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Autore: Lussissa    24/08/2008    8 recensioni
Lily Evans correva.
Non si curava delle persone che,un attimo prima di venire travolte, si spostavano, guardandola sbigottiti.
Lei si limitava a correre.
Nota dell'amministrazione. I vari Tag usati nelle introduzioni, vanno sempre chiusi.
Ladynotorius, assistente amministratrice.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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cap16 Mary era in biblioteca, che cercava di fare una ricerca per la Mcgranitt.
Si stava impegnando più del solito. Libri su ogni genere di Trasfigurazione erano accalcati davanti a lei, costituendo un muro praticamente invalicabile.
Sperava di distrarsi.
Era stata una stupida.
Vigeva una regola, a Hogwarts. Una regola non scritta, ma da tutti conosciuta.
Quella regola era mai mettere in dubbio l'amicizia di un Malandrino per un altro Malandrino. Ma soprattutto, mai mettere in dubbio l'amicizia di Sirius Black nei confronti di James Potter. Mai.
Coloro che l'avevano infranta, ne avevano pagato le conseguenze. Chi più, chi meno. Qualcuno aveva rimediato un naso rotto, qualcun'altro si era ritrovato la borsa piena di gelatina. Qualcuno si era limitato a ricevere insulti.
E lei?
Lei, il nulla.
Non le erano stati rivolti sguardi di fuoco, non si era ritrovata il letto pieno di ragnatele.
Niente.
Il che, era peggio.

Le poche volte che aveva incrociato lo sguardo di Sirius, non aveva visto rabbia. Ne delusione. Ne disprezzo. Niente.
Lui la guardava come se non ci fosse nessuno, davanti a se.
E forse, per lui non c'era veramente nessuno, davanti a se.
In fondo, chi era Mary Mcdonald?
Una ragazzina saccente che si ubriaca per affogare il dolore. Che gli urla contro parole. Ma, soprattutto, che fa insinuazioni inopportune sulla sua fedeltà come amico.
In poche parole, nessuno.
Sapeva che a sbagliare era stata lei. Non c'erano scusanti.
Improvvisamente sentì il cumulo di libri scostarsi di poco.
Guardò in alto, verso il disturbatore.
Si sorprese.
-Che ci fai tu in biblioteca?-
L'altro rise, piano per non attirare le ire di Madama Prince.
-Posso sedermi?- Chiese, senza rispondere alla domanda.
Mary abbozzò un sorriso.
-Se vuoi.-
Il ragazzo si sedette, scostando definitivamente la pila di libri che li separavano.
Ci furono attimi di silenzio.
-Dov'è Lily?- Chiese Mary, tanto per fare qualcosa.
L'altro scrollò le spalle, sorridendo.
-l'ultima volta che l'ho vista era con Alice.-
Mary annuì. Ci fu altro silenzio.
Poi il moro sospirò.
-Mary. Credo tu sappia perchè sono qui.-
La grifoncina annuì.
-Ti ha mandato lui?-
James scosse la testa.
-No. Mi dispiace.-
Mary sospirò. Doveva immaginarselo. Sirius Black l'aveva cancellata dalla sua vita, e stop. Una vocina perfida nella sua testa le diceva che aveva fatto bene, tanto era stata stronza. Cercò di metterla a tacere.
Lui la guardò, a lungo, soppesando le parole da usare.
-Mary. Non so con precisione cosa è successo. So solo che Sirius qualche giorno fa è entrato in dormitorio giurandomi che, piuttosto di sfiorare Lily, si sarebbe fatto castrare.- Lo disse con aria severa.
Poi alzò gli occhi al cielo.
-Quando gli ho chiesto cosa diamine volesse dire, e ti giuro che a quel punto ero veramente preoccupato, mi ha sbattuto lì una serie di frasi sconnesse dove l'unica cosa che ho capito è stato il tuo nome. Solo dopo, quando ho sentito anche la versione di Lily, o meglio la tua, ci ho capito qualcosa.-
Tornò a guardarla, terribilmente serio.
