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Autore: Doomsday_    05/07/2014    3 recensioni
Draco è solo. Dovrà eseguire ciò che l'Oscuro Signore gli ha ordinato di compiere. E non ha nessuno... nessuno tranne lei.
Astoria farà qualsiasi cosa è in suo potere per restargli accanto. Perfino quando sarà lui stesso ad allontanarla.
Il loro amore è come una stella che, nel buio della notte, brucia in tutta la sua intensità fino a distruggersi.
Dal capitolo dieci:
- Ripensare alla biblioteca diede a Draco un senso di forti brividi: ancora gli era ignoto quel che lo aveva trattenuto dal baciarla quando, per la prima volta dopo mesi, aveva finalmente potuto tenerla tra le braccia. Nel toccarla ogni tentativo di starle distante era crollata, e un intenso malumore l'aveva colto nel godere di quel suo sguardo insolitamente luminoso. Stelle aveva definito quegli occhi, stelle di quel suo cielo buio.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Angolo Autrice: Salve ragazzi! Mi scuso subito per la lunga attesa ma, a mia discolpa, avevo l'esame di maturità quindi mi è stato davvero impossibile aggiornare prima. Il capitolo è venuto un po' lunghetto, lo so, e mi dispiace anche per questo: non voglio ammorbarvi! Il problema è che sto ancora molto indietro con la storia e vorrei velocizzare un po' i ritmi! Spero che, in ogni caso, apprezzerete ugualmente questo capitolo e che lascerete una recensione per dirmi le vostre opinioni al riguardo!
Come sempre ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra i preferiti, le seguite e le ricordate. Grazie infinite! E un grazie speciale soprattutto a chi ha recensito: Bekka Malfoy, NarcissaBM, Potter_bieber e Ocha. Al prossimo capitolo!^^





Sulla strada delle vecchie abitudini





Le vacanze di Natale si erano ormai concluse e la stazione di King Cross era gremita di studenti felici, chi più e chi meno, di tornare ad Hogwarts.
Quando Asteria giunse alla stazione, la prima cosa che fece fu cercare con lo sguardo Sean.
Daphne era già scomparsa in mezzo al gruppo delle sue compagne di dormitorio.
Trascinandosi dietro il carrello, Asteria camminò per la banchina facendosi largo tra la calca di maghi e streghe, per avvicinarsi al treno. A pochi passi dal portellone del treno stava Sean, accompagnato da sua sorella. Asteria si bloccò sul posto nel vederlo, e quando lui si voltò ad incrociare lo sguardo di lei, fu quasi spontaneo per i due amici muoversi all'unisono per correre ad abbracciarsi.
« Accidenti, mi sei mancata, Greengrass! ».
Asteria sorrise nel sentire la voce dell'amico contro il proprio collo, e lo strinse più forte.
« Sean sono passate solamente un paio di settimane. Mi ci vorrebbero più vacanze per digerire la tua presenza nei prossimi mesi », ribatté lei, sciogliendo l'abbraccio. Lui la guardò raggiante, come se non avesse atteso altro se non quel momento, negli ultimi giorni.
Asteria salutò Lauren, la sorella di Sean, da cui lui viveva da quando i loro genitori erano morti, e loro zio - unico tutore ancora in vita - era stato rinchiuso ad Azkaban. Lauren scompigliò i capelli di Sean a mo' di saluto, seguendolo con lo sguardo mentre saliva sul treno insieme ad Asteria.
Quando il treno partì Sean aveva già iniziato a raccontare delle sue vacanze: « ... pensavo avrebbe fatto bene a mia sorella avere un fidanzato. Ma David è insopportabile. Tocca tutti i miei libri, se ne sta sempre a casa senza far nulla e non da mai una mano a mia sorella! L'avrei dovuto buttare fuori di casa. Lauren non ha mai saputo scegliersi i ragazzi » e continuò così ancora finché non trovò più altri motivi validi per insultare il futuro cognato. Asteria rise della gelosia che Sean dimostrava nei riguardi della sorella e lo prese un po' in giro, definendolo troppo iperprotettivo.
Quando Asteria si rese conto che adesso Sean attendeva il suo resoconto sui giorni trascorsi, andò nel panico senza sapere cosa dire esattamente. « Tutto bene... le solite cose, lo sai » si limitò a dire e Sean aggrottò la fronte, accigliato, annuendo distrattamente. Il silenzio calò nello scompartimento, rendendo improvvisamente l'aria più appesantita e le ore che li separavano da Hogwarts immensamente lunghe.
