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Autore: CinziaBella1987    02/07/2014    3 recensioni
Dopo un periodo trascorso in giro per il mondo con i Backstreet Boys, Nick decide di tornare a Tampa, dove comprerà la casa dove viveva con la sua famiglia prima di essere investito dal successo e dove ha lasciato amici e ricordi. Qui tornerà a fargli visita una vecchia conoscenza, Amanda, che spera di poter ritrovare il ragazzino biondo con cui passava i pomeriggi ma che in realtà scopre un perfetto sconosciuto. Cosa è rimasto del vecchio Nick? Si può tornare ad essere complici anche dopo molti anni?
E soprattutto, Amanda imparerà ad apprezzare anche le nuove sfumature del biondo cantante dei BSB?
Dal 1° capitolo:
Barbie mi riservò uno sguardo divertito poi, sentendo il ciabattare di Nick provenire dall'interno, evitò di rispondere e lasciò spazio a lui, che si palesò sulla porta togliendomi il fiato.
Non lo ricordavo così bello.
Non lo ricordavo così alto.
Non lo ricordavo così... Nick!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nick Carter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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2. A nice afternoon together


 

Le chiacchiere in città sul ritorno di Nick si diffusero a macchia d'olio nelle settimane che seguirono il suo arrivo; era impossibile entrare in qualunque caffè o locale e non sentir parlare di lui e dei presunti, improbabili motivi del suo ritorno a Tampa: c'era chi sosteneva che fosse tornato per fare un dispetto a suo padre Robert, che aveva in mente di tornare a vivere nella stessa villa in cui aveva trascorso giorni felici con una famiglia che gli si era poi sgretolata fra le mani; altri invece sostenevano che fosse a causa dei debiti contratti durante l'ultimo tour mondiale, dove si mormorava avesse speso un capitale nei casinò delle varie località che ne possedevano e per non farsi trovare dai suoi creditori, si era rifugiato nel luogo dove era cresciuto, come se poi fosse possibile nascondersi, in una città come Tampa!
Il pettegolezzo che però trovava più fondamento era quello che fosse tornato per trovare un po' di tranquillità e stabilità al fianco della sua nuova compagna, Lauren, che identificai subito come la Barbie Hawaii che mi aveva aperto la porta lo sfortunato giorno in cui decisi di assecondare l'idea folle di mia sorella e andare a trovare Nick. Quella presenza ovviamente contribuiva a dar credito alle voci sul suo matrimonio, di cui avevano parlato i giornali e che, a Tampa, sembrava dato per certo.
Per quel che riguardava me, non avevo più badato a Nick e alla sua vita da quel breve incontro a casa sua; mi ero ripromessa di ignorarlo e continuare sui miei passi e stavo riuscendo benissimo nel mio intento: non parlavo mai di lui, nemmeno con Jenny che invece si divertiva a raccogliere informazioni e, di tanto in tanto, provava a fare congetture sui motivi che avevano spinto un membro dei Backstreet Boys a tornare quaggiù. Proseguivo la mia vita senza preoccuparmi di lui anche perché la cosa era assolutamente reciproca; da quando avevamo avuto quello sfortunato incontro, infatti, Nick non si era certo preso il disturbo di venire a chiedere scusa per la maleducazione con la quale ci aveva accolte, né tanto meno di venirci a fare visita per cercare di recuperare un comportamento decisamente poco carino. Mi bastavano quelle considerazioni per decidere che le nostre strade non si sarebbero più incrociate.
Tra il dire e il fare però, c'è di mezzo il mare, si sa e, soprattutto, c'è di mezzo Tampa, che non è poi una capitale mondiale, quindi è molto facile incontrare qualcuno soprattutto se lo si cerca volontariamente. Così, quel pomeriggio, me ne stavo tranquilla nel mio negozio di fiori, alle prese con Mrs. McDouglas che cercava di convincermi che un bouquet con petunie fosse più adatto che uno di rose per il matrimonio di sua figlia, quando lo scacciapensieri sulla porta d'ingresso tintinnò, attirando immediatamente l'attenzione di entrambe.
Nick apparve sulla soglia con la sua faccia irriverente, un paio di occhiali a goccia con tanto di lenti specchiate e un paio di bermuda color sabbia che lasciavano scoperti i polpacci ben allenati. La visione non era affatto male ed era un peccato che io mi fossi riproposta di ignorarlo, giacché ora si presentava nel mio negozio e -in quanto potenziale cliente, avrei dovuto essere carina e gentile.
