2
Diego passava molto del
suo tempo, quando scappava da Maffeo, davanti al laghetto a pochi chilometri
dal palazzo. Sua nonna gli raccontava
spesso che, in quel luogo, suo padre aveva conosciuto sua madre. Quando si
trovava davanti a quel laghetto tutti la sua allegria e tutta la sua felicità
sparivano e lasciavano posto alla tristezza, che però scomparve quando sentì
una voce famigliare che lo chiamava…
- Diego……. Diego…...
Ahi.. stupide radici…. Ah… Diego…... sapevo di trovarti qui…- disse, sorridente,
il ragazzino, con la faccia sporca di terra a causa della caduta.
-Ehi… Roberto, ma dove
eri finito? Ti ho cercato dappertutto?- chiese all’amico, mentre si stava
asciugando le lacrime che gli venivano fuori ogni volta che pensava ai suoi
genitori,
-Diego… lo sai che con
me puoi piangere liberamente… siamo amici no?- disse Roberto, sedendosi accanto
all’amico.
-Sì siamo amici… solo
che non mi va d’essere triste…. – rispose Diego – Insieme a te preferisco
organizzare gli scherzi per fare infuriare Maffeo!- esclamò Diego, nuovamente
con il sorriso sulle labbra, il quale contagiò anche Roberto e così tutti e due
scoppiarono a ridere e si rotolarono per terra.
Ad un certo punto Diego
smise di ridere, si rimise seduto, e disse – Sei venuto a cercare per dirmi
qualcosa?- L’amico si tirò su di scatto e mettendosi una mano sopra la fronte
disse
–È vero... mi è successa
una cosa incredibile!- dicendo questo saltò in piedi per poi lasciarsi
nuovamente cadere seduto, mentre fissava il cielo a pecorelle.
-Allora? Si può sapere
cosa aspetti a dirmela?- disse Diego, incuriosito, ma Roberto fece finta di
niente e disse
–Sarà meglio che ce ne
andiamo… tra un po’ verrà giù un bel acquazzone…-.
-Va bene, però dopo mi
racconti!- disse Diego, un poco scocciato dall'atteggiamento misterioso
dell'amico ed alzandosi in piedi.
-Va bene, va bene…
andiamo nel vecchio capanno, lì saremo tranquilli..- detto ciò si avviarono e
in men che non si dica giunsero alla meta.
Il capanno era usato in
passato come tenuta di caccia dai sovrani, un tempo era una residenza di lusso,
ma l’abbandono lo aveva reso invivibile, almeno per gli standard dei nobili. I
due bambini si accampavano spesso in quella vecchia casetta, anche se ormai il
tetto presentava diversi buchi e gli infissi fossero praticamente inesistenti,
quello era il loro luogo di ritrovo. Quando scappavano, dopo qualche
marachella, avevano deciso di ritrovarsi lì, oppure era un luogo adatto per
parlare senza avere paura di essere ascoltati da qualcuno. Nessun abitante di
quella zona si sarebbe mai avvicinato a quella costruzione, in quando si
narrava che fosse abitata dal fantasma del Marchese Ranieri...
Narrava la
leggenda che un dì estivo, il sovrano Edmondo, un antenato del conte, andò a
caccia con la sua squadra, nella quale c’era un certo Marchese Carlo Ranieri,
il quale nutriva rancore nei confronti del conte, perchè egli aveva sposato una
giovane duchessa, della quale il Marchese Ranieri era innamorato. A nulla servì
il corteggiamento del Marchese alla duchessa, essa era profondamente
innamorata, ricambiata, del conte, e in breve tempo si sposarono. Ranieri,
Allora, decise di uccidere il conte, e volle tentare di mettere in atto il suo
piano proprio in quella giornata…. Purtroppo i suoi piani non andarono come
sperava e il conte lo fece uccidere proprio nel capanno. Si sostiene che poco
prima di morire giurò che la sua discendenza, egli, infatti, aveva avuto due
figli illegittimi, ma li volle riconoscere, avrebbe ostacolato la felicità
della prima discendente femmina della famiglia reale.
Ovviamente per Diego e
Roberto tutte queste erano solo favole, e non avevano problemi ad entrare nel
capanno sia di notte che di giorno.
Entrarono nel capanno e
si sedettero su di una vecchia coperta, Allora Roberto inizio a raccontare..
-Stavo facendo una
passeggiata nel giardino del palazzo, quando ad un certo punto sento la voce di
una bimba che piange… seguo le urla ed inizio a correre… arrivo davanti ad un
cespuglio e dietro questo trovo una bimba svenuta…- Roberto si interrompe un momento
-Ma cosa ci faceva una
bambina nel giardino!? Maffeo da sempre ordine di chiuderlo a chiave, come avrà
fatto ad entrare?- chiede Diego, molto preso dal racconto.
–Era la contessina…-
disse, lasciando Diego si stucco
–La contessina… proprio
quella contessina… la nostra contessina….- riuscì a dire il piccolo.
-Sììììììì…... ma si può
sapere quali altre contessine possono entrare nel giardino del palazzo!!!???....
