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Autore: Jeade__    04/07/2014    2 recensioni
“L'amore non ha senso. E' soltanto una botta di culo. Se arriva ti ritrovi tra rose e fiori, altrimenti è soltanto una pugnalata dritta nel petto. Tutto quello che ti costruisci per arrivare a raggiungerlo, te lo vedi bruciare come carta davanti agli occhi.
Fanculo."
[III capitolo, Scarlett.]
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La storia, di come il destino possa sorprenderci ogni volta. Di come spesso le persone non ne prendono atto, perdendo così "la retta via".
Perdiamo noi stessi, ritrovandoci a vicenda.
Un gico di intrecci di diversi destini, ed è proprio di questo che voglio parlarvi, mie lettrici.
La vità di ognuno non è che un gomitolo. Esso si intreccia ad altri, si divide, si spezza.
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"Alcuni dicono che il nostro destino è legato alla Terra, e che essa fa parte di noi quanto noi di essa.
Altri dicono che il destino è intrecciato come un tessuto, cosicché il nostro destino ne incrocia molti altri.
E' la cosa che tutti cerchiamo di cambiare o lottiamo per cambiare.
Alcuni non lo trovano mai.
Ma ci sono quelli che vi sono guidati!"
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Se vi ho incuriosita, passate. Aspetto un vostro commento :)
A presto!
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Capitolo 17-

 

-Away (near) from you-

-Lontano (vicino) da te-



 



Una luce prorompente, lo accecò all'improvviso non permettendogli di alzarsi con pace e tranquillità.
Si sollevò di scatto da quella posizione alquanto contorta in cui era rimasto per quelle ore precedenti. Si guardò intorno cercando di realizzare qualche dettaglio a lui cricostante, che lo aiutasse a capire in che luogo di trovasse.


E in un lampo, come in modalità rewind, tutti i fatti accaduti la sera precedente gli comparvero come immagini più che nitide nella mente.
Ricordava, dei bicchieri contenenti chissà quale drink e poi una ragazza dalla chioma rossa. Tra l'altro, niente male.

Nient'altro. Se non un forte mal di testa.

“direi che ho bevuto troppo” pensò, tastandosi la testa.
E nel mentre compié questa azione, ritrasse la mano proprio dopo aver tastato un punto in particolare della fronte.


Riepilogò l'azione e dopo riaver sentito dolore, decise di alzarsi da quell'enorme divano su cui era disteso, per poi dirigersi alla ricerca di un bagno.
Quando si decise a varcare una delle numerosissime soglie dell'abitazione, si soffermò alquanto sconcertato dal delirio e il caos che vi si presentavano all'interno di quella casa.

C'era ancora gente presente -ovviamente meno numerosa della sera precedente- che era beatamente addormentata nei posti più assurdi.
Chi dormiva per terra appoggiando la testa ad una sedia, chi dormiva sopra un grande tavolo tra bottiglie e cibi restanti, oppure chi dormiva persino insieme ad altra gente ammassata tra di loro.

Un vero e proprio lazzaretto.

Finalmente scrutò la porta di quel che sembrava essere un bagno. SI specchiò difficilmente poiché, lo specchio era stato riempito di scritte poco caste e gentili con un.. rossetto?

Si sciacquò il viso asciugandosi con il primo asciugamano che riuscì a trovare.
Poi, pulì con quest'ultimo un angolo dello specchio cercando di specchiarsi, solamente per vedere da cosa provenisse quel dolore alla fronte.

E vi trovò con orrore un bel livido violaceo.

In quel momento, l'immagine di una persona a lui nota gli sfiorò i ricordi.

 

Evans” grugnì tra i denti.

 

 

 

 

 


Le era rimasto accanto tutta la notte. Le aveva medicato tutte le lesioni che presentava sul suo gracile corpo.
L'unico problema era toglierle il vestito per poter medicare la ferita presente all'altezza dello stomaco.
Ma un senso di pudore e rispetto nei suoi confronti, glielo impedì.
Non che se ne sarebbe approfittato.

Mai.
Ma, andiamo. Era pur sempre un uomo.


Così decise di fasciarle la vita con una grossa benda, in modo tale da non permettere al sangue di fuoriuscire più del dovuto, e di rimanere all'interno del suo corpo.
Prese una sedia, posizionandola al lato destro del suo letto, dove l'aveva precedentemente adagiata.

Scrutò la sua espressione, e benché fosse in uno stato dormiente, poté benissimo decifrare le lacrime che le avevano solcato le guance lentigginose.
Istintivamente allungò una mano verso quel candido viso, ma la ritrasse immediatamente.


Che stava facendo? Perché provava compassione per lei, dopo tutto quello che era successo?
Eppure una parte di sé, continuava a ripetergli di proteggerla, di starle vicino. E di non pensare più alle conseguenze o al passato.

