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Autore: SmileRed    01/07/2014    13 recensioni
Leòn Vargas è uno dei ragazzi più sfigati del liceo. E' un ragazzo molto introverso, non parla e sta sempre per i fatti suoi. Viene spesso preso di mira dai ragazzi della squadra di basket e dalle cheerleader non sapendo di essere il sogno proibito di ognuna di esse.
Violetta Castillo è la ragazza più amata in tutto il liceo. E' la capo cheerleader, ha un carattere forte e deciso si può dire che sia una ragazza senza scrupoli.
Potrebbe mai nascere una storia d'amore fra questi due individui ?
[...]
"- Sai, amare è la cosa più bella che possa esistere, ma essere amati; è la completezza che avvolge l'anima inquieta. Ed è bello anche; poter con un sorriso ed un abbraccio esprimere tutto ciò che si custodisce nel cuore, tutto questo sai, non ha eguali. E ancora, poter con una stretta di mano sfiorare i brividi dell'emozioni altrui "è vivere" semplicemente vivere... poter sentire le carezze del cuore, mentre nella complicità appagante di un anima affine, si placa l'eterno uragano della lontananza "è melodia perfetta" che combina e sincronizza l'impercettibile sinfonia di un cuore colmo di felicità! Ho l'amore, semplicemente meraviglioso! Sai. -
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eres mi mayor peligro.
Capitolo 1.


Lui era lì. Seduto in fondo alla mensa. Il cappuccio della felpa nera gli copriva il volto. Era sempre stato un tipo silenzioso, non parlava quasi mai era come se fosse rinchiuso in un mondo tutto suo. All'improvviso Diego il capitano della squadra di basket gli si avvicina e gli getta il pranzo a terra. Istintivamente si alzò e in quel momento intravidi il suo viso, erano vicini solo un soffio li avrebbe divisi. Diego aveva uno sguardo divertito ed un sorriso beffardi si estendeva sul suo volto, invece lui era serio, aveva il contorno dell'occhio violaceo. Non era una novità quasi tutte le settimane si presentava con lividi o fratture, molti dicevano che partecipava a scontri clandestini ma erano solo voci fondate.
I loro sguardi erano ancora fissi l'uno sull'altro d'un tratto Diego lo spintona facendolo cadere in terra, una fragorosa risata campeggiò in mensa. Era seduto lì per terra e non aveva intenzione di reagire alle provocazioni di Diego, si limitava a fissarlo con quei suoi due occhi verdi che sembravano incantare chiunque, erano verdi ma con la luce diventavano azzurri come il ghiaccio.
Divertito Diego si allontanò mentre lui non aveva fretta di rialzarsi, sentì il suo sguardo su di me per pochi secondi. Quando fu in piedi si diresse verso Diego che intanto stava continuando a prenderlo in giro davanti a tutti. Diego era voltato di spalle, gli posò una mano sulla spalla e quando Diego si voltò sussurrò lentamente - Sai cosa mi piace dei figli di papà ? Niente - per poi stampargli un pugno in piena faccia. Si allontanò e scosse la mano, aveva tirato un pugno così forte da farsi male la mano.
- Oddio. Hai visto che pugno che gli ha tirato ? più virile di così dimmi tu cosa c'è - mi sussurrò all'orecchio Francesca. Francesca era la mia migliore amica, una ragazza dolce, solare e come tutte le altre cheerleader Leòn era il suo sogno proibito. 
Diego era ancora terra mentre Leòn già se ne era andato. Mi guardai attorno per cercarlo con lo sguardo ma niente, lui non c'era.
- Però ci sa fare con le mani Vargas - disse Ludmilla scatenando così una risata fra le ragazze. Ludmilla si può dire che è la ragazza perversa del gruppo, parla solo ed esclusivamente di sesso e delle sue performance sessuali con la squadra di basket.
Finita l'ora di spacco tutti tornammo nelle proprie classi. - Sai una cosa Vilu ? Non mi importa di come viene considerato Leòn dalla squadra di basket, voglio uscire con lui - mi fermai di botto ed osservai Francesca. Diciamo che ero rimasta stupita dalla affermazione e dalla convinzione di Francesca, anche perché Leòn non era il suo tipo, insomma il ragazzo tenebroso con la ragazza dolce e sbarazzina - io ti consiglierei di non farlo Fran, Leòn non è il tuo tipo insomma lui è... è... così... diverso da te. Non funzionerebbe - dissi sedendomi sulla cattedra della prof.
