Capitolo 4
Di momentanee
follie e
ospiti notturni
Avvertimenti:
come sempre, ma senza
il rock and roll!
Dopo
quell’episodio Naruto si era imposto di non rimanere
nella stessa stanza con l’ospite per un tempo che non
superasse la mezz’ora, i
giusti minuti per mangiare e scambiarsi un saluto.
Il rosso dormiva
per la maggior parte del tempo, quasi
dovesse ricaricare le batterie, o recuperare giorni di sonno perduto.
A Naruto andava
bene, con le palpebre abbassate Gaara era
innocuo, per se stesso e per lui.
“I
tuoi sono in vacanza?” Chiese il rosso una sera,
sfogliando il volantino del supermercato.
Il biondo non
aveva risposto, gli aveva lanciato il
telecomando della tv, aveva sorriso, poi era andato a letto.
Quella mattina
spense la sveglia e sbadigliò un paio di volte
prima di ciabattare fino alla cucina e chiedere: “Latte o
spremuta?”
Nessuna risposta.
Bussò
alla porta del minuscolo bagno che si aprì cigolando.
Nessuno.
“Gaara!”
Chiamò.
Sparito,
evaporato, con lui anche la felpa nera che aveva
portato in lavanderia qualche giorno prima.
Si diede del
deficiente, anzi, del colossale deficiente.
Avrebbe dovuto
aspettarselo, certi animali non sono fatti per
vivere in cattività, ed un gatto randagio come Gaara non
poteva di certo rimanere
incollato al suo divano per sempre.
Eppure quei
pochi giorni erano stati in un certo modo
luminosi, pieni di una speranza che sì, doveva ammetterlo,
gli aveva lasciato
in bocca il sapore di un’illusione a cui non voleva dare nomi.
*°*°*°*°*
“Naruto”
Il professor
Kakashi lo richiamò alla cattedra poco dopo il
termine della lezione.
“Hai
praticamente lasciato il compito in bianco. Che ti passa
per la testa? Il nichilismo più estremo? Una forma di
protesta?”
Naruto aveva
capitò metà delle parole fuoriuscite dalle
labbra del professore, un po’ perché questo
nascondeva mezzo volto sotto una
sciarpa invernale, un po’ perché non lo stava
realmente ascoltando.
“E’
successo qualcosa? Non sei riuscito ad avere gli
appunti…spiegami, per favore”
Un sospiro, una
risatina e poi una voce alle sue spalle.
Sasuke non era uscito dalla classe dopo il suono della campanella,
fissava il
professore e il biondo con la medesima espressione divertita.
“E’
semplicemente scemo! Nessun mistero”
Naruto si
voltò e lo guardò in cagnesco.
“Uchiha,
finiscila e vai a casa” La voce di Kakashi si fece
più ferma
Lui raccolse la
tracolla, salutò con un gesto della mano
pallida e uscì nel corridoio.
“Non
stavo molto bene” Si giustificò allora Naruto
Il professor
Hatake gli restituì il compito e “Vieni
interrogato la prossima settimana” disse congedandolo con uno
sbadiglio.
Naruto
uscì dalla classe senza sbattere la porta, anche se
sinceramente ne avrebbe avuto bisogno.
Sasuke lo aveva
aspettato, l’aria da stronzo, i capelli
legati sulla nuca e il solito sorrisetto da schiaffi.
“Hai
intenzione di ripetere l’anno, testa-quadra?”
“Hai
intenzione di rompere il cazzo, Uchiha?”
Naruto prese a
camminare spedito verso l’uscita, ma l’altro
lo seguiva senza fatica.
“Addirittura
in bianco? Stai proprio regredendo a livello di
analfabeta?” Lo derise ancora.
Naruto
uscì nel cortile, questa volta sbattendosi la porta
alle spalle, Sasuke sembrava non volerlo lasciare in pace. Era passato
da
ignorarlo completamente ad infastidirlo nel modo più
infantile ed ossessivo,
quale incoerenza.
“Hatake
è anche troppo buono con quelli come te”
Uzumaki si
voltò, gli occhi azzurri lucidi di rabbia.
“Mi
spieghi che cazzo vuoi?!” Stava gridando; un paio di
ragazzette si voltarono per guardarli.
Sasuke
incrociò le braccia e sospirò.
