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Autore: Michan_Valentine    04/07/2014    6 recensioni
Marlene compie gli anni e c'è una festa da preparare. Ma le cose non vanno propriamente come Tifa ha programmato...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Tifa Lockheart, Un po' tutti, Vincent Valentine, Yuffie Kisaragi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Materia Arancione'
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Cloud aprì lentamente gli occhi e gemette. Era steso sul pavimento e gli faceva male la testa. Forse cadendo era sbattuto; anche se l’intontimento generale degli arti gli suggeriva più che altro i postumi di una sbronza. Solo che lui non aveva bevuto.

Conosceva quella sensazione. L’aveva già sperimentata quella mattina, quando Yuffie aveva attivato il potere della Materia arancione. Si sollevò a sedere, sul tappeto. Era nella camera di Denzel e Marlene, constatò, quando invece giusto un momento prima stava aiutando Tifa a infornare le pizzette. Chinò il capo. Stringeva al petto l’orsacchiotto di Marlene, che lo fissava di rimando con i bottoni che aveva al posto degli occhi. Istintivamente gettò il peluche lontano e si guardò attorno, controllando che nessuno l’avesse visto. A parte una platea di bambole non c’era nessun altro. Ciò lo rassicurò, perciò il pensiero seguente gli attraversò la mente: Tifa!

Si alzò e corse fuori dalla stanza; e per poco non finì addosso a Vincent, che stava lentamente rimettendosi in piedi. Arretrò di un passo.

-Valentine…?- osservò.

L’altro lo squadrò da capo a piedi con quegli occhi che sembravano trapassare mura e carne.

-Strife.- constatò di rimando.

Niente piroette. Niente saltelli. Niente digressioni. Niente! Soltanto la fredda, composta e taciturna presenza cui era solito. Era davvero finita! Gli riservò un cenno d’intesa, col capo, e proseguì subito verso le scale. Le scese rapidamente e raggiunse il bar. Un capannello di persone stava attorno al banco, Barret e Red XIII compresi. Poco più in là, invece, c’era Cid Highwind. Il pilota sedeva a uno dei tavoli e scuoteva la testa, bicchiere alla mano. Chissà che cosa gli era successo…

-Tifa! Ehi, Tifa! Ma che cazzo ti prende?! Apri gli occhi!- urlò Barret.

-Se continui a scuoterla così dubito che si riprenderà. Lasciale spazio. Ha bisogno d’aria.- suggerì invece Red, col tono pacato di chi raramente perdeva la calma.

Li raggiunse e si fece spazio fra il piccolo gruppo di persone. Barret gli urlò nell’orecchio: -Alla buon’ora!-

Non replicò e si chinò sul corpo di Tifa. Era priva di sensi ma sembrava tranquilla. Si rilassò di conseguenza e si soffermò a osservarla, come faceva le mattine in cui si svegliava prima di lei. Poco dopo l’altra schiuse le palpebre e si guardò attorno, soffermandosi sulle facce che le si rivolgevano con preoccupazione dall’alto. Infine lo sguardo di Tifa s’appuntò su di lui. E gli occhi le si illuminarono. Arricciò le labbra verso l’alto.

-Cloud… sei proprio tu?- domandò la barista.

Annuì. Gli era mancata tantissimo. Tifa sollevò il busto, allungò le braccia e fece per cingergli il collo. Si preparò a sentire la morbida consistenza delle sue forme, il profumo della sua pelle…
…invece la barista aggrottò le sopracciglia, lo scansò inaspettatamente dalla traiettoria e si precipitò oltre.

-Ah, mi scappa! Largo! Largo! Devo andare!- la sentì strillare.

Batté le palpebre, sorpreso e un po’ deluso. Ma che…?! Poi ricordò che oltre ad essere stoico, Vincent Valentine era anche gentiluomo. E dire che si era anche preoccupato che l’altro potesse andare in bagno col corpo di Tifa… Scosse la testa, rilasciò un piccolo sbuffo e seguì la Tifa con lo sguardo, mentre sprofondava nella toilette in tutta fretta. Contemporaneamente Yuffie emerse dalla cucina e si sbracciò. Saltando.

-Eeeeeehi! C’è del fumo! Tanto fumo. Colpa del forno, ovvio. Io non c’entro niente. Ni-en-te. E –per la cronaca- Denzel è sano, salvo e ancora nano. Ehi, ho fatto pure la rima! Idem per l’altra bamboccia, comunque. Ma se qualcuno venisse a dare un’occhiata sarebbe fantastico! FAN-TAS-TI-CO! Soprattutto perché ci terrei a mangiare delle pizzette NON carbonizzate. E io coi forni –e con la fatica- non vado d’accordo!-

Non fece in tempo a fare o dire nulla che le urla di Cid Highwind si levarono alte per tutto il locale.

