Vi
è mai capitato di soffiare
sulle candeline e desiderare di veder saltare fuori Zoro nudo dalla
torta?
Beh…il
desiderio qualcuno si è avverato!
BUON
COMPLEANNO NAMI!
HOPING
YOU’LL BE HERE
Fissava
la
fetta di crostata al mandarino davanti a lei, ma la verità
era che i suoi occhi
non la vedevano.
L’olfatto
non ne percepiva il profumo invitante.
La
lingua
non dava alcun segnale di voler assaggiare quella delizia fruttata.
Era
lì, ma
non c’era.
Sembrava
che
fosse stata cristallizzata per un tempo che pareva infinito.
Si
sentiva
vuota, ma al tempo stesso un peso soffocante le gravava sul corpo,
schiacciandola sempre più a fondo.
In
silenzio,
aspettava.
-
Non è buona Nami-san?- le
chiese
premuroso Sanji.
E
ora si
aggiungeva anche il senso di colpa.
Lei
stessa
gli aveva chiesto quella torta per il giorno del suo compleanno, e
adesso non
si era nemmeno degnata di assaggiarla.
Poteva
vederlo dagli occhi del cuoco quanto fosse dispiaciuto per questo.
Anche
lei lo
era allo stesso modo, ma proprio quella torta non le andava
giù.
-
No…è buonissima
Sanji-kun…- rispose per
farlo contento.
-
Ma non l’hai nemmeno
assaggiata…- commentò
Usopp.
-
La mangerà dopo, se adesso non se
la sente-
pose fine alla questione il biondo, che aveva ben compreso il
perché di quel
comportamento.
Tutti
lo
avevano capito, era piuttosto evidente.
Esattamente
come tutti sapevano dove fosse andato.
Non
lo aveva
detto a nessuno se
non a Rufy, perché al
capitano non si poteva mentire.
E
lei si era
ritrovata senza volere ad assistere a quella conversazione, che non era
più
riuscita a cancellare dalla sua testa.
Aveva
notato
lo strano comportamento di Zoro da quando erano sbarcati, ma mai
avrebbe
immaginato che fosse stato per quella ragione.
Occhi
di
Falco…
Così
veniva
chiamato l’uomo che Zoro si era prefissato di battere,
guadagnandosi così il
titolo di miglior spadaccino al mondo.
Anche
lui
era su quell’isola.
Inutile
dire
che non appena ne era venuto a conoscenza, Zoro aveva deciso di
incontrarlo.
Aveva
taciuto la questione, per non allarmarli.
Era
il suo
modo di proteggerli da un dolore insopportabile.
Non
aveva
detto il perché desiderava vederlo, ma tutti loro potevano
immaginare quale
fosse.
Anche
gli
altri stavano soffrendo, ma non si concedevano il lusso di fare i
capricci come
invece stava facendo lei.
Si
sentì per
un momento sciocca e stupida, perché il suo comportamento
ricadeva sui suoi
compagni.
Inoltre,
dimostrava di avere poca fiducia nelle capacità di Zoro, e
lei si sarebbe
fidata ad occhi chiusi dello spadaccino.
Spostò
per
un attimo lo sguardo su Rufy, che forse doveva essere ancora
più preoccupato di
lei.
Anche
lui
aveva mangiato una sola fetta di torta, e il che era anomalo.
Zoro
era il suo
vice, il suo braccio destro, il suo uomo di fiducia, ma soprattutto
Zoro era il
suo migliore amico.
Erano
loro i
fondamenti di quella sgangherata famiglia, così come lei era
stata la prima
pietra che aveva dato vita al tutto.
Ed
è
risaputo che se le fondamenta cedono, il palazzo crolla.
Cosa
avrebbero fatto se non fosse tornato?
Dove
avrebbero trovato la forza per andare avanti?
……….
Poche ore prima…
-
Devo andare ad incontrarlo, Rufy-
parlava con tono profondo e serio.