- Gli opposti si attraggono Vilu, ricordalo. E poi tu che ne sai che lui sia poi tanto diverso da me non lo conosci - ammetto che Francesca aveva ragione ma Leòn non era il suo tipo.
- Sarà come dici tu, ma se poi lui ti scarica o ti rifiuta non venire a piangere da me Fran -. - Non preoccuparti non lo farò -.
Finite le lezioni mi diressi verso Diego per chiedergli spiegazioni su quanto è successo. - Perché lo hai spinto ? - mi fissò con aria interrogativa - sto parlando di Vargas - continuai. Tra me e Diego c'è sempre stato un rapporto che andava sempre oltre una semplice amicizia potevamo definirci dei " Scopamici ". - Perché ti interessa tanto ? - mi domandò con un sorriso beffardo sul volto - perché se non l'avessi spinto lui non ti avrebbe colpito e in più tu non avresti fatto una figura di merda davanti a tutti - risposi acida, lui mi guardò fisso negli occhi per poi sussurrarmi qualcosa - sono felice che ti preoccupi per me, ma Vargas la pagherà e quei lividi che di solito ha in faccia non saranno niente a confronto con i lividi che gli procurerò io -. Diego non era un cattivo ragazzo ma uno abbastanza orgoglioso e prepotente, infondo a me piaceva il suo essere stronzo ma quando prendeva di mira Leòn Vargas tutto cambiava come se il mio volergli bene si trasformasse in odio. Ai miei occhi Leòn appariva come un cucciolo indifeso, i suoi occhi erano così carichi di sicurezza e chissà quanti segreti nascondevano, lui era il pericolo in persona spesso certi uomini in giacca e cravatta venivano a cercarlo sotto scuola chiedendo informazioni su di lui ai ragazzi ma non ottenevano niente perché di Vargas nessuno sapeva niente né del suo passato né del suo presente, ma nonostante tutto non si arrendevano ogni mercoledì venivano sotto scuola in cerca di informazioni, lo osservavano da lontano e per quanto lui ne fosse a conoscenza faceva finta di niente almeno a scuola. Era strano, non parlava e non reagiva alle provocazioni. Questa mattina per la prima volta aveva reagito forse stanco dei troppi insulti e delle troppe prese in giro, perché in fondo anche se era più riservato rispetto agli altri era sempre un ragazzo, un essere umano con dei sentimenti e emozioni.
- A cosa pensi ? - mi voltai ed incrociai gli occhi di Camilla. Una ragazza diversa dalle altre. Un'anticonformista. Suo padre era il proprietario del centro commerciale più grande di tutta la città, possedeva più della metà delle strutture più gettonate in Sud America ma nonostante tutto lei è sempre rimasta una ragazza semplice, che preferiva andare in giro con una bicicletta che con la macchina che le aveva regalato il padre per il compleanno. Beh certo io non mi potevo definire come lei, amavo le cose sfarzose ma soprattutto costose e non seguire la moda dei tempi per me era come rimanere indietro nel medioevo, ma nonostante eravamo grandi amiche quasi come sorelle.
- A Diego è normale no ? - mi fissò con aria divertita ed incrociò le braccia al petto - ne sei proprio sicura ? Diego ? a me sembra che tu stia pensando a Leò... - non la feci finire di parlare che subito gli tappai la bocca - vuoi urlare un po' più forte ? al parcheggio non ti hanno sentito - la rimproverai - ma dai non sapevo che stessi pensando davvero a lui - rispose alzando le mani in segno di resa - punto 1. Non sto pensando a lui. Punto 2. Non urlare e punto 3. Non sono costretta a dirti cosa penso e cosa faccio, quindi taci ! - dissi quasi urlandole in faccia.
Mi guardò per un paio di secondi e poi spalancò la bocca portandosi le mani su di essa - non ci credo. Ti piace Vargas ! - esclamò trattenendo una risata. Vargas ? ma che idiozie stava dicendo, insomma VARGAS ! - Questa è un idiozia ! A me non piace Vargas - mi lamentai - ma se te lo spogli con gli occhi Vilu ! Ammettilo vorresti mangiare fragole intinte nel cioccolato con lui, assaporandole morso per morso - mi sussurrò all'orecchio con tono provocante. A sentire quelle parole un brivido mi percorse la schiena. L'immagine di me e Leòn mentre assaporiamo fragole al cioccolato è qualcosa di poco casto nella mia mente. - Vilu ? Vilu ? Vilu ! - feci uno scatto con la testa per distogliere quei pensieri dalla mia mente - allora vedi che avevo ragione ti piace Vargas. Sono la tua migliore amica e le migliori amiche sono peggio delle madri riescono a capire tutto in un secondo - continuò - fa come vuoi, ma a me Vargas non piace - dissi stringendo i libri al petto e avviandomi verso la macchina - sai sareste una bella coppia. Già mi immagino i volantini per la scuola: " La capo cheerleader e il tenebroso " -. - continua a sognare Cami. Continua a sognare - risposi aprendo lo sportello dell'auto di Diego - vuoi un passaggio ? - domandò il moro al mio fianco a Camilla - no. Ho la bicicletta attaccata al paletto - rispose.