-Porca puttana, Kisaragi! Diciotto anni e nemmeno sai gestire un forno e due pizzette! Cioè, li hai praticamente buttati nel cesso! E tuo padre ti fa ancora entrare in casa quando ti degni di farti vedere?- sbraitò il pilota, abbandonando tavolo e bicchiere per dirigersi verso la cucina -Che tempi di merda! Le donne non sanno fare manco più le donne! Certo, se si escludono le chiacchiere e i piagnistei vari. E la cazzo di sindrome premestruale.-

-SESSISTA! Sessiiiiista!- ribatté Yuffie, espressione accigliata e mani sui fianchi -Mi hai sentito?! SES-SIS-TA! E poi chi ha detto che non so cucinare? Io so fare TUTTO –e di sicuro meglio di TE. E comunque resti uno Stupi-Highwind della malora! Mi sorprende che sia Shera a farti ancora rientrare in casa, altroché! Io ti avrei già spedito altrove con la posta prioritaria!-

Cid passò accanto a Yuffie e le assestò un buffetto in testa; poi allungò il braccio e spalancò l’uscio della cucina.

-Sì, sì. Certo.- commentò, sogghignando –Vieni. Il maestro sta per insegnarti un paio di trucchi. Ricorda sempre: agli uomini piace avere la pancia piena… e altre cose vuote. Perciò, se speri di accasarti, chiudi la fottuta ciabatta e apri le orecchie. E sbrigati, che non riesco a guardare Strife in faccia!-

Cloud si alzò e batté le palpebre, confuso, mentre gli altri due si richiudevano la porta alle spalle, fra le ulteriori proteste di Yuffie e gli schiamazzi di Denzel e Marlene. I restanti curiosi si diradarono parlottando. Barret invece gli riservò un’occhiata interrogativa. Persino Red XIII lo squadrò con insistenza, forse chiedendosi cosa avesse fatto per spingere Cid a dire determinate cose. Tuttavia lui non ne aveva la più pallida idea! Per tutta risposta si strinse nelle spalle, accaparrandosi uno sbuffo da parte di Barret e una scrollata di criniera da parte di Red. Gli occhi del felino sorridevano, gli sembrò. Scosse la testa e si poggiò al bacone del bar. Quantomeno quell’incubo era finito! Anche se, a ben pensarci, la normalità non era poi così diversa dalla straordinaria follia.
 
***
 
Tifa sorrise e lasciò andare lo sguardo per la sala del Seventh Heaven. Il bar era finalmente chiuso e addobbato a festa. Il buffet era ordinatamente disposto sulla tavola, cui erano riuniti tutti i suoi amici. Salvo Vincent Valentine che se ne stava poco più in là, lungo la parete assieme a Red XIII e Cait Sith. Di tanto in tanto, l’ex Turk sollevava lo sguardo e adocchiava la ninja, che saltava, mangiava e protestava attorniata da Barret e Cid. Scosse la testa, quando l’ennesima bestemmia del pilota sovrastò il vociare generale.  A seguire la fragorosa risata di Barret le scaldò il cuore. Quasi quanto Denzel e Marlene che giocavano con i regali ricevuti, scorrazzando in lungo e in largo per il bar.

-Pronta per la torta?-

La voce seria e tiepida di Cloud l’avvolse come un abbraccio. Si voltò e ne incontrò gli occhi azzurri. Erano sereni; e le sorridevano dolcemente. Annuì.

-È al cioccolato. Così Yuffie non protesterà.- osservò; poi ci pensò sopra –Forse.- soggiunse, scrollando il capo.

Adocchiò ancora la sala e si sentì sollevata. Sì, finalmente tutto era al suo legittimo posto; e quella bizzarra giornata si era conclusa con il lieto fine. Soprattutto si era conclusa senza le urla e le bestemmie di Barret, in quel momento ignaro e contento quasi quanto la figlia.

Confortata da ciò s’incamminò verso gli altri, torta alla mano. Cloud spense gli interruttori e le fiammelle tremolanti delle candeline divennero l’unico punto luminoso nella stanza. Di rimando, mentre s’approssimava al tavolo, il trio composto da Barret, Cid e Yuffie intonò la canzoncina di buon compleanno. Gli occhi di Marlene si riempirono di meraviglia e la bimba le corse incontro col sorriso stampato sulle labbra, seguita a ruota da Denzel. Aveva le guance imporporate dall’emozione, notò. Era carinissima!

