che per
lei era quasi ora di sposarsi ma che nessuno glielo avrebbe mai
chiesto...
Così abbiamo deciso di facilitare un po' le cose...
>>
<< Sta' a vedere! >> disse Ranma e a quel
punto,
curiosissima, mi avvicinai a Nabiki trattenendo il respiro.
<< Recita benissimo... >> furono le prime
parole
che mi vennero in mente, del tutto spontanee vedendo la credibilissima
performance di Akane.
<< Eh? >>
<< Akane, recita benissimo! >>
<< Uhm... sì... >>
<< Ranma che fai lo gnorri? Sai Judith una volta hanno
anche recitato insieme, "Romeo e Giulietta" per la precisione!
>>
A quelle parole vidi Ranma che per poco non si strozzava, con
il viso che era passato in un secondo da normale a bordeaux acceso.
<< Davvero? Wow!! Deve essere stato molto romantico
>>
<< È stato molto romantico Ranma?
>> lo canzonò Nabiki.
<< Rom-roman-... cosa? Smettetela voi due!
Concentratevi piuttosto... Il dottor Tofu non ha ancora chiesto niente
dalla
borsa! >>
<< Sta a vedere che fa tutto con le mani... Coraggio
sorellina! >>
Come se avesse potuto captare il suggerimento di Nabiki, da
dentro la stanza sentii arrivare il suono della voce di Akane,
fintamente
debole ma con una nota di speranza.
<< Cosa ha chiesto? >>
<< Se il dottore può darle un antidolorifico
>>
<< Iieeeeeee!!!*
>> gridò la ragazza mora quasi
alzandosi dal letto e di rimando anche il dottore disse qualcosa.
<< Cosa sta succedendo? Spiegatemi! >>
<< Il dottore ha chiesto a Kasumi di passargli la borsa
e Akane ha inventato una scusa per non farsi lasciare la mano... fiuuu
pericolo scampato! >>
<< Per ora! >>
<< Sempre il solito ottimista eh? Shhh guardate, Kasumi
sta aprendo la borsa >>
Per più di un minuto rimanemmo tutti con il fiato sospeso,
osservando Kasumi che si rigirava quella piccola scatoletta di cartone
fra le
dita sottili.
Quando la voce delicata della maggiore delle Tendo fece una
domanda, vidi il dottore impallidire mentre, con gli occhiali appannati
e un
tic nervoso ad una mano, balbettava parole talmente sconnesse
che persino io riuscii a capire che non erano
affatto la risposta che avrebbe dovuto dare alla ragazza.
<< Ecco, ci risamo, Tofu balbetta! >> disse
Nabiki con il tono di chi una cosa l'aveva prevista già in
partenza.
<< Eh? >>
<< Jude, il dottor Tofu è talmente innamorato
di Kasumi
che ogni volta che la vede diventa un completo idiota! Eppure
è un uomo
intelligente! >> mi spiegò Ranma rassegnato.
<< L'amore fa quest'effetto... >> sussurrai
in
tono sognante.
<< No! Non è vero! Non ci fa rincitrullire
tutti!
>>
<< E tu che ne sai? Sei innamorato Ranma?
>>
chiese Nabiki socchiudendo gli occhi, quasi fosse una sfida.
<< Sei innamorato? >>
In effetti non ci avevo mai pensato, Ranma era un bellissimo
ragazzo ed era del tutto naturale che avesse una fidanzata. Mi sembrava
solo
strano non averla mai vista...
<< Chi? I-io inna... innamorato? Ma neanche per
sogno! Non dire sciocchezze Nabiki... io innamorato di quel masch-...
>>
<< Ranma ti stai tradendo da solo, nessuno ha fatto
nomi! >>
<< Eh? Guarda che io non ho detto proprio nulla! Di chi
mai dovrei essere innamorato, sentiamo! >>
<< Mah... che ne so... per esempio di... >>
Ma proprio nel momento in cui Nabiki stava per svelare
l'arcano, da dentro la stanza sentimmo provenire la voce, questa volta
leggermente più ferma, del dottor Tofu.
Kasumi tolse il coperchio beige e ne estrasse un'altra
scatoletta, più piccola ed elegante, di velluto blu.
Per un minuto buono rimase ad ammirarla come si farebbe con
un quadro famoso, con le gote leggermente imporporate e l'ombra di un
sorriso
sul bel viso candido.
Poi l'aprì.
Dentro c'era un anello, un bellissimo e raffinatissimo anello
di fidanzamento, perfetto per Kasumi, semplice e luminoso proprio come
lei.
Akane si alzò a sedere mentre guardava con l'aria sognante
la
scena, la stessa aria incantata che avevamo io e Nabiki, ancora
nascoste dietro
la porta.
Ranma invece guardava altro, il suo sguardo si spingeva oltre
Kasumi, oltre l'anello, avrei detto verso Akane...
<< Ma è bellissimo >> sussurai.
