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Autore: Aeltanin    03/07/2014    7 recensioni
Sono trascorsi ormai 5 anni dalla fine della seconda guerra. Il mondo magico vanta una discreta serenità, ma la sete di vendetta di alcune famiglie purosangue reclama una giustizia aberrante, quando una notizia circola veloce tra le loro residue fila. La novella famiglia Malfoy dovrà fare i conti con le ingiustizie della vita e dovrà lottare strenuamente per ritrovare la sua piccola felicità e proteggerla dalle mine della guerra.
« Perdonami » Lo odio con tutta me stessa, perché non ha capito assolutamente nulla. Non c'era niente che avrebbe potuto fare per salvarmi, se non dividerci e salvare nostro figlio dalla furia e violenza spietata di quelle bestie abiette dei Mangiamorte. [...]
« Non devi dirlo. Non ti è concessa nessuna colpa, non adesso ».
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Più contesti
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Capitolo 5. Never Again

 

 

Se qualcuno mi avesse detto che la felicità la si prova quando ritrovi il tuo compagno in fin di vita, coperto più di sangue che di carne, mentre ti nutri dei flebili respiri che emana e delle brevi occhiate languide che ti dedica in quei rari momenti in cui riesce a tenere gli occhi aperti, non ci avrei mai creduto. Ma la vita è così inaspettata, meschina e crudele, quanto è meravigliosa l'aspettativa che di essa puoi avere. Quando mi sono materializzata a Black Manor e ho udito le deplorevoli maledizioni che Draco continuava a sopportare, come se fossero carezze, mi sono sentita così orgogliosa di lui. Non ho provato pena, né commiserazione: lui odia quando lo faccio, detesta destare pietà. Lui non la vuole. Desidera solo che qualcuno lo coccoli e lo culli nella cura del silenzio. Solo io e lui, due amanti, due genitori, due persone che hanno fatto il tutto l'una dell'altra. Oh sì, sono fortunata. Ho visto amiche disperarsi, amici accettare stoicamente di lasciar volare via un potenziale amore. E poi ci sono io che, nonostante le atroci sofferenze subite e la guerra vinta, affilando le unghie e lacerandomi la pelle, mi sono sempre giustamente crogiolata in un presupposto fondamentale, che è l'amore di Draco e l'amore per Draco.

E siamo onesti: nessuno cambia totalmente e radicalmente il proprio essere e la propria personalità, perchè se nasci serpe, non muori coraggioso. Se nasci grifone, non sarai mai un codardo. Ma c'è una nota che stona: quando ami e ami sul serio con tutte le complicazioni del caso, non puoi fare a meno di apprendere da chi ti sta accanto, sia in positivo che in negativo. Perchè Draco è una serpe fatta e finita, ma adesso, mentre lo guardo così abbandonato e privo di quel ghigno arrogante, che è il suo marchio di fabbrica, lo vedo come un uomo, un essere umano che ha lottato strenuamente, che ha sopportato con dignità, che ha vinto, attingendo dalle scorte residue del suo coraggio. E non c'è orgoglio più grande, di chi supera un ostacolo, pur non avendone le potenzialità. Solo fortuna? Non credo affatto che sia così, perchè per riuscire devi volerlo sul serio. E del profondo volere di Draco, ne è testimone la sua pelle squarciata e solcata da queste orrende cicatrici, che per me rappresentano la vittoria più meravigliosamente voluta. In altri tempi e luoghi probabilmente si sarebbe schierato dalla parte peggiore, e, come avrebbe detto Silente, dalla parte più facile da scegliere. Tuttavia ancora una volta il motore delle scelte che decidiamo di compiere è uno ed uno solo: l'amore. Non un grido o un lamento ha esalato appeso a quelle catene, mentre io morivo dentro. Una parte di me è rimasta appesa a quelle catene fredde, implorando una misera e breve tregua, e sperando, sperando come se non ci fosse un domani, che le colpe per le quali sta pagando ingiustamente scomparissero dalle sue membra stanche e lui tornasse a sorridere. Perchè quando sorride, giuro, non c'è niente che non gli sia possibile, non c'è niente che riuscirei a negargli. Caratteristica questa, che Leon ha ben pensato di ereditare dal padre.

