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Autore: Hidalgo_Aragorn    03/07/2014    2 recensioni
Bella Hale vive con i suoi due gemelli nella casa che suo padre ha comprato con la nuova moglie, che puntualmente ha già 3 figli e sono i più popolari della scuola.
Ma sia Bella in dolce attesa, che Edward suo fratellastro, futuro padre, scopriranno di avere molto in comune ...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clan Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Sorpresa | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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ciao ragazze, sono sempre, io questo è un nuovo capitolo e ho paura che per una settimana buona a questa parte, sarà l'ultimo che pubblicherò ... vado una settimana in puglia con i miei e mia sorella e non mi è permesso portarlo con me il mio amore (il computer) ... beh, ma prometto che quando torno, la prima cosa che farò sarà pubblicare almeno 2 capitoli che ho già pronti e ovviamente scriverne altri se trovo la forza di scrivere tutta la marea e mezzo di idee che faccio fatica a decifrare. beh, un Bacio e buona lettura a tutte
Hidalgo.

 

Capitolo 7: Edward è papà.

Pov. Edward.
Okay, Sophie a mangiato, a fatto il ruttino e adesso dorme. Mi buttai suoi divano di pelle bianca della sala, esausto. Chissà come faceva Bella.
«stanco Ed?» mi chiede mamma che stava leggendo sulla poltrona.
«no, sono arzillo come un grillo … sono distrutto, non credevo che un’esserino così piccolo potesse fare così tanto casino, ormai non riesco nemmeno più ad entrare in stanza» protestai. Sophie aveva giocato alle bambole, al puzzle, ai peluche, con i libri, avevamo disegnato, giocato sul dondolo e giocato alla casa, dove io facevo il bambino e lei la mamma.
Ma il bello era che Sophie sembrava instancabile, io ero stanco e lei voleva giocare ancora, c’avevo messo quasi un’ora a convincerla che doveva dormire.
«è una delle gioie di essere genitori, sei stanco morto, ma sai che il giorno dopo tu avrai le occhiaie ma tuo figlio vorrà giocare ancora e ancora e ancora. Fino a che non sarai addormentato sul tappetino coi numeri di tuo figlio e tua figlia ti chiederà se sei morto»
«sbaglio o questa non era esattamente una storia raccontata ma per farmi capire che mia figlia mi torturerà ma per dirmi cosa facevamo ed Alice alla sua età?»
Sorrise. «più che vuoi due, Emmet, lui sì che era stressante, vi avevo appena messo a letto e mi ero appoggiata un poco sul tappeto a guardarvi, mi appisolai e mi svegliai con un calcio di tuo fratello che mi domandava se ero morta»
Risi.«wow, adoravi me e Alice, ma odiavi il piccolo grande Emmet» dissi sarcastico.
«già, io posso dire di essere una delle poche mamme che preferisce i gemelli a quello singolo, Emmet proprio … ho ancora i brividi per le lavorate che mi facevo per tenerlo impegnato»
Sorrisi. «Sophie credo proprio che abbia preso da lui, sono esausto … ricordami di chiedere a Bella perché mai ha scelto di pensarci da sola, soprattutto in questo momento»
Mamma mi guardava male, era ancora triste, insomma, Carlisle dopo che Bella aveva scelto la solitudine invece che la famiglia, parlava raramente, si chiedeva cosa avesse fatto di sbagliato per farla sentire così in difficoltà a casa sua.
Spesso aveva chiamato anche l’ex moglie, per domandarglielo, ma lei non sapeva dirlo, diceva che sua figlia non la capiva nemmeno lei, che spesso le aveva detto di voler andare via, ma che non sapeva dove fosse e tutti si continuavano a preoccupare per la sua sorte.
Non potevo nascondere di aver pensato di fare lo stesso, ma magari non in segreto e non prima di aver trovato un buon lavoro.
Avevo sentito che a New York, i bambini potevano andare al lavoro con i genitori, certo solo per avere un sicuro posto dove lasciarli ma mi chiedevo come avesse fatto, lei, ad arrivare lì se lì voleva arrivare.
«credo che dormirò un po’ … sento che sto per dormire qui seduta stante» dissi sarcastico. Mi alzai con grande forza, dirigendomi, in mezzo striscio in camera mia.
Prima di tutto dovevo mettere i giochi di Sophie nelle ceste e controllare che dormisse. Dormire, dormiva … ma ora toccava a me sistemare quel pastrocchio.
Infilai tutti i giochi nelle ceste a retina che poi infilai negl’ultimi spazi della libreria, quelli in basso, così il giorno dopo la piccola ci sarebbe arrivata tranquillamente. Sophie aveva otto mesi e sulla testina aveva solo qualche capelli castano chiaro, come li avevo io da piccolo. Gl’occhi erano verdi-castani presi da mia madre ovviamente, io e mia sorella avevamo presto da papà, invece Emmet da mamma.
Chissà com’era Nathan? Me lo chiedevo spesso, mi chiedevo anche se lei avesse tagliato i capelli oppure se le fossero cresciuti un po’ … mi chiedevo se almeno un po’ le mancavo e se si sentisse davvero pronta a fare la mamma da sola. Certo aveva iniziato sola già da un bel pezzo ma vorrei averle fatto capire che non era sola, io ero come lei.
Quelle preoccupazioni nemmeno gliele potevo dire, aveva ridato la sim del telefono con il numero che conoscevo a noi.
Qualche mese prima aveva compiuto diciannove anni, lo sapevo perché l’avevo segnato sul calendario. Io ero strano, io avevo due calendari, uno per gl’impegni e uno segnato con grosse X giorno dopo giorno, al cui interno avevo scritto i numeri del giorno, a partire da quello in cui se n’era andata. Era stupido da parte mia e lo sapevo bene, ma non potevo non sperare che un giorno quelle grosse X si trasformassero in triangoli, triangoli dove si congiungeva ogni lato, come il suo ritorno avrebbe congiunto molte vite, la mia soprattutto.  
Mi buttai sul letto semi sfatto, messo in ordine solo a prescindere, per dare il buon esempio non perché ne avessi voglia. Sophie un po’ me la ricordava, i capelli appena un po’ ispidi ma se pettinati trasformati in quelli, belli, castani con il loro odore dolce. Gl’occhi non erano i suoi ma non potevo di certo aspettarmi che fosse uguale alla sorella che ora non avevo più. La madre di Sophie l’avevo sentita un paio di volte da quando me l’aveva affidata. Stava con uno figo a parole sue, voleva che ogni tanto le inviassi una foto della bambina. Io lo facevo ma non con pose messe lì solo per fare una foto; quelle foto che si ha come ricordo e che quando è grande ti dici “non era dolce quando era piccola?”.
Solo per farle capire cosa si perdeva. Si perdeva una figlia dolce e solare che avrebbe dato della luce anche alla sua vita assurda.

