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Autore: Jist    04/07/2014    0 recensioni
Ciao a tutti! Allora, la mia nuova FF tratta di un ragazzo che attraverserà un duro momento della sua vita, poichè dovrà emigrare dal suo paese. E' una storia toccante che vi consiglio di leggere, è sempre tratta da un tema che ho scritto. Buona lettura!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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In questi giorni, la mia mente è affollata da mille pensieri negativi e confusi: la guerra è scoppiata da poco ed io ho paura per la mia famiglia e per il mio destino.
Ieri è entrato in casa mia un estraneo, che, appena mi ha visto, mi ha preso per un braccio, per poi dirmi: “ Domani affronterai un viaggio, raccogli le tue cose e ritorna qui!” Dopo quell’affermazione, mi si gelò il sangue ed il mio cuore sussultò, tuttavia dovevo eseguire l’ordine, non potevo rifiutare, d’altronde, so che lo fanno per la mia sicurezza.
Ed ora eccomi qui, su un barcone traballante, lontano dai miei cari, lontano dalla mia gente, lontano dalla mia realtà. Con gli occhi velati dalle lacrime, mi affaccio alla ringhiera, mi sporgo leggermente e con un gesto della mano, saluto, con il cuore spezzato, le persone che più amo e che forse non rivedrò mai più.
La leggera pioggia mi bagna la testa, ma ora non ha importanza, nulla sembra avere più senso o significato: la vita mi sta passando davanti, senza che me ne possa accorgere, tutti mi stanno chiedendo di comportarmi come un adulto, di cavarmela da solo, non so se riuscirò nell’intento, perché diciamocelo, questo è chiedere troppo.
La gente è disperata, piange, urla, tuttavia, sul mio viso compare un’espressione ineguagliabile, portata dal mio cuore che piange lacrime salate, che nessuno potrà fermare, se non quando avrò un accertamento su quello che verrà.
Decido di sedermi, anche se il pavimento è sporco di fango e delle emozioni cupe e tristi dei suoi passeggeri, ma io chiudo gli occhi e non sento più nulla, se non il rumore causato dalle onde, che fa ondeggiare il barcone e che mi ricorda le canzoni che mi cantava la mamma prima di dormire, era bravissima, una splendida donna, da invidiare. Mi chiedo se, ovunque finirò, ci saranno delle persone pronte ad accogliermi senza alcun pregiudizio, che possano amarmi come fossi figlio loro, anche se so che nessuno potrà eguagliare l’affetto datomi dalla famiglia.
Sprofondo in un sonno tranquillo, composto da una melodia emanata da una donna, una donna che conosco bene.
   
 
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