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Autore: SoGi92    01/07/2014    2 recensioni
Dalla storia:
"Nell'Italia del diciannovesimo secolo, in un territorio confinante con il Regno di Sardegna, il conte Giuseppe Miroglio attendeva con impazienza la nascita del suo primo erede. Che fosse maschio o femmina poco gli importava. Desiderava solo la sua salute.
-Conte!Conte!...- urlò Caterina  -Conte…  il momento è giunto, vostra figlia è nata!-"
"Intanto nelle cucine del palazzo la servitù stava festeggiando la nascita della contessina… -Sono molto felice per il conte e la contessa- disse Anna, una delle loro più fide domestiche, - Dopo tanto tempo anche loro hanno un piccolo angelo.-
- Non capisco cosa ci sia da agitarsi tanto- disse il piccolo Roberto, il figlio di Anna, - È solo nata una bambina… non è niente d’eccezionale!-."
Contessa e stalliere. Due mondi diversi, destinati ad incontrarsi...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
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Diego passava molto del suo tempo, quando scappava da Maffeo, davanti al laghetto a pochi chilometri dal palazzo.  Sua nonna gli raccontava spesso che, in quel luogo, suo padre aveva conosciuto sua madre. Quando si trovava davanti a quel laghetto tutti la sua allegria e tutta la sua felicità sparivano e lasciavano posto alla tristezza, che però scomparve quando sentì una voce famigliare che  lo chiamava…

- Diego……. Diego…... Ahi.. stupide radici…. Ah… Diego…... sapevo di trovarti qui…- disse, sorridente, il ragazzino, con la faccia sporca di terra a causa della caduta.

-Ehi… Roberto, ma dove eri finito? Ti ho cercato dappertutto?- chiese all’amico, mentre si stava asciugando le lacrime che gli venivano fuori ogni volta che pensava ai suoi genitori,

-Diego… lo sai che con me puoi piangere liberamente… siamo amici no?- disse Roberto, sedendosi accanto all’amico.

-Sì siamo amici… solo che non mi va d’essere triste…. – rispose Diego – Insieme a te preferisco organizzare gli scherzi per fare infuriare Maffeo!- esclamò Diego, nuovamente con il sorriso sulle labbra, il quale contagiò anche Roberto e così tutti e due scoppiarono a ridere e si rotolarono per terra.

Ad un certo punto Diego smise di ridere, si rimise seduto, e disse – Sei venuto a cercare per dirmi qualcosa?- L’amico si tirò su di scatto e mettendosi una mano sopra la fronte disse

–È vero... mi è successa una cosa incredibile!- dicendo questo saltò in piedi per poi lasciarsi nuovamente cadere seduto, mentre fissava il cielo a pecorelle.

-Allora? Si può sapere cosa aspetti a dirmela?- disse Diego, incuriosito, ma Roberto fece finta di niente e disse

–Sarà meglio che ce ne andiamo… tra un po’ verrà giù un bel acquazzone…-. 

-Va bene, però dopo mi racconti!- disse Diego, un poco scocciato dall'atteggiamento misterioso dell'amico ed alzandosi in piedi.

-Va bene, va bene… andiamo nel vecchio capanno, lì saremo tranquilli..- detto ciò si avviarono e in men che non si dica giunsero alla meta.

 

Il capanno era usato in passato come tenuta di caccia dai sovrani, un tempo era una residenza di lusso, ma l’abbandono lo aveva reso invivibile, almeno per gli standard dei nobili. I due bambini si accampavano spesso in quella vecchia casetta, anche se ormai il tetto presentava diversi buchi e gli infissi fossero praticamente inesistenti, quello era il loro luogo di ritrovo. Quando scappavano, dopo qualche marachella, avevano deciso di ritrovarsi lì, oppure era un luogo adatto per parlare senza avere paura di essere ascoltati da qualcuno. Nessun abitante di quella zona si sarebbe mai avvicinato a quella costruzione, in quando si narrava che fosse abitata dal fantasma del Marchese Ranieri...

 Narrava la leggenda che un dì estivo, il sovrano Edmondo, un antenato del conte, andò a caccia con la sua squadra, nella quale c’era un certo Marchese Carlo Ranieri, il quale nutriva rancore nei confronti del conte, perchè egli aveva sposato una giovane duchessa, della quale il Marchese Ranieri era innamorato. A nulla servì il corteggiamento del Marchese alla duchessa, essa era profondamente innamorata, ricambiata, del conte, e in breve tempo si sposarono. Ranieri, Allora, decise di uccidere il conte, e volle tentare di mettere in atto il suo piano proprio in quella giornata…. Purtroppo i suoi piani non andarono come sperava e il conte lo fece uccidere proprio nel capanno. Si sostiene che poco prima di morire giurò che la sua discendenza, egli, infatti, aveva avuto due figli illegittimi, ma li volle riconoscere, avrebbe ostacolato la felicità della prima discendente femmina della famiglia reale.

 

Ovviamente per Diego e Roberto tutte queste erano solo favole, e non avevano problemi ad entrare nel capanno sia di notte che di giorno.

Entrarono nel capanno e si sedettero su di una vecchia coperta, Allora Roberto inizio a raccontare..

-Stavo facendo una passeggiata nel giardino del palazzo, quando ad un certo punto sento la voce di una bimba che piange… seguo le urla ed inizio a correre… arrivo davanti ad un cespuglio e dietro questo trovo una bimba svenuta…- Roberto si interrompe un momento

-Ma cosa ci faceva una bambina nel giardino!? Maffeo da sempre ordine di chiuderlo a chiave, come avrà fatto ad entrare?- chiede Diego, molto preso dal racconto.