-
Ti capisco amico…Probabilmente
farei lo
stesso…- si calò il cappello sugli
occhi, per non mostrare la
preoccupazione che saliva.
-
Ho bisogno di vederlo…-
disse
semplicemente.
-
Allora vai. Noi ti aspettiamo per la festa
- sorrise sotto il cappello.
-
Se dovessi fare tardi…fai gli
auguri a Nami
da parte mia-
-
Non ce ne sarà bisogno. Sarai tu a
farglieli-
……..
Le
ultime
parole di quella conversazione risuonavano insistenti nella sua mente,
come una
di quelle canzoni stupide che però non puoi fare a meno di
cantare per tutta la
giornata.
Perché
se
n’era andato senza dire niente?
Perché
non
aveva nemmeno voluto salutarli, guardarli negli occhi e rassicurarli
del suo
ritorno?
Egoista.
Aveva
trasformato il giorno del suo compleanno nel peggiore dei suoi incubi.
-
Perché non apriamo i regali?-
azzardò
Robin, nel tentativo di rompere quell’atmosfera gelida che si
era creata.
-
Non aspettiamo Zoro?-
Piccolo
ingenuo Chopper…
Era
l’unico
all’oscuro di tutto.
Avevano
preferito non dirgli nulla, per evitargli l’ennesimo dolore.
Sapevano
il
rapporto che lo legava a Zoro.
Più
che un
fratello maggiore con il suo fratellino, erano simili a padre e figlio.
-Ci raggiungerà più tardi,
vedrai- gli
sorrise amorevolmente la mora.
Più
tardi…
Quanto
sarebbe durato questo “più tardi”?
Ormai
erano trascorse
due ore da quando era sceso dalla nave.
-
Ma è via da tanto…Non
sarebbe meglio andarlo
a cercare?-
-
Si sarà perso come sempre Chopper,
vedrai
che prima o poi ritroverà la strada!- intervenne
Usopp, certo di riuscire a
calmare i dubbi della piccola renna.
Nel
frattempo Robin aveva portato tutti regali sul tavolo, invitando tutti
ad
avvicinarsi.
Forse
quell’attività sarebbe riuscita a distrarla per
qualche minuto.
-
Forza Nami, inizia a scartarli!- la
incoraggiò Rufy.
Robin
e
Rufy…
Si
sarebbe
sentita persa senza di loro.
Lei,
così
fredda e misteriosa, sapeva essere dolce e protettiva nei momenti che
passavano
da sole, proprio come la sorella maggiore della quale sentiva la
mancanza.
Lui,
ingenuo
e combina guai, in quei momenti dimostrava di avere la forza di cento
persone,
mettendo da parte la sua preoccupazione per il bene della ciurma.
E
lei?
Lei
non
riusciva nemmeno a fingere di essere grata per quella festa.
-
Inizia dal mio!- si fece avanti
Sanji,
allungandole una scatola rosa molto graziosa, decorata con dei cuori
rossi.
-
Grazie Sanji…-
provò a sorridere senza
molti risultati.
Sciolse
il
fiocco che sovrastava il pacco, sfilando il nastro e aprendo la scatola.
Beh,
di
certo da un cascamorto come lui ci si doveva aspettare un regalo del
genere.
Un
completo
intimo molto sexy rosso fuoco, con tanto di babydoll coordinato.
Da
pervertiti, ma un cambio di intimo era sempre utile.
Si
aspettò
di sentire la voce di Brook commentare le mutandine, ma la battuta non
arrivò.
Anche
uno
come lui sapeva quando non era il momento.
- Ѐ
molto
carino- sorrise al cuoco, stavolta per davvero.
-
Tieni sorellina, questo è il mio.
Buon
compleanno- fu il turno di Robin.
-
Grazie mille Robin-
Decisamente
la mora aveva gusti più raffinati, e soprattutto la
conosceva bene.
Nella
sua
scatola c’era un meraviglioso pendente a goccia, con una
grossa pietra
incastonata che brillava alla luce delle lampadine accese.
