You are a pirate! ♪
Non sa effettivamente come ci sia finito in soffitta, insieme a Marco.
L'unica cosa di cui è sicuro è che così tanta
polvere l'aveva vista solamente sui libri di matematica di lui. E
adesso si ritrova in una stanza impolverata, intento a guardare l'altro
che cerca, invano, di mettere in ordine le miliardi di cianfrusaglie
che avevano stabilito la propria residenza in quella soffitta.
"Marco, scusa, potresti spiegarmi perché diavolo sei qui anche
tu?" chiede lui aprendo bocca. Si guadagna anche una folata di polvere
sul viso, cosa che lo fa tossire e imprecare. Se c'è una cosa
che Gianluca non sopporta è la polvere, la sporcizia. Dopo Marco,
s'intende. L'altro si volta -coi capelli più scuri del solito,
probabilmente a causa della polvere-, starnutisce e sorride. "Ma come,
Gianlù, non sei contento? Ti sto aiutando a pulire e non
mi ringrazi nemmeno?" "Non che qualcuno te l'abbia chiesto,
comunque" risponde l'altro, sbuffando. Ovvio, il giorno in cui Gianluca
Zanardi chiederà un favore al suo caro Marco si scatenerà
l'Apocalisse, con tanto di cavalieri. Ma il perché Marco si
trovi lì Gianluca lo sa, e tale motivo ha le sembianze di un
grosso vassoio di cupcakes che la madre di Zanardi ha amorevolmente
preparato. E, si sa, quei cupcakes sono I cupcakes.
Gianluca si rassegna e si dà alle pulizie, anche se non sa
effettivamente da dove cominciare. Raccoglie tutte le vecchie cornici e
le sistema in una busta di plastica, insieme ai vecchi giocattoli che
usava da bambino, tutti ricoperti da almeno due dita di polvere e, deve
ammetterlo, guardandoli un po' di malinconia lo vince e i ricordi di
quand'era un bambino gli si fiondano alla mente. La grande palla gialla
buttata in un fiume da Marco, all'età di otto o forse nove anni,
che l'aveva costretto a farsi un bel bagno; il trenino di legno,
mancante di una ruota, probabilmente ancora a casa di Marco.
Ed era incredibile come quel rompipalle fosse in ogni suo santissimo ricordo. Probabilmente anche da morto me lo trovo attaccato.
I suoi pensieri furono interrotti da un bastone, probabilmente il manico
di una vecchia scopa, che con un bel "plop" gli cade in testa. E
un bel vaffanculo esce
dalle sue labbra. E intanto Marco si trattiene dal ridere, invano,
visto che Gianluca riesce a sentirlo senza problemi. E un secondo vaffanculo si lascia sfuggire, non senza un leggero imbarazzo.
Un grosso scatolo giallo ocra, che dall'aria sembrava molto più
che vecchio, lo attrae incredibilmente. Si avvicina, evitando le
ragnatele che minacciavano di sporcargli i capelli. Sulla scatola si
intravede l'immagine di una macchina fotografica, una di quelle
vecchie, tanto vecchie. Una polaroid, di quelle che ti dava subito la
foto bella e pronta. Il corvino apre la scatola, socchiudendo gli occhi
per quella dannatissima polvere, afferra la macchina e fa per
controllare se funziona, ma sobbalza quando Marco urla il suo nome.
"Gianlù! Guarda qui! Che cos'è questo vestito?"
E Gianluca si sente morire. Perché quello, quel pezzo di stoffa
che Marco tiene fra le mani, era uno dei suoi primi vestiti di
carnevale. "Marco, ti prego non--" troppo tardi. Marco lo fissa, con
quell'aria meravigliata che davvero non riusciva a spiegarsi. Fa per
scappare, perché sa che quello che verrà non gli
piacerà.
"È un vestito da pirata! Gianlù, voglio assolutamente
vedere una tua foto vestito da pirata" dice l'altro serio. E Gianluca
lo guarda con un'aria mista fra orrore e schifo, pronunciando un "no"
che più secco non si può. Ritorna alla sua polaroid,
cercando di capire cosa cliccare per scattare una foto. Non sapeva
fossero così complicati, quegli aggeggi. Ma di nuovo Marco
s'intromette, strappandogli la polaroid dalle mani. E Gianluca è
davvero tentato di strangolarlo con il filo della lampada poggiata di
fianco alla polaroid. Oppure bastonarlo col manico della scopa. Non
è una cattiva idea, tutto sommato. "Marco, ridammel--" e si
ferma, osservando Marco che si infila il tricorno da pirata.
Ok, Gianluca, no.
"Marco, potresti, per favore,
ridarmi la macchina?" Ma l'altro, in risposta, gli fa la linguaccia e
Gianluca non sa se pensare che sia adorabile o semplicemente troppo
stupido. Pensa seriamente alla risposta da darsi, ma si ritrova stretto
in un abbraccio da Marco, prima di essere baciato con naturalezza.
Così, al'improvviso, cosa che spiazza Gianluca. E un "clic" gli
fa voltare il capo, perché la polaroid ha appena scattato una
foto di un Marco con un cappello da pirata intento a baciare un
Gianluca con una faccia da "what the fuck".
Ci mette circa tre secondi per elaborare l'accaduto, poi arrossisce e
poi comincia a dimenarsi per recuperare l'arma del delitto.
"Non ci provare, strappa subito quella foto!" urla furente, ma l'altro, in risposta sorride e s'infila la foto in tasca. "Do what you want 'cause a pirate is free, you are a pirate~!"
Angolino di-- what cosa ci faccio qui.
BUH a tutti.(?)
Allora, io non scrivo da un casino di tempo. Voglio scrivere, davvero,
ma non so cosa né su cosa. Eh. Lo so, merito di morire tra le
più tortuose pene dell'Inferno MMMA NNO perché devo
rompervi le palle. Ohohoh♥
Volevo scrivere e sì, stavo ascoltando questa canzone nonsense
-maritA, denks, che è co r p i e w- e vi giuro che ho pensato a
Marco cantarla. Così, a caso. E sono scoppiata a ridere.
Enniente, non ha senso, non vi sprecate a cercarlo. Non c'è. La
mia sanità mentale è già andata a farsi fottere
tempo fa, quindi YYEEEAH niente.
Poi si mette la mia sensei -happley, per chi se lo stesse chiedendo(?)-
che tipo posta immagini sulla MarcoGianluca e BUM è uscita 'sta
roba.
...che non ha senso, ripeto.
Enniente(x2), amore e banane a tutti quanti :'D♥
_Spellcaster (che è tornata dal'era glaciale)