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Autore: Shiver414    03/07/2014    4 recensioni
L'amore sboccia come un fiore, un fiore dai petali bianchi, candidi, puri, macchiati dal peccato scarlatto della bramosia. Cos'è un vampiro? Un demone che gode nell'uccidere, nel cacciare. Ma cosa succede ad un vampiro che impara ad amare?
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Per il terzo capitolo ho pensato di far parlare Thomas.. Di descrivere una scena "vampiresca"... A me piace come è venuto questo capitolo.. PERÒ accetto qualsiasi tipo di critica.... Dunque lascio decidere a voi e mi ritiro umilmente in un angolino in attesa di vostre notizie u.u

Capitolo 3.
Il vampiro è a caccia.

 
Thomas
I denti affilati da predatore erano ben conficcati nella carne della mia preda. Sentivo la pelle calda e il dolce nettare della sua vita fluire sulla mia lingua, scendere lungo la gola e rigenerare il mio corpo, le mie energie. Il piccolo e debole corpo continuava ad essere scosso da spasmi mentre avidamente continuavo a cibarmi di lei. La mia mano era ben premuta sulla sua bocca. Provava ad urlare. Non ce la faceva. Sentivo il suo corpo caldo stretto contro il mio. Le gambe erano abbandonate attorno alla mia vita mentre era comodamente seduta sulle mie cosce. Il seno piccolo e morbido era schiacciato contro le mie clavicole.
Mi sentivo in colpa perché la stavo uccidendo? Francamente no.
Estrassi le zanne dalla sua spalla e la guardai dritta negli occhi. Era ancora viva ed io ero abbastanza sazio. Forse l’avrei lasciata andare… Forse l’avrei uccisa. Ancora ero indeciso su cosa fare di lei. Mi fissava con gli occhi di un cerbiatto durante una battuta di caccia. Sentivo il suo cuore pompare il sangue ad un ritmo frenetico. Un tenero e morbido coniglietto che avrei potuto distruggere solo con una mano.
«Che me ne faccio ora di te?» Allungai la mano per accarezzarle la guancia. Serrò gli occhi più forte che poté e si ritrasse. Non ero in grado di cancellarle la memoria, se l’avessi lasciata andare avrebbe sbandierato ai quattro venti il mio segreto. Se l’avessi uccisa nessuno si sarebbe preso il disturbo di cercare una prostituta.
«Non uccidermi ti prego.» Balbettò in un fil di voce mentre la mia mano calda sfiorava la sua guancia. «T-terrò la bocca chiusa.» Piagnucolò. «S-s-se m-mi ris-parmi..» Le posai un dito sulle labbra. Gli occhi grandi e gonfi di lacrime. Scossi la testa sorridendo.
«Tranquilla.» Le posai un lieve bacio sulle labbra. «Non ti ucciderò. Ho in mente per te qualcosa.» Ridacchiai soddisfatto. Afferrai con delicatezza la sua testa dalla nuca e l’avvicinai al mio petto. Affondò il viso sulla mia spalla e si abbandonò ad un pianto lungo e disperato. Il lamento cessò.
Tirai un sospiro di sollievo e rivolsi lo sguardo al cielo.
 
Balzai sul grosso albero di fronte al palazzo del mio amico Alex. Camminai con cautela sul ramo che pendeva più vicino al balcone e saltai atterrando silenziosamente sul pavimento piastrellato di questo.
Dei rumori in cucina. Chi poteva essersi svegliato? Mi aveva visto? Lasciai che l’oscurità coprisse la mia figura e osservai. La persona era si spalle, boccoli color cioccolato fondente ricadevano sulle scapole, seguendo delicatamente la spina dorsale fino a metà schiena. Angelica. Avvolta com’era dal buio della notte, leggermente sfiorata dalle carezze argentee della luna, era bellissima. Sembrava che i raggi lunari fossero stati creati solo per accarezzare il suo volto, le sue spalle, le sue braccia, il suo seno… Scossi la testa. Avevo appena saziato la mia sete eppure stare accanto a lei mi rendeva bramoso sempre più.
«Che ci fai sveglia a quest’ora?» Sobbalzò leggermente. Si voltò verso di me tenendo ancora la mano stretta intorno al bicchiere di vetro.
«Ho avuto un incubo.» Ammise con un flebile sorriso. Il mio corpo impediva alla luna di raggiungerla. «Tu che ci fai sveglio?» Alzai le spalle con noncuranza. Volevo toccarla. Baciarla in ogni angolo sensibile del suo corpo, stringere il suo corpo al mio e affondare i denti nella carne morbida. Chissà che sensazione si provava. Ero curioso di assaporare il suo sangue.
«Non riuscivo a prendere sonno e sono uscito a vedere le stelle.» Annuii tra sé e sé. Perché non tornava in camera? Non potevo rischiare di farmi scoprire proprio in quel momento. «Hai troppa paura per tornare in camera da sola?» Sorrisi. Arrossì dolcemente.
«Spiritoso.» Sentivo imbarazzo nella sua voce. Mi colpì con la mano all’addome.
«Sicura? Se vuoi ti accompagno.» Scosse la testa ridacchiando. Si avviò verso la camera di Giulia.
«Buonanotte.» Sussurrò scavalcando i ragazzi che dormivano come bambini sul pavimento. Mi girai verso la finestra ancora aperta. La luna sorrideva crudele lassù, sull’immensa distesa blu del cielo, giudicando la mia crudeltà e il mio essere.  
 
 
Facciamo un patto.. Se arriviamo a tre recensioni (non mi sbilancio troppo), positive o negative che siano, pubblico il terzo capitolo u.u Sono cattiva? Forse (Fa un sorriso crudele e compiaciuto)
   
 
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