Sean si rifugiò dietro i suoi soliti grossi tomi e Asteria si mise a contemplare i paesaggi fuori dal finestrino. Non poté fare a meno di pensare che si ritrovavano esattamente nella medesima situazione dell'ultima volta.
Un paio di volte Daphne entrò nel loro scompartimento per assicurarsi che Asteria stesse bene, come se non la controllasse potesse correre chissà quale ignoto pericolo.
Fu dopo che Daphne se ne era tornata al suo scompartimento per la seconda volta, che Asteria non sopportò più il silenzio tra lei e Sean e decise di parlargli. Alla fine, a lui raccontava qualsiasi cosa le saltasse in testa, perché cambiare?
Così Asteria interruppe la lettura dell'amico e iniziò a raccontargli degli ultimi giorni trascorsi, senza tralasciare nulla. Mentre parlava, vide il viso di Sean sbiancare sempre più, finché non proruppe in uno scandalizzato: « Hai baciato Draco Malfoy?! ».

Una volta ad Hogwarts le abitudini di Asteria avevano preso il sopravvento su i suoi pensieri. Era stato facile per lei tornare ad immergersi nella vecchia routine: le lezioni, i compiti, le ricerche in biblioteca, passeggiare assieme a Sean o giocare con lui a spara schiocco. Certo, i decreti didattici che quella vecchia strega della Umbridge continuava ad appendere per i muri di Hogwarts limitavano parecchio le attività che Asteria era solita occupare, così anche per gli altri studenti: nell'aria si respirava ben più che noia e insoddisfazione.
Ma se le abitudini di Asteria sembravano immutate, non si poteva dire la stessa cosa del suo modo di comportarsi. La ragazza era ben più pensierosa, si perdeva durante gli studi in uno sguardo vacuo e lontano, il quale - se intercettava la figura di Draco Malfoy - si faceva immediatamente presente e concentrato.
Però se Asteria non si perdeva neppure una mossa del ragazzo che aveva dichiarato a gran voce di disprezzare, cercandolo anche quand'egli non era presente, al contrario Draco non sembrava far caso neppure all'esistenza della ragazza. Più di una volta era capitato che i due si incontrassero in un corridoio deserto, oppure che raggiungessero le scale dei dormitori nello stesso istante, ma in quegli sporadici episodi Draco non le rivolse mai neppure uno sguardo, benché meno la parola. Invece ad Asteria capitava di trattenere il fiato, e fissare Draco con un'aspettativa tale da riuscire ad attirare l'attenzione di chiunque... ovviamente di tutti tranne che quella di lui.
« Sei sicura di non esserti immaginata tutto, vero? » le chiese Sean, chinandosi a terra accanto ad Asteria per aiutarla a raccogliere le sue cose, quando ella si scontrò per sbaglio con Draco mentre correva verso l'aula di Pozioni. Lui non sembrò neppure accorgersene e continuò imperterrito per la sua strada.
« Sicurissima » rispose furente, guardando la schiena del ragazzo che si allontanava.
« A me sembra che si comporti come sempre. Non pare per niente il comportamento di un ragazzo innamorato »,
« Ma no, prego, inferisci pure ».
Con il passare dei giorni e, in seguito, delle settimane, Asteria si era rassegnata oramai all'idea che il loro rapporto era tornato quello di prima: un reciproco ignorarsi che non avrebbe mai dato alcun risultato. Asteria stava nuovamente interpretando male il comportamento di Draco? L'ultima volta lui aveva ammesso di averla ignorata per vergogna e imbarazzo. Ma ora?
Lo guardò di sottecchi - si trovava in biblioteca assieme a Sean, il quale la aiutava a scrivere il tema sulle problematiche dell'essere mago e strega nel 1300 -, dopo tutto non poteva fare a meno di osservarlo se si trovava a portata di occhio.
« Non mi stai ascoltando » sbuffò spazientito Sean, chiudendo il libro di Storia della magia con secco tonfo. Asteria si riprese, sbattendo velocemente gli occhi e arrossendo piano. Senza rendersene conto si era incantata nuovamente, mentre era intenta a guardare Draco. Aveva Sean davanti che la nascondeva, dandole campo libero senza doversi curare di essere a sua volta vista.
Draco era seduto al capo di uno dei lunghi tavoli, intento a leggere con aria piuttosto svogliata. La fronte distesa e gli occhi socchiusi, davano l'idea che con la mente stesse altrove. Al suo tavolo erano seduti anche Zabini e Daphne, più distanti Tiger, Goyle e Pansy Parkinson. Ma Draco rimaneva più distanziato dal resto del gruppo, la sua sedia poggiava contro gli scaffali di libri che costeggiavano il loro tavolo.