Non una parte di Draco, ma una parte di me resterà sempre ancorata a quello scoglio maledetto, a quel muro scarlatto e sudicio, perchè io ho visto, io ho spalancato gli occhi di fronte al terrore, io sono riuscita ad afferrare la bacchetta, puntarla verso quei cardini arrugginiti e guardare il mio compagno scivolare di peso da quella croce ingiusta. Probabilmente Draco si sarà arreso al dolore e avrà pensato di essere vittima di un incubo, uno brutto davvero, ma pur sempre un sogno. Ma io ho visto, quindi so cosa ha patito. (οἶδα*). Non solo ho visto la sofferenza squarciare i suoi occhi già spenti, ma l'ho vissuta su di me, nel mio cuore e in quello di mio figlio. Quando ho visto il fiume in piena scorrere dagli occhi di Leon e i singhiozzi lacerargli il respiro alla vista di Draco. Non ha voluto abbandonare il suo capezzale, ha urlato e risposto in malo modo a chiunque lo tentasse con inutili frivolezze di bambino. Ma adesso io ho bisogno di averlo per me, di sentirlo di nuovo vivo per me. E' fisiologico e non riesco a frenarlo quell'impulso carnale. Mi brucia e mi asfissia, fa male, così male che mi accontento di raccogliere le briciole di esso e tenergli la mano candida, mentre dorme un sonno ristoratore. La stretta nella mia mano da debole diventa più forte, un lieve movimento del busto testimonia che Draco si sta risvegliando dal torpore, e finalmente dopo due giorni interi quelle iridi da me tanto agognate tornano a scaldarmi e a rendere il mio mondo da opaco e sciatto a vivido e colorato.

 

-Da...da quanto sto dormendo?- Cerca di stropicciarsi gli occhi con le mani, di tirarsi su con la schiena e appoggiarla alla testiera del letto. Gli prendo qualche cuscino e glielo posiziono dietro la testa, facendo attenzione a non far movimenti bruschi. Mi osserva a lungo, come se volesse imprimere la mia immagine al suo risveglio nella sua testa, come se da un momento all'altro potessi allontanarmi da lui. Mai, non lo farei mai Draco. 

-Da...abbastanza direi. Come ti senti amore?-

-Mi sento come se fossi tutto aperto, ho le dita intorpidite e i sensi ancora poco reattivi. Ho un dolore terribilmente acuto alla testa, queste dannatissime bende mi impediscono di muovermi e ho bisogno di baciarti come ho bisogno dell'ossigeno. Quindi finché non lo farai, non mi sentirò bene.- Non me lo faccio ripetere due volte, ho desiderato questo momento da quando l'ho riportato a casa salvo. Mi distendo sul materasso accanto a lui e gli sfioro dolcemente il volto con le mani. Quelle ferite dannate gli irrigidiscono i lineamenti e lo rendono ancora più bello e piacente di quanto già sia. Adesso sono io
che necessito di osservarlo più del dovuto, di bearmi del calore della sua pelle e della
tenerezza dei suoi occhi. Chiude le iridi al mio tocco, abbassa leggermente il volto e asseconda il movimento delle mie mani. Il suo sguardo sfuggevole non fa che farmi percepire in maniera nitida la vergogna che prova per se stesso, la riprovevole sensazione di colpevolezza per aver messo in pericolo tutti. Benché il silenzio aleggi intorno a noi, lo sento perfettamente sfogare la sua rabbia nei confronti della famiglia che gli ha procurato così tante sofferenze, lo vedo battere forte il pugno sul marmo del tavolo del salotto, lo vedo trattenere l'impulso di piangere e chiedersi "Perchè a me?". Se qualcuno oggi provasse solo a sfiorarlo o pronunciare qualche volgarità nei suoi confronti, sarei pronta ad uccidere. Perchè non è affatto giusto che degli occhi così vitali e cristallini debbano piegarsi alla malvagità di chi fa tutta l'erba un fascio. Ti proteggerò sempre, non ti abbandonerò mai Draco. Le mie dita accarezzano l'escoriazione violacea sulle sue labbra e proseguono sotto il mento, fino ad arrivare alla gola. Ho paura di fargli male, ma non mi importa. Mi fiondo sulle sue labbra, depositandovi un bacio leggero. Ma è insaziabile Draco, lo percepisco dal suo respiro che si fa man mano più affannato e dalla sua lingua che cerca di espugnare la fortezza dei miei denti e danzare a ritmo della mia. Sono minuti interminabili di tensione, mentre riscopriamo la totalizzante sensazione dell'abbandono ai sensi. Mi afferra in vita e fa combaciare in una morsa asfissiante i nostri corpi accaldati. Ti sono mancata? Tu mi sei mancato molto. Le sue mani risalgono fameliche su ogni lembo di pelle scoperto e corrono sul mio ventre leggermente arrotondato. Si blocca di colpo, staccandosi leggermente da me, ma non gli permetto neanche per un secondo di mollarmi, perchè tra le sue braccia sto dannatamente bene e sembra starci anche la piccolina, che ha finalmente smesso di scalciare. Gli prendo la mano abbandonata sul mio fianco e la posiziono sulla pancia.