Mary si accasciò sulla sedia. Si sentiva una merda. Indirettamente, aveva ferito anche James. E se James fosse stato uno di quelli che sospettano di tutti e di tutto?Probabilmente, avrebbe messo nei casini non solo Sirius, ma anche Lily. E per cosa, poi?Per una frase buttata li, a casaccio. Fortuna che James si fidava ciecamente sia di Sirius sia di Lily, e l'eventualità che il suo migliore amico avesse potuto tradirlo non gli era passata neanche per l'anticamera del cervello. Per la sua stupidità ed il suo orgoglio, aveva rischiato di rovinare una delle amicizie più belle che Hogwarts avesse mai visto.
-Mi dispiace.- Mormorò.
-Davvero. Ero...-
-Ubriaca, lo so. Non è questo il punto.E non è neanche a me che devi delle scuse.-
Mary annuì. Lo sapeva.
-Voglio soltanto sapere..- addolcì il tono-..perchè l'hai fatto.-
Lei lo guardò, senza capire.
-A te lui piace.-
Mary aprì la bocca, per parlare.
-...Ma hai paura di essere trattata come le altre.-
Lo guardò, sbalordita. Lo sguardo di James era tranquillo, senza un velo d'incertezza. Mary ebbe l'impressione che lui le stesse leggendo l'anima con la stessa facilità con cui si legge un libro per bambini.
Si chiese per un attimo se doveva negare.
Ma quando lo guardò negli occhi, capì che sarebbe stato del tutto inutile.
Per un attimo si chiese come diavolo facesse Lily a nascondere le emozioni in sua presenza. Era matematicamente impossibile. Quello sguardo ti penetrava nel cervello, senza vie d'uscita.
Si limitò ad annuire. Per un attimo fu colta dal terrore che lui la lasciasse lì, su quella sedia, da sola. Confusa. Perchè le sue paure più nascoste erano venute fuori con talmente facilità dalla bocca del Malandrino, da chiedersi se fosse stata lei, l'unica a non accorgersi della sua più grande paura.
Ma, come le aveva detto una volta Lily, James non lascia le persone confuse da sole, a meno che non siano loro, a volerlo.
-Conclusione...?- Fece Mary, con voce flebile.
Lui sospirò.
-Mary. Permettimi di dire una cosa. Senza offesa.-
Lei lo guardò, temendo la prossima frase.
-Tu non sei come le altre, per lui.-  Mary lo guardò, accigliata. Perchè si sarebbe dovuta offendere...?
-Ma.-
Ah, ecco, c'è un ma. Pensò la moretta.
-Ma questo non vuol dire che non ti dimenticherà con la stessa facilità con cui dimentica tutte le altre.-
Mary sobbalzò. Non credette di aver capito. Lo guardò dritto ngli occhi, chiedendogli spiegazioni.
-Cosa vuol dire...?-
Il Malandrino ricambiò lo sguardo, senza timore.
-Vuol dire che lui non è che ti dimenticherà perchè sei come le altre. Lui ti dimenticherà proprio perchè non lo sei.-
Mary lo guardò, cercando cattiveria in quelle parole. Ma non ce n'era. Era una pura e semplice constatazione.
-Non fraintendermi.Non voglio fare il bastardo. Quello che voglio dire è che...- Cercò le parole giuste.-..Ci è troppo abituato.-
Mary aggrottò la fronte.
-A cosa?-
James sospirò.
-A non essere amato. Ad essere abbandonato, e quindi, a dimenticare più in fretta.-
Mary lo guardò, confusa. Questa non se l'aspettava.
-Cosa...cosa c'entra?- Chiese la moretta.
-C'entra. C'entra il fatto che si è talmente abituato a fingere che non gliene importi niente, che alla fine convince pure se stesso che non gliene importi niente. C'entra il fatto che se lui non vuole vincoli, è proprio per la paura di amare e essere odiato di rimando. C'entra il fatto che è difficile ottenere la sua fiducia. E, anche dopo essersela guadagnata dopo mille peripezie, basta un attimo per distruggerla. E, una volta distrutta, è difficilissimo riguadagnarsela. C'entra il fatto che si ucciderebbe, per le persone a cui tiene davvero.-
La guardò, sperando che avesse capito dove volesse arrivare.