“Ricordarti
che sei un fallito”
Naruto
lasciò cadere lo zaino a terra e afferrò il
compagno
per il colletto della camicia.
“Ti
manca il mio uccello Sasuke? E’ per questo che fai
così
lo stronzo?”
“Con
che coraggio! Tu, che la notte continui a farti le seghe
pensandom…”
Un pugno in
pieno volto.
Naruto
mollò la presa e lasciò che Sasuke sputasse a
terra
dolorante.
“Sei
impazzito?” Aveva sibilato riprendendo fiato.
“Sì,
sono stanco Sasuke, deciditi…”
Ormai si
conoscevano da troppo tempo perché Naruto non
capisse che tutta quella cattiveria era frutto di un disagio; Uchiha
aveva un
problema, ma non sapeva come gestirlo, allora infieriva su di lui, come
se
vederlo soffrire potesse farlo star meglio.
Raccolse lo
zaino e si avviò verso casa.
Sasuke lo
seguì in silenzio, tastandosi di tanto in tanto il
labbro gonfio.
Per tutto il
tragitto Naruto guardò davanti a sé, in testa
aveva ancora il ricordo ormai usurato di quel giorno negli spogliatoi.
*°*°*°*°*
“Mettici
questo” Naruto gli lanciò una busta di piselli
surgelati.
Sasuke
l’afferrò al volo e se la poggiò sul
viso.
“Esageri
sempre, ti stavo solo infastidendo”
Borbottava,
seduto sul divano, con la testa reclinata
all’indietro e i capelli neri liberi dall’elastico.
“Hai
sbagliato giornata”
Il biondo si
tolse la giacca e lo raggiunse. “Dio come sono
stanco” Allargò le labbra in uno sbadiglio e si
prese la testa tra le mani.
“Haruno?”
Chiese poi, con lo stomaco leggermente sottosopra.
“Niente
di che, sotto la gonna è come le altre”
“Cosa
credevi nascondesse?! Coglione”
Risero entrambi,
ma senza leggerezza.
Naruto
allungò una mano verso il suo viso, Sasuke spostò
la
confezione di piselli per lasciarsi toccare dalle dita ruvide del
biondo.
“Ti fa
male?”
“Sicuramente
non è piacevole”
Non disse mi
dispiace, sfiorò la pelle arrossata con i
polpastrelli, fissò gli occhi in quelli neri di Sasuke.
Dov’era
finito il suo sorrisetto da schiaffi?
Si baciarono, e
quando Naruto provò a ficcargli la lingua in
bocca Sasuke lo morse, lo allontanò afferrandolo per il
collo, per poi
ritirarlo a sé e baciarlo ancora.
Finirono per
toccarsi come due ragazzini impazienti, l’uno
con le mani nei pantaloni dell’altro. Senza grazia e senza
tante cerimonie,
fino a sporcarsi la divisa blu della scuola.
“Merda”
Imprecò Sasuke, guardandosi il cavallo dei pantaloni.
Naruto rise, poi
si accasciò con la testa sul bracciolo del
divano.
“Vattene
a casa Sasuke, senti se Sakura ti lecca via quella
macchia” Si sentiva cattivo, e più arrabbiato di
prima.
Uchiha lo
mandò a quel paese, raccolse la propria tracolla,
gli tirò in faccia la busta dei piselli surgelati e se ne
andò, sorrideva.
Cos’era
stato?
Una pazzia
momentanea, il desiderio represso e sopito,
soddisfatto in pochi minuti.
Un ragazzo
troppo debole per ammettere di preferire i maschi
e un altro troppo innamorato per difendersi dalla sofferenza di un
sicuro
abbandono.
Naruto
gettò i pantaloni nel lavandino, si spogliò
completamente e si infilò sotto la doccia.
Lasciò
che l’acqua gli bagnasse i capelli, gli lavasse via
dalla pelle il sudore dell’orgasmo e la sensazione delle dita
sottili di
Sasuke.
Non lo poteva
avere, avrebbe dovuto accontentarsi di quegli
sporadici momenti, di lucciole destinate a brillare per pochi istanti
nel buio
della loro relazione.
Codardia?
Cattiveria? O forse Sasuke stava solo giocando,
come aveva sempre fatto con tutti,
con
quelle sua bella bocca da beffardo.