-Hermione, tu sei... ? Noi... di nuovo?-

-Mi sa che la piccola sta apprezzando la tua vicinanza.- E' ipnotizzato da quel gonfiore innocente, lo sfiora come un fiore delicato e sussulta quando un piccolo calcio si abbatte sulla sua mano. Non sa cosa fare, se ringraziarmi o meno, come se fosse una
benedizione concepire un figlio in un momento di instabilità storica come quello che stiamo vivendo! E' terribilmente felice e spaventato al tempo stesso. Ha gli occhi lucidi, le gote leggermente rosse e le labbra vogliose. Esige nuovamente accesso alla mia bocca già dischiusa, assapora ogni angolo di essa e si sposta rovente verso il lobo dell'orecchio, sul quale sento infrangere il suo eccitante respiro ansante. E' forse il suo modo di ringraziarmi? La mia reazione si fa immediatamente sentire e, mentre mi inarco gemente sotto le sue torture, urto la abat jour, la quale si infrange sul pavimento e produce un rumore fragoroso. Sorridiamo entrambi, come due bambini scoperti con le mani nel vasetto della marmellata e, proprio mentre ridò un contegno al mio essere scosso e accaldato, Leon irrompe in camera e si aggrappa al collo di Draco, stringendolo forse un po' più del dovuto e facendogli emettere un piccolo gemito di dolore.

-Papino! Finalmente... tu svegliato!- 

-Leon! Cosa ti ho detto prima? Papà non sta bene e non devi farlo sforzare!-

-Scusa... papi... -

-Potter dov'è?-

-Sta bene. Sta perlustrando la zona vicino il luogo dove vi ha ritrovati. Sembra che Nott e Bellatrix siano gli unici per fortuna.-

-Quella pazza già da sola fa per dieci.-

-Che peccato furetto! Avrei giurato che questa sarebbe stata la volta buona che ci liberassimo di te!-

-"Oh sono tanto felice di vedere che stai bene Draco, amico mio". Anche io sono contento di vederti rossa! Ma queste bende sono un po' troppo strette.-

-"Grazie per avermi curato Ginny, sei una medimaga eccezionale". Di niente furetto!-

-E' vero che si è svegliato? Oh Draco caro, pensavo che avresti dormito per un'altra settimana!-

-E invece mi dispiace deluderla Molly, ma vi darò fastidio ancora per un po'.- Sorride -Vieni da papà Leon.- Il piccolo si accuccia accanto a Draco e lo abbraccia in vita. Ci sono degli istanti interminabili di silenzio, che nessuno si azzarda a rompere, perchè la magia di quel momento resti cristallizzata in un attimo che sa di eterno. Una lacrima scorre solitaria sul mio viso, vittima di uno slancio di tenerezza che non sono riuscita a reprimere ed è per questo che corro veloce fuori dalla stanza, rendendomi per la prima volta veramente conto di quello che è realmente successo e di come poteva realmente concludersi la vicenda. Sento il bisogno di uscire da quell'ambiente così pregno di emozioni e isolare la mia debolezza e fragilità in una dimensione spaziale che sia mia, esclusivamente mia. Non so neanche come io sia riuscita anche solo a camminare, visto che ho una gamba inutilizzabile, fatto sta che adesso mi trovo piangente e appiattita sulle mattonelle di fredda ceramica del bagno, mentre un rumore di nocche sulla porta sovrasta il ticchettio insopportabile del rubinetto che gocciola e interrompe lo straripare incostante della mia emotività distrutta.