Mary lo guardò un po', e poi appoggiò la testa sul tavolo, sconsolata.
-Sono un'idiota.- Mormorò.
Era stata un egoista. Come Lily prima di lei, si era limitata a guardare e giudicare dalla superficie. Si era limitata a pensare che fosse lei, la vittima. Solo che a Lily erano bastate poche parole, per ricredersi. Con lei invece ci era voluto James che venisse lì a farle capire che era una cretina.
Con quelle parole cattive, era come se avesse tradito la fiducia di Sirius.
James non disse nulla.
-Cosa devo fare?- Chiese Mary, con voce supplicante.
James sorrise, crecando di rassicurarla.
-Gli parli. Vai lì con il cuore in mano. Gli chiedi scusa. E poi, piano piano. Con piccoli gesti, riguadagnerai la sua fiducia. A poco a poco. Devi avere pazienza. Devi mettere da parte l'orgoglio. Prepararti alla freddezza, ad essere ignorata, ad essere anche trattata con sufficienza. Devi lottare, Mary, se vuoi veramente avere Sirius.Forse anche di più di quanto io ho lottato per avere Lily.Anzi, sicuramente di più. Io ho fatto tutto in sette anni. Tu devi concentrare tutto in pochi mesi.-
Piantò il suo sguardo nocciola negli occhi di lei.
Lei lo guardò, per qualche istante, riflettendo. Poi annuì, lentamente.
James sorrise, contento di averla convinta.
-Sai, Lily è stata fortunata.Davvero.- Fece Mary, con un sorriso.
James ridacchiò.
-Ehi, e voi due cosa ci fate qui?-
Due ragazze si avvicinarono al tavolo, sorridenti.
James allargò il sorriso.
-Eccola qui, la mia rossa.-
Prima che Lily potesse rivolgergli un'occhiata assassina per quell'aggettivo di possesso di troppo, Mary replicò, con una linguaccia.
-Ehi, James, guarda che Lily è tua, ma è anche un po' mia.-  
Alice, di fianco a Lily, sentendosi esclusa esclamò:
-Ehi!Allora un pezzettino di Lily lo voglio anch'io.-
-Fantastico.- Fece Lily, alzando gli occhi al cielo, divertita. -Sono di tutti, tranne che di me stessa.-
Tutti risero.

-E così, hai parlato a Mary?- Stavano lasciando la biblioteca, sotto lo sguardo infagatore di Madama Prince.
Mary e Alice erano rimaste lì, nella speranza di finire la moltitudine di compiti che i professori, con la scusa degli esami imminenti, continuavano ad appioppargli.
James annuì.
-Spero che capisca. E che gli chieda scusa. Sirius non lo da a vedere, ma ci è rimasto male.-
Lily annuì, assorta.
-Sai, in molti aspetti vi assomigliate, tu e Mary.- Se ne uscì fuori James.
Prima che la rossina potesse replicare, sentirono una voce.
-James!-
Per un attimo, James fece una faccia confusa.
-James, da questa parte!!-
il Malandrino si girò dalla parte da cui proveniva la voce.
Spalancò gli occhi, sbalordito.
A pochi metri da loro, c'erano un uomo e una donna, entrambi sorridenti.
-Mamma?Papà?Cosa ci fate qui?- Fece James, andandogli incontro, stupito.
La donna alzò gli occhi blu al cielo, scostandosi una ciocca di capelli dal viso.
-Si, tesoro, stiamo bene. E tu?-  Fece, ironica.
-Su, avanti tesoro. Non vedi che ha di meglio da fare che stare con due vecchietti suonati?- Fece l'uomo, facendo un cenno verso Lily, con un sorriso.
La donna gli lanciò un'occhiataccia.
-Vecchietto suonato sarai tu, se permetti.-
Poi si voltò verso Lily, sorridendo radiosa.
-Scusa, cara, non mi sono presentata. Susan Potter. Tu sei...?-
-Ah. Ehm. Lily. Lily Evans. Piacere.-
La grifoncina si sentiva piuttosto imbarazzata.