La salutai e insieme a Diego mi avviai verso casa.
La macchina era silenziosa. La radio era spenta e noi due eravamo muti come pesci. - Allora ? di cosa stavate parlando tu e Camilla ? - domandò cercando di attaccare bottone.
- Niente le solite cose - risposi noncurante continuando a guardare la strada. Il cielo era ricoperto da nuvole grigie, segno che un temporale stava per avventarsi sulla città.
- Come mai così silenziosa ? -. - Sono stanca e l'unica cosa che desidero in questo momento è tornare a casa -.
Le gocce di pioggia iniziarono a posarsi sul cofano dell'auto. D'un tratto il mio sguardo si posò su un ragazzo vestito nella stessa maniera di Leòn. Jeans scuri strappati e una felpa nera.
Era poggiato al semaforo come suo solito aveva il cappuccio in testa, le cuffie nelle orecchie, la sigaretta in bocca e le mani nelle tasche. Continuai ad osservarlo mentre la macchina andava sempre più avanti. 
- Cosa c'è ? - mi domandò Diego spostando lo sguardo su di me e poi sulla strada - niente mi era sembrato di vedere una persona che conoscevo ma mi sbagliavo - risposi fingendo un sorriso. - Senti Vilu... io mi stavo chiedendo se magari... domani ti andrebbe di venire al cinema - disse svoltando la strada - certo mi farebbe piacere... - risposi slacciando la cintura.
Aprì la portiera e gli schioccai un bacio sulla guancia per poi scendere ed entrare nel giardino di casa. Feci una corsa per non bagnarmi ed entrai.
- Oh piccolina finalmente sei tornata -. Olga la domestica è sempre stata come una zia per me sempre al tuo ordine quasi come se fosse un facchino quando invece faceva parte della famiglia le mancava solo il cognome Castillo e poi sarebbe stata un membro a tutti gli effetti. - Ciao Olga. Che odorino - risposi baciandole una guancia per poi abbracciarla - pollo con patate - rispose strofinando le mani sulla mia maglia - vado a farmi un bagno -.
Salì le scale e mi diressi verso il bagno. Mi liberai di tutti gli indumenti e mi immersi nella vasca liberando la mente da tutti i pensieri. L'unico pensiero fisso però era Leòn Vargas.
Che Camilla avesse ragione ? Che Vargas mi piacesse davvero ? Resta il fatto che non riesco a non pensare a lui e al fatto che Francesca voglia provarci. Insomma Leòn non è per niente il suo tipo. Vargas non è un semplice ragazzo è VARGAS !.
Finisco il bagno e corro in camera per prendere i vestiti. Questa sera c'è una festa al Flamingo e diciamo che è stata invitata tutta la scuola tra questi Leòn anche se dubito che ci venga non ha mai partecipato ad una festa scolastica, non ne è mai stato il tipo. Opto per un vestito nero con un fiocco dorato in vita e le solite scarpe col tacco, ritorno in bagno per truccarmi e per sistemarmi i capelli.
- Che splendore - mentre scendo le scale noto che Diego era seduto sul divano bianco in pelle posto davanti alla televisione. Lui era vestito con una semplice camicia bianca e un pantalone nero. - Ehi, non pensavo fossi già qua -. - Mi ha aperto Olga - rispose avvicinandosi a me per poi stamparmi un bacio sulle labbra, un bacio casto e dolce.
- Sei perfetta. E sei la mia accompagnatrice - sussurrò ad un centimetro dalle mie labbra - aspetta. Sei tu il mio accompagnatore - dissi sorridendo per poi far combaciare di nuovo le nostre labbra. Questa volta in un bacio passionale quasi famelico - credo sia meglio andare, prima che mio padre torni e ci ritrovi a limonare davanti alle scale - dissi prendendo la borsa.
Salutammo Olga e ci avviamo verso il locale.