 

 
Non avevo mai capito perché dovevo mettermi elegante per un matrimonio. Ovviamente Sophie era brillante, Alice si era accertata lei stessa che mia figlia fosse vestita perfettamente come la voleva lei, il vestito color pesca, le cadeva divinamente, dolcemente e risaltava i bei ciuffi di capelli castani chiari.
Sbadigliai. Avevo dormito ben poco la notte prima, avevo passato le ore a chiedermi se si sarebbe presentata.
Una parte di me, mi diceva di sì, insomma Jasper era il suo migliore amico e gemello, ma magari avrebbe salutato anche Rose. Ovviamente io non ero sulla lista e su quel fatto avevo pianto tutta la notte. Mi mancava e forse avrebbe fatto finta che non esistessi. Come uno scarto messo lì per puro caso, senza pensarci, perché non ero sulla sua lista, come forse nemmeno Carlisle. Lui l’avrebbe pregata di restare, ma lei avrebbe detto di no e dopo si sarebbe sentita in colpa.
Per mia sfortuna passai tutto il tempo nella stanza della sposa con Sophie che ridacchiava seguendo Alice che con lo strascico ormai si portava dietro anche la polvere. Era tesa. Rose che aveva detto che mi avrebbe fatto compagnia, ma poi disse che doveva andare a parlare con Emmet, ma quello entrò poco dopo che lei era uscita.
Ci pensai su, perché dovevo essere lo scarto, il ricordo trasparente? Dissi che andava a prender un po’ d’aria e controllare Jasper, sperai davvero di incontrarla.
 