 


***

 

 

Il profumo di Leon è panacea per le mie ferite, interiori ed esteriori. Ho sempre adorato l'odore di mio figlio, non perchè fosse oggettivamente mio figlio, ma per tutte le implicazioni del fatto. Mi bastava rientrare a casa la sera e lasciarmi assalire da quell'olezzo che sa di buono e di innocenza. Adesso lo guardo attentamente e vedo un piccolo uomo che sembra non capire, ma in realtà sa tutto quello che un bambino della sua età non potrebbe capire. Che il suo papà si è fatto male, che la sua mamma è triste e che adesso che il suo papà è tornato, tutto si risolverà. Lo spero, lo spero dal profondo del cuore che tutto torni come prima. Ma mentre accarezzo i riccioli biondi di Leon e mi affido all'entusiasmo della gente che mi circonda, vedo Hermione mutare espressione e scappare come una furia dalla stanza. L'ho vista afferrare il bastone abbandonato sullo stipite della porta e picchiare forte sul pavimento, nel tentativo di fuggire in tempo da tutto, da me. Me ne sono accorto solo io della sua reazione, gli altri sembrano ancora godere di quella scena così intima e imbarazzante.

 

-Ginny per favore, prendi Leon e portalo nella sua stanza.- Ginny afferra Leon sotto le braccia e gli fa appoggiare il capo sulla sua spalla. Prima di girare la maniglia della porta e uscire, mi rivolge poche parole.

-Dove credi di andare conciato in quel modo? Guarda che le ferite non si sono del tutto cicatrizzate.-

-Ho bisogno di andare al bagno. Vorresti accompagnarmi tu per caso?- Il mio tono di voce sarebbe dovuto sembrare malizioso, ma il tentennamento nel pronunciare quelle parole e l'assenza di spavalderia nei lineamenti del mio volto, non riescono a prendere in giro ne Molly ne Ginny, le quali, scambiandosi una occhiata eloquente e notando finalmente che Hermione non è più nella stanza, capiscono di dovermi lasciare andare.

-...Ha mangiato poco e niente in questi giorni. Leon la tartassava di domande su dove fossi e perchè non fossi a casa. E' una donna forte, ma questa esperienza l'ha segnata più di quanto voglia far vedere.- Non riesco a proferir parola ho la salivazione azzerata e i nervi tesi. Vorrei piangere, ma in fondo non sono io ad averne bisogno. E lo so, ed è proprio per questo che adesso non la posso più abbandonare. Metto le gambe fuori dalla coperta e con qualche spinta di troppo riesco a mettermi dapprima seduto e poi in piedi. Ho le vertigini, vedo l'ambiente intorno a me girare e un senso di nausea mi assale. Ricasco sul materasso molleggiante, lasciando un solco su di esso e dopo aver rifiutato l'aiuto di Molly con un gesto della mano, mi ergo finalmente in piedi e mi incammino fuori dalla stanza. Ne sono sicuro che si trovi in bagno, la conosco e so che quello è il luogo in cui si rifugia quando ama rimuginare sulle cose e dare sfogo ai suoi pensieri. Busso una volta, poi due, senza ottenere risposta. Alla terza volta spingo lentamente la maniglia verso il basso e infilo la testa nella stanza con cautela. E' li, rannicchiata su se stessa, con la sola gamba inferma adagiata sul pavimento e gli occhi tersi che sembrano chiedere "aiuto". Scuote la testa e nasconde il viso rigato, deve essere difficile per il suo cuore, ma soprattutto per la donna coraggiosa che è diventata nel corso degli anni, arrendersi a piangere e soprattutto accetare che qualcuno possa vederla piangere. E' un privilegio che non hai mai concesso a nessuno. Sono sempre stati lei e il suo dolore, da soli. Non ci riesco a far finta di niente e a lasciarla in quello stato, anche se preferirebbe così. E' talmente piccola e fragile in questo momento, che se fossi sano la prenderei in braccio e la stringerei fino a farle male. Decido che è meglio essere cauti, così metto un piede dopo l'altro, mi avvicino e mi siedo accanto a lei.