« Scusa Sean. Non so proprio che mi prende... » farfugliò Asteria, sorridendo mesta, cercando di minimizzare la sua disattenzione.
Sean, in tutta risposta, alzò gli occhi al cielo e si alzò.
« Dai, non te starai andando sul serio! Mi dispiace Sean, mi sono distratta, ma non puoi negare che Storia della Magia faccia lo stesso effetto a tutti », sbottò Asteria sconcertata dal fatto che Sean avesse tutta l'intenzione di lasciarla lì in biblioteca a concludere il suo saggio da sola.
Il ragazzo fissò gli occhi in quelli verdi dell'amica « Sono passati due mesi, Asteria. Non sopporto più vedere il modo in cui lo guardi e, se Malfoy fosse la persona che credi che sia, non ci riuscirebbe neppure lui » disse a denti stretti, per poi prendere la sua copia di "Il Medioevo magico", e andare via a grandi passi.
Asteria affondò il viso sul palmo della mano, sconfortata. Quando alzò lo sguardo, trovò gli occhi di sua sorella che la fissavano, dall'altro capo della sala, interrogativi e penetranti. Asteria, senza far trapelare la minima emozione, abbassò il capo e tornò a scrivere.
Solo due ore più tardi la biblioteca iniziò a svuotarsi. Asteria non se ne rese conto immediatamente: aveva abbandonato la testa sulla sua edizione di Storia della magia, rinunciando all'idea di concentrarsi sufficientemente per scrivere un buon tema e, quando rialzò lo sguardo, notò che al tavolo di Draco erano rimasti con lui solamente Tiger e Goyle, i quali più che studiare sembrava si stessero scambiando le figurine delle cioccorane. Tempo pochi minuti, e anche loro due si alzarono per tornare nella sala comune di Serpeverde.
Al contrario, Draco era rimasto immobile nella sua posizione, come una statua di sale. Per la prima volta dopo giorni Asteria si sentì libera di guardarlo davvero, senza l'imbarazzo di poter essere notata da Sean o da altri. Il profilo affilato del suo volto, lo sguardo totalmente assorto e le labbra lievemente arricciate in un'espressione un po' imbronciata. Senza rendersene conto i suoi pensieri si fissarono sugli occhi azzurri del ragazzo, quegli occhi che l'avevano guardata come se fosse realmente la cosa più luminosa intorno a lui. E lei ci aveva creduto; nessun dubbio era riuscito a rendere quello sguardo per lei meno sincero.
Non potrei mai dimenticarmi di questi giorni e vorrei che non lo facessi nemmeno tu. Il ricordo di quelle parole la lasciarono senza fiato, dato che oramai quei giorni non sembrava fossero mai esistiti; almeno non per lui. "Per fortuna era proprio lui che non voleva dimenticare" pensò con amarezza la ragazza, sfiorando il ciondolo che teneva nascosto sotto la divisa scolastica.
Con un sospiro Asteria si alzò, tirò fuori il ciondolo a forma di stella che luccicava al suo collo più di quanto lei volesse - come se il piccolo oggetto non aspettasse altro che farsi guardare da chiunque fosse presente -, e prese sotto braccio i volumi per riporli nella libreria.
Ebbe un attimo d'esitazione ma poi, con passo sicuro, si mosse verso il punto in cui sedeva Draco. Gli si fermò davanti e, cercando di non arrossire, poggiò una mano sul bracciolo della sua sedia e con uno « Scusa... » piuttosto trafelato, si sporse sopra di lui per infilare i libri negli scaffali che si trovavano proprio sopra la testa di Draco. Quando abbassò lo sguardo per vedere la sua espressione, vide che era rivolto verso il ciondolo, il quale gli dondolava a pochi centimetri della fronte.
E quando Asteria si allontanò, egli le rivolse un'occhiata torva. La ragazza portò istintivamente la mano a coprire il ciondolo, come se dovesse proteggerlo da quello sguardo.
« È così allora? Sarà così per il resto dell'anno e per quelli a venire? Occhiate di traverso e silenzio: davvero una bella prospettiva », sibilò stufa di non ricevere alcuna reazione da parte di Draco.
Egli tornò a guardare il libro e quando Asteria pensò che, ancora una volta, non sarebbe riuscita a farlo parlare, Draco disse con tono strascicato: « Sto solo seguendo il tuo volere, Asteria. Non sono stato certo io a lasciarti ».
« Non ti ho mai chiesto di comportarti come se io non esistessi », ribatté subito lei, mangiandosi quasi le parole per l'emozione di poter parlare finalmente con lui.