-Ah!Ora capisco!Lily Evans.- La signora Potter annuì, con convinzione.
-Scusa se te lo dico, cara, ma finalmente hai accettato di stare con quello scapestrato di mio figlio. Non ne potevo più dei suoi continui Lily qua, Lily di là.- Poi si aprì in un sorrisone. Lo stesso sorriso del figlio, pensò Lily. -senza offesa,eh- Continuò l'altra.
-Mamma!- Sbottò James.
Tutti risero, tranne il Malandrino, che lanciò un'occhiataccia alla madre.
-Su, su, tesoro. Non le ho mica detto chissà che. Sarebbe stato peggio se le avessi rivelato che già dall'età di sei anni sognavi di sposarti con una ragazza con i capelli rossi.-
James la guardò torvo, mentre Lily scoppiava a ridere.
-Mamma.- sibilò -Cosa ci fate qui?-
Susan fece un gesto con la mano, come a indicare che quelli erano dettagli insignificanti.
-Ci ha convocato Silente.-
James aggrottò la fronte.
-è successo qualcosa di grave?-
Susan sorrise.
-No, tranquillo, tesoro. Solo una...chiaccherata fra amici.-
A James non sfuggì la nota tesa nella sua voce.
La guardò, cercando di capire se doveva preoccuparsi.
Lei spazzò via l'ombra che gli era apparsa per un attimo negli occhi.
-Davvero, tesoro. Va tutto bene. Ma Parliamo di te. Spero non farai dannare questa povera ragazza.- Fece, guardandolo male, per scherzo.
Fu Lily, a intervenire, con naturalezza. Si sentiva stranamente a suo agio, con quella donna.
-Signora Potter, lei non ha idea di quanto mi faccia dannare.- Fece, ghignando. Ricevette un'occhiataccia da James, a cui si limitò a sorridere con innocenza.
-Chiamami Susan, cara. Comunque, ti capisco. Non esiste Potter che non faccia dannare l'anima a una donna...!-
Mentre Lily rideva, i due interpellati proruppero in un acceso -Ehi!-
-Purtroppo, ce ne siamo innamorate.- Concluse la signora Potter, sorridendo amabilmente al marito, il quale alzò gli occhi al cielo, pensando che sua moglie, nonostante gli anni non sarebbe mai cambiata.
Lily sorrise, questa volta leggermente imbarazzata.
Notò che James assomigliava molto a suo padre: la forma del viso, i capelli spettinatissimi. E poi, gli occhi nocciola. Sembrava di vedere un James più vecchio, tranne per il sorriso aperto, quello era uguale a quello della madre.
Quella vista, di quel James invecchiato, le fece provare una strana tenerezza. E si ritrovò a sperare di essergli ancora vicino, quando fosse stato vecchio. Pensò che magari ci sarebbe stata lei, al posto di Susan, e James al posto del signor Potter. Sorrise ancora più imbarazzata a quel pensiero. 
-Quanto vi fermate qui?- chiese James.
-Solo questa notte. Domani mattina all'alba ripartiamo.-
James annuì. Quella notte ci sarebbe stata la luna piena. Era contento che i genitori non avessero deciso di ripartire subito dopo aver parlato con Silente. Poteva essere pericoloso.
-Lily, cara, mi raccomando. Non farti mettere i piedi in testa da questo Malandrino...!- Fece Susan, scompigliando i capelli al figlio.
-Tranquilla, mamma.- Replicò James, alzando gli occhi al cielo. - Non serve che glielo ricordi. Se lo ricorda benissimo da sola.-
-Bene, fallo rigare dritto, mi raccomando.- Disse la signora Potter, facendole l'occhiolino.
Lei ridacchiò, divertita da quella signora tutto pepe.
-Tesoro, ora sarebbe meglio lasciare da soli i ragazzi, ci hanno sopportato fin troppo.- disse il marito, guardando sua moglie con dolcezza.
-Hai ragione. Vi abbiamo trattenuto fin troppo. Tesoro, fai il bravo, mi raccomando.-
James alzò gli occhi al cielo, senza rispondere.