-Amore.-

-Non... non guardarmi.-

-Ho aspettato di rivederti per tutto il tempo che non ci sono stato, e adesso mi impedisci di guardarti? No signorina, non ci siamo proprio.- Mentre sorrido, le allontano dal volto le braccia con cui si è prontamente coperta e le sollevo il mento con le dita. E' sconvolta, è rossa in viso, la lacrime si sono sedimentate sulle guance e ha le labbra totalmente distrutte, perchè, se la conosco bene, le avrà mordicchiate a sangue. E' semplicemente perfetta.

-Hermione, parlarmi. Per favore, voltati e dimmi qualunque cosa tu voglia. Chiedimi ciò che vuoi, ma ti supplico, parla.-

-Qualunque cosa?- Mi chiede, ancora nascosta.

-Sì.-

-Ti amo.-

-Oh, ma questo lo so.- Sorrido e lei finalmente mi degna dell'onore di guardarmi negli occhi. Appoggia la testa sulla mia spalla, ma non resiste all'impulso di affondare il naso nel mio collo. Sento il suo respiro infrangersi irregolare sulla mia pelle e l'eccitazione mi invade come un torrente in piena. Mi adagia una mano sul petto bendato e mi cinge la vita con il braccio libero. A quanto pare non sono l'unico in preda agli ormoni come un ragazzino adolescente e la sua risposta si fa sentire egualmente impellente.

-Draco, io ne ho bisogno.-

-Di cosa?-

-Di fare l'amore.-

-Hai mai dovuto chiedere per avermi?-

-No.-

-E allora perchè lo stai chiedendo adesso?-

-Perchè non avrei potuto chiedertelo adesso?-

-Perchè non devi chiederlo mai. Tu mi prendi e io ti seguo.-

-E perchè allora non lo stai facendo?-

-Tu mi hai preso?-

-Non vedi che sono storpia?-

-Non vedi che sono tutto rotto?-

-Malfoy, sempre questa attitudine all'esagerazione!-

-Hermione, adesso basta chiacchiere.- Non riesco proprio a fermarmi. Le prendo il viso tra le mani e assaporo quelle labbra devastate e le distruggo ancor di più. Le curo, lambendole con la lingua e insidiandomi con il mio ardore.

-Draco... non qui.- Poggio una mano sul pavimento, mi do una spinta e con lo stesso sforzo le tendo la mano e la trascino verso la nostra stanza. Ci guardiamo negli occhi come la prima volta che abbiamo fatto l'amore e ogni volta riscopro la virginea sensazione di unirmi a lei. Non ne avrò mai abbastanza di questa piccola e fragile bambina. Sì è la mia bambina, perchè nonostante tutte le avversità e l'odio che ci hanno stoltamente diviso per anni, siamo cresciuti insieme e abbiamo imparato a conoscere i nostri rispettivi pregi e difetti. Mentre la trascino con me, non riesco a smettere di guardarla scrupolosamente e notare che anche lei sente la voglia che cresce e la pelle che scotta. Finalmente tocco la porta con la schiena e la apro, aiutandomi con il gomito. Non capisco esattamente cosa stia succedendo, so solo che mi fa fermare e lentamente mi spinge a sedere sulla poltrona di pelle posizionata accanto al letto. Mi sistemo comodamente e la guardo adorante, mentre con una calma e delicatezza estrema si fa scivolare la vestaglia lungo le spalle. Con un gesto fermo della mano le impedisco di andare oltre, così la attiro su di me, la faccio accomodare a cavalcioni sulle mie gambe e continuo ciò che lei aveva iniziato. Voglio essere io a spogliarla di quelle inutili stoffe, io a riscoprire la benefica sensazione delle mie dita che scorrono sulla sua pelle liscia. La veste candida cade per terra, accompagnata dal movimento delle mie mani, che si posano impudiche sui suoi fianchi e la accarezzano maliziose dal seno in giù. Un gemito fuoriesce dalle sue labbra vogliose e non posso fare a meno di pensare che sia una visione eterea, quasi impalpabile e irraggiungibile materialmente. Affondo il viso tra i suoi seni morbidi e mi accorgo che anche lei ha già cominciato a considerare i miei pantaloni un ostacolo atroce. Mi slaccia la cintura senza mai distogliere gli occhi dai miei e quando finalmente mi libero di loro, sollevandomi leggermente e facendo scontrare le nostre intimità, il calore umido di lei mi suggerisce che è già pronta e che davvero quel momento è stato atteso per un tempo lunghissimo. Quando la accarezzo gentilmente, quel contatto la fa vibrare di piacere e inarcare sensualmente il corpo verso il mio, altrettanto pronto e fremente.