Draco chiuse il libro di scatto, fissando gli occhi azzurri in quelli verdi di lei, « Cosa vorresti che facessi? Che cercassi ogni minuto i tuoi occhi, che passandoti accanto ti sfiorassi distrattamente la mano o che cercassi sempre un qualsiasi pretesto solo per poterti rivolgere la parola, come se ci trovassimo in uno stupido romanzo rosa? La realtà è diversa, Asteria: se chiedi a un uomo di stare al suo posto, non aspettarti di essere poi rincorsa ».
Asteria non rispose, ma Draco si accorse di averla ferita, pur non avendo intenzione di farlo.
« Non ti ho mai detto di non provare nulla per te, però. Non poter stare con te mi fa comunque male » mormorò lei con voce spezzata, allungando una mano a sfiorare il volto di lui, ma Draco intercettò il suo gesto e le scansò con fastidio la mano.
« Volevi che tua sorella non corresse a piangere da te ancora una volta perché come al solito non ha ciò che desidera. Mi sembra di averti accontentata. Ora puoi tornare tranquillamente dal tuo nuovo ragazzo », sbottò, facendo un gesto vago in direzione del tavolo che avevano occupato Asteria e Sean per studiare.
« Ti riferisci per caso a Sean? » esclamò Asteria, stupita da quella accusa.
Le labbra di Draco formarono una linea pallida e dura. « Pensi che non abbia notato come ti abbraccia o come ti guarda, o dell'espressione che ha quando ti vede e poi... di come tu ridi insieme a lui », i suoi occhi ribollivano di rabbia. Asteria fece un verso sprezzante, puntando le mani sui fianchi, « Mi stai seriamente dicendo che non mi rivolgi la parola perché sei geloso del mio migliore amico? ».
Draco scattò in piedi, facendo cadere a terra il libro che teneva poggiato sulle gambe. « Non sono geloso di quel Jugson » pronunciò il cognome di Sean con disprezzo « Cerco solo di comportarmi normalmente ».
Asteria si avventò su di lui, puntellandogli l'indice contro il petto « Non può essere questa la normalità che cerchi. E non prendertela con Sean. E il fatto che mi ignori mi fa impazzire, quindi smettila... », Asteria si interruppe perché sorpresa dall'improvvisa reazione di Draco, il quale la prese per i polsi e la fece scontrare contro la libreria. « Smettila tu di dirmi quello che devo fare. Mi comporto come ho sempre fatto semplicemente perché è ciò che pretende Daphne, quello a cui tu hai così amorevolmente acconsentito. Non è con me che te la devi prendere ».
Asteria si sentì schiacciata dal suo sguardo, ma riuscì a resistere all'impulso di distogliere il proprio.
« Hai per caso deciso di cambiare idea? », per la prima volta la voce di Draco si incrinò.
« Non mi fare questo. » Sentì il corpo di lei tremare leggermente sotto la sua stretta, l'espressione farsi addolorata.
Gli occhi di Draco si puntarono sulle sue labbra, con l'unico desiderio di volersi avvicinare un altro po' solo per poterle sfiorare ancora una volta.
« Allora non pretendere nient'altro da me »,
« Vorrà dire che mi accontenterò solamente di guardarti da lontano » mormorò lei in risposta. Le dita di Draco allentarono gradualmente la stretta intorno ai polsi di Asteria, finché le braccia non le ricaddero lungo i fianchi.
« Benissimo » Draco fece un passo indietro, continuando a guardarla contrariato, poi si voltò, prese il libro caduto per terra e filò fuori dalla biblioteca.
Asteria si lasciò andare contro la libreria, incrociando le braccia al petto. Cercò di concentrare i suoi pensieri su Daphne, ripetendosi che era quella che aveva intrapreso l'unica scelta giusta da fare.
Sean entrò improvvisamente nel suo campo visivo, facendola spaventare.
« Ero tornato per farti compagnia... mi sono sentito in colpa ad averti lasciato qui da sola... » borbottò, la testa china a fissare la proprie scarpe. « Non volevo ascoltare ».
Ad Asteria si strinse il cuore. Si chiese se Sean fosse arrabbiato, nel ricordare quanto egli si mostrasse geloso e ostile nei riguardi dei ragazzi che spesso le giravano intorno.
Il ragazzo si dondolò sulle punte, poi con un leggero sospiro, allargò le braccia cosicché Asteria - con una risata soffocata dal groppo in gola - ci si potesse buttare in mezzo. Sean la strinse forte a sé, poggiando il mento sulla sua testa « Quella che stai facendo per Daphne è molto nobile. »
« Molto nobile... o molto stupido » farfugliò la ragazza, grata della presenza dell'amico in quel momento « E sicuramente ben poco da Serpeverde » aggiunse, facendo sorridere anche Sean.



   
 
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