-E, Lily?- Fece la signora Potter, prima di andarsene.
-Si..?-
-Sono contenta che mio figlio abbia trovato una ragazza come te.-

-Tesoro?-
-Si?-
I coniugi Potter erano a pochi metri dallo studio di Silente.
-Lily è una splendida ragazza, non trovi?-
Il marito annuì, sorridendo.
-La ama. Lei lo ama. è sempre bello vedere un nuovo amore che sboccia. Se poi quell'amore è quello di tuo figlio...-
Il marito ghignò.
-Ti ricordi la lettera che ci mandò al sesto anno?Quella dove aveva detto di essersi messo con quella Clare?-
La signora Potter rise.
-Si, mi ricordo. Mi ricordo che nelle prime due righe ci annunciava l'evento, e poi nelle rimanenti cinquantatrè righe si lamentava perchè Lily Evans non perdeva occasione per dimostrarsi disgustata da lui, e non capiva perchè.-
Il marito rise assieme a lei.
Poi sospirò.
-Spero che siano felici.-
Susan lo guardò, severa.
-Lo saranno. Nonostante la guerra. Lo saranno.-
Lui annuì, poco convinto.
-Tutte queste morti..E poi tu...-non ebbe la forza di continuare.
Susan sospirò.
-Lo so, John, lo so. Ma nonostante tutto, la vita e l'amore continuano.-
Ci furono pochi attimi di silenzio.
Poi John Potter chiese, con voce tremante -Perchè non l'hai detto a James?lui...-
-Lui- Lo bloccò Susan, brusca -Lui fra un po' ha gli esami, da superare. Sapere non lo aiuterà di certo.-
-Ma...-
-Niente ma, John.- Fece la donna, con voce risoluta. -Ne abbiamo già parlato.-
La porta davanti a loro si aprì, di scatto, lasciando intravedere il Preside, sorridente.
-Susan!John! Che piacere vedervi. Prego, entrate.-
-Il piacere è nostro, Albus.- Disse Susan, entrando con passo spedito, seguita a ruota dal marito.
-Prego, sedetevi.- Silente indicò due sedie, e con un rapido movimento fece comparire due tazze fumanti di thè che i coniugi accettarono volentieri.
-Allora, cosa mi raccontate?-
-Vieni al punto, Albus.- Fece Susan, intingendo le labbra nel thè. -Sai che non amo tergiversare.-Sussurrò, più rivolta a se stessa che ad altri.
Silente sorrise, amabile. Susan Potter aveva la stessa iperattività del figlio.
-D'accordo, Susan. Siete consapevoli degli ultimi avvenimenti accaduti?-
-Se intendi le ultime due famiglie babbane sterminate, si, lo sappiamo.- Susan aveva assunto un tono più duro.
Silente annuì, con fare grave.
Poi si alzò dalla sedia, e andò a posizionarsi dove era appollaiata Fanny, la fenice. Con le braccia dietro alla schiena, attese a lungo prima di parlare di nuovo.
-La situazione sta degenerando sempre di più.-
I Potter annuirono, anche se lui non li vide.
Poi Silente si girò di nuovo, scrutando i loro volti.
-Dal ministero non otterremo nulla. è troppo debole e corrotto, ormai.-
-Dove vuoi arrivare, Albus?-  chiese John, curioso.
-Sto reclutando un esercito.- La voce del Preside era pacata, come se stesse annunciando di volere andare a letto.
-Bene.- Susan annuì vigorosamente. -Io sono pronta. Quando vuoi.-
-Susan!- gridò il marito. -Sai benissimo che non...-
-Cosa,John?Pensi che smetterò di combattere solo perchè...-
-Non è una cosa da nulla, Susan!-
-Non la sto considerando come una cosa da nulla!Ma questo non vuol dire che mi farò sopraffare dagli eventi, e smetterò di lottare!-
-Spiacente deludervi.- li interruppe Silente - Ma non ho intenzione di reclutare voi, anche se, ovviamente, sareste dei validissimi elementi.-
I coniugi lo guardarono, stupiti.