-E' sempre così... sempre...-

-Così... così come Hermione...?- Sono arrivato al limite, la mia voce si strozza e la vista si annebbia. I nostri corpi si sfregano, reclamano la loro soddisfazione, senza mai raggiungerla. E' un tira e molla snervante e insopportabile, ma è proprio questo a cui miriamo: l'ossimorica voglia di insoddisfazione. La desidero oltre ogni dignitosa maniera e quel suo modo di rispondere frastagliato e incontrollato, mi procura una ondata di elettricità e calore, che subito inturgidiscono la mia eccitazione già estremamente consistente. Si aggrappa al mio collo con le braccia e lascia scivolare le sue labbra sul mio lobo, sussurrandomi miele e parole.

-Così... meraviglioso e totalizzante. Non... non ce la faccio amore...-

-A fare...cosa?-

-Ti prego Draco, sto per...- Irruente penetro la sua intimità e mi lascio cullare e guidare da quella incredibile sensazione di completezza. Resto immobile solo per un momento, per bearmi del calore tanto familiare e con una lentezza esasperante aumento gradualmente il ritmo degli affondi, finché sento penetrarmi le unghie di Hermione nelle spalle e una delle bende allentare la presa sul mio corpo, scivolando via da esso. Mi chiedo come abbia fatto a resistere a lungo senza di lei, senza l'accogliente rotondità del suo ventre, senza nutrirmi dei suoi ansiti di eccitazione. L'orgasmo ci coglie impreparati e inebetiti dall'ebbrezza del momento. Si accascia sulla mia clavicola, inumidendola di quelle che interpreto come lacrime, mentre io sguscio fuori la testa dai suoi seni e richiamo la sua attenzione.

-Che ti succede, qualcosa non va?-

-Tutto non va...tutto!- Piange lacrime amare, lacrime di felicità, lacrime di dolore. Sollevo il viso verso il suo, più in alto per la posizione, e la bacio in modo dolce, senza pretese. Prima la fronte, poi il naso, poi ancora ognuna delle guance e infine l'angolo della bocca. 

-Ho avuto paura, paura da morire. Di non vedervi tornare, di sapervi morti. Quando... quando ho visto Leon in braccio ad Harry l'altra sera... ero felice, oltre ogni immaginabile modo. Ma egoisticamente il mio pensiero è andato a te. Mi si è paralizzato il cuore. Harry non voleva dirmi nulla e ho pensato il peggio. Quella stessa notte stavo per smaterializzarmi nel Wiltshire, perchè, nonostante non sapevo dove fossi, ho pensato che iniziare da li sarebbe stato opportuno. Harry mi ha scoperta e voleva impedirmi di partire. Mi ha detto che una persona storpia e vulnerabile come me, si sarebbe spaccata immediatamente. Ma ero irremovibile, non ti avrei abbandonato per nessuna ragione al mondo. Per Godric, ero devastata dalla tua mancanza! Così Harry ha deciso di accompagnarmi e quando ti ho visto in quello stato... sono morta anche io. Penso che non mi riprenderò mai... mai!-

-Amore mio, vieni qui.- La stringo forte in vita, le passo le braccia dietro le spalle e desidero disperatamente poter provare io il suo dolore per liberarla da quel macigno insopportabile. Deve aver provato una sofferenza inaudita, la stessa che avrei provato io a saperla in pericolo, anzi probabilmente sarebbe stata ancor più grande. La vedo artigliare disperata il mio volto e gridarmi in faccia poche parole, pregne di tormento.

