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Autore: supermattoe    30/06/2014    0 recensioni
Io non sono uno che impara.. sono uno che evita.
- Ma cosa eviti?..
- Di diventare come gli altri
Cit. Bukowski
 
"Evito" Forse é davvero questo?
Evito di vivere e di imparare per paura di diventare egoista, prepotente maleducato e insensibile come gli altri?
O forse é solo troppa la paura di affrontare i problemi?
Perché è questo che mi fa paura, perché io ho paura di scegliere, di sbagliare ho  paura di essere davvero felice.
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Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Oggi con mio padre eravamo alla posta, dovevamo pagare una bolletta della luce, piuttosto cara, ed abbiamo conosciuto una ragazza che aspettava in fila davanti a noi con un altra signorina. Mentre io guardavo fuori dalla porta, aspettando impazientemente di tornare a casa, mio padre mi ha dato una gomitata e sussurrando mi ha detto: "Edward, guarda che gnocche da paura che hai davanti. Avanti, presentati che magari a fine giornata gli tocchi anche il culo". Ma come al solito mio padre non ne ha fatto una giusta, e, pur avendomelo sussurrato all'orecchio, si era fatto sentire dalle due ragazze che si erano girate di scatto lanciandoci uno sguardo gelido ed offeso. Inutile aggiungere che mentre mio padre sorrideva con nonchalance, io sono diventato rosso come un peperone.
Mentre la fila alla posta scorreva, le due ragazze che avevamo davanti  ci hanno lasciato  senza parole: dopo essersi accarezzate leggermente il viso ed essersi scambiate molte occhiate maliziose, hanno  proseguito con un lungo bacio alla francese; ( "slinguazzatto" come direbbe il mio migliore amico). Il mio sguardo é immediatamente caduto su mio padre, curioso di scorgere la sua espressione nel notare che quelle due "gnocche" da paura  (come le aveva definite lui)  erano Lesbiche.
La scoperta ha sottolineato  il suo disgusto, quando subito dopo quel loro gesto d'amore,nella sala era scoppiato il putiferio. Onde evitare una querela da parte di quelle due ragazze carine, ho provato a scusarmi con loro, ma in cambio ho ricevuto solo insulti e parolacce, passando per omofobo  al posto di mio padre.
Una volta saliti nella nostra Mercedes Bianca iniziai a percepire il suo malcontento ed, esitante, gli chiesi:
<< che c'é pa? >>
<< ma che cazzo, hai visto quelle due lesbiche >>
<< si, perché? >>
<< Ma che schifo! Dovrebbero curarle, sono malate, figlio mio dimmi che non sei frocio pure tu, altrimenti vedi ti prendo a calci in culo >>
<< tranquillo papà non sono gay, ma non sono malate, semplicemente amano a modo loro >>
<< ti sembra una cosa normale ?  no dimmi tu Edward  se è normale!! >>
Non risposi, e lui continuò a denigrare quelle due povere ragazze.
Avevo visto per un attimo gli occhi della ragazza, erano talmente verdi da assomigliare ad uno smeraldo, mentre i suoi capelli erano biondi, lunghi fino alle spalle e acconciati con sottili trecce lasciando libera solo la sua frangia di un biondo più scuro, che aveva fermato a lato della testa con un minuscolo fermaglio a forma di fiocco. Non riuscivo a capire perché la mia mente si fosse soffermata così a lungo su quei piccoli dettagli insignificanti.. Dovevo scoprire il suo nome, volevo scusarmi in modo più "adeguato" con lei, ma non sapevo come rintracciarla e, d'altronde, non conoscevo neanche il suo nome.
Qualche settimana dopo festeggiai il mio sedicesimo anno di vita e avevo invitato alcuni miei amici per festeggiare insieme in allegria, così iniziai ad organizzare ed a comprare le "porcherie" che ci piacevano  tanto (dolci, panna, gelato) quando all'improvviso mi ricordai ciò che in assoluto non poteva mancare nella mia festa: le caramelle.
Mi recai immediatamente nel reparto del supermarket dove avrei potuto scegliere le più gustose, comprai le Jelly ( al gusto di violetta hawaiana) e le blu di Prussia (il cui sapore assomigliava molto alle more selvatiche, ma gli ingredienti ovviamente sono segreto di fabbrica). Mentre mi aggiravo attorno alla causa delle mie perenni carie per scegliere il pacco di caramelle più conveniente, vidi inaspettatamente la ragazza "conosciuta" in posta.. I suoi occhi erano diversi, sembrava impaurita ed esausta.