 

Si alzò di scatto, facendo sempre un'incredibile silenzio.
Si tolse la camicia blu decorata da delle piccole stampe bianche, per poi poggiarla a bordo del letto, dove terminava il materasso adiacente alla struttura in legno.

La luce proveniente dalla luna, che filtrava tra le persiane, toccò ogni lineamento del suo fisico tonico e snello.
Riabbassò lo sguardo verso la ragazza. Si avvicinò e srotolò il lenzuolo che era stato appallottolato infondo ai piedi di ella, per poi coprire tutta la sua figura femminile da quel colore bianco candido della stoffa.

Sospirò.

Le avrebbe ceduto la camera per quella notte.

Non si sarebbe azzardato a dormire insieme a lei. Troppo imbarazzante.

Così prese il primo cuscino che trovò sotto mano, e uscendo dalla camera chiuse la porta.

 

Si affacciò in camera di sua sorella ma non la trovò. Scese al piano inferiore, intento ad addormentarsi sul divano.
Trovò come quando era rientrato a casa, la tv sempre accesa e una chioma bionda ai suoi occhi troppo riconoscibile, rannicchiata all'angolo del divano, con le braccia raggomitolate sotto il volto.


Sorrise, e dopo averla circondata tra le sue braccia, la portò al piano di sopra.

Si ricordò quando era piccolo. Quelle mattine in cui si ritrovava magicamente sul suo letto dopo essersi beatamente addormentato sul divano della sala. Era pura magia per lui. Ma gli anni felici erano passati. E la magia era svanita da quando prese conoscenza del vero avvenire dei fatti.

Adagiò la ragazza bionda che teneva tra le braccia, nelle morbide curve del letto nella stanza adiacente alla propria. Le accarezzò la guancia sorridendo.


“Come se non sapessi il motivo per cui sei rimasta a casa” pensò guardandola.

Istintivamente puntò lo sguardo verso camera sua. Dove vi era la ragazza che poco prima aveva adagiato tra le sue coperte.
Quella ragazza che quella sera, lui aveva deciso di salvare.

Perché si.

Non l'avrebbe mai ammesso, ma ci teneva.

 

 

 

 

 

 

 

-Jawaad!- Urlò lei, vedendolo.

Un bambino dagli occhi color nocciola e i capelli corvini si voltò non appena udì il suo nome.
Sorrise, salutandola con la manina.

-Jawaad, aspettami!- provò a dire lei. Ma il bambino si era già voltato allontanandosi.

Se ne stava andando, non poteva. No. Non ora che l'aveva ritrovato.

Provò a correre, ma si sentì le gambe come sotterrare nella sabbia. Riusciva a fare pochi spostamenti e la figura del piccolo bambino, era oramai troppo lontana da lei.

Una sensazione di disagio e nervoso la sovrastò

-Ti prego! Aspettami!- provò ad urlare, ma si sentì come se avesse un groppo alla gola. Le parole erano lì pronte ad uscire, ma la sua lingua era come pietrificata.

Non riusciva a pronunciare nemmeno una sillaba.

Gli occhi le iniziarono a pizzicare

perché mi devono allontanare da te?” si chiese in preda all'ansia.

-Jawaad- sussurrò.



 

-Ehi- una voce maschile alquanto grave, fece spazio tra i suoi pensieri. Invadendo quel momento, riponendolo il più lontano possibile.

Provò ad aprire gli occhi. "Era solo un sogno" pensò, sbuffando frustrata.

Ad un certo punto, percepì come una presenza, che le teneva ferma le spalle scuotendola leggermente.
In preda al panico e probabilmente anche grazie alle forze dell'istinto protettivo nei confronti della sua persona, allungò un braccio di colpo, verso l'alto sentendo che il suo pugno aveva colpito qualcosa.


O meglio, qualcuno.

 

Si alzò di scatto, ritrovandosi su un letto alquanto spazioso, benché le sue gambe erano rannicchiate in un angolino e aggrovigliate nel lenzuolo bianco che l'aveva accolta quella strana notte.
“ecco perché non riuscivo a muovermi”  pensò, dandosi immediatemente dell'idiota.

 

Sentì un lamento provenire dalla parte opposta del letto su cui era. Precisamente, quel rumore proveniva da.. per terra?

Si affacciò e vi vide una sagoma scura.
La stanza era abbagliata da la luce fioca, proveniente dalle persiane chiuse e quindi la visibilità era limitata, per poter definire cosa  o chi  fosse.

Il panico prese il sopravvento del suo corpo e così urlò.