- Buon Dio! - Esclamò la McDouglas, - Se avessi saputo che i figli di Jane e Robert Carter sarebbero diventati così belli, gli avrei sicuramente promesso una delle mie figlie!
- Sì, peccato che non siamo più a inizio del secolo, nessuno combina più matrimoni Claire. - Precisai io, cercando di minimizzare quanto l'arrivo di Nick nel negozio avesse scombussolato la tranquillità che lo aveva caratterizzato fino a poco prima.
- Beh, ad ogni modo io adesso mi sono ricordata di dover passare con Natalie dalla sarta per le prove dell'abito. Per quanto riguarda il bouquet, mi affido a te mia cara, so che hai buon gusto e con i fiori ci sai fare quindi fai come preferisci. Io vado, arrivederci. Arrivederci Nick.
L'improvvisa fretta di Claire McDouglas mi fece pensare che forse, a Tampa, oltre che su Nick, si spettegolasse anche su di me e sulle possibili mie reazioni di fronte alle tante novità che erano accadute nella vita del mio ex migliore amico negli ultimi dieci anni. Essere al centro delle chiacchiere di tutta la città non era certo il mio sogno di vita e mi appuntai mentalmente di trovare una soluzione per metterle subito a tacere.
Nick si limitò a rispondere al saluto con un cenno del capo, mentre io abbassai subito gli occhi sul blocco degli ordini, con la speranza di non essere arrossita, non appena fummo soli.
- Ehi, ciao! - Iniziò imperterrito lui, come se incontrarci dopo tutto quel tempo nel mio negozio di fiori fosse la cosa più normale del mondo.
- Ciao, posso aiutarti? - Cercai di convincermi che Nick era lì soltanto perché aveva bisogno di un fiore, magari un mazzo da regalare alla sua amata.
- Ha ragione Claire, ci sai fare con i fiori. - Nick ignorò completamente la mia richiesta e prese a girovagare per il negozio. Lo lasciai fare, senza perderlo di vista: lo vidi avvicinarsi ai girasoli, poi alle composizioni che avevo creato e infine agli espositori con i fiori freschi; guardava tutto con minuzia, quasi a voler trovare un difetto o qualcosa che non fosse sistemato a dovere. 
- E così, alla fine hai aperto un negozio di fiori! Era il tuo sogno in terza media, non riesco a credere che tu lo abbia fatto sul serio!
- Non sei l'unico a volere che i sogni si realizzino sempre. 
Nick inarcò un angolo della bocca, in un mezzo sorriso divertito. 
- In effetti, possiamo dire di esserci riusciti tutti e due piuttosto bene.
- Io sicuramente. E non mi sono nemmeno montata la testa, pensa che strano! 
La mia ironia non doveva essere passata inosservata perché Nick smise subito di sorridere e mi sembrò adombrarsi. 
Non avevo intenzione di tornare sul discorso di quanto fosse stato maleducato, tuttavia mi fu impossibile non lanciare quella frecciatina.
- Ascolta, ti va una passeggiata in spiaggia? Pensi di poter chiudere in anticipo questo posto?
- Non si tratta solo di poter chiudere in anticipo. Io... Non credo sia il caso, ecco.
- Perché no?
Era incredibile, proprio non gli passava per la testa che potevo non essere affatto entusiasta di passare del tempo con lui dopo l'ultima volta che ci eravamo incontrati. Nick ancora una volta si mostrava per il personaggio arrogante e pieno di sé che era diventato e io non ero sicura di poterlo sopportare ancora a lungo.
- Beh perché mi pare che tu non avessi tutta questa voglia di passare del tempo con me, qualche giorno fa. 
- Oh andiamo Mandy! Non mi tenere il muso, sono un cazzone, lo sai. - Lo guardai storto e, mio malgrado mi ritrovai ad annuire, assecondando la sua definizione di se stesso. - E dai, andiamo a farci un giro fino alla piattaforma, come ai vecchi tempi.
Sarà che la mia indole è sempre stata troppo buona, o forse che non sono mai stata brava a tenere il muso alle persone, anche se ero io ad aver ragione nella discussione, comunque poco dopo mi ritrovai a chiudere a chiave il mio negozio e a trotterellare dietro a Nick, cercando di tenere il passo di quelle maledettissime gambe lunghe che si ritrovava. 