Comunque mi sono assicurato che stesse bene e l’ho riportata dai padroni. Non
hai idea di come fossero felici… il conte mi ha detto che potevo avere quello
che volevo… ma io non ho bisogno di niente, ho già una mamma dolcissima ed un
amico fidato, cosa posso volere di più?- disse il ragazzino, con un’espressione
serena sul volto, mentre Diego sorrideva per le belle parole che il suo amico
aveva appena finito di dire,
-È vero… quando hai un
amico come me cosa puoi desiderare di più?- disse Diego, mettendosi le mani sui
fianchi e alzando il mento, a mo’ di superiore. Vedendolo, Roberto prese un cuscino
polveroso e glielo diede in faccia facendolo cadere – Sì soprattutto un amico
modesto, vero?- disse all’amico a terra, che, per vendicarsi,gli diede a sua
volta una cuscinata. Questo fu l’inizio di una tremenda guerra con i cuscini,
che si concluse verso l’ora di cena…
Intanto al castello il
conte…- Piccola mia... non fare mai più una cosa del genere… la prossima volta
che vorrai uscire dillo a mamma o a papà, mi raccomando non farlo mai da sola.-
disse il sovrano alla figlia.
-Ma papà perché non posso
uscire da sola fuori, sono grande ormai, me lo dite sempre tu e la mamma…- replicò
la piccola, senza capire che colpa avesse, - Potevi farti del male… o-oppure
essere rapita da qualcuno…. O-o peggio ancora potevi essere punta da un insetto
e prenderti qualche malattia…- disse la contessa, il suo stato d’animo non era
ben definibile… era scossa dall’accaduto del pomeriggio, arrabbiata con se
stessa per non essere stata attenta alla figlia e agitata il solo pensiero di
ciò che le poteva capitare.
-Cara… calmati.. non è
successo niente… per fortuna Roberto l’ha trovata, quel ragazzino è molto
responsabile per la sua età!- disse il conte per tranquillizzare la contessa,
che sembrò meno agitata, e, mentre prendeva in braccio la figlia per metterla a
letto, disse al marito – Hai ragione.. Roberto è il nostro piccolo salvatore,
se non fosse stato per lui... non voglio pensare a ciò che sarebbe potuto
accadere...- si lasciò scappare una lacrima nel dire quelle parole, che non
sfuggì alla piccola.
–Mamma… cos’hai? Perché
piangi?- disse mezza addormentata nel suo lettino.
-Niente piccola mia.
Adesso dormi… è tardi.- spense la luce e lasciò che la piccola scivolasse nel
regno dei sogni, mentre il conte e la contessa si stavano avviando nella loro
stanza.
“Quel bambino... mi sta
molti simpatico...”pensò Isabella, prima di scivolare in un sonno profondo.
***
Nelle cucine…
-Argh... dove sono
finiti quei piccoletti...Argh... dovevano sistemare i piatti puliti a posto e
lavare quelli sporchi...Argh...Lo sapevo quei due sono dei lavativi... Ma
aspetta che tornino a casa e...- Maffeo era davvero infuriato con Diego e
Roberto, mentre Anna e la signora Caterina erano tranquillamente
sedute e gustarsi un buon, e meritato, tè…
-Ohhhh… Maffeo…. – disse
la signora Caterina- ...non devi prendertela con quei due poveri piccoli, sono
solo bambini, hanno il diritto di giocare non devono ancora pensare a lavorare-
li giustificò l’anziana signora, mentre Anna era di diversa opinione
–Io invece credo che ai
bambini debba essere affidato qualche lavoro-
Maffeo fece cenno di sì con la testa e mise su
un sorriso soddisfatto – Grazie al cielo qualcuno che mi da retta… grazie Anna-
le disse.
-Sì ma…- aggiunse la
giovane donna, facendo decadere il sorriso di Maffeo e trasformandolo in una
smorfia, - … i bambini sono pur sempre bambini... è giusto che lavorino, ma non
puoi pretendere che lo facciano tutto il giorno.- concluse Anna, scambiando uno
sguardo di intesa con la signora Caterina , il povero cuoco cadde in ginocchio
in preda alla disperazione, non si accorse nemmeno che, dietro di lui, due
piccole figure si erano avvicinate e lo stavano per prendere di soprassalto….
-Aaaaaahhhh!!!
Toglietemeli di dosso!! Toglietemeli di dosso!!!- iniziò ad urlare Maffeo,
facendo sobbalzare le due donne, che si girarono di scatto
-Lasciate immediatamente
Maffeo!- urlarono all’unisono le due donne ai birbanti, che si erano aggrappati
al collo del povero cuoco facendolo spaventare, quasi, a morte…
-Piccole pesti… se vi
prendo….- urlò Maffeo appena i due furono scesi, che incominciarono a correre,
ma, purtroppo la loro corsa durò poco, perché furono presi entrambi, uno dalla
madre e l’altro dalla nonna, che diedero loro una bella sculacciata, e furono
spediti diritti a letto, senza cena, sotto gli occhi soddisfatti di Maffeo.