Poi
toccò ad
Usopp, che le regalò una pianta dai fiori bellissimi e molto
profumati.
A
seguire
vennero Brook, Chopper e Franky, che le donarono rispettivamente un
vestito
(inutile dire quanto lasciasse poco all’immaginazione dato il
mittente del
regalo), un libro accompagnato da un disegno e uno strano marchingegno
meccanico che doveva aiutarla nei suoi lavori alle cartine.
-
Non capisco bene cosa sia…-
lo studiava
con attenzione.
-
Ma come sorella?! Questo un portamatite, ma
non uno qualunque! Se premi questo bottone compare una mano in
miniatura che ti
allunga la matita anche se sei distante, se invece premi questo si
attiva il
temperamatite. Infine questo serve per far uscire un’altra
mano che ti aiuterà
a cancellare! Non è super?!?!- alzò il
pollice.
-
C-certo…Grazie Franky…-
cercò di non
mostrarsi allibita per quell’assurda invenzione.
-
Adesso tocca a te capitano!- lo
incitò
Robin - Che cosa hai regalato alla nostra
navigatrice?-
Sorridendo
a
trentadue denti, il ragazzo di gomma frugò per qualche
secondo nelle tasche dei
pantaloni, estraendone un cosciotto di carne.
-
Ecco qua! Buon compleanno Nami!-
glielo
porse.
-
E QUELLO TI SEMBRA UN REGALO?!?!-
sbraitarono in coro Sanji e Usopp, scioccati per
quell’assurda trovata.
-
E perché?- chiese ingenuo
Rufy - La carne è buona e Sanji
dice sempre che
Nami ha bisogno di pasti energetici…-
-
Sì ma non puoi regalare un
cosciotto per il
compleanno, soprattutto se è stato per chissà
quanto tempo nei tuoi pantaloni!-
spiegò il cecchino dal naso lungo.
-
Mmmh…capito!-
annuì convinto - Allora questo va
bene?- estrasse dalla
tasca opposta un pastello mezzo consumato e smangiucchiato.
-
E QUELLO COS’Ѐ?!?!-
ripartì il coretto.
-
Una matita…per i suoi disegni!-
sorrise
soddisfatto della nuova trovata.
-
Non ho parole…- scosse la
testa Usopp,
mentre Robin ridacchiava divertita.
-
Grazie Rufy, sei stato gentile-
intervenne, sorridendogli dolcemente, lasciando tutti esterrefatti.
Come
poteva
essere arrabbiata con lui?
Nella
sua
ingenuità aveva il cuore più grande che avesse
mai conosciuto.
Non
faceva
mai nulla per cattiveria, ma solo ciò che riteneva giusto,
assurdo che fosse.
Quell’ennesimo
sorriso strappato via lo doveva a lui.
Doveva
ammettere che aprire i regali era stata una buona idea.
Almeno
per
qualche secondo non aveva perso la testa pensando a Zoro.
Ma
ora i
regali erano finiti, e di nuovo nella sua mente si faceva spazio
l’immagine
dello spadaccino.
Il
silenzio
era diventato nuovamente padrone della scena, gettando tutti nello
sconforto.
Qualsiasi
tentativo di festeggiamento si sarebbe rivelato totalmente inutile.
-Nami-san, mi sono permesso di comporre una canzone
appositamente per te. La vuoi sentire?- cercò di
spezzare il ghiaccio lo
scheletro canterino.
Il
caro
vecchio Brook…
Aveva
mille
difetti, ma da quando li aveva conosciuti non passava giorno che non
cercasse
di rallegrarli con la sua musica.
Le
aveva
persino dedicato una canzone quel giorno.
Una
canzone
che lei non aveva voglia di ascoltare.
La
musica di
Brook serviva a dare loro gioia, ma in quel momento non c’era
proprio niente da
festeggiare.
Cosa
c’era
di gioioso in un’attesa angosciante?