-È bellissima! Non vedo l’ora di mangiarla!- affermò Marlene, entusiasta.

-Ehi! Non così in fretta, signorinella!- la riprese bonariamente Barret –Prima devi spegnere le candeline ed esprimere un desiderio!-

-E magari lasciare qualche pezzo di torta anche a noi.- soggiunse Cid, facendo l’occhiolino alla bambina.

Rise e poggiò la torta sul tavolo. Prontamente Cloud la raggiunse e, mentre gli altri si disponevano sui lati, l’altro avvicinò uno degli sgabelli al margine del piano. Immediatamente Marlene s’inginocchiò sul sedile e si affacciò sulla torta, circondata da tutti. Denzel invece sgusciò fra gli adulti e si pose accanto alla bambina.

-Il desiderio!- le ricordò il piccolo, prima che potesse soffiare.

Istintivamente Tifa allungò il braccio e passò la mano sulle spalle del suo ometto, che sollevò il capo e la ripagò subito con un sorriso dolcissimo.

-Vorrei… vorrei…- fece Marlene, sopracciglia corrucciate ed espressione pensierosa.

-AH! Ferma! Non si dice assolutamente ad alta voce. ASSOLUTAMENTE.- ribadì Yuffie, spuntando fra Barret e Cid e gettandosi quasi sul tavolo –Nano, diglielo anche tu!-

-Già!- confermò Denzel senza colpo accusare; e Cait Sith gli fece eco con: -Proprio così!-

In effetti erano entrambi fra i più bassi del gruppo, ponderò Tifa. Ciononostante Yuffie aveva il tatto di un elefante; ma dato il momento evitò di farglielo notare. Tanto più che sarebbe servito a poco. Marlene invece corrucciò ulteriormente le sopracciglia, le labbra e annuì. Poi si prese il tempo per pensare, braccia incrociate al petto.

Infine la bambina s’illuminò, trasse un profondo respiro e soffiò sulle candeline.  Una scia di fumo si levò dalla torta, disperdendosi in breve nell’ambiente. Di rimando gli altri si profusero in strilla e applausi, anche se ad assordarla definitivamente ci pensò Barret con un sonoro “vai Marlene” dritto nell’orecchio. Scrollò il capo. Anche qui: puntualizzare sarebbe stato inutile. E le sue orecchie, per qualche strano motivo, venivano spesso e volentieri usate dall’altro come megafoni.

Cloud riaccese le luci e lei ne approfittò subito per afferrare il coltello e tagliare a fette la torta.

-Yuffie, potresti passarmi i piattini?- chiese.

-Tiè.- rispose l’altra, rifilandoglieli con la delicatezza di uno scaricatore di porto –Per Valentine taglia una fetta bella grossa.- e allargò per intero le braccia, illustrandole la quantità in questione -Si vede che deve mangiare. È sciupato. E pallidino, lo stoccafisso. E poi il cioccolato fa bene all’umore. E ad altre cose.-

Restò interdetta per un attimo. Ok, restava sempre Yuffie –pertanto aveva capito più o meno l’ottanta percento di ciò che aveva detto- ma quella le sembrava una premura in piena regola! Se poi si considerava che Valentine continuava a rivolgerle occhiatine di soppiatto anche ora che tutto si era sistemato… ecco che le teorie di Cloud cadevano e lasciavano spazio unicamente alle sue, sentimentali supposizioni.

Sorrise, maliziosa, e tagliò una fetta più grossa per Vincent –anche se dubitava che andasse matto per i dolci. Yuffie non la calcolò neppure. L’altra acchiappò il piattino, fece una piroetta e scappò verso l’angolo occupato dall’ex-Turk.

Tifa sospirò. Cloud la raggiunse al tavolo subito dopo e prese il posto della ninja in qualità di aiutante, passandole gli altri piattini. Di rimando accorciò le distanze e gli sfiorò il petto con la spalla. Da quando era successo tutto quel pasticcio non erano più riusciti ad avere un momento soltanto per loro; e la prospettiva di quel bacio da recuperare ancora le ronzava nella testa. E non soltanto quello.