<< Vi piace? Mi è costato un occhio! Anzi gli è
costato un occhio, gli manderò il conto! >>
<< Che ragazza generosa! >>
<< Fa' poco lo spiritoso Ranma, gli affari sono affari.
E poi io vorrei che il mio anello di fidanzamento fosse comprato dal
mio futuro
marito e non da mia sorella, o sbaglio? >>
Colpiti dal ragionamento evidentemente corretto di Nabiki,
sia io che Ranma annuimmo con il capo, per poi tornare a guardare
dentro la
stanza dove la scena era rimasta così come l'avevamo
lasciata.
<< Dai dottore, non rimanere lì come uno
stoccafisso!!
Fa qualcosa! >> lo incitò sommessamente Nabiki.
Kasumi e il dottor Tofu non avevano ancora parlato, ma si
guardavano e i loro occhi, persi gli uni negli altri, si stavano
dicendo tutto
ciò di cui avevano bisogno.
Niente parole, niente gesti, solo due occhi innamorati che si
studiavano profondamente e si sussurravano, nascondendole agli
spettatori, le
parole d'amore più dolci.
E così, senza dire nulla, lui le fece scivolare via la
scatolina blu dalle mani, prese l'anello e, inginocchiandosi, glielo
infilò
delicatamente all'anulare sinistro, mentre lei, più radiosa
che mai, sorrideva
ed annuiva.
<< Oh finalmente! Erano anni che aspettavo un
momento come questo!!! >>
<< Sei sempre la solita!! >> disse Ranma
con un
sopracciglio alzato in segno di disappunto.
<< Ma che dici? Non mi sembra di averti mai ripreso
mentre chiedi a mia sorella di sposarti! >>
A sentir quelle parole, che all'apparenza non avevano alcun
significato (ma avrei capito molto tempo dopo), Ranma si
strozzò un'altra volta
e, muovendo le mani fin troppo velocemente, cercava di
giustificare
quell'affermazione: << Ma che razza di paragone
è! Nabiki, che fesserie
vai dicendo!? >>
Ma non c'era tempo per indugiare oltre, l'attenzione venne
focalizzata di nuovo sui due ragazzi che, forse inconsapevoli o forse
no della
baraonda che gli era intorno, si strinsero in un tenero abbraccio.
A quel punto Soun irruppe nella stanza piangendo come una
fontana, di gioia questa volta, e abbracciando alternamente prima la
figlia e
poi il futuro genero, gridando a squarciagola frasi come
“sono il padre più
felice del mondo!”.
Tutta la fierezza e la compostezza che mi avevano colpito in
quell'uomo erano sparite in un batter d'occhio, ma potevo capirlo, del
resto si
sposava sua figlia.
Anche Genma esplose di gioia, facendo una specie di danza
circolare a braccetto fra il dottore e Soun e cantando una strampalata
canzone
giapponese.
Nabiki, la regina di ghiaccio, andò a
congratularsi con gli
sposi, abbracciandoli e
sfuggendo alle
domande con quel suo fare da furbetta.
Dopo di lei fu il mio turno.
Kasumi è la classica persona a cui non si può non
voler bene,
sempre gentile e disponibile, dolce e materna, è quasi
naturale provare affetto
per lei, così la abbracciai stretta, facendole i migliori
auguri e lei ricambiò
l'abbraccio, ringraziandomi sorridente.
<< Dottore lei è Judith la ragazza americana
che ospita
la mia famiglia >> ci presentò in inglese.
<< Ka-Kasumi... ora forse è il caso che
cominci a...
a chiamarmi Ono, no? >> disse lui arrossendo e
contagiando
anche la
ragazza.
<< Ma certo... ehm... Ono, questa è Judith.
Judith lui
è il dottor Ono Tofu >>
<< È un piacere conoscerla e tanti auguri per
il
matrimonio >>
<< Il piacere è tutto mio >> ed
entrambi ci
inchinammo.
Quell'abbraccio furtivo durò pochissimo, il tempo che lei
affondasse le gote rosse nella maglietta nera e che lui le sussurrasse
qualcosa
all'orecchio, che era già finito.
Quando Akane alzò la testa, con i capelli leggermente
scarmigliati
e il viso roseo, le lacrime erano sparite e sul suo viso si era
dipinto un
velo di tenerezza, così come su quello di Ranma.
Nessuno si accorse di nulla e anche i miei due coetanei
andarono ad abbracciare gli sposi per poi unirsi ai festeggiamenti.
Ma, in fondo, Nabiki l'aveva detto: l'operazione si chiamava
“Tofu per cena”.
***
Buonasera a tutti!!
Avevate capito che questo capitolo sarebbe stato dedicato al
dottor Tofu? Qualcuno sì!
Ebbene, spero che vi piaccia, ora abbiamo l'invito per un
matrimonio!
Come di consueto ormai, devo scusarmi per il ritardo, questo
è un periodo un po' incasinato ma dopo l'otto luglio
sarò tutta vostra,
promesso!
Pia, questa Nabiki è un omaggio a te, sappilo :)
A presto
vostra Aronoele (: