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Autore: Allyn    01/07/2014    9 recensioni
Capelli in fiamme e l'anima già bruciata. Gaara vive ai margini del mondo e di se stesso, perso nell'oblio di un dolore di cui non ricorda neanche il nome, destinato a bruciare prematuramente, a divenire cenere sul ciglio della strada. Naruto, apparentemente felice, sorriso allegro sul viso abbronzato, l'anima e il cuore a brandelli. Un "Put*an tour" finito male, un incontro inaspettato, un ladro dai mille problemi e i capelli in fiamme. Una confessione azzardata, un tentativo, disperato, di raggiungere insieme la felicità. Credo NaruGaaraNaru, accenni SasuNaruSasu
Avvertimento: Tematiche forti etc etc
***
Naruto non avrebbe voluto, tutto era iniziato come uno scherzo, "puttan tour" avevano urlato gli amici, Kiba, e poi quell'altro cretino con le sopracciglia folte.
"No"
"Andate voi"
"Mi rifiuto"
Ora era in quell'auto, con il finestrino abbassato, due ragazze da marciapiede e gli occhi verde banconota a fissarlo. divertite.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Gaara, Naruto/Sasuke, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 4

Di momentanee follie e ospiti notturni

Avvertimenti: come sempre, ma senza il rock and roll!

Dopo quell’episodio Naruto si era imposto di non rimanere nella stessa stanza con l’ospite per un tempo che non superasse la mezz’ora, i giusti minuti per mangiare e scambiarsi un saluto.

Il rosso dormiva per la maggior parte del tempo, quasi dovesse ricaricare le batterie, o recuperare giorni di sonno perduto.

A Naruto andava bene, con le palpebre abbassate Gaara era innocuo, per se stesso e per lui.

“I tuoi sono in vacanza?” Chiese il rosso una sera, sfogliando il volantino del supermercato.

Il biondo non aveva risposto, gli aveva lanciato il telecomando della tv, aveva sorriso, poi era andato a letto.

Quella mattina spense la sveglia e sbadigliò un paio di volte prima di ciabattare fino alla cucina e chiedere: “Latte o spremuta?”

Nessuna risposta.

Bussò alla porta del minuscolo bagno che si aprì cigolando.

Nessuno.

“Gaara!” Chiamò.

Sparito, evaporato, con lui anche la felpa nera che aveva portato in lavanderia qualche giorno prima.

Si diede del deficiente, anzi, del colossale deficiente.

Avrebbe dovuto aspettarselo, certi animali non sono fatti per vivere in cattività, ed un gatto randagio come Gaara non poteva di certo rimanere incollato al suo divano per sempre.

Eppure quei pochi giorni erano stati in un certo modo luminosi, pieni di una speranza che sì, doveva ammetterlo, gli aveva lasciato in bocca il sapore di un’illusione a cui non voleva dare nomi.

*°*°*°*°*

“Naruto”

Il professor Kakashi lo richiamò alla cattedra poco dopo il termine della lezione.

“Hai praticamente lasciato il compito in bianco. Che ti passa per la testa? Il nichilismo più estremo? Una forma di protesta?”

Naruto aveva capitò metà delle parole fuoriuscite dalle labbra del professore, un po’ perché questo nascondeva mezzo volto sotto una sciarpa invernale, un po’ perché non lo stava realmente ascoltando.

“E’ successo qualcosa? Non sei riuscito ad avere gli appunti…spiegami, per favore”

Un sospiro, una risatina e poi una voce alle sue spalle. Sasuke non era uscito dalla classe dopo il suono della campanella, fissava il professore e il biondo con la medesima espressione divertita.

“E’ semplicemente scemo! Nessun mistero”

Naruto si voltò e lo guardò in cagnesco.

“Uchiha, finiscila e vai a casa” La voce di Kakashi si fece più ferma

Lui raccolse la tracolla, salutò con un gesto della mano pallida e uscì nel corridoio.

“Non stavo molto bene” Si giustificò allora Naruto

Il professor Hatake gli restituì il compito e “Vieni interrogato la prossima settimana” disse congedandolo con uno sbadiglio.

Naruto uscì dalla classe senza sbattere la porta, anche se sinceramente ne avrebbe avuto bisogno.

Sasuke lo aveva aspettato, l’aria da stronzo, i capelli legati sulla nuca e il solito sorrisetto da schiaffi.

“Hai intenzione di ripetere l’anno, testa-quadra?”

“Hai intenzione di rompere il cazzo, Uchiha?”

Naruto prese a camminare spedito verso l’uscita, ma l’altro lo seguiva senza fatica.

“Addirittura in bianco? Stai proprio regredendo a livello di analfabeta?” Lo derise ancora.

Naruto uscì nel cortile, questa volta sbattendosi la porta alle spalle, Sasuke sembrava non volerlo lasciare in pace. Era passato da ignorarlo completamente ad infastidirlo nel modo più infantile ed ossessivo, quale incoerenza.

“Hatake è anche troppo buono con quelli come te”

Uzumaki si voltò, gli occhi azzurri lucidi di rabbia.

“Mi spieghi che cazzo vuoi?!” Stava gridando; un paio di ragazzette si voltarono per guardarli.

Sasuke incrociò le braccia e sospirò.

“Ricordarti che sei un fallito”

Naruto lasciò cadere lo zaino a terra e afferrò il compagno per il colletto della camicia.

“Ti manca il mio uccello Sasuke? E’ per questo che fai così lo stronzo?”

“Con che coraggio! Tu, che la notte continui a farti le seghe pensandom…”

Un pugno in pieno volto.

Naruto mollò la presa e lasciò che Sasuke sputasse a terra dolorante.

“Sei impazzito?” Aveva sibilato riprendendo fiato.

“Sì, sono stanco Sasuke, deciditi…”

Ormai si conoscevano da troppo tempo perché Naruto non capisse che tutta quella cattiveria era frutto di un disagio; Uchiha aveva un problema, ma non sapeva come gestirlo, allora infieriva su di lui, come se vederlo soffrire potesse farlo star meglio.

Raccolse lo zaino e si avviò verso casa.

Sasuke lo seguì in silenzio, tastandosi di tanto in tanto il labbro gonfio.

Per tutto il tragitto Naruto guardò davanti a sé, in testa aveva ancora il ricordo ormai usurato di quel giorno negli spogliatoi.

*°*°*°*°*

“Mettici questo” Naruto gli lanciò una busta di piselli surgelati.

Sasuke l’afferrò al volo e se la poggiò sul viso.

“Esageri sempre, ti stavo solo infastidendo”

Borbottava, seduto sul divano, con la testa reclinata all’indietro e i capelli neri liberi dall’elastico.

“Hai sbagliato giornata”

Il biondo si tolse la giacca e lo raggiunse. “Dio come sono stanco” Allargò le labbra in uno sbadiglio e si prese la testa tra le mani.

“Haruno?” Chiese poi, con lo stomaco leggermente sottosopra.

“Niente di che, sotto la gonna è come le altre”

“Cosa credevi nascondesse?! Coglione”

Risero entrambi, ma senza leggerezza.

Naruto allungò una mano verso il suo viso, Sasuke spostò la confezione di piselli per lasciarsi toccare dalle dita ruvide del biondo.

“Ti fa male?”

“Sicuramente non è piacevole”

Non disse mi dispiace, sfiorò la pelle arrossata con i polpastrelli, fissò gli occhi in quelli neri di Sasuke.

Dov’era finito il suo sorrisetto da schiaffi?

Si baciarono, e quando Naruto provò a ficcargli la lingua in bocca Sasuke lo morse, lo allontanò afferrandolo per il collo, per poi ritirarlo a sé e baciarlo ancora.

Finirono per toccarsi come due ragazzini impazienti, l’uno con le mani nei pantaloni dell’altro. Senza grazia e senza tante cerimonie, fino a sporcarsi la divisa blu della scuola.

“Merda” Imprecò Sasuke, guardandosi il cavallo dei pantaloni.

Naruto rise, poi si accasciò con la testa sul bracciolo del divano.

“Vattene a casa Sasuke, senti se Sakura ti lecca via quella macchia” Si sentiva cattivo, e più arrabbiato di prima.

Uchiha lo mandò a quel paese, raccolse la propria tracolla, gli tirò in faccia la busta dei piselli surgelati e se ne andò, sorrideva.

Cos’era stato?

Una pazzia momentanea, il desiderio represso e sopito, soddisfatto in pochi minuti.

Un ragazzo troppo debole per ammettere di preferire i maschi e un altro troppo innamorato per difendersi dalla sofferenza di un sicuro abbandono.

Naruto gettò i pantaloni nel lavandino, si spogliò completamente e si infilò sotto la doccia.

Lasciò che l’acqua gli bagnasse i capelli, gli lavasse via dalla pelle il sudore dell’orgasmo e la sensazione delle dita sottili di Sasuke.

Non lo poteva avere, avrebbe dovuto accontentarsi di quegli sporadici momenti, di lucciole destinate a brillare per pochi istanti nel buio della loro relazione.

Codardia? Cattiveria? O forse Sasuke stava solo giocando, come aveva sempre fatto con tutti,  con quelle sua bella bocca da beffardo.

Eppure nella sua testa quella bocca era piena e sporca, come tutte le bugie che gli aveva sempre raccontato.

Si riscoprì ingordo, con la mano stretta a pugno attorno ad un’erezione di nuovo esigente. Immagini sovrapposte, labbra sottili, ma capelli rosso fuoco, occhiaie. Venne contro le piastrelle della doccia. Il getto d’acqua cancellò via il colare denso di un’omosessualità mai dichiarata al mondo, firmando in modo effimero una realtà che Naruto aveva deciso di accettare.

*°*°*°*°*

Quando bussò alla sua porta la sveglia segnava le tre meno un quarto.

Era notte fonda, il vento e la pioggia scuotevano gli avvolgibili, Naruto aveva ancora sonno, ma i colpi alla porta si fecero più insistenti, così si avvolse in una coperta e ciabattò fuori dalla camera.

“Chi è?”

La voce impastata e il cuore in allerta.

“Io”

Naruto aprì. Il visitatore aveva il labbro sanguinante, un braccio nascosto sotto la giacca e gli occhi rossi.

“Gaara”

“Visto? Ho pensato a te” Biascicò il rosso, sedendosi sul pavimento dell’ingresso, mentre Naruto richiudeva la porta.

“Madre Natura mi ha lavato” Stava ridendo, zuppo fino al midollo; si ravvivò i capelli all’indietro poi rise ancora. “Mi hanno preso alle spalle, bastardi” tossì un po’ di sangue sulla manica della giacca verde e si sdraiò a terra.

Naruto sospirò esasperato, si chinò sul ragazzo e lo schiaffeggiò sulle guance.

“Apri gli occhi, cretino”

“Sono strafatto, mi hanno pestato, dammi tregua” Ribatté lui rimanendo disteso.

Pareva divertito da tutta la situazione, conciato in quel modo nessuno sarebbe stato così allegro.

“Che diavolo hai combinato?” Naruto si mise seduto al suo fianco, cos’altro poteva fare?

Gaara allungò il braccio sano verso l’alto, fece cenno di afferrare qualcosa di lontano ed invisibile.

“Ho provato…” Sorrideva in modo triste “Poi è arrivato lui, ne aveva un po’ di più, gli era avanzata… Un prezzo così! Praticamente regalata. Loro mi hanno preso, volevano i soldi della vecchia partita, non avevo uno spicciolo, ero fatto, ok? Ero fatto…”

Parlava trascinando un po’ le parole, e in certi momenti sembrava sul punto di piangere, ma Naruto non ci badò, lo lasciò parlare per molti minuti, forse per un’ora o più. Perse il senso del tempo, mentre la voce roca di lui copriva il ticchettare della pioggia contro i vetri. Gaara gli raccontò di un fratello più grande che in strada tutti conoscevano come “il burattinaio”, gli raccontò delle sue prime commissioni, di quando le sue mani erano troppo piccole per stringere pacchetti dal contenuto sconosciuto. C’erano stati uomini di cui ricordava solo l’odore di marcio, con le mani sporche e soldi stropicciati da offrirgli. Spacciare quella roba alla fine era diventato facile, dipenderne forse ancora di più.

Si addormentarono entrambi sul pavimento bagnato, mentre la pioggia e il vento cessavano pian piano di infuriare.

 

 

Sono contenta che a qualcuno piaccia questa storia, ebbene sì, un momento NaruSasuNaru :3 come poteva mancare? Io a Gaara non so se avrei aperto la porta con tanta facilità, ma Naruto è buono, troppo.

In ogni caso il rosso è tornato all’assalto, un po’ malconcio, un po’ devastato nel fisico e nell’anima. A volte combattere i propri demoni in solitudine non significa riuscire a sconfiggerli, a volte bisogna chiedere aiuto. Ma Gaara è testardo, davvero.

Povero Naruto, ancora una volta.

Spero di leggere i vostri commenti, sono il carburante per continuare a scrivere su EFP <3

GRAZIE DAVVERO

ALLYN

PS: regola dell’altra long quasi pronta!

   
 
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