-Che buon profumo.- osservò Cloud; poi si chinò appena e soggiunse, stuzzicandole l’orecchio –E non mi riferisco alla torta.-

Un brivido caldo le percorse la schiena. Si morse il labbro inferiore e gli scoccò un’occhiata in tralice. A quanto pare non era l’unica a rimuginare sulle faccende in sospeso…
…tuttavia in quel momento c’era altro cui pensare. Di conseguenza lo spintonò scherzosamente con la spalla. L’altro arricciò le labbra, si concesse uno sbuffo divertito e le passò un altro piattino. Infine terminarono di servire la torta e ne presero un pezzo anche per loro.

Contemporaneamente Marlene, pupazzo Moguri in braccio, si pose nel mezzo e richiamò l’attenzione di tutti. Tifa notò che aveva la bocca leggermente sporca di cioccolato. E la trovò ancora più tenera. Che anche Yuffie si fosse imbrattata nella stessa maniera, poi, la diceva assai lunga…

-È stata una festa bellissima!- fece la bimba, con gli occhi luminosi e il sorriso stampato in faccia -Vi voglio un mondo di bene! Anche i regali sono bellissimi... e oggi mi sono divertita tantissimo! È stato davvero buffo, sì. Ma anche bello!-

-Io avrei voluto esserci!- commentò invece Denzel, espressione delusa –Dev’essere stato uno spasso!-

Istintivamente s’irrigidì, quasi temesse che quell’assurda avventura potesse divenire di dominio pubblico da un momento all’altro –con tutte le conseguenze del caso. Dopotutto i bambini non si facevano problemi di sorta su cosa dire e cosa no. Ad ogni modo soltanto Denzel e Marlene potevano pensarla in quel modo! E il sospiro congiunto di Cloud e Vincent andò a sottolinearlo –questi ultimi, poi, sembrava che fossero appena scampati alla Meteora di Sephiroth.

-Concordo. Oggi è stata una giornata… strana.- affermò Barret, annuendo a braccia conserte –Ma se la mia Marlene è contenta, lo sono anch’io!-

Si concesse una risatina nervosa: di certo non l’avrebbe ripetuto con la medesima calma, se solo avesse saputo di aver abbracciato Cloud invece dell’adorata figlioletta.  Ed era meglio per tutti –per lei e per Yuffie di sicuro- che non lo venisse mai a scoprire.

-La fai facile, tu!- ribatté invece Cid, grattandosi la testa –Porcaccia vacca! Ho rischiato di vomitare l’anima nel cesso! E tutto perché…-

Yuffie si buttò addossò al pilota, gli strappò la sigaretta dall’orecchio e gliela ficcò dritta in bocca senza tante cerimonie. E nessuna delicatezza. Tifa mandò giù un altro boccone di torta e inarcò il sopracciglio. Non sapeva cos’era successo a Cid, ma la reazione tempestiva della ninja era sospetta.

-Non ci frega un cazz… un cavolo di niente di cos’è capitato al tuo nobile e sensibile –come no- animo d’astronauta! Ni-en-te!- strepitò l’altra -Fumaci sopra, immagina lo spazio e chiudi il becco –in alternativa puoi affogare il dispiacere nelle pizzette. O rilassarti con lo yoga. Ne va del mio… cioè, del NOSTRO –volevo dire nostro- allegro festeggiare. Pensa alla povera bambocc… Marlene!  Non vorrai rovinarle la festa, no? E poi un vero uomo soffre in silenzio. Unisciti a Valentine e fondate un club!-

-Yuffie!- fu il richiamo generale; mentre fra tutti a ridere furono soltanto i bambini. E Barret.

-Cosa?!- sbottò invece la ninja, come se non avesse combinato o detto niente di particolare –Vi ricordo che strillare il mio nome ai quattro venti non è la cura ai mali del mondo. E poi è stata una festa bellissima. Marlene si è divertita tantissimo. È stato buffo. Ma BELLO.- sottolineò, usando le parole della bambina -Fantastico, sensazionale, strepitoso, aggiungerei io. Perciò, non accetto lamentale!- continuò; e nella foga del discorso tirò fuori dalla tasca la fatidica Materia arancione –Il mio regalo ha reso indimenticabile questo giorno! Potete dire lo stesso dei vostri? No. Perché siete noiosi! No-io-si! L’avevo detto io che –nano n.1 aiutami a dirlo- sarebbe stato un completo, autentico spass…-

La Materia sgusciò fra le dita della ninja e precipitò al suolo, vittima del furioso gesticolare. Tifa sgranò gli occhi e la bocca, rigida come un pezzo di legno. Cloud e Vincent, invece, scattarono all’unisono in quella direzione, probabilmente nel tentativo di sventare il peggio. Inutilmente.

L’istante successivo la Materia arancione ribalzò sul pavimento ed emise il noto lampo di luce abbagliante. L’ultima cosa che udì prima di perdere coscienza per la terza volta da quella mattina fu il preciso, conciso e calzante commento di Yuffie: “Ops!”. E da qualche parte dentro di sé pensò che avrebbe aiutato Barret a tirarle il collo.
 
***
 
Tifa riaprì gli occhi tempo dopo, frastornata e dolorante. Poco ma sicuro: aveva battuto di nuovo la testa.

-Ahio!- protestò, mettendosi a sedere sul pavimento; e il lamento pervenne tramite il vocione di Barret.

Rabbrividì. Allarmata si guardò le mani, le braccia e si tastò la testa: pelle scura, muscolacci, collo nerboruto, barba e treccine. Lei era Barret Wallace! La ragazza formosa che non poteva passeggiare tranquillamente per le strade senza accaparrarsi occhiate, fischi e commenti era ora diventata un possente omaccione! Scioccata si mise in piedi e guardò il mondo da un’altezza cui non era abituata; e quasi ondeggiò.

Attorno dilagava il putiferio. Denzel protestava furiosamente, agitando i pugni per aria, con un cipiglio che le ricordava mostruosamente Barret. Quello vero. Di rimando c’era Cait Sith che gli rispondeva alla maniera della Rosa Bianca di Wutai. In una sorta di scontro fra titani

-IN-CI-DEN-TE!- scandì Cait Sith –cioè Yuffie- agitando le braccia –Comprendi? Potrei farti un disegnino –e temo che il concetto rimarrebbe astruso comunque, caro il mio gorillone. Prova un po’ alla pagina del vocabolario, va’! E comunque ti ripeto che urlare non serve a niente –ammesso che tu non voglia perforarmi i timpani o farti venire un infarto. E poi Marlene e in gran forma, altroché! Vedi Cloud e Vince? Ecco, loro sono rassegnat… CIOÈ. Sono composti e morigerati perché sanno che è tutto sotto controllo. Ti pare?- continuò la ninja, indicando col pollice i diretti interessati –ovvero Red XIII e Cid, che se ne stavano mogiamente in un angolo del Seventh Heaven -È una questione di pazienza. PA-ZIEN-ZA! Conosci?-

Le spiegazioni di Yuffie non convinsero Denzel –ovvero Barret- perché il bambino digrignò i denti, protese le braccia e serrò le mani attorno al collo del gatto meccanico.

-Cazzo! Ti rendi conto che stavo per baciare Culosecco-Strife!?- urlò –‘Fanculo i disegnini. ‘Fanculo il dizionario! Questo lo capisco benissimo anch’io!-

-Ehi! Attento al mio corpo! È nuovo!- protestò invece Marlene, ondeggiando alla maniera stramba di Cait Sith.

Era una scena impressionante! Specie per Denzel che si esprimeva in maniera così colorita. E dire che fino a qualche momento prima stava andando tutto così bene… Frastornata e ancora più scoraggiata, Tifa lasciò andare lo sguardo sul resto dei presenti. Yuffie e Cloud parlottavano e ridacchiavano fra loro. Tuttavia l’atmosfera rilassata e il pupazzo Moguri le suggerirono che si trattava in realtà di Denzel e Marlene.

-Che figata!- esclamò Cloud –cioè Denzel –Siamo grandi per un giorno! Dici che posso guidare la Fenrir?-

-Non lo so. Ma se Cloud ti da il permesso io vengo con te!- stabilì l’altra.

Si passò la mano sulla faccia, sempre più sconvolta. Un giro sulla Fenrir era ovviamente da escludersi, permesso o non permesso di Cloud. A proposito… Cloud! Tralasciò i più piccoli e si diresse a grandi falcate verso l’angolo in cui stavano Red XIII e Cid.

-Cloud!- chiamò, chiedendosi quale dei due fosse l’ex Soldier.

-Tifa, qui.- rispose Red; e abbassò il capo per individuarlo –Prima avevo delle mani così piccole… così fragili. Ora non ho nemmeno quelle!- continuò l’altro, scrollando mogiamente la criniera –Scusami, ma sto cercando di calmarmi. Altrimenti appena Barret terminerà di strozzare Yuffie, io la sbranerò.-

Batté le palpebre. Doveva essere proprio arrabbiato! Eppure lo capiva benissimo. Cioè: lei era Barret Wallace! E non credeva di potersene fare una ragione. Sospirò. Un abbraccio consolatorio al suo povero Cloud era ovviamente da escludersi: dubitava che dopo l’esperienza di quel pomeriggio l’altro desiderasse ancora ritrovarsi fra le braccia del nerboruto amico!