Chissà
che
suono racchiudeva la melodia della morte…
-
Non adesso Brook…Scusatemi, ho
bisogno di
prendere aria…- si alzò lesta in piedi,
uscendo velocemente dalla sala.
Non
poteva
mostrare le lacrime che scendevano copiose lungo le guance.
Le
aveva
trattenute fino a quel momento, fino a quando la parola
“morte” non aveva
iniziato a batterle in testa, come un martello insistente e ingiusto.
Appoggiò
le
mani sul parapetto, stringendole fino a conficcare le unghie nel legno.
Il
suo corpo
era scosso dai tremiti dell’ansia e dai singhiozzi.
Non
sapeva
per quanto ancora avrebbe resistito prima che il cuore le scoppiasse.
Con
la testa
china, lasciava che le lacrime cadessero nell’acqua del mare,
tinta di porpora
dalle ultime luci del tramonto, fondendosi con essa.
“Can't wash it all away
Can't wish it all away
Can't cry it all away
Can't scratch it all away
Can't fight it all away
Can't hope it all away
Can't scream it all away
Ooh, it all away”
Le
tornarono
alla mente le parole di una nenia che Bellemere le cantava quando era
ancora in
fasce, per calmarla durante le crisi di pianto.
All’epoca
era troppo piccola per comprenderne il vero significato; poi, quando
era
cresciuta, si era resa conto del messaggio che portavano con
sé.
Non
importavano gli sforzi fatti per cancellare qualcosa dalla nostra mente.
Piangere,
gridare, lottare, sperare: niente avrebbe lavato via una brutta
sensazione.
Così
come
l’acqua del mare, mescolata alle sue lacrime, non avrebbe
cancellato la sua
angoscia per la sorte di Zoro.
Solo
adesso
si rendeva conto di quanto fosse profondo l’amore che provava
per lui.
Già
a
Sabaody, quando lo aveva visto a terra incapace di muoversi e di
respingere l’attacco
del nemico, non era riuscita a tenere a bada la sua preoccupazione.
Ora,
dopo
quei due anni di lontananza, i sentimenti si erano fatti più
forti, così come
il dolore di poterlo perdere.
Non
lo
sapeva, Zoro.
Non
glielo
aveva detto.
Perché
loro
erano pirati, e fra pirati non esiste l’amore.
Perché
lui
non conosceva altro amore che le sue spade.
Perché
non
voleva perderlo.
Promise
a se
stessa che se fosse tornato sano e salvo gli avrebbe confessato tutto.
Forse
non
quel giorno, ma lo avrebbe fatto.
Era
un pegno
per vederlo tornare da lei.
Si
asciugò
le lacrime con il dorso della mano, alzando finalmente lo sguardo.
La
bocca si
schiuse, gli occhi si spalancarono, il peso sul cuore si dissolse.
Eccolo.
Busto
eretto, sguardo fiero, braccia incrociate al petto e solita espressione
burbera
sul volto.
Camminava
a
passo lento, diretto verso le scalette della Sunny.
Si
concesse
di ammirarlo in ogni particolare, studiandolo come un oggetto prezioso.
Sul
suo
corpo non c’erano segni di lotta.
Possibile…?!
Un
completo intimo rosso fuoco…
-
Ehi, Nami! Ma non dovresti essere a
festeggiare il tuo compleanno?- le chiese, quando fu a pochi
passi da lei.
-
Zoro…- sentì
le lacrime pungerle
nuovamente gli occhi.
-
Che hai?!- la fissò
stranito da quella
reazione.
Un
prezioso pendente a goccia…
-
Sei tornato…-
sussurrò, asciugandosi gli
occhi prima che potesse vederla.
-
Mi spiace se ho fatto tardi…Ero
andato ad
una locanda e devo essermi perso…- si
grattò la nuca.
-
Non è vero…Lo so che sei
andato da Occhi di
Falco…- lo guardò seria.
Una
pianta con bellissimi fiori profumati…
Lo
vide
sgranare l’occhio sano, stupito dalla sua affermazione.