Pov. Bella.
Mi avvicinai alla sua stanza, mancava mezz’ora all’inizio del suo matrimonio e come avevo promesso io e Nathan saremmo passati a fare un saluto. Ovviamente, ci sarebbe stata anche Rose, ne ero felice, ma un po’ avevo paura che sarei rimasta troppo.
Vedevo Jazz seduto sul divano tutto bello, tirato a lucido con lo smoking nero e i capelli tirarti all’indietro ma sempre un po’ strambi. Abbassai lo sguardo, Rose era bellissima con il suo abito lilla che le arrivava fino alle ginocchia.
«mamma andiamo a casa?» mi chiese Nathan risvegliandomi dai miei pensieri.
«5 minuti e andiamo» gli promisi. Dovevo decidermi entrare, o restare a guardarli. Mi vergognai del vestito blu che avevo indossato solo perché non sapevo come mi sarei dovuta comportare. Sospirai e bussai. Presi Nathan in braccio e aprì un poco la porta bianca. «un corriere speciale per Jasper Hale e sua sorella» dissi a mezza voce.
«Bella!» dissero in coro. «oh mio … hai rispettato la promessa» disse Jasper.
«non potevo mancare al tuo super matrimonio» dissi sarcastica. Lasciai Nathan a terra e abbracciai i miei fratello «mi siete mancati …» dissi senza tralasciare che stavo piangendo.
«anche tu ci sei mancata» disse Rose. «Jazz non mi ha detto nulla, mi ha solo fatto leggere la lettera, quella dolce lettera e ho rispettato la tua decisione di avere solo un punto di riferimento all’interno della famiglia» 
«mi dispiace tanto … mi dispiace tanto» piangevo come una scema sulla spalla di mia sorella, che tra i due poteva permettersi di essere un po’ meno in ordine. «non so nemmeno io se voglio essere perdonata perché sono imperdonabile, ho fatto male a tutti»
«shh … è tutto okay, tranquilla, certo che ti perdoniamo … insomma, hai detto che te ne saresti andata e l’hai fatto, hai detto che al matrimonio di Jazz ti saresti presentata e l’hai fatto, tutto quello che ai detto hai fatto, non possiamo che farti promettere che ti rifarai viva, tutto qua»
Annuì. «certo, non ti preoccupare mi rifarò sempre viva, quindi non pensate di non avermi più tra i piedi perché io ci sarò sempre»
«abbraccia anche me» disse Jazz. Mi asciugai le lacrime e abbracciai anche lui. «brava bambina … ti ringrazio di aver mantenuto la promessa anche se so quanto ti costa … ma ti devo dire che ti voglio bene e che te ne vorrò sempre e così vale anche per Rose»
«ti ringrazio …» dissi tirandomi su.
«foto, foto, foto!» disse Rose. Sorrisi annuendo, glielo dovevo. «prima con me …»
Con una mano sulla mia spalla, era la nostra posa, mi sforzai a fare un sorriso che non sembrasse da sequel ad un pianto. Con Jazz, fu già più facile, mi veniva automatico sorridere guardando quei capelli.
«okay …» dissi sospirando. Presi Nathan in braccio. « … amore saluta gli zii» asciugai le lacrime e lo convinsi a salutarli.
«fai il bravo con la mamma, okay Nathan?» alle parole di Jazz, mio figlio annuì con forza poi mi asciugò le lacrime.
«non fare troppi disastri» lo ammonì Rose. Lui abbassò lo sguardo arrossendo. Era una peste mio figlio, i disastri erano nella sua natura.
«ciao zii» gli salutò con la manina Nat.
«okay … noi andiamo prima che si chiedano dov’è finito lo sposo» dissi. «ci vediamo presto … mi raccomando con quel Sì, Jazz»
Lui abbassò lo sguardo e annuì. Mi salutarono e mentre uscivo, mi scontrai per puro caso con Edward.
«ciao …» accennai affrettando il passo.
Aveva sorriso cazzo, incrociandomi aveva sorriso divertito. Probabilmente aveva intuito anche lui che ci sarei andata. Ma non mi volli assicurare della mia supposizione e appena fui lontana da quel corridoio, scuriosai nella stanza di Alice, c’era solo lei.
Mi affacciai solamente. «ehi Ali, prenditi cura di mio fratello, conto su di te» poi chiusi la porta e me ne andai.
 
Pov. Alice.
«ehi Ali, prenditi cura di mio fratello, conto su di te» aveva detto prima di sparire come era comparsa.
Presi quelle parole un po’ come un segno che io e Jazz dovevamo stare insieme, perché altrimenti la sua sorella preferita non si sarebbe assicurata che sapessi che contava su di me.
Chi aveva in braccio? Nathan? L’avevo visto di striscio ma aveva ragione Jazz anche lui era davvero bello. Un bell’ometto fatto su misura per una bella bimba come Sophie.
Ora potevo sposarmi tranquillamente sapendo che non avrei avuto uno straccio di motivo per dire di no
.
 

buon dì ... sono in ritardo lo so, ma ero in giro con mia zia a comprare dei regali per il figlio di una sua vicina ...
e ho avuto uno sguardo al futuro del povero Edward che deve entrare in posti come il "Bimbo Store", giuro lo compatisco,
ma lasciamo stare ... il capitolo vi piace? l'ho scritto qualche giorno fà e mi sono bloccato a metà di due capitoli dopo questo ...
ma spero di saltarci fuori ... un bacio a tutti e se vi va recensite ...
Hidalgo

  
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