-Cosa?e perchè...?-
-Perchè, Susan, cara, siete decisamente troppo scontati. Voldemort è abbastanza astuto da prevedere che non starò con le mani in mano.-
Susan aggrottò la fronte, non capendo.
-Mi servono membri di cui lui non sospetti nemmeno l'esistenza. Mi servono persone che finora ho protetto, che lui non ha mai pensato di attaccare.-
Fece una lunga pausa.
-Studenti.- Sussurrò, infine.
-Cosa?- strillò la donna, capendo finalmente dove volesse arrivare. -Sei impazzito?Sono ragazzi!-
-Maggiorenni, Susan. Ragazzi maggiorenni. Uomini e donne, ormai.-
-Tu non puoi...!-
-La maggior perte di loro, quando uscirà di qui, andrà a fare l'auror. Vogliono combattere, Susan. Non accetteranno di rimanere a guardare. Soprattutto James.-
Sottolineò l'ultima frase, volutamente allusivo.
Susan si alzò, di scatto.
-Non permetterò che utilizzi mio figlio come carne da macello, Albus!- La voce era di un'ottava sopra al normale.
-Non puoi impedirglielo, Susan.-
-No!- Gridò la donna.
Si mise a percorrere la stanza a grandi passi -No.- ripetè di nuovo, a voce bassa.
Sapeva di starsi comportando da stupida. Lo sapeva. Sapeva che James avrebbe combattuto, con o senza il suo permesso.
Eppure, l'istinto materno non voleva cedere.
Quanti morti aveva visto?
George Clarcson, finito con il petto squarciato e il viso completamente mutilato.
Christine Lewis, torturata e poi brutalmente uccisa, letteralmente scannata da Fenir Greyback.
E poi tanti, tanti altri ancora. Arrivavano a frotte, ormai.
Corpi trasportati da parenti e amici in lacrime.
Come si sarebbe sentita, se un giorno le avessero portato il corpo di James, il suo James, privo di vita? Come avrebbe fatto a guardare quegli occhi sempre così vivi e solari, spenti?
Rabbrividì. Solo il pensarci, le provocava una lacerazione al cuore tremenda. Non voleva. Non poteva permetterlo.
Si fermò, ritta di fronte a Silente.
-Io non gli permetterò di...-
Improvvisamente, la voce le si spezzò in gola. Barcollò. La vista le si offuscò. Sentiva il cuore stretto in una morsa d'acciaio.
Boccheggiò, in cerca disperata d'aria, gli occhi spalancati dal terrore.
Succedeva sempre più spesso.
La malattia stava avanzando più velocemente di quanto ci si aspettasse.
-SUSAN!- gridò il marito, correndo verso di lei e afferrandola prontamente prima che cadesse.
La adagiò su una sedia, aspettando che si riprendesse, il cuore che martellava.
La morsa d'acciaio piano piano svanì, lasciando come unica traccia il respiro affannato e un velo di sudore sul viso.
-Susan.- gemette il marito. -Susan, non dovevamo venire, lo sapevo.-
La donna scosse la testa, troppo debole per parlare.
-Da quanto va avanti, John?- la voce di Silente sembrava provenire da un luogo lontano.
-Da un paio di mesi...-
-E non l'avete detto ancora a nessuno?-
John si girò verso il preside, tenendo la mano della moglie stretta tra la sua. Scosse la testa.
Silente sospirò.
-Il Magico Soffio al Cuore...un nome così bello, per una malattia così orribile.- mormorò.
Il signor Potter passò una mano delicatamente tra i capelli di Susan, che cercò di rassicurarlo con un sorriso.
Persino sorridere, le risultava difficile, pensò John Potter, con amarezza.
Nel giro di qualche mese, quella malattia gliel'avrebbe portata via, per sempre.
-Albus.- fece, continuando a guardare la moglie, che a tratti chiudeva gli occhi, troppo stanca per qualsiasi cosa. -perchè ci hai convocati, se sai che James lotterà comunque a prescindere dalla nostra opinione?-
La signora Potter fece per parlare, ma il marito le lanciò un'occhiata severa. Rinunciò subito, esausta.