-Ehi ehi! Cosa strilli?- disse quest'ultimo alzandosi all'improvviso, tenendosi una mano sul naso.
-Chi sei tu!?- urlò in preda ad una crisi isterica.
-Il ragazzo che hai colpito al naso..- borbottò tastandosi ancora il punto dolente.

Ysabel lo studiò meglio cercando di riconoscere almeno un dettaglio di quella sagoma scura che ergeva in piedi accanto al suo letto.

-Oh...-
-Un “mi dispiace” basterebbe..- sbuffò quest'ultimo sedendosi sulla poltrona adiacente al letto.
-Beh, mi hai spaventata! Non mi era passato per l'idea di essere svegliata all'improvviso da uno sconosciuto.- ribadì lei incrociando le mani al petto.
-Stavo vedendo se stavi male o meno-
-..Cosa?- domandò lei, confusa.
-Ti stavi dimenando nel letto e stavi urlando. Mi hai spaventato tu!- si lamentò.

Okay, era alquanto bizzarra come situazione.
Non capiva una semplice cosa.
Che ci faceva lì in quella stanza, con quel ragazzo?  Un ragazzo che per giunta, non conosceva.

Un immagine di lei insieme al ragazzo sconosciuto, sul letto, da soli, si fece spazio nella sua mente. E il livello di preoccupazione salì alle stelle.


Possibile che non si ricordasse nulla della sera precedente?

 

-T-tu ti ricordi che è successo per caso ieri notte?- domandò titubante.
-Non ti ricordi nulla..?-

Ecco.

Ora si poteva definire terrorizzata.

Decise di tirare fuori tutto il coraggio e che poteva possedere per quel momento di panico.
Doveva ricevere una risposta, e immediatamente, o avrebbe dato di matto -Dimmi immediatamente quello che è successo.-

-Woah! Calma. Non è successo nulla tra noi.- chiarì la situazione,  sapendo dove stavano i dubbi della ragazza, alzando le mani a mò di difesa. -penso..- mormorò.
-COSA?-
-Daccordo, daccordo non ti allarmare- tentò di tranquillizzarla, lui compiendo gesta inusuali come se le stesse sventolando un ventaglio davanti al volto. -Non penso proprio che sia successo qualcosa tra me e te. Visto che sono completamente vestito-disse indicando il suo vestiario.

Ysabel poté sentirsi leggermente più sollevata. Almeno, non era successo nulla tra lei e.. quel perfetto sconosciuto.
Ma.. come poteva esserne certa?

-Evidentemente anche tu ti sei data all'alcool ieri sera, e ti sei addormentata qui.-
-E tu che ci facevi qui?- domandò.
-Beh ero stanco. E mi sono addormentato. Molto probabilmente è andata in questo modo-
Spiegò con superficialità.

La ragazza ci pensò su.

-molto probabilmente?- domandò iniziando ad agitarsi, nuovamente.
-Oddio..- mormorò il tipo, esasperato.



Ad un tratto la porta della camera si aprì, permettendo di fare il suo ingresso ad un ragazzo biondo.

-Niall!- lo chiamò Ysabel.

Il ragazzo in questione le lasciò un sorriso, prima di poter realizzare che ella, era in compagnia.
Era in compagnia di un ragazzo. Ma non un ragazzo qualunque. Nel senso, non che fosse verde con gli occhi viola.

Ma perché lui?

Guardò la scena alquanto allibito, per poi pronunciare.


-Zayn?- domandò.

 

 

 


Jeade's point of view:

Okay okay okay, salve a tutte dolcezze, volevo ringraziarvi per le splendide recensioni che mi state lasciando ad ogni capitolo. Grazie davvero, siete stupende.

Bene, passiamo al capitolo.
Allora:
Alcune di voi mi hanno risposto alle domande che avevo posto nello scorso "spazio autrice".
Secondo voi colui che salvava la nostra Scar era Liam? Il suo fratellone?

Wrong answer.
E' il nostro Louis!

Poi chi incontrasse Zayn nella camera, era chiaro che era la sua sorellina, no?
Che ne pensate di questo incontro? Ho voluto accellerare i tempi con questo benedetto incontro tra i due fratelloni e mettere su una scenetta alquanto divertente.
Devo ammetterlo, mi sono divertita molto a scriverla!

L'ultima domanda che vi avevo posto, era riferita a Margot ed Harry.
Sul serio: che volete da questi due piccioncini? Li facciamo litigare ancora un pò? Eddai!


Un bacione, spero di essere stata esauriente, e che il capitolo sia stato di vostro gradimento (benché non fosse lunghissimo)

ps: ringrazio Better_Than_Words per il suo sostegno, grazie mille tesoro. In bocca al lupo per tutto. Spero vivamente che i tuoi sogni si realizzeranno, perché te lo meriti.


Jeade xx
   
 
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