-
Te lo ha detto Rufy?-
-
No, vi ho sentiti parlare prima che te ne
andassi. Poi quando tutti si chiedevano perché mancassi ci
ha detto che eri
andato a sbrigare una faccenda importante, ma che saresti tornato per
la festa…-
abbassò lo sguardo.
-
Non volevo che vi preoccupaste…-
-
Ma noi siamo i tuoi compagni Zoro! Abbiamo
il diritto di sapere!- alzò di poco la voce.
-
Se vi avessi detto che andavo ad incontrare
Occhi di Falco avreste pensato che ci andavo per
combattere…Invece dovevo solo
vederlo per parlare…-
Un
vestito sensuale…
-
Parlare...?!- alzò un
sopracciglio,
scettica.
-
Sì…Una questione fra me
e lui…- fece
vago.
Non
aveva
mai amato parlare dei suoi affari.
-
Stai bene?- chiese conferma, ancora
incredula.
-
Come vedi sono qui- sorrise beffardo
- Sono ancora in tempo per la torta?-
Un
libro e un disegno…
Incapace
di
contenersi oltre, azzerò le distanze fra loro, correndo ad
abbracciarlo forte.
Le
sue esili
braccia non riuscivano a circondare completamente quel torace possente,
ma non
le importava.
Era
la
pressione con cui lo stava comprimendo a far capire il sentimento che
voleva
esprimere.
Si
sentì
davvero sollevata solo quando, pochi secondi dopo, la mano ruvida e
impacciata
di Zoro le accarezzò la testa.
-
Dai Nami…oggi dovresti essere
contenta, è il
tuo compleanno…-
Un
portamatite meccanico…
Restò
abbracciata a lui ancora qualche istante, imprimendo quella sensazione
nella
mente.
Poi,
a
malincuore, lo liberò, prendendogli le mani e sorridendo
come una bambina.
-
Vieni, ti stavamo aspettando per la
torta…-
lo trascinò in sala pranzo.
Un
cosciotto di carne e una matita smangiucchiata…
Qual
era il
miglior regalo che aveva ricevuto per il suo ventunesimo compleanno?
Nessuno
di
quelli che aveva avuto l’onore di scartare.
Per
la prima
volta non le importava il valore delle cose materiali.
Il
regalo
più bello era stato veder tornare Zoro sano e salvo.
Sapere
che
la morte non l’aveva privata di nuovo di una persona amata.
-
Stavo per scordarmene…-
la fermò,
facendola girare verso di lui.
-
Di cosa?- chiese curiosa.
-
Buon compleanno, Nami-
ANGOLO
AUTORE
E
questa
cavolata colossale vi è offerta da Placebogirl, che colpisce
ancora con i suoi
“tripudi di m***a” (cit. Joe Bastianich). Volevo
dare anche io il mio contributo
per il compleanno di Nami, la sola donna che abbia mai visto la Quarta
Spada!
Aggiungo una
nota doverosa: la parte in inglese non l’ho inventata io ma
è un pezzo del
ritornello della canzone “Understanding” degli Evanescence. Non so perché ma
mentre
scrivevo mi è venuta in mente quella canzone, ho pensato che
il testo
rispecchiasse abbastanza bene la mia storia e così
l’ho messo. So che Bellemere
non canterebbe mai gli Evanescence a una bambina piccola, ma voi fate
finta di
crederci sennò vi ammazzo tutti!
Per il
titolo invece mi sono ispirata a una frase di una canzone di Lene Marlin, “Another Day” (chi ha
letto la mia Sanji x Violet la conoscerà!), che dice
“hoping
you’ll be near”.
Io ho modificato il “near” con
“here” perché ci stava meglio.
Scleri a
parte, spero che la fic vi sia piaciuta almeno un pochino!
BUON
COMPLEANNO NAMI, SE TI AVANZA UN PO’ DI TORTA DALLA A RUFY
CHE IO PREFERISCO
UNA FETTA DI QUARTA SPADA!
Baci
Place