-Perchè- fece Silente, capendo il bisogno di cambiare argomento. -Ho comunque un favore da chiedervi.-

-Lily.-
Lily alzò la testa, di scatto. Si trovavano in sala comune, e la sua testa stava pericolosamente tendendo ad adagiarsi sul libro di Trasfigurazione per addormentarsi. La voce di James l'aveva momentaneamente risvegliata dalla trance.
-Si?- cercò di dare alla sua voce un tono squillante, consapevole di non esserci riuscita.
James sorrise.
-Lily, ti stai addormentando. Vai a dormire.-
Lei scosse la testa, sconsolata.
-Devo finire il tema di Trasfigurazione.-
lanciò una breve occhiata d'invidia al tema di James, già perfettamente finito.
Non capiva come facesse. In tutte le altre materie, era sicuramente lei, la più brava. Ma solo perchè stava ore e ore sui libri, mentre James al massimo ci dedicava un'oretta scarsa. Ma Trasfigurazione. A James bastava una letta veloce e sapeva ripeterti tutto a memoria, per quanto riguardava quella materia. Ci metteva sempre pochissimo, a finire tutti i compiti che la Mcgranitt gli appioppava, mentre lei si disperava e ci passava le ore.
James sorrise di nuovo.
Le allungò il tema.
-Prendi il mio.-
Lei lo guardò, sdegnata.
-Non voglio copiare il tuo tema.-
Lui alzò gli occhi al cielo.
Poi sorrise.
-Ma non per copiarlo. Guardi se è giusto. Lo sai, sono una frana, nei temi.-
La rossina lo guardò un po' torva, consapevole che era solo una scusa.
Purtroppo, fu un grande sbadiglio, a tradirla.
Guardò il tema, tentata.
-Magari...dò solo un'occhiata. Sei veramente una frana, nei temi.-
James rise.
Le diede una carezza sui capelli, prima di alzarsi.
-Me lo riporti domattina, va bene?io vado...a letto. Felpato, vieni con me?- Gli lanciò un'occhiata eloquente.
Dovevano raggiungere Remus alla Stamberga.
Sirius, seduto a un tavolo di differenza, gli sorrise, rassicurante.
Aveva colto il messaggio.
-Finisco di copiare il tema di Frank e arrivo.-
Lily alzò la testa, curiosa. Di Frank?Perchè non copiava come sempre quello di Remus...?
James non si accorse dello sguardo curioso della rossa e annuì, avviandosi nel dormitorio.
Pochi istanti dopo, il Buco del ritratto si aprì, lasciando entrare Mary.
Lily in tutta fretta raccolse i libri.
-Ciao, Mary. Vado a letto.- annunciò, e, con una velocità strepitosa per una che fino a pochi minuti prima si stava per addormentare sul libro di Trasfigurazione, schizzò verso il dormitorio femminile, senza voltarsi indietro.
Sirius la guardò sparire, accigliato e irritato allo stesso tempo. Accigliato, perchè la grifoncina aveva fatto uno scatto veramente notevole. Irritato, perchè capiva che quello di Lily era solo un diversivo per lasciarlo da solo con Mary,.
La moretta si sedette di fronte a lui, con noncuranza.
Sirius la ignorò, continuando a copiare il suo tema, come se nulla fosse.
Ogni tanto gli arrivava una folata di profumo di mandorle alle narici.
Ci furono istanti di silenzio interminabili. Lui che la ignorava, lei che lo guardava, cercando le parole giuste.
-Sirius.- esordì.
Sirius non diede segno di aver sentito.
-Sirius.- ripetè lei, più forte.
Questa volta lui alzò lo sguardo. Sembrava fatto di ghiaccio puro. Mary rabbrividì.
-Che cosa vuoi, Mcdonald?-
La voce era fredda, quasi apatica.
Preparati ad essere trattata con freddezza. Sembrava più facile a dirsi che a farsi.
-Voglio solo parlare.- Cercò di usare un tono fermo ma dolce.
Felpato alzò un sopracciglio.
-Non abbiamo niente da dirci.-
Dopo questa sentenza lapidaria si era rigettato sul tema, come se nulla fosse.