–Era la contessina…- disse, lasciando Diego si stucco

–La contessina… proprio quella contessina… la nostra contessina….- riuscì a dire il piccolo.

-Sììììììì…... ma si può sapere quali altre contessine possono entrare nel giardino del palazzo!!!???.... Comunque mi sono assicurato che stesse bene e l’ho riportata dai padroni. Non hai idea di come fossero felici… il conte mi ha detto che potevo avere quello che volevo… ma io non ho bisogno di niente, ho già una mamma dolcissima ed un amico fidato, cosa posso volere di più?- disse il ragazzino, con un’espressione serena sul volto, mentre Diego sorrideva per le belle parole che il suo amico aveva appena finito di dire,

-È vero… quando hai un amico come me cosa puoi desiderare di più?- disse Diego, mettendosi le mani sui fianchi e alzando il mento, a mo’ di superiore. Vedendolo, Roberto prese un cuscino polveroso e glielo diede in faccia facendolo cadere – Sì soprattutto un amico modesto, vero?- disse all’amico a terra, che, per vendicarsi,gli diede a sua volta una cuscinata. Questo fu l’inizio di una tremenda guerra con i cuscini, che si concluse verso l’ora di cena…

Intanto al castello il conte…- Piccola mia... non fare mai più una cosa del genere… la prossima volta che vorrai uscire dillo a mamma o a papà, mi raccomando non farlo mai da sola.- disse il sovrano alla figlia.

-Ma papà perché non posso uscire da sola fuori, sono grande ormai, me lo dite sempre tu e la mamma…- replicò la piccola, senza capire che colpa avesse, - Potevi farti del male… o-oppure essere rapita da qualcuno…. O-o peggio ancora potevi essere punta da un insetto e prenderti qualche malattia…- disse la contessa, il suo stato d’animo non era ben definibile… era scossa dall’accaduto del pomeriggio, arrabbiata con se stessa per non essere stata attenta alla figlia e agitata il solo pensiero di ciò che le poteva capitare.

-Cara… calmati.. non è successo niente… per fortuna Roberto l’ha trovata, quel ragazzino è molto responsabile per la sua età!- disse il conte per tranquillizzare la contessa, che sembrò meno agitata, e, mentre prendeva in braccio la figlia per metterla a letto, disse al marito – Hai ragione.. Roberto è il nostro piccolo salvatore, se non fosse stato per lui... non voglio pensare a ciò che sarebbe potuto accadere...- si lasciò scappare una lacrima nel dire quelle parole, che non sfuggì alla piccola.

–Mamma… cos’hai? Perché piangi?- disse mezza addormentata nel suo lettino.

-Niente piccola mia. Adesso dormi… è tardi.- spense la luce e lasciò che la piccola scivolasse nel regno dei sogni, mentre il conte e la contessa si stavano avviando nella loro stanza.

“Quel bambino... mi sta molti simpatico...”pensò Isabella, prima di scivolare in un sonno profondo.

 ***

Nelle cucine…

-Argh... dove sono finiti quei piccoletti...Argh... dovevano sistemare i piatti puliti a posto e lavare quelli sporchi...Argh...Lo sapevo quei due sono dei lavativi... Ma aspetta che tornino a casa e...- Maffeo era davvero infuriato con Diego e Roberto, mentre Anna e la signora  Caterina  erano tranquillamente sedute e gustarsi un buon, e meritato, tè…

-Ohhhh… Maffeo…. – disse la signora Caterina- ...non devi prendertela con quei due poveri piccoli, sono solo bambini, hanno il diritto di giocare non devono ancora pensare a lavorare- li giustificò l’anziana signora, mentre Anna era di diversa opinione

–Io invece credo che ai bambini debba essere affidato qualche lavoro-

 Maffeo fece cenno di sì con la testa e mise su un sorriso soddisfatto – Grazie al cielo qualcuno che mi da retta… grazie Anna- le disse.

-Sì ma…- aggiunse la giovane donna, facendo decadere il sorriso di Maffeo e trasformandolo in una smorfia, - … i bambini sono pur sempre bambini... è giusto che lavorino, ma non puoi pretendere che lo facciano tutto il giorno.- concluse Anna, scambiando uno sguardo di intesa con la signora Caterina , il povero cuoco cadde in ginocchio in preda alla disperazione, non si accorse nemmeno che, dietro di lui, due piccole figure si erano avvicinate e lo stavano per prendere di soprassalto….

-Aaaaaahhhh!!! Toglietemeli di dosso!! Toglietemeli di dosso!!!- iniziò ad urlare Maffeo, facendo sobbalzare le due donne, che si girarono di scatto

-Lasciate immediatamente Maffeo!- urlarono all’unisono le due donne ai birbanti, che si erano aggrappati al collo del povero cuoco facendolo spaventare, quasi, a morte…

-Piccole pesti… se vi prendo….- urlò Maffeo appena i due furono scesi, che incominciarono a correre, ma, purtroppo la loro corsa durò poco, perché furono presi entrambi, uno dalla madre e l’altro dalla nonna, che diedero loro una bella sculacciata, e furono spediti diritti a letto, senza cena, sotto gli occhi soddisfatti di Maffeo.

 

 

 

   
 
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