Molto cordialmente mi avvicinai a lei e le dissi:
<< ehi, scusa sono quel ragazzo della posta, volevo scusarmi in maniera più adeguata per il comportamento di mio padre >>
Lei si sciolse in lacrime come una piccola e indifesa bambina. Seguendo il mio istinto la abbracciai e le chiesi se le andava di prendere un caffe e, inaspettatamente, accettò di buon grado.
Dopo averla tranquillizzata le chiesi se voleva parlarmi del suo problema.
<< Avevo più o meno la tua età, era il 3  Agosto 2009 ed al ritorno dal cinema.. >>
Ma li si bloccò, iniziando a singhiozzare e, mentre cercava di farmi capire ciò che la rendeva cosi triste e instabile, i suoi singhiozzi aumentavano di frequenza ed intensità nonostante mi stesse dando l'impressione di voler stare li a parlarmi per ore senza trovare le parole giuste per poter chiarire ciò che voleva effettivamente dirmi
<< due ragazzi >>
Due ragazzi? Due ragazzi cosa? Le chiesi.
<< mi rubarono la verginità, da quel giorno per un lungo periodo  non riuscì più a parlare, fin quando conobbi Rebecca. Una persona davvero speciale che mi iniziò a corteggiare in un modo incessante, non sapevo come considerare quelle continue lusinghe perché erano ambigue e potevano significare tutto come potevano anche significare nulla. >>
Si ammutolì nuovamente.
Non sapevo come rispondere. Una storia cosi sarebbe stata complicata per chiunque e,per un secondo, pensai di esser stato fortunato di non trovarmi in una situazione del genere,di non dover vivere una situazione tanto complicata e piena di pregiudizi insensati e privi di fondamento. Come lei stessa mi spiegò non si sceglie il proprio orientamento sessuale, ci si ritrova e basta, si può accettare fin da subito o penare per un periodo di tempo che varia in base al temperamento del proprio carattere. Si può semplicemente dire: "sono cosi, stop" oppure non accettarsi e lottare fino all'autocoscentizzazione contro la propria natura per tutta la vita.
Tornando a me che non sapevo cosa o come risponderle per poterla consolare un po' e al tempo stesso incitarla ad aprirsi di più per dare libero sfogo a tutto ciò che portava dentro e che non poteva raccontare a nessuno. Mentre le lacrime le scivolavano sul viso sciogliendo inesorabilmente il suo trucco, vidimo passarci accanto, separata da noi solo dalle vetrate che cingevano il perimetro della terrazzina, Rebecca.
<< Scusa, davvero. >> esclamò, alzandosi dalla sedia.
La afferrai per il polso e le dissi: << dimmi almeno il tuo nome >>
<< Mi chiamo Maila >> rispose camminando a passo più veloce.
Mentre scorgevo il suo fondoschiena allontanarsi sempre più dal tavolino rotondo nel quale eravamo seduti, mi accorsi che aveva appoggiato un bigliettino da visita con su un enorme scritta verde con lievi sfumature gialle "Garden Flower di Verdiana Power", mentre sul retro appariva la scritta "per le tue occasioni indimenticabili. Serviamo anche a domicilio". Posai quel bigliettino sul tavolo, mentre cercavo di finire impaziente il mio cappuccino troppo caldo. Mentre con fissavo nel vuoto la sagoma del biglietto, il mio sguardo improvvisamente balzò sul numero di cellulare impresso proprio sotto quel banale slogan:
32754044781
Chiamai.
<< Garden Flower, buongiorno >>
<< salve parlo con? >>
<< Anastasia, in cosa posso aiutarla? >>
<< ah.. Si, ecco, vorrei dei fiori adatti ad un... ad un cimitero >>
<< benissimo, i crisantemi le vanno bene? >>
<< Si, sono perfetti >>
<< mi dica, ha preferenze sul colore? >>
<< No. Lo scelga lei, sono sicuro che andrà benissimo. Ne porti due mazzi in via Lucio quattordicesimo >>
<< Perfetto, grazie mille per aver scelto Garden Flower! >>
"Cazzo.. E proprio vero che mi lascio prendere dal panico. Per quale motivo ho ordinato dei fiori? Bah, sono 5 Euro buttati nel cesso, evidentemente oggi fumerò un po' meno."
 
   
 
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