Eppure nella sua
testa quella bocca era piena e sporca, come
tutte le bugie che gli aveva sempre raccontato.
Si
riscoprì ingordo, con la mano stretta a pugno attorno ad
un’erezione di nuovo esigente. Immagini sovrapposte, labbra
sottili, ma capelli
rosso fuoco, occhiaie. Venne contro le piastrelle della doccia. Il
getto
d’acqua cancellò via il colare denso di
un’omosessualità mai dichiarata al
mondo, firmando in modo effimero una realtà che Naruto aveva
deciso di
accettare.
*°*°*°*°*
Quando
bussò alla sua porta la sveglia segnava le tre meno un
quarto.
Era notte fonda,
il vento e la pioggia scuotevano gli
avvolgibili, Naruto aveva ancora sonno, ma i colpi alla porta si fecero
più
insistenti, così si avvolse in una coperta e
ciabattò fuori dalla camera.
“Chi
è?”
La voce
impastata e il cuore in allerta.
“Io”
Naruto
aprì. Il visitatore aveva il labbro sanguinante, un
braccio nascosto sotto la giacca e gli occhi rossi.
“Gaara”
“Visto?
Ho pensato a te” Biascicò il rosso, sedendosi sul
pavimento dell’ingresso, mentre Naruto richiudeva la porta.
“Madre
Natura mi ha lavato” Stava ridendo, zuppo fino al
midollo; si ravvivò i capelli all’indietro poi
rise ancora. “Mi hanno preso
alle spalle, bastardi” tossì un po’ di
sangue sulla manica della giacca verde e
si sdraiò a terra.
Naruto
sospirò esasperato, si chinò sul ragazzo e lo
schiaffeggiò sulle guance.
“Apri
gli occhi, cretino”
“Sono
strafatto, mi hanno pestato, dammi tregua” Ribatté
lui
rimanendo disteso.
Pareva divertito
da tutta la situazione, conciato in quel
modo nessuno sarebbe stato così allegro.
“Che
diavolo hai combinato?” Naruto si mise seduto al suo
fianco, cos’altro poteva fare?
Gaara
allungò il braccio sano verso l’alto, fece cenno
di
afferrare qualcosa di lontano ed invisibile.
“Ho
provato…” Sorrideva in modo triste “Poi
è arrivato lui,
ne aveva un po’ di più, gli era
avanzata… Un prezzo così! Praticamente
regalata. Loro mi hanno preso, volevano i soldi della vecchia partita,
non
avevo uno spicciolo, ero fatto, ok? Ero fatto…”
Parlava
trascinando un po’ le parole, e in certi momenti
sembrava sul punto di piangere, ma Naruto non ci badò, lo
lasciò parlare per
molti minuti, forse per un’ora o più. Perse il
senso del tempo, mentre la voce
roca di lui copriva il ticchettare della pioggia contro i vetri. Gaara
gli
raccontò di un fratello più grande che in strada
tutti conoscevano come “il
burattinaio”, gli raccontò delle sue prime
commissioni, di quando le sue mani
erano troppo piccole per stringere pacchetti dal contenuto sconosciuto.
C’erano
stati uomini di cui ricordava solo l’odore di marcio, con le
mani sporche e
soldi stropicciati da offrirgli. Spacciare quella roba alla fine era
diventato
facile, dipenderne forse ancora di più.
Si
addormentarono entrambi sul pavimento bagnato, mentre la
pioggia e il vento cessavano pian piano di infuriare.
Sono
contenta che a
qualcuno piaccia questa storia, ebbene sì, un momento
NaruSasuNaru :3 come
poteva mancare? Io a Gaara non so se avrei aperto la porta con tanta
facilità,
ma Naruto è buono, troppo.
In
ogni caso il rosso è
tornato all’assalto, un po’ malconcio, un
po’ devastato nel fisico e nell’anima.
A volte combattere i propri demoni in solitudine non significa riuscire
a
sconfiggerli, a volte bisogna chiedere aiuto. Ma Gaara è
testardo, davvero.
Povero
Naruto, ancora
una volta.
Spero
di leggere i
vostri commenti, sono il carburante per continuare a scrivere su EFP
<3
GRAZIE
DAVVERO
ALLYN
PS:
regola dell’altra
long quasi pronta!