Uno svolazzo rosso le preannunciò l’approssimarsi di Vincent Valentine –per esclusione il vero Red XIII.

-Accidenti. L’avevo intuito… ma averne la certezza è tutt’altra cosa.- commentò quest’ultimo, osservando le mani guantate del pistolero –È interessante. Sperimentare il corpo di un bipede, avere braccia, gambe… e il dito opponibile! Quest’esperienza contribuirà indubbiamente a rendermi più maturo.-

Beh, perlomeno c’era qualcun altro –a parte i bambini- che prendeva la cosa con filosofia. Scrollò il capo, le spalle e quasi pensò di sistemarsi accanto a Cloud e Vincent –quelli veri- a godersi lo spettacolo di Denzel che strozzava Cait Sith –ovvero di Barret che puniva Yuffie. Tuttavia una folgorazione la colse impreparata allorché pose lo sguardo sulla figura composta, quasi elegante di Cid Highwind –alias Vincent Valentine. Dov’era il vero pilota della Shera?! Quello sguaiato e burbero che spesso la faceva vergognare…

Non fece in tempo a chiederselo che sentì il proprio tono di voce –solitamente musicale- proferire improperi.

-Porca troia se sono pesanti, Lockhart! Come fai a portarle a spasso tutto il giorno? A stento riesco a vedere dove cazzo metto i piedi!- urlò Cid, facendola rassomigliare a una scaricatrice di porto.

Spalancò la bocca, gli occhi e restò immobile. Cid Highwind era nel suo corpo. L’uomo sguaiato di cui sopra. E aveva appena commentato i suoi seni!

-Aaaah!- strillò infine, portandosi istintivamente il braccio a coprire i pettorali di Barret –Zitto! E non ti azzardare ad andare in bagno, chiaro?! Se lo fai, stai certo che ti rompo il grugno!-

La Tifa che aveva di fronte non si agitò, si portò le mani ai fianchi e scosse il capo, dolente. Poi la puntò di sottecchi e sogghignò.

–Fai senso. E te lo dico con affetto.- fece poi –Il massimo che puoi fare così conciata è indossare un perizoma leopardato e portare il grosso culo di Barret al Wall Market per fare uno o due squat!- commentò, strappandole un brivido. Di rimando Denzel –cioè Barret- mollò Cait Sith e si profuse in un sonoro e azzeccato: “Ehi! Il mio culo non si muove da qui!”

Per tutta risposta il pilota si strinse nelle spalle. Nelle sue spalle! –Beh. Almeno questo spiega la passione di Strife per le bambole. E perché Valentine si toccava davanti allo specchio. Fortuna che non l’ho beccato con l’uccello in mano!-

Calò il silenzio; e per un lungo istante il tempo sembrò essersi addirittura fermato. Tifa nemmeno se ne accorse, ma aveva smesso di respirare. Poi, come un fulmine a ciel sereno, tutti proruppero; chi in risa; chi in commenti; chi in proteste. Queste ultime da parte di Cloud. Dal canto suo, si portò la mano davanti alla bocca e cercò di non sorridere. Cait Sith –cioè Yuffie- puntò invece il dito e urlò: -Spergiuro! Spergiuuuuuuro! SPERGIURO! Al cubo!-

Tuttavia il sospiro che si levò dalle parti di Cid –cioè Vincent- fu il commento più esaustivo di tutti. -Yuffie…-
 
ùù'' Considerando l'andazzo generale le cose non potevano che finire così! xD Lol. Il capitolo precedente era un po' corto, ma questo compensa in lunghezza. Spero che sia stata una lettura gradevole! *w* Come potete immaginare, la stramba avventura dei nostri eroi si conclude qui. Tuttavia mi piacerebbe aggiungere un altro capitolo, l'ultimo, per concedere alle nostre coppiette un po' di sano "fluff"... =çç= Se lo meritano, dopo tutto quello che è successo! xD Riusciranno Cloud e Tifa a recuperare il fatidico bacio? Riuscirà Yuffie a risvegliare gli ormoni defunti di Mr Valentine? Riuscirà Yuffie a spiegare a Vincent che cosa stava facendo davanti allo specchio e perché? xD Non lo so nemmeno io. oo Perciò, restate sintonizzati! xP
CompaH
   
 
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