-Non farlo mai più, mai più! Non permetterti di abbandonarmi ancora!-

-Io... non posso farlo. Non mi azzarderò ancora a fare delle promesse che non posso mantenere.- La vedo aprire la bocca per ribattere, ma la fermo, mettendole l'indice sulle labbra.- Ti avevo promesso che sarei tornato a prenderti e non ho potuto. Ti avevo detto che Leon era al sicuro e invece Nott l'ha trovato. Certo aiutato da Bellatrix, ma...-

-Ma tua zia è morta, l'abbiamo vista sparire in coriandoli!-

-Ti assicuro che è viva e vegeta e che ha aiutato Nott ad aggirare le protezioni del Manor.-

-Sai cosa significa questo, vero?- Faccio un cenno rassegnato con il capo.

-Che la guerra non è mai finita, nonostante la morte di Voldemort. Ma, sebbene non possa farti promesse, c'è qualcosa a cui terrò fede sempre e comunque. Non vi abbandonerò per nessun motivo al mondo e vi proteggerò, anche sacrificando la mia vita. Moriremo insieme, quando sarà l'ora.-

-Non dire assurdità del genere! Noi sconfiggeremo questi residui di male e torneremo a vivere sereni, a mangiare marmellata, a fare la lotta con i cuscini, a fare il bagno in piscina e...

-E adesso baciami e sta zitta petulante so tutto io!- Ha appena cominciato a baciarmi, ma un ticchettio alla porta interrompe la nostra più che soddisfacente attività. Uno scricciolo con un orsetto tenuto malamente per la zampa irrompe nella stanza, mettendosi vergognoso le mani davanti al volto. Siamo in una posa indecente, visto che Hermione è ancora nuda sopra di me e io sono altrettanto nudo e stravolto. La copro con il mio corpo, mentre lei raccatta la vestaglia e la indossa di fretta.

-Papino... ho fatto un sogno brutto... posso...- Si stropiccia gli occhi umidi di pianto e si avvicina timoroso.

-Devi imparare a dormire da solo, non è successo niente.-

-Dai Hermione, dopo tutto quello che...-Non termino neanche la frase. Lei capisce al volo e gli tende una mano, che Leon prontamente afferra.

-Vieni tesoro, andiamo a dormire.- Prende per mano anche me e usciamo dalla stanza, ma a metà del corridoio notiamo Ginny correre trafelata verso di noi. Evidentemente ci stava venendo a chiamare. Dietro di lei un cervo luminoso. Notizie da Harry.

-Si tratta di Harry, è riuscito a neutralizzare Nott e Bellatrix. Ma... si sbagliava. Ce ne sono degli altri, molti altri. Ha bisogno di aiuto.-

 

***

 

Buon pomeriggio lettori :)
Tra i capitoli che fino ad ora ho scritto, questo è sicuramente uno dei meno "crudi", ma non per questo meno pregni di emozione per quanto mi riguarda. Ho cercato di rendere al meglio la sofferenza di Hermione, spero che l'abbiate percepita.
Ho cercato inoltre di non eccedere in dettagli troppo spinti, nel descrivere la scena intima tra Draco ed Hermione. Quindi qualora secondo voi lo avessi fatto e riterreste opportuno che cambi il rating della storia, fatemelo sapere :)
Ci tengo a precisare che la frase: "*Ho visto quindi so"
, l'ho attinta da una particolarità dell'aoristo del verbo greco "orao", che significa "vedere". οἶδα può infatti essere interpretato come "ho visto, quindi so. Potrebbe sembrarvi una particolarità inutile, ma io ho ritenuto comunque carino riportarla qui. :)
Spero che abbiate apprezzato :)

Ne approfitto per pubblicizzare le mie altre due Dramione in corso:


Three Blood, One Blood:  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2558011&i=1

Grytherin's Secrets:  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2598475&i=1

FACEBOOK:  https://www.facebook.com/ErikaAstoriaGM

Grazie per aver letto :)

Erika AstoriaGM

 
   
 
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