-Potresti almeno solo ascoltare?Per favore.-
Questa volta lui alzò gli occhi nei suoi, arrabbiato.
-Perchè mai ti dovrei fare un favore?-
Lei sospirò. Sapeva che sarebbe stata dura. Era stata avvertita.
-Perchè...perchè.- Prese un grande respiro. -Perchè tu avevi ragione e io torto. Perchè sono una stronza. Perchè voglio chiederti scusa.-
Lui fece un sorriso sarcastico.
-Non me ne faccio niente delle tue scuse,Mcdonald.-
Lei annuì. Si aspettava anche questo.
-Lo so.-
-E allora cosa sei venuta a fare qui?-
Mary trattenne il suo orgoglio, che lottava per venire fuori e ribattere.
-Sono venuta perchè volevo dirti che..- prese coraggio. -che mi piaci, Sirius Black. Mi piaci. Ed è per questo che mi sono comportata da stronza. Questo non giustifica quello che ho fatto, sia chiaro. Sbronza o non sbronza, innamorata o no, ho detto delle cose orribili che mai, mai ripeterei. Ma- qui fece una breve pausa. -ma anche se non lo giustifica, lo spiega almeno in parte. Ora, tranquillo, non mi aspetto che mi perdoni. Non mi aspetto che dopo questo ci gettiamo l'uno nelle braccia dell'altro, o simili. Solo, vorrei sapere. Sapere se, prima di fare la stronza, avevo qualche possibilità con te. Perchè, se non ti piacevo neanche prima, allora sparirò dalla tua vita, nella speranza che tu riesca a perdonarmi, in un futuro lontano.-
Le sembrava di aver lanciato il suo cuore in mezzo al tavolo, tra loro due. Sarebbe stato compito di Black, ora, decidere se buttarlo nella pattumiera direttamente o prenderlo in mano.
Sirius la guardò, a lungo.
Guardò le sopracciglia leggermente inarcate in segno di preoccupazione, guardò gli occhi spalancati e attenti in attesa di una risposta.
Sapeva che lei aveva parlato con il cuore in mano.
Decise di essere sincero.
Annuì, lentamente e con fermezza. Sembrava un aristocratico, degno erede della famiglia Purosangue per eccellenza.
-Mi piacevi, prima.-
Non riuscì a fare a meno di sottolineare quel prima, detto più per se stesso che per lei.
Lei annuì.
Poi si alzò, piano, senza smettere di guardarlo.
-Riconquisterò la tua fiducia, Sirius Black. Non rinuncerò a te. Lo giuro sulla mia vita.- sussurrò, con decisione.
Si avviò verso il dormitorio, lasciando un Sirius sbalordito in Sala Comune.



Ed eccomi qui!!ammettetelo, dopo 3 settimane non ci speravate più...e invece, sono di nuovo qui a rompervi le scatole ^^ scusate il ritardo, ma sono stata in vacanza e poi questa settimana ho dovuto studiare tantissimo...fra una settimana ho l'esame =__=
cooomunque...ho notato(solo adesso perchè sono scema) che ho in media 200 lettori per capitolo o.O però mi chiedo...allora...non è che me la lasciate, qualche recensioncina in più?^_____^
Passo ai ringraziamenti:

PikkolaGrandefan: ehehe....ecco qui...Speriamo che Mary piano piano si faccia perdonare =P

weasley star: io mi sono divertita un mondo, a scrivere i tentativi di James =P lo amo sempre di più  =P anche se lo lascio a Lily perchè sono buona =P (Bastarda!ndLily)(Taci, potrei anche decidere di farti mettere con Piton...ndme)(NO!con Piton NO! ndLily)

__TaTa__: Grazie ^^ eheh...anche Lily piano piano sta diventando una Malandrina, altro che...

Nikki Potter:Concordo con te, Mary è stata leggermente(tantissimo) stupida...per fortuna se ne è accorta =P ciao!!baci!

Padfoot_07: eheheh...dai adesso Mary cercherà di recuperare...^^







  
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