La musica era ad alto volume, ragazzi ubriachi si rincorrevano di qua e di là. - Ehi Vilu finalmente siete arrivati vi siete persi i balli più belli - Francesca era una ragazza dolce e simpatica ma quando c'erano feste si trasformava nella ragazza più casinara in tutta Buenos Aires. - Vado dai ragazzi ci vediamo al banco - mi sussurrò Diego ad un orecchio.
Dopo un ballo ad animale con Maxi e Camilla mi avvicinai al banco per ordinare da bere. - Un Gin Lemon - dissi al cameriere. Contemporaneamente un'altra voce ordinare da bere.
- Dammi un Long Island -. Mi voltai e lo vidi, era seduto su uno sgabellino in pelle, indossava dei jeans e una camicia azzurra con le maniche risvolte fino all'avambraccio con al piede le solite vans nere. Girò lo sguardo verso di me e ci guardammo per alcuni secondi quando arrivarono i nostri rispettivi cocktail. Io una semplice bevanda al limone mentre lui uno dei cocktail più forti che esistano. - Riesci a sopportarlo - alzò lo sguardo verso di me - certamente - rispose per poi ritornare con lo sguardo sul bicchiere ingerendo tutto d'un sorso la bevanda. Lo guardai sbalordita - perché mi hai rivolto la parola ? - mi domandò con tono acido - perché non dovrei farlo ? -. - Forse perché sono Leòn Vargas -. - E che male c'è ? -. Mi sorrise e ne rimasi incantata, - Non avrei mai pensato che Violetta Castillo mi avrebbe mai rivolto la parola - continuò ordinando un altro cocktail - io non avrei mai pensato che tu parlassi con qualcuno - risposi trattenendo un sorriso, bevve tutto d'un sorso anche il secondo bicchiere e fece una smorfia con le labbra. Improvvisamente Francesca si allacciò alla sua schiena e lo invitò a ballare stranamente accettò, mi rivolse un ultimo sorriso e si immerse nella folla con Francesca. Ammetto di esserci rimasta male stavamo intrattenendo una ' Bella? ' conversazione.
- Ehi piccola, vedo che già ti sei data da fare - sentì le braccia di Diego avvolgermi per la vita e il suo respiro infrangersi sul collo - balliamo ? - gli domandai.
Mi sorrise e mi prese la mano trasportandomi in pista. La musica era alta e Diego si muoveva ad animale strusciandosi contro il mio corpo mentre la mia attenzione era posta su Leòn e Francesca che ridevano e scherzavano con Camilla, Maxi, Nata e Seba. - Che hai ? - mi sussurrò all'orecchio - niente - risposi passandomi una mano sul viso - io vado a giocare a ping pong con i ragazzi ci vediamo dopo - disse dandomi un bacio a fior di labbra.
Stanca mi avvicinai ai divanetti in pelle. - Ti va di ballare ? - alzai per l'ennesima volta lo sguardo e incrociai i suoi magnifici occhi - c... certo - balbettai.
Eravamo l'uno attaccato all'altro, le sue braccia mi circondavano la vita mentre le mie erano allacciate al suo collo, appoggiai il capo sulla sua spalla e mi lasciai trasportare dalla musica.
Improvvisamente lo sentì staccarsi con forza e nemmeno il tempo di riaprire gli occhi che vidi Diego lanciargli un pugno in faccia. Cadde per terra e l'attenzione era posta su di lui, Diego mi lanciò un'occhiataccia e poi si avventò su Leòn cercai di staccarli ma niente, tutti erano impegnati a guardare e nessuno cercava di aiutarmi - basta Diego, basta - urlai, cercai di fermarli fino a quando il proprietario del locale e i buttafuori li dividero. In pochi secondi vidi il volto di Leòn sfregiato dai pugni mentre Diego era solo rosso in viso.
Le guardie li buttarono fuori e io li raggiunsi accompagnata da Francesca e Camilla.
- Ma si può sapere che cazzo fai ? - domandai furiosa - tu che cazzo fai ? ti lascio due minuti sola e nemmeno il tempo di sederti che già ti allacci ad un coglione come questo - sembrava fuori di se, Leòn invece era già scappato via.





Angolo Autrice : Ciao a tutti. Questa è la mia prima storia e davvero non so che fare non la vedo una storia qualificata per essere una bella storia. Non so se continuarla o cancellarla dipende se a voi piace ed infatti mi sono posta un traguardo e se non dovessi raggiungerlo cancellerò la storia.
Passiamo al capitolo. Non so come mi sia uscita questa idea ma mi è uscita e questa è l'importante.
Beh non so non h nient'altro da aggiungere spero lo facciate voi.
Ciao ciao.
  
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