 
 
Non parlammo molto durante il tragitto fino alla spiaggia e le poche parole che uscirono furono per lo più le sue, che si divertiva a commentare come fosse cambiata la città negli ultimi dieci anni. Ogni tanto gli sfuggiva un ricordo di quando passavamo i pomeriggi al mare, o nella sala giochi dove Leslie diede il suo primo bacio e poi mi raccontò tutti i dettagli per filo e per segno o il negozio di waffel in cui Nick spendeva sempre un sacco di dollari per far merenda. 
Ero lieta che si ricordasse di quegli episodi, in fondo avevamo impressi nella mente gli stessi fotogrammi della nostra adolescenza e se non ero solo io ad avere un po' di rimpianto ogni volta che passavo lì davanti, allora forse Nick non era poi così diverso da quel ragazzo che io ricordavo.
Quando arrivammo alla lunga piattaforma in legno che finiva con una rotonda in mezzo al mare, erano già le cinque e il sole iniziava ad affievolirsi; il vento mi scompigliava i capelli ma la temperatura era perfetta e nonostante indossassi un paio di calzoncini di jeans e un top senza maniche, faceva piuttosto caldo.
- Ah, guarda che meraviglia! - Nick si sporse oltre il parapetto, inspirando profondamente lo iodio e la salsedine che salivano dall'oceano. 
- Ed è sempre stata qui! - Commentai, nuovamente ironica. C'era una cosa, infatti, che non riuscivo a spiegarmi in quel momento: se a Nick era davvero mancata l'aria che si respirava a Tampa, i suoi negozi e tutto il resto, perché aveva impiegato così tanto tempo per tornare a casa?
Non sarebbe stato più comodo per lui fermarsi qui ogni tanto? Non era di quelli che avevano problemi economici, né tanto meno una famiglia opprimente, dal momento che avevano acconsentito a fargli girare il mondo con il gruppo quando era ancora un adolescente, quindi davvero c'era qualcosa che mi sfuggiva: Nick doveva aver avuto qualche buona ragione per restare lontano da Tampa per tutti quegli anni e io, anche se mi ero ripromessa di non volerne sapere di lui, in quel momento ebbi voglia di scoprire quale fosse.
- Beh buon per te. - Rispose lui, riaprendo gli occhi e fissandoli su di me, che me ne stavo poggiata con la schiena al parapetto, accanto a lui.
- Era qui anche per te, se solo avessi voluto.
- Già, hai detto bene: se solo avessi voluto. 
- Qual è il tuo problema, Nick? Torni qui fai il maleducato, poi fai il nostalgico e poi addirittura il misterioso. Certo non devi essere diventata una persona equilibrata, da quel che dimostri.
Seguì qualche istante di silenzio; avevo parlato a raffica, come al mio solito quando ero nervosa e lui dovette sicuramente impiegare qualche secondo per registrare le mie parole, che comunque non erano meno maleducate di quelle che ci aveva rivolto lui a casa sua.
- Davvero mi trovi così diverso? - Chiese e mi spiazzò completamente. Ero convinta che mi avrebbe di nuovo trattata con freddezza e invece nel suo tono c'erano stupore e inquietudine.
- Un pò, sì.
Respirò a fondo, poi mi prese per un braccio e, come ridestato, mi disse:
- Dai, andiamo a fare un giro in spiaggia, sporchiamoci i piedi, bambolina!
Lo aveva fatto di nuovo. 
Dopo tantissimi anni, aveva usato di nuovo il soprannome che mi aveva affibbiato alle medie, quando per la festa di compleanno di Louisa Meyers mi vide per la prima volta con un vestito carino, i capelli messi in piega e un paio di scarpe da ragazza e non più le mie Converse logore. Da quel giorno divenni bambolina, a causa dell'aspetto angelico che avevo assunto conciata a quel modo.
Non ero sicura nemmeno che lo ricordasse, quel soprannome e invece lo aveva tirato fuori così, all'improvviso.
Sentii il cuore sprofondare nello stomaco e incontrai qualche difficoltà nel lasciarmi tirare da Nick senza che le gambe cedessero per l'emozione.
Forse, ciò che era in grado di suscitare in me quel ragazzo era ancora piuttosto forte e non sarei riuscita ad ignorarlo così duramente come mi ero programmata di fare. 
Sebbene non avessi ancora chiari molti dei suoi comportamenti, non potevo negare che quei minuti trascorsi con Nick erano piacevoli e anche se somigliavamo vagamente ai due adolescenti che correvano insieme sulla sabbia, riuscivo a percepire che quelle stesse persone che eravamo stati sarebbero potute riaffiorare, poco a poco.
Scendemmo in spiaggia e dovetti pregare Nick di smetterla di correre verso l'acqua altrimenti saremmo finiti zuppi prima del nostro rientro a casa. Lui rideva e scherzava come fosse un bambino, mi incitava a rincorrerlo, a lasciarmi prendere dalle onde e giurava che l'acqua non fosse affatto fredda. 
Quando si lanciò seduto accanto a me, sulla sabbia fresca, dopo l'ennesima corsa, aveva il fiatone e il viso arrossato dalla fatica e dal sole.
- Carter se non sapessi la tua età anagrafica direi che sei un bambinone!
- Ma va! Mi godo soltanto le gioie del paesaggio... E dovresti farlo anche tu, ragazza seria che non sa lasciarsi andare!
- Ehi, io so lasciarmi andare!
Inarcò un sopracciglio, divertito: - Ma chi? Tu? Tesoro non sei mai stata in grado di farlo, nemmeno quando avevi cinque anni e dovevi recitare la poesia di Natale a casa dei miei, davanti a tutti.
- Scusa se non ho mai avuto pretese di esibizionismo. Bastavate tu e i tuoi fratelli, ne avete a sufficienza per tutti. - Scherzai e mi sentii meglio quando Nick scoppiò a ridere. 
- Ascolta, a proposito. Mi dispiace per l'altro giorno.
- Ah... - Ancora una volta, Nick mi sorprese. Stavamo scherzando, mi ero rassegnata a mettere una pietra sopra a ciò che era successo a casa sua quando lui, all'improvviso, tirava di nuovo fuori quella storia.
- Fa' niente, ormai è andata. - Dissi.
- No, invece fa. Non che io voglia giustificarmi, so che devi aver pensato che sono diventato un mostro, però era un brutto momento, quello.
- Oh, non preoccuparti. Avevo detto a Jen che non era il caso di venirti a disturbare ma tu sai com'è fatta: finché non ci sbatte la testa non si arrende. 
- Sempre la solita, eh?
- Sempre peggio! 
Sorridemmo entrambi, poi tornammo a guardare l'orizzonte davanti a noi; l'aria era fresca, la luce rifletteva sull'acqua e lanciava raggi arancioni tutt'intorno. Non ricordavo di essere stata così bene da tantissimo tempo.
- Comunque mi dispiace, non meritavi di essere trattata così. Avevo appena finito di discutere con Lauren ed ero ancora un po' innervosito. 
- Te l'ho detto, non importa. Ma tu sei sicuro di star bene? Tu e... Lauren, avete chiarito poi?
Prese un gran respiro prima di rispondermi, poi mi sorrise: - Sì, ora è tutto a posto. Al momento è a Los Angeles per un servizio fotografico ma la settimana prossima tornerà qui e riusciremo a stare un po' insieme. 
- Modella?
- Attrice. Ha girato un paio di serie tv e ora è ingaggiata per un film.
- Quindi è vero quello che si dice di te in giro.
Mi guardò incuriosito: - E cosa si direbbe?
- Che hai messo su famiglia. 
Ridacchiò, lanciandosi all'indietro e finendo con la testa sulla sabbia, completamente sdraiato. Da quella posizione potei avere la conferma di quanto fosse alto; se mi fossi sdraiata accanto a lui, probabilmente non sarei arrivata che alle sue anche il che significava che io ero alta come quando eravamo al liceo mentre lui era diventato un gigante ipersviluppato. 
- Ho sposato Lauren quasi per gioco. Brian mi prendeva in giro dicendo che lui alla mia età aveva già un figlio e persino A.J. si era già accasato da anni. Così, Lauren mi ha chiesto di mettergli l'anello al dito e io mi son detto 'perché no?' 
- Un momento: ti ha chiesto lei di sposarvi?
- Già, siamo una coppia moderna, che credi?
Risi di gusto; Nick era sempre stato uno fuori dagli schemi ma nel mio immaginario era anche un romanticone che non si lasciava sfuggire occasioni come quella per inginocchiarsi di fronte alla sua amata e fare una proposta con tutti i crismi quindi non avevo idea di come avesse reagito vedendo lei fare quel gesto così bello e importante.
- Ma ora basta parlare di me, anche perché saprai tutto dai giornali, immagino.
- Abbastanza.
- Parliamo di te, bambolina. Che hai da raccontare di scabroso?
- Che scemo! Proprio niente! A differenza di te, sono una ragazza banale io: un lavoro, una casa, un fidanzato. Niente scoop o notizie travolgenti da segnalare.
- Un fidanzato hai detto, eh?
- Proprio così e visto che funziona, magari anche io gli farò la proposta di matrimonio un giorno o l'altro.
- Oh dovresti provare!
- Come no! 
Ridemmo ancora; era così facile essere in sintonia che ci veniva spontaneo persino prenderci in giro. Quel feeling era così naturale e intenso che mi faceva quasi paura: ero fidanzata ma nemmeno con Jake avevo mai avuto un'alchimia simile e ritrovarci così affini dopo tanti anni lontani doveva sicuramente significare qualcosa. Indagare e scoprire cosa non era sicuramente una buona idea, avrei dovuto lasciare che le cose andassero per il loro corso ma a quel punto, era già tardi.
Su quella spiaggia, con quella luce e da quelle risate ebbe inizio tutto e sebbene ancora non sapevo di quante persone si sarebbero fatte male in quella storia, ero pronta ad iniziare, seppur in maniera inconsapevole. 
 
 
Tornammo a casa che già era ora di cena; avevamo trascorso un pomeriggio incredibile: un frullato alla solita caffetteria, una rapida discussione sui miei gusti musicali e il suo accertarsi che io avessi tutti i cd dei Backstreet Boys, compresi i suoi da solista e il suo finto risentimento nello scoprire che in realtà non avevo seguito molto la sua carriera di cantante, limitandomi a canticchiare di tanto in tanto qualche canzone e solo perché la passavano alla radio.
- Ti perdono solo perché ho intenzione di regalarti una copia di ogni album e tu imparerai tutti i testi a memoria, per punizione!
E poi ancora tantissime risate, la curiosità malcelata che non ci permetteva di chiedere in modo esplicito notizie personali e, al tempo stesso, la certezza da parte mia di dover ancora scoprire qualcosa di lui, qualcosa che forse gli faceva male. Per tutto il pomeriggio, avevo percepito una certa tristezza nei suoi occhi e nel suo modo di parlare di sé e dei fatti che gli erano successi in quegli anni. Sicuramente il suo ritorno a Tampa era dovuto a qualche motivo specifico, che fosse materiale o personale ancora non sapevo dirlo. 
- Grazie per il bel pomeriggio.
- Grazie a te, Mandy.
- Allora, buona serata.
- Senti... Visto che io sarò solo tutta la settimana, ti va di farmi compagnia in questi giorni? Magari possiamo farci dei giri, come oggi o andare a mangiare qualcosa. Ti va?
Ogni singola parte di me mi suggeriva di dire di no, di non continuare ad alimentare quella sintonia che sarebbe sicuramente diventata pericolosa ma evidentemente la mia parte razionale non era molto attiva in quel momento perché senza che quasi me ne accorgessi mi ritrovai ad accettare.
- Allora è deciso. Ci vediamo domani? - Chiese per conferma.
- D'accordo. A domani. 
Un sorriso e poi lo vidi allontanarsi; era già quasi dall'altra parte della strada quando si fermò e mi disse:
- Amanda?
- Sì?
- Non sei banale. Non lo sei affatto.


 
_________________
Salve!
Credevo di non farcela più a pubblicare e mi scuso per il ritardo ma è stato davvero complicato trovare del tempo per buttare giù questo capitolo che era, comunque, tutto nella mia testa. Dovrei inventare qualche programma di scrittura mentale, o roba del genere.
Comunque, venendo a noi: Nick tenta un riavvicinamento con Mandy che -ovviamente- è una tenerona e non riesce a tenere il punto. D'altronde ci sono feeling che vanno ben oltre i propositi razionali, solo che qui c'è un matrimonio e un fidanzamento di mezzo. Sarà un bene assecondare la richiesta di Nick di trascorrere ancora del tempo insieme?
E soprattutto, in questa settimana cosa succederà?
Di sicuro posso dirvi che vedrete apparire anche qualche altro BSB perchè i nostri bei ragazzotti non lasciano mai da solo uno dei loro, no? E poi a me piace complicare le cose, le idee e chi più ne ha più ne metta, quindi preparatevi: ci sarà di che divertirsi, spero.
Prima di chiudere, un grazie di tutto cuore alle 109 persone che si sono fermate a leggere, alle due che hanno recensito, alle 8 che mi hanno aggiunta fra le seguite e alle 2 che mi hanno aggiunta ai preferiti. Spero di non aver disilluso le aspettative con questo secondo capitolo.
Vi lascio, ringraziando e abbracciando chiunque passerà di qui, lascerà un segno o leggerà in silenzio.

Alla